CAPITOLO 1 Prospettive epistemologiche in psicologia clinica

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CAPITOLO 1 Prospettive epistemologiche in psicologia clinica © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

1.1 Ragioni e necessità di un punto di vista epistemologico Il variegato panorama attuale e la diffusa delegittimazione della Psicologia rendono necessaria l’unione di un’ approfondita preparazione scientifica e di una solida competenza personale. Affinché ciò sia possibile è necessario: mettere a fuoco l’identità dello psicologo, precisandone scientificità e specificità e promuovendo l’integrazione tra diversi ambiti disciplinari; promuovere il riferimento a un preciso modello teorico e favorire l’acquisizione di un punto di vista soggettivo. La mente deve essere intesa come uno strumento che va formato. La preparazione scientifica sarà diversa a seconda della struttura che precede, riceve ed elabora l’incontro con la formazione scientifica e delle modalità di tale incontro. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

Approccio costruttivista Il sapere non è acquisito in modo passivo, ma nasce dalla relazione fra un soggetto attivo e la realtà. Viene messa in discussione la possibilità di una conoscenza «oggettiva». Viene posto l’accento su un sistema di significati soggettivi che vanno letti nel fluire del tempo, in una cornice che lega presente, passato e futuro. Approccio epistemologico Completezza: si considerano le tappe storiche ed evolutive della formazione della Psicologia come disciplina scientifica. Profondità: si indagano aspetti essenziali e spesso impliciti della Psicologia, quali la definizione di oggetto scientifico, obiettivo, metodo, linguaggio, oggettività, intersoggettività. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

1.2 Cenni storici ed epistemologici L’etimologia della parola «psicologia», dal greco ψυχή e λόγος, rimanda ad una scienza dell’anima, di quell’entità non materiale che si contrappone al corpo. La Psicologia si caratterizza, pertanto, come scienza indefinita, vaga e immateriale, tanto da essere considerata spesso una non-scienza. Dualismo cartesiano La realtà è divisa in res cogitans e res extensa, il corpo e l’anima, da studiare il primo con un metodo deterministico ed esplicativo, la seconda con un metodo definito “comprensivo”, radicato nell’atteggiamento intuitivo dell’individualità singola. A cavallo tra XVIII e XIX secolo, la naturalizzazione cartesiana dell’uomo biologico consente di rendere oggetto di studio naturalistico una serie di processi psicologici. Fioriscono la frenologia e lo studio della fisiologia cerebrale. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

William James e John Dewey Wilhelm Wundt Nel 1897 istituisce a Lipsia il primo laboratorio di Psicologia: nasce la psicologia sperimentale. Oggetto di studio è l’esperienza diretta e immediata e il metodo per rilevarla è l’introspezione. William James e John Dewey Funzionalismo: i fenomeni psichici non sono interpretati come strutture, ma come funzioni attraverso cui l’organismo si adatta all’ambiente. James introduce il concetto profondo e complesso di coscienza e apre la strada alla nascita dell’inconscio e della psicologia individuale. Introspezionismo: legittima il principale contributo wundtiano: analizzare i processi psichici superiori attraverso una rigorosa codificazione delle variabili psichiche. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

Charles Darwin Evoluzionismo: le attività psichiche possono essere spiegate nei termini di una selezione di quei caratteri più funzionali all’ambiente. Tra il Settecento e l’Ottocento l’interesse si rivolge a ciò che sta oltre la razionalità, all’esplorazione delle profondità nascoste della psiche umana, all’inconscio. Sigmund Freud Psicoanalisi: caratteristiche della mente umana già note da tempo vengono studiate ed espresse con un metodo e un linguaggio attinenti alle esigenze di scientificità del tempo. Obiettivo è fare della Psicoanalisi una disciplina scientifica. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

1.3 Il dibattito epistemologico moderno e contemporaneo Nella prima metà del Novecento emerge per la Psicologia la necessità di evolversi nella direzione di una maggiore oggettività. Ivan Pavlov Condizionamento: metodo che appare dotato di quella scientificità di cui è sempre stato carente l’approccio introspettivo. Edward Lee Thorndike Verso il comportamentismo: studio sperimentale del comportamento animale e, successivamente, umano. John Broadus Watson Comportamentismo: l’unico oggetto dell’indagine psicologica deve essere il comportamento. La mente diventa una «scatola nera» (black box) non indagabile, in quanto non osservabile con criteri oggettivi. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

una teoria è scientifica solo se è falsificabile; La Gestalt Sposta l’oggetto dell’indagine psicologica dal comportamento manifesto ai processi interiori. Nella seconda metà del Novecento si assiste ad una crisi dello scientismo e al riconoscimento del fatto che la portata della scienza è solo parziale rispetto alla complessità del campo. Karl Popper una teoria è scientifica solo se è falsificabile; oggetti e contenuti della scienza sono necessariamente complessi; la conoscenza scientifica è sempre contestuale e quindi parziale. Prospettiva olistica L’organismo, insieme biologico e psichico, deve essere studiato in quanto totalità organizzata, e non in quanto somma di parti discrete. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

1.4 Dai criteri di protocollarità all’istituzione dell’oggettività La Psicologia non costituisce un’unica disciplina, ma un insieme di scienze la cui scientificità è affidata alla struttura e coerenza dello specifico metodo. Tre sono le esigenze fondamentali di ogni disciplina: la coerenza logico-programmatica; la capacità di spiegare e anticipare; la capacità di auto-riorganizzazione. Teoria, metodo e osservazione s’influenzano a vicenda, in una circolarità che è condizione di progresso scientifico, ma che al contempo espone al rischio di un’autoconvalida delle ipotesi: ciò accade soprattutto quando la teoria non è esplicitata. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

È necessaria una nuova epistemologia, che tenga in considerazione le esigenze delle diverse prospettive teoriche, metodologiche e di ricerca. La scienza non è rappresentazione speculare della realtà, ma un discorso su di essa, un’interpretazione dei suoi oggetti e leggi. L’oggetto scientifico è un costrutto, un’entità astratta che discende da assunzioni di metodo. L’oggettività è garantita dal gruppo di riferimento cui appartiene lo specifico vertice osservativo e metodologico. 1° criterio di scientificità: la Psicologia si occupa di oggetti specifici sui quali ha acquisito conoscenze e ha creato un linguaggio per parlarne. 2° criterio di scientificità: il linguaggio psicologico è condiviso da interlocutori in modo scambievole, condivisibile e intersoggettivo. Criteri di protocollarità: principi in base ai quali ogni scienza determina la verità o la falsità delle sue proposizioni. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.

1.5 Evoluzione della disciplina e prospettive teoriche attuali È tendenza comune delle correnti contemporanee considerare la mente dell’uomo come un insieme di funzioni organizzatrici in interazione con un ambiente concepito nella sua complessità, dinamicità e processualità. Modello dei sistemi dinamici e complessi. Emerge l’importanza del dialogo tra psicoanalisi, psicologia cognitiva e neuroscienze, in modo che ogni disciplina influenzi le altre e insieme riescano a sviluppare una visione più complessa del comportamento umano. Teoria generale dei sistemi. Giacomo Rizzolatti: neuroni-mirror. Vittorio Gallese: simulazione incarnata (embodied simulation). Allan Schore: correlati neurobiologici della sintonizzazione affettiva madre- bambino. Mauro Mancia: memoria esplicita e memoria implicita: l’inconscio non rimosso; tra psicoanalisi e neuroscienze. © Comer, Psicologia Clinica. Ed. it. a cura di Granieri. UTET Università, 2016.