Capitolo VII. Disturbi d’ansia

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Transcript della presentazione:

Capitolo VII. Disturbi d’ansia

Ansia: non è una patologia ma una funzione adattiva = anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnato da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione Costrutto bidimensionale che implica aspetti cognitivi e aspetti psicofisiologici La funzione dell’ansia è paragonabile a quella del dolore! Problema: ansia eccessiva fuori da un contesto realistico!

Preoccupazione: fenomeno adattivo che porta a focalizzare l’attenzione su un problema e richiama risorse verso la sua soluzione. Può diventare eccessiva e disadattiva e rallentare il processo di soluzione del problema (evitamento cognitivo) Comorbidità: più di metà di coloro che soffrono di un disturbo d’ansia, o contemporaneamente o nel corso della vita svilupperanno un altro disturbo d’ansia

Neuropsicologia L’amigdala ha un ruolo chiave tra le struttura cerebrali nell’attivare paura o collera in risposta a uno stimolo esterno LeDoux: strada inferiore (valutazione rapida) e strada superiore (valutazione dettagliata) Nei disturbi d’ansia l’amigdala è iperattivata e risponde in eccesso agli stimoli Livelli più alti di noradrenalina Ipoattività del sistema serotoninergico

Disturbo d’ansia generalizzato: ansia e preoccupazione croniche ed eccessive che riguardano un numero eccessivo di eventi e di attività. Si parla di disturbo d’ansia generalizzato se: - l’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo; - l’ansia e la preoccupazione si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi; - la persona ha difficoltà a controllare le preoccupazioni; - sono presenti per la maggior parte dei giorni 3 dei sintomi seguenti: irrequietezza, affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare, alterazione del sonno.

Interventi psicologici per il disturbo d’ansia generalizzato (trattamento a breve termine) Gestione immediata del disturbo: informazioni e sostegno, problem solving, benzodiazepine, antistamine sedative, autoaiuto Interventi che hanno mostrato efficacia, in ordine decrescente (trattamento di lungo periodo): terapia psicologica (cognitivo-comportamentale) terapia farmacologica autoaiuto

Attacchi di panico ansia intensa, breve e transitoria, paura o terrore durante il quale sono avvertiti almeno 4 dei seguente sintomi: palpitazione o tachicardia sudorazione tremore dispnea, sensazione di soffocamento sensazione di asfissia dolore al petto nausea o disturbi addominali sensazione di sbandamento, svenimento derealizzazione o depersonalizzazione paura di perdere il controllo, di impazzire paura di morire parestesie brividi o vampate di calore

N.B. attacchi di panico provocati e non provocati Disturbo di panico: esperienze di attacchi di panico inaspettati e ricorrenti (per un periodo non inferiore a un mese), persistenti preoccupazioni di poter avere nuovi attacchi Agorafobia: ansia di essere in luoghi o situazioni dove sia difficile o imbarazzante allontanarsi oppure dove sia difficile o impossibile ricevere aiuto

Fobia specifica: paura marcata persistente, irragionevole o sproporzionata per stimoli precisi o situazioni circoscritte e chiaramente discernibili (es. paura di alcuni animali) Fobia del sangue/iniezione/ferite: elevata familiarità (75%); è caratterizzata da una risposta lipotimica vasovagale (in contrasto con la risposta fisiologica abituale delle altre fobie)

Interventi psicologici per le fobie specifiche - desensibilizzazione sistematica - modellamento (modeling) - esposizione graduale - ristrutturazione cognitiva N.B. Nessun farmaco psicotropo viene raccomandato come trattamento d’elezione per le fobie specifiche

Fobia sociale: fobia marcata e persistente relativa a una o più situazioni sociali o prestazionali. La persona teme di agire e comportarsi in modo inadeguato in presenza di persone non familiari e di essere giudicata negativamente Ansia anticipatoria: la persona comincia a preoccuparsi prima dell’evento (anche svariate settimane) Può instaurarsi un circolo vizioso in cui l’ansia anticipatoria determina un atteggiamento di apprensione che dà origine a una prestazione scadente che finisce con il confermare le idee di inadeguatezza Si instaurano condotte di evitamento

Modello di Clark e Wells: distorsioni nella valutazione di probabilità e di gravità di eventi sociali negativi criteri eccessivamente elevati nelle prestazioni sociali convinzioni autosvalutative su di sé e sulle proprie capacità convinzioni disfunzionali sugli altri ritenuti molto attenti, competenti, ecc. Il paziente comincia a manifestare sintomi di attivazione neurovegetativa e dirotta la propria attenzione sui propri sintomi, ignorando eventuali feedback di interesse e simpatia da parte dell’interlocutore

Disturbi da stress estremo (a causa di eventi traumatici) Eventi traumatici estremi, che causano morte o minaccia di morte o lesioni gravi o minacce all'integrità fisica propria o di altri - ai quali la persona assiste con sentimenti di impotenza, di orrore, di intensa paura - possono provocare una fortissima reazione d'ansia Sintomi dissociativi: rivivere l’evento traumatico, evitamento di stimoli associati al trauma, riduzione della reattività (paralisi psichica o anestesia emozionale) Disturbo acuto da stress (nelle quattro settimane successive l’evento) Disturbo post traumatico da stress (se il disturbo persiste oltre un mese)

Disturbo ossessivo-compulsivo Ossessioni  preoccupazioni  ideazioni depressive  paure Ossessioni: pensieri, impulsi, immagini mentali intrusive e persistenti che causano ansia o marcato disagio La persona è consapevole che tali pensieri sono prodotti dalla propria mente; lotta attivamente per allontanarli Le ossessioni sono egodistoniche Compulsioni: comportamenti ingiustificati, stereotipati e ripetuti, riducono l'ansia connessa a un'ossessione, la persona si sforza senza successo di non emetterli

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni che causano marcato disagio, fanno consumare almeno un’ora al giorno, interferiscono significativamente con le normali attività Paradosso nevrotico: una persona lucida e consapevole persevera in condotte che sa essere assurde, controproducenti e dannose Si utilizza la terapia cognitiva per il trattamento dei casi più lievi, per i pazienti che presentano solo ossessioni, per gestire le fasi di post trattamento e per prevenire ricadute oppure in abbinamento alle procedure canoniche di esposizione e prevenzione della risposta

Farmaci ansiolitici Fino agli anni 50: barbiturici (es. pentotal) Attorno agli anni 60: gli studi che portarono alla creazione del diazepam (valium) aprirono la strada alle benzodiazepine Le benzodiazepine: Agiscono sull’acido gamma-aminobutirrico (GABA), un neurotrasmettitore inibitorio Sono farmaci sedativo ipnotici Gli effetti collaterali sono sonnolenza, ritardo nei riflessi, vertigini e si possono sviluppare tolleranza e dipendenza