Didattica per l'inclusione: metodi e tecniche innovative Livia Petti livia.petti@unimib.it Università degli Studi di Milano-Bicocca
Agenda Presentazione ambiente di lavoro Inclusione: in che senso la intendiamo? La didattica per l'inclusione: l'approccio cooperativo, la peer education, la flipped classroom, la gamification, gli EAS… Risorse tecnologiche inclusive * Progettazione in sottogruppo di una lesson plan «inclusiva»
Giro di tavolo poco convenzionale PADLET https://padlet.com/livia_petti/girotavolo
Inclusione (1) Concetto ampio: non solo degli alunni diversamente abili o certificati, ma anche gli alunni figli di migranti, alunni con stili cognitivi diversi… «Agli svogliati basta dargli uno scopo» Don Milani (motivazione) Sentirsi bene in classe ambiente sfidante, non sanziona l'errore, distribuisce gratificazioni Apprendere, sapersi relazionare con gli altri Acquisire competenze «per la vita» Scuola inclusiva Didattica inclusiva Non lascia indietro nessuno. Dispersione scolastica? Costa fatica… Strategie e metodi che pongono al centro l’allievo
Inclusione (2) Riconoscere le specificità di ciascuno: ognuno dalle eccellenze alle difficoltà, stabili o transitorie, deve poter trovare dei modi diversi per esprimere il massimo delle proprie potenzialità Dimensione Dialettica Esempi Inclusione Spaziale Dentro-fuori Dispersione, integrazione Appartenenza Sociale Chiuso-aperto Esclusione, competizione Accoglienza Culturale Identità-alterità «Noi e loro» Riconoscimento Rivoltella, 2015, p.82
BES – Bisogno Educativo Speciale «Il Bisogno Educativo Speciale è una qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un funzionamento (nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell'OMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall'eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata» Ianes, 2005 Una normale difficoltà di apprendimento non fa scaturire dei Bisogni Educativi Speciali.
Individualizzazione Si adatta il processo d’istruzione alle necessità di ogni singolo allievo pur mantenendo fissi gli obiettivi prefissati Ognuno può progredire con il proprio ritmo Si può attuare in diversi modi, ad esempio semplificando il materiale didattico, oppure inserendo percorsi di recupero o sostegno tra pari
Personalizzazione Sviluppo della dimensione sociale e individuale di ogni discente in quanto persona Possibilità, da parte del discente, di svolgere una parte del processo di apprendimento sulla base dei temi e dei contenuti di proprio interesse (es. navigazione in rete) Rischio: concentrarsi troppo sui propri desideri e perdere la focalizzazione metacognitiva inerente lo sviluppo della propria persona
Si apprende per… Esperienza Modellamento Ripetizione «Un buon metodo didattico ottimizza tutti e tre gli scenari di base dell'apprendere che la ricerca nel campo delle neuroscienze ha dimostrato essere all'opera nell'apprendimento umano». Rivoltella, 2013, p. 54
Tecnologie a scuola Quando si parla di tecnologie a scuola l’associazione è con: Apprendimento (ricaduta sugli studenti) Insegnamento (pratiche) = Ambito formale, ma i ragazzi le utilizzano molto nell’informalità
Tecnologie a scuola: perché? Ragazzi inseriti in un mondo digitale e la scuola non può esimersi dal compito Gestire la complessità Insegnante come «modello» di utilizzo Educazione all’uso «appropriato» dello strumento (consapevolezza critico-riflessiva) Sviluppo competenza digitale
Tecnologie a scuola: setting Aula vs laboratorio informatico Attenzione al setting didattico Freinet «se vuoi cambiare la didattica, cambia l’aula» “Cambiare tutto per non cambiare niente” Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo.
Tecnologie a scuola: tempo Non risparmio di tempo, se ne spende di più Elogio dell’educazione lenta Il Curricolo «si contrae», poche cose, ma significative (Ausebel, Novak, Bruner) Apprendimento significativo
Tecnologie a scuola: come? Una questione spinosa… Utilizzo in aula a integrazione degli altri strumenti (libro, quaderno…) Scegliere la tecnologia in base ai bisogni Utilizzo a casa per i compiti Molto utilizzata per: studenti in ospedale/studenti in zone remote (progetto HSH – Univ. Cattolica, CREMIT) Parlare di tecnologie a scuola significa parlare di metodologia didattica
Il “mondo” 2.0 “La piattaforma è il Web” I “nuovi” protagonisti della “svolta tecnologica” in scuola: la LIM (Progetto Lavagne del MIUR); progetto Classi 2.0 e il recente Web Generation l'e-book (dal libro di testo ai contenuti digitali); i mobile devices (es. Apple Education, MOTUS).
Il Web 2.0 e i Digital Media: gli usi Facilità Autorialità Socialità Le tecnologie di gruppo, in ottica inclusiva
Attività = centrata sul fare
Relazione = centrata sul collaborare
Alcuni metodologie e strategie didattiche
Il compito autentico Incipit – cornice narrativa per mettere in situazione Mettersi nei panni di: es. uno storico, uno scienziato, un giornalista, un bibliotecario… Compiti di realtà: es. organizzare una festa, una gita, realizzare un progetto…. Sono situazioni-problema organizzate attorno al superamento di un ostacolo precedentemente ben identificato per uno scopo “autentico”
Compiti autentici - caratteristiche Sviluppano apprendimento significativo e non meccanico Sono realistici: è legato al contesto di vita dello studente. Esso si può riferire a situazioni reali o simulate Sono sfidanti e stimolano l’interesse degli studenti, li motiva a fare uso del proprio sapere, mobilitando le loro risorse cognitive, sociali e affettive Richiedono diverse conoscenze ed abilità e l’integrazione degli apprendimenti acquisiti; per tale ragione i compiti autentici superano i confini delle singole discipline Trattano problemi non strutturati, con una pluralità di soluzioni, che impongono una scelta consapevole
Esempio
Livia Petti livia.petti@unimib.it Grazie! Livia Petti livia.petti@unimib.it