ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE (primo e secondo)

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LA COMUNICAZIONE Il termine comunicazione nel suo ampio significato può essere riferito sia al mondo umano,al mondo animale e sia agli apparati meccanici.
Transcript della presentazione:

ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE (primo e secondo) Anita D’Agnola Vallan e Daria Mingarelli ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE (primo e secondo)

I Assioma Della Comunicazione Non si può «Non comunicare» In una relazione non esiste un non-comportamento

non avere un comportamento, Poiché non è possibile non avere un comportamento, se si accetta che l’intero comportamento è comunicazione, ne consegue che comunque ci si sforzi non si può non comunicare

Una diversa punteggiatura degli eventi scatena innumerevoli conflitti relazionali Se immaginiamo una relazione come un ballo di coppia, possiamo facilmente immaginare cosa succederebbe se, ballando insieme la stessa coreografia, due ballerini partissero da sequenze diverse (diventerebbe impossibile realizzare la coreografia insieme)

Il fatto che non si parli o che non ci si presti attenzione reciproca è proprio uno scambio di comunicazione nella stessa misura in cui lo è una discussione animata E neppure possiamo dire che la comunicazione ha luogo soltanto quando è intenzionale, conscia, o efficace, cioè quando si ha comprensione reciproca

Ogni assioma può venire distorto dalla presenza di disturbi della comunicazione e portare allo sviluppo di patologie strettamente correlate allo specifico principio.

Comunicazione patologica connessa al primo assioma «Il dilemma dello schizofrenico». Lo schizofrenico, almeno apparentemente, cerca di non comunicare attraverso tutta una serie di messaggi come il silenzio, le assurdità, l'immobilità, il ritrarsi; ma, poiché tutti questi comportamenti costituiscono comunque atti comunicativi, egli è preso in pieno in una situazione paradossale nella quale cerca di negare di stare comunicando e al tempo stesso di negare che il suo diniego sia comunicazione. 

Comunicazione patologica connessa al primo assioma Parlando in termini più generali, si verifica la distorsione del primo assioma tutte le volte che qualcuno cerca di evitare l'impegno inerente ad ogni comunicazione attraverso tentativi di non-comunicare Esempio: Due passeggeri d’aereo siedono uno accanto all’altro. Il passeggero B vuol conversare, il passeggero A non lo vuole fare. A non può andarsene e non può non comunicare; quali sono le reazioni possibili?

«Rifiuto» della comunicazione Accettazione della comunicazione Reazioni possibili: «Rifiuto» della comunicazione Accettazione della comunicazione Squalificazione della comunicazione Il sintomo come comunicazione

«Rifiuto» della comunicazione A può far capire a B che non ha voglia di conversare. Questo modo di agire richiede un certo coraggio e può provocare imbarazzo o tensione. Inoltre, in questa maniera, A non è certo riuscito a evitare, come voleva, una relazione con B

2. «Accettazione» della comunicazione Il passeggero A si rassegna a conversare. Questo modo di agire potrebbe portare B a diventare sempre più incalzante e a voler scoprire tutto su A, comprese le emozioni e le convinzioni. Per A potrebbe essere sempre più difficile evitare di rispondere

3. «Squalificazione» della comunicazione La squalificazione è una tecnica a cui A può ricorrere per difendersi: può cioè comunicare in modo da invalidare le proprie comunicazioni o quelle dell’altro, per esempio contraddicendosi, cambiando argomento, dicendo frasi incoerenti o incomplete, fraintendendo o usando manierismi. Probabilmente il risultato sarà uno sproloquio.

4. Il sintomo come comunicazione A per difendersi dalla loquacità di B può far finta di aver sonno, di essere sordo o ubriaco, di non conoscere la lingua, o simulare qualunque difetto che giustifichi l’impossibilità di comunicare.

II ASSIOMA: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione.

Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di «metacomunicazione» che determina la relazione tra i comunicanti. Ad esempio, un individuo che proferisce un ordine esprime, oltre al contenuto (la volontà che l'ascoltatore compia una determinata azione), anche la relazione che intercorre tra chi comunica e chi è oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di superiore/subordinato.

«Metacomunicazione» Per metacomunicazione (termine nato dalla fusione tra meta e comunicazione) si intende una comunicazione di secondo grado relativa alla comunicazione stessa…. Una comunicazione sulla comunicazione! È un concetto che rende conto della complessità della comunicazione e delle sue possibili disfunzioni e patologie. Un esempio di comunicazione e metacomunicazione è quello in cui un'affermazione verbale (comunicazione) è contraddetta da una non verbale (tono della voce o postura del corpo), che è metacomunicazione. Dire a qualcuno: «ti amo tantissimo» rientra nella comunicazione, dirlo con tono inespressivo o sbuffando rientra nella metacomunicazione. La metacomunicazione è un livello di comunicazione più significativo della comunicazione, visto che è in grado di svuotarne i contenuti, o anche capovolgerli! Il contrasto tra comunicazione e metacomunicazione può portare a situazioni patologiche

Bateson definisce due aspetti caratteristici di ogni comunicazione umana: uno di notizia uno di comando in sostanza si parla di un aspetto di contenuto del messaggio (notizia) e di un aspetto di relazione dello stesso (comando). In altre parole, ogni comunicazione, oltre a trasmettere informazione, implica un impegno tra i comunicanti e definisce la natura della loro relazione. 

Il ricevente accoglie un messaggio che possiamo considerare oggettivo per quanto riguarda l'informazione trasmessa, ma che contiene anche un aspetto metacomunicativo che definisce un modello che rientra in un'ampia gamma di possibili relazioni differenti tra i due comunicanti. L'aspetto di relazione di una comunicazione è definito dai termini in cui si presenta la comunicazione stessa, dal non-verbale che ad essa si accompagna e dal contesto in cui questa si svolge.

Comunicazione patologica connessa al secondo assioma In un contesto comunicativo patologico si può avere spesso a che fare con episodi di confusione tra contenuto e relazione; questo accade quando, ad esempio, tra i comunicanti c'è un oggettivo accordo a livello di contenuto, ma non a livello di definizione della relazione In questo caso capita che i partecipanti cerchino, inutilmente peraltro, di accordarsi sul contenuto dei messaggi scambiati, ignorando che il disaccordo si situa in realtà su un piano di metacomunicazione

Confusione tra contenuto e relazione Il marito riceve una telefonata da un amico straniero che gli dice che verrà a Torino per qualche giorno. Sapendo che anche sua moglie sarebbe felice di rivederlo, il marito si offre di ospitarlo. Ma quando la moglie rientra a casa i due litigano per questa offerta di ospitalità fatta dall’uomo. Sia il marito che la moglie erano d’accordo nel dire che invitare l’amico fosse la cosa più giusta da farsi.

Confusione tra contenuto e relazione Sia il marito che la moglie erano d’accordo nel dire che invitare l’amico fosse la cosa più giusta da farsi, ma poi «chissà perché» non erano d’accordo su quello che sembrava essere lo stesso punto. In verità i punti in questione erano due: Come agire (l’invito = contenuto) Chi aveva diritto di prendere l’iniziativa senza consultare l’altro (Relazione)

Confusione tra contenuto e relazione Nei loro tentativi di mettersi d’accordo commettevano un errore piuttosto comune: non erano d’accordo a livello di metacomunicazione (relazione), ma cercavano di mettersi d’accordo a livello di contenuto dove in realtà erano già d’accordo

Perché l'aspetto di relazione della comunicazione umana è così importante? Perché, con la definizione della relazione tra i due comunicanti, questi definiscono implicitamente sé stessi.

La persona A dà la definizione di sé a B La persona A dà la definizione di sé a B. A può farlo in diversi modi, ma qualunque cosa comunichi a livello di contenuto, il prototipo della sua comunicazione sarà: «Ecco come mi vedo». La comunicazione umana consente tre possibili reazioni da parte di B alla definizione che A ha dato di sé.

Conferma. B può accettare la definizione che A ha dato si sé Conferma. B può accettare la definizione che A ha dato si sé. Pare che questo sia il più grande fattore singolo che garantisce lo sviluppo e la stabilità mentali. Rifiuto. B rifiuta la definizione che A ha dato di sé. Ma il rifiuto presuppone il riconoscimento, sia pure limitato, di quanto si rifiuta e quindi esso non nega necessariamente la realtà del giudizio di A su di sé. Disconferma. La disconferma non si occupa più della verità o della falsità della definizione che A ha dato di sé, ma nega A come emittente di tale definizione. Mentre il rifiuto equivale al messaggio «Hai torto», la disconferma in realtà dice «Tu non esisti»

con ognuna di esse B comunica: «Ecco come ti vedo» Percezione Interpersonale Riassumendo: la definizione che A dà di sé («Ecco come mi vedo») può provocare in B tre possibili reazioni: conferma, rifiuto, o disconferma Queste tre reazioni hanno un denominatore comune: con ognuna di esse B comunica: «Ecco come ti vedo»

A livello di metacomunicazione abbiamo dunque: Un messaggio di A a B: «Ecco come mi vedo» Seguito da un messaggio di B ad A: «Ecco come ti vedo» A risponderà a questo messaggio con un ulteriore messaggio: «Ecco come vedo che mi vedi» B a sua volta: «Ecco come vedo che mi vedi che ti vedo» …..e così di seguito in una catena teoricamente infinita

Impenetrabilità La mancanza di coscienza della percezione interpersonale è definita impenetrabilità da Lee. «L’aspetto del fenomeno che ci interessa è quello della consapevolezza e della non consapevolezza. Che ciascuna parte si accorga del punto di vista dell’altra è la condizione che consente una interazione efficace e non disturbata….» Lee dimostra che l’impenetrabilità può aversi al primo livello della gerarchia: al messaggio di A «Ecco come mi vedo» B risponde «Ecco come ti vedo», in un modo che non concorda con la definizione che A dà di sé. È possibile che allora A concluda che B non lo capisce. In questo caso B non è in disaccordo con A, ma ignora o fraintende il messaggio di A. Si ha un secondo livello di impenetrabilità quando A non si accorge che il suo messaggio non è giunto a B.

E' stato osservato che nelle famiglie con un membro schizofrenico si possono rilevare modelli comunicativi caratterizzati da impenetrabilità e da disconferma del Sé, che solitamente risultano devastanti per colui che si trova a ricevere messaggi che, sul piano della relazione, trasmettono comunicazioni del tipo "tu non esisti".

Consapevolezza e metacomunicazione come strumenti chiave Quando ci si trova in una situazione conflittuale , è fondamentale: Fermarsi ad osservare cosa stia accadendo e come ciò che accade sia reso possibile Metacomunicare, ovvero imparare a comunicare sulla relazione, sul modo di comunicare ed interagire