delle acque sotterranee

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Transcript della presentazione:

delle acque sotterranee Risanamento delle acque sotterranee

Disinquinamento delle falde Una volta che le analisi chimiche e idrogeologiche hanno individuato le fonti di inquinamento (l'entità e la dimensione delle falde compromesse e i movimenti idrici all'interno della falda), l'operazione di disinquinamento delle falde può comprendere: 1. l'isolamento dello strato di terreno ancora inquinato proteggendolo dalle precipitazioni e dal ruscellamento. 2. la rimozione totale o parziale del terreno dove ancora è immobilizzato molto inquinante 3. la rimozione delle acque di falda inquinante scaricando le acque stesse in impianti di depurazione mediante dei pozzi di spurgo. In questo modo si impedisce la migrazione dell'inquinante verso falde più profonde. Per questa operazione è necessario scavare nuovi pozzi con la sola funzione di ricambiare velocemente la falda.

4. La stabilizzazione (chimica) degli inquinanti in forma meno mobile o meno tossica all'interno della matrice. 5. estrazione dei contaminanti dalla matrice compromessa (per riscaldamento o mediante lavaggio con solventi o agenti estrattivi) e loro distruzione chimica, chimico-fisica o biologica; 6. la completa o parziale biodegradazione dei contaminanti direttamente all'interno della matrice I trattamenti di bonifica delle matrici ambientali di siti contaminati (suolo insaturo, suolo saturo e acqua di falda) possono essere classificati in: a. fisici: sono normalmente processi termici, di solidificazione, estrazione con vapore e di lavaggio. b. chimici: prevedono invece l'utilizzo di reagenti in grado di mediare l'ossidazione, riduzione, l'idrolisi, degli inquinanti anche grazie alla variazione del pH delle matrici contaminate.

c. biologici: per il risanamento si basano sulla capacità di organismi viventi come, funghi e soprattutto batteri di trasformare/degradare parzialmente o completamente (mineralizzazione) i contaminanti. Le tecniche biologiche presentano vantaggi legati a loro bassi costi di applicazione e all'elevata compatibilità ambientali (assenza di solventi, reagenti chimici, elevate temperatura e pressione, ecc.). Tali tecnologie prevedono l'utilizzo di microrganismi a pressione e temperatura ambiente, spesso direttamente in situ, quindi senza le necessità di rimuovere suolo o acque per il trattamento.

Tecniche di bonifica biologica L'abilità di microrganismi di trasformare/degradare composti inquinanti deriva dall'elevata versatilità metabolica che questi organismi hanno sviluppato, nel corso dell'evoluzione, con sistemi enzimatici adatti alla trasformazione di tutti composti chimici presenti sulla terra. l microrganismi possono favorire il recupero di ambienti contaminati tramite numerosi meccanismi biochimici che possono comportare o la degradazione completa dell'inquinante (mineralizzazione) oppure la sua bioconversione verso intermedi che possono persistere nella matrice sottoposta a bonifica, oppure legarsi a costituenti della matrice, o allontanarsi dalla matrice per volatilizzazione.

Queste tecniche sono applicabili con successo prevalentemente nella bonifiche di suoli e sottosuoli contaminati da idrocarburi di norma biodegradabili.

Bioventilazione Viene applicata nella bonifica della zona insatura del terreno, e consiste nel fornire ossigeno ai microrganismi presenti in questa zona attraverso l'immissione di aria, la quale è un ottimo mezzo di trasporto per l'ossigeno dato che sono sufficienti appena 4/5 g di aria per trasferire 1g di ossigeno ai microrganismi. l sistema prevede l'impianto in-situ di uno o più pozzi di estrazione (collegati a pompe del vuoto) che garantiscono la circolazione dell'aria nel terreno insaturo contaminato. L'obiettivo dell'intervento è la stimolazione della biodegradazione aerobica degli inquinanti, direttamente nel sito. La bioventilazione è stata applicata con successo nella bonifica di zone di insature contaminate da benzene, toluene, xilene, fenoli e prodotti pretroliferi commerciali come olio grezzo, gasolio e olio combustibile

Processi biologici in terreni saturi Per la bonifica biologiche di zone sature (acquiferi) contaminate si possono impiegare tecniche di trattamento attivo (sistema di pompaggio delle acque come il processo a ricircolazione d'acqua) e trattamento di passivo (assenza del sistema di pompaggio delle acque come ad esempio le biobarriere) Trattamento attivo Consiste nell'estrarre l'acqua di falda contaminata a valle del sito tramite pozzi di estrazione e trattarla in superficie (con colonne di carbone attivo, bioreattori dedicati); si arricchisce di nutrienti e si reimmette a monte del pennacchio contaminato mediante pozzi di iniezione.

Trattamento passivo Le zone contaminate vengono confinate con delle barriere permeabili costruite in direzione perpendicolare alla direzione del flusso della falda contaminata. I contaminanti presenti nell'acqua interagiscono con i microrganismi adesi alla matrice contenuta nella barriera e sono trattenuti, degradati o convertiti in specie chimiche innocue. Le biobarriere sono quindi finalizzate non tanto al risanamento della sorgente di contaminazione, quanto alla prevenzione e al controllo della migrazione della contaminazione verso possibili ricettori.

Altre tecniche di bonifica Ossidazione chimica in situ Consiste nell'iniezione nel sottosuolo di miscele ossidanti, con l’eventuale aggiunta di appositi catalizzatori, allo scopo di ossidare i contaminanti organici presenti. Si ottengono come prodotti finali acqua e anidride carbonica Contaminanti trattati: Idrocarburi Policiclici Aromatici, Prodotti Petroliferi

Fitorisanamento Sfrutta la capacità delle piante di rimuovere, immobilizzare o trasformare composti inorganici ed organici La rimozione dei contaminanti organici avviene per: Prelievo diretto con trasformazione e accumulo dei metaboliti nei tessuti delle piante Modifica delle proprietà chimico-fisiche del suolo e rilascio di fattori enzimatici che stimolano l’attività dei microrganismi.

La rimozione dei contaminanti inorganici (metalli pesanti) avviene per: Stabilizzazione: immobilizzazione dei metalli pesanti mediante legami chimici con sostanze prodotte dalle radici, al fine di rallentarne o inibirne la migrazione verticale verso la falda Estrazione (o accumulo): accumulo nei tessuti vegetali (soprattutto nelle parti aeree) di alte concentrazioni. Al termine del trattamento la biomassa vegetale deve essere raccolta e smaltita