La ricerca empirica Impareremo a: Definire la ricerca empirica Conoscere gli elementi della ricerca sperimentale Distinguere tra ricerca osservativa e sperimentale Individuare i meccanismi di una indagine sul campo
La ricerca empirica: significato scientifico e senso comune Se si considera il termine empirico dal punto di vista del senso comune esso si riferisce ad una attività fondata solo sulla pratica e non su criteri scientifici e il suo contrario è dunque scientifico. Se, invece, pensiamo al termine empirico in ambito scientifico, esso farà riferimento a un intervento realizzato sul campo ed il suo contrario sarà astratto.
La ricerca empirica: significato scientifico e senso comune In educazione, relativamente al termine empirico, è frequente la contaminazione tra il significato che viene attribuito secondo il senso comune e il significato scientifico vero e proprio. Il campo dell’educazione si configura come un sistema fortemente connesso alla vita sociale di ognuno e questo determina la possibilità di sovrapposizione tra le due sfere (del senso comune e scientifica).
La ricerca empirica: sistemi reali e sistemi concettuali Un sistema è una struttura complessa formalmente determinata da un gran numero di elementi cui dà coesione uno scopo. Esistono sistemi reali e sistemi concettuali. I sistemi reali sono quelli costituiti da una pluralità di elementi materiali collegati tra loro e interdipendenti. I sistemi concettuali sono costituiti da una pluralità di elementi astratti in stretta relazione uno con l’altro.
Il sistema educativo: reale o concettuale Che cosa debba essere definito come sistema, e quali cose siano descrivibili come tali, non è certo un problema cui si possa una risposta ovvia e banale. È facile essere d’accordo sul fatto che una galassia, un cane, una cellula, un atomo siano sistemi reali ... Esistono, d’altro canto, dei sistemi concettuali, come la logica matematica (…) che sono essenzialmente dei costrutti simbolici, vale a dire dei sistemi concettuali corrispondenti alla realtà. (L. von Bertanlanffy, Teoria generale dei sistemi, trad. it. di E. Bellone, Milano, Mondatori, 1983, pp. 15-16)
Ancora Bertanlanffy… Un ecosistema o un sistema sociale, infatti, sono sufficientemente “reali” e ci accorgiamo dell’esistenza dello stesso proprio quando si manifesta un suo malfunzionamento.
Il sistema educativo Il sistema educativo è un sistema reale e concettuale al tempo stesso, in quanto possiede caratteristiche comuni ad entrambi le tipologie di sistema.
Ancora su empirico… Non basta fare un intervento sul campo perché si possa parlare di ricerca empirica. L’intervento sul campo si realizza in base ad una procedura, a una metodologia che ha una sua logica molto stringente. Andare a visitare una scuola non equivale a svolgere una ricerca empirica, ma rappresenta un’esperienza che può rientrare nel disegno di una ricerca.
Galileo… Galileo è il padre dello sperimentalismo nel mondo occidentale. Attraverso l’invenzione del cannocchiale vengono messi in evidenza alcuni aspetti che prima non era possibile vedere e si arriva alla conclusione che occorre capovolgere la posizione dell’uomo nell’universo. Il metodo sperimentale nasce nelle scienze fisiche perché è facile riprodurre un fenomeno fisico in laboratorio, mentre quando l’oggetto di studio è l’essere umano i problemi sono molto più complessi.
Cosa intendiamo per sperimentale? Si interpreta come sperimentale tutto ciò che non sia abitudine o che, in qualche modo, comporti l’uso di strumentazione non consueta, ad esempio un’apparecchiatura tecnologica. Si sente magnificare come sperimentale l’uso di questo o di quel sussidio didattico, o l’impiego di test per la valutazione degli allievi, senza che sia stata posta nessuna impegnativa domanda sulla effettiva capacità di questi esperimenti di modificare il quadro dei risultati che in precedenza si ottenevano dall’attività formativa. (Vertecchi, 1999, p. 22)
Le dimensioni della ricerca empirica Continuiamo ad assistere all’uso improprio del termine sperimentale, perdendo l’altra dimensione della ricerca empirica, quella osservativa. Ricordiamo poi che, operando in contesti dove l’essere umano è direttamente coinvolto, è fondamentale tenere conto di aspetti deontologici che limitano l’intervento definito come essenzialmente sperimentale.
Esperimento I. Per chi? (su quale classe di soggetti si intende sperimentare?) II. Che cosa? (quali obiettivi la ricerca intende perseguire in termini di miglioramento di processi educativi?) III. Come? (quali contenuti, quali metodi, quali strumenti e quali materiali si intendono usare?) IV. Come? (quale disegno sperimentale e quali strumenti e metodi di controllo si impiegano per conferire all’esperimento validità scientifica?) (Visalberghi, 1974)
Esperimento per Vertecchi 1. una conoscenza analitica del contesto; 2. una ipotesi interpretativa delle relazioni di causa-effetto che caratterizzano un fenomeno; 3. una ipotesi descrittiva di una diversa conformazione finale del fenomeno che interessa studiare sperimentalmente; 4. una strumentazione procedurale e tecnica capace di indurre i mutamenti desiderati; 5. un apparato di controllo in grado di fornire tutti i dati relativi alle varie fasi e di consentire la verifica finale. (Vertecchi, 2002)
Ruolo della dimensione teorica Pur trovandoci nel campo della sperimentazione è importante sottolineare che, allorché ci si appresta a porre in essere una ricerca è sempre necessario prendere in considerazione lo sfondo teorico cui si fa riferimento. Occorre tenere presente la dimensione teorica per utilizzarla ai fini dell’organizzazione degli esperimenti. L’attività empirica (che si basa sull’esperienza) può essere, poi, sperimentale o osservativa.
Ricerca sperimentale e osservativa La differenza fondamentale tra ricerca sperimentale e ricerca osservativa consiste essenzialmente nel fatto che nella prima si introducono variabili indipendenti e se ne controlla l’effetto; nella seconda ciò non accade.
Ricerca sperimentale e osservativa In sintesi: la Ricerca osservativa si realizza quando non si verifica la manipolazione intenzionale di variabili indipendenti. La Ricerca sperimentale si realizza attraverso la manipolazione intenzionale di variabili indipendenti.
Le variabili e l’esperimento Come descritto sopra, uno degli aspetti essenziali della ricerca sperimentale è rappresentato dal fatto che il ricercatore controlla e manipola le condizioni che determinano gli eventi che intende studiare. Nella sua forma più semplice, un esperimento implica la variazione del valore di una delle variabili indipendenti e l’osservazione dell’effetto di quel cambiamento su un’altra variabile, cosiddetta variabile dipendente.
Gruppo sperimentale e gruppo di controllo Nel momento in cui viene messo in atto un esperimento, è necessario, al fine di tenere sotto controllo gli effetti generati dall’intervento del ricercatore, scegliere il gruppo sul quale si agisce direttamente (gruppo sperimentale) in confronto con il gruppo di controllo che mantiene le caratteristiche iniziali per tutta la durata dell’esperimento.
Le variabili In campo educativo le variabili sono innumerevoli e, pertanto, è conveniente suddividerle in categorie. Secondo Vertecchi (1993), le variabili possono essere distinte in variabili assegnate (variabili socio-economico culturali), che si costituiscono al di fuori della situazione scolastica, variabili indipendenti (variabili scolastiche), ovvero che riguardano le scelte organizzative e didattiche della scuola, variabili dipendenti (variabili relative agli allievi) che definiscono i risultati dell’intervento educativo.
Gruppo sperimentale e gruppo di controllo esempio Cohen et al. In Research Methods in Education (2000) fanno riferimento ai semi di grano per illustrare la differenza tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo.
Per concludere ricordiamo: La corretta interpretazione del termine empirico La definizione di sistemi reali e concettuali La definizione del termine sperimentale Le dimensioni della ricerca empirica Le componenti dell’esperimento La classificazione delle variabili Gruppo sperimentale e gruppo di controllo