Università degli Studi di Firenze Sessione 1 – Innovazione, de-materializzazione, internazionalizzazione e trasformazione dello sviluppo locale Specializzazione nazionale e regionale a fronte della frammentazione internazionale delle filiere produttive e dell’innovazione: Ipotesi per un approccio multi-scala nell’analisi della dinamica delle agglomerazioni economico-territoriali Mauro Lombardi mauro.lombardi@unifi.it Università degli Studi di Firenze Facoltà di Economia
Dinamica del commercio internazionale Alcuni fatti “stilizzati”: nuova divisione internazionale del lavoro Dinamica del commercio internazionale 1981-2001: cresciuto di quasi 7 volte. Cambiamento della composizione dell’export-import in paesi e Aree continentali (es. East Asia: “convergenza” nella specializzazione settoriale) Regionalizzazione del commercio internazionale: comparazioni East Asia-EU. Rapida espansione nella prima, aumento molto più graduale nella seconda Tendenze verso la creazione di “aree integrate sovranazionali”, ovvero creazione di basi produttive multicountry
Evoluzione strutturale Processi di verticalizzazione dei processi produttivi Evoluzione strutturale La frammentazione dei processi è stata la “major force driving regional trade in Asia” Emergere di “strutture connettive globali”: task trade, sequentially linkages on a global level Fattori che spiegano l’unbundling dei cicli di produzione Global value chains, Global production networks, Global Business networks Il vantaggio competitivo “by tasks rather than by final products”
UE vs East Asia Decennio ’90: Analisi comparata UE vs East Asia Decennio ’90: EU: crescita dell’internal trade (regional) minore dell’external trade. Valori più bassi di quelli registrati nell’EA Differenze nella composizione settoriale tra le due aree: nell’Ue minore incidenza dell’IT in settori del mechanical engineering e dell’office equipment mentre è molto maggiore l’IT nei mezzi di trasporto e nell’industria chimica. Differenze tra Germania e Italia (1991-2000) nella verticalizzazione produttiva i alcuni settori: tessile e abbigliamento, calzature, mobili,mezzi di trasporto, attrezzature per uffici. Risultati: ritardo italiano nella partecipazione al trend con un rapporto minore skilled-unskilled
Qualche ipotesi interpretativa Mutamenti profondi degli apparati produttivi Tendenza vero la creazione di basi produttive in “aree integrate” a livello internazionale (vedi Baden-Wurttemberg, sub-aree e settori individuati nella ricerca elaborata da “Rete Sviluppo”) Fattori esplicativi di questo trend: non solo differenziali di costo, ma anche disponibilità di fattori e risorse di adeguato livello qualitativo Esistenza di infrastrutture materiali e immateriali (vedi ruolo dei KIBS) e dell’integrazione tra segmenti terziari dei Paesi Bassi con segmenti dell’economia tedesca, deducibili dalla ricerca svolta da “Rete e Sviluppo”
Qualche ipotesi interpretativa Mutamenti profondi degli apparati produttivi Reazione strategica alla percezione delle discontinuità tecnico-scientifiche e tecnico-produttive in atto a livello globale L’integrazione avviene tra agglomerazioni in grado di assumere comportamenti adattativi e strategici che si misurano con i cambiamenti dello “spazio tecnico-produttivo” e dello “spazio relazionale” Ruolo cruciale delle èlites economico-politiche: cambiamento dei modelli manageriali (imprese) e della attitudini strategiche (istituzioni)
Suggerimenti per un approccio multi-scala Nuove regole basilari della dinamica competitiva Competono imprese “distribuite a scala internazionale” e territori con cui esse instaurano relazioni dinamiche Le potenzialità delle agglomerazioni economico-territoriali dipendono da strategie di sviluppo di social capabilities (Abramowitz) idonee ad “occupare” sotto-spazi” in uno spazio tecnico-produttivo soggetto ad una intensa dinamica evolutiva (vedi contributo di Bellandi) L’esistenza di strutture interattive (appartenenza a) è essenziale per partecipare alla dinamica competitiva Le economie di varietà e di scopo sono perseguite in un orizzonte multi-scala (quindi rilevanti capacità di cooperazione e coordinamento strategico)