Sorveglianza sanitaria e classificazione delle zone di produzione: procedure operative dott. Maurizio Della Rotonda Regione Campania Unità Operativa Dirigenziale Prevenzione e Sanità Pubblica veterinaria Nucleo di Coordinamento del Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza Sanitaria del Pescato
I produttori possono raccogliere i molluschi bivalvi vivi soltanto nelle zone di produzione la cui ubicazione e i cui confini sono fissati e classificati dall’autorità competente
L'autorità competente classifica le zone di produzione in cui essa autorizza la raccolta di molluschi bivalvi vivi in base all'appartenenza a una delle tre categorie A, B e C, in funzione del livello di contaminazione fecale
Zona di Classe A l'80 % dei campioni raccolti durante il periodo di riesame, i 230 E. coli per 100 g di polpa e liquido intervalvare. Il restante 20 % dei campioni non deve superare i 700 E. coli per 100 g di polpa e liquido intervalvare
Zona di Classe A l’autorità competente può decidere, in base a una valutazione del rischio a seguito di un'inchiesta, di non tener conto di un risultato anomalo che supera il livello di 700 E. coli per 100 g di polpa e liquido intervalvare
Zona di Classe B I molluschi bivalvi vivi non devono superare, nel 90 % dei campioni, i 4.600 E.coli per 100 g di polpa e di liquido intervalvare. Nel restante 10 % dei campioni, i molluschi bivalvi vivi non devono superare i 46.000 E.coli per 100 g di polpa e di liquido intervalvare
Zona di Classe C I molluschi bivalvi vivi non devono superare i livelli di 46 000 E. coli per 100 g di polpa e liquido intervalvare
Zona di Classe B e C i molluschi bivalvi vivi provenienti da queste zone che non sono stati sottoposti a depurazione o a stabulazione possono essere inviati a uno stabilimento di trasformazione, dove devono essere sottoposti ad un trattamento per l'eliminazione dei microrganismi patogeni
Il monitoraggio, basato su organismi indicatori (nei paesi dell’Unione Europea è l’Escherichia coli), non dà una valutazione del rischio di contaminazione da batteri e virus patogeni
indicatori fecali gli indicatori fecali convenzionali non sono affidabili per dimostrare la presenza o l’assenza di norovirus e che non è una pratica sicura basarsi sulla rimozione degli indicatori batterici fecali per determinare i tempi di depurazione dei frutti di mare
indicatori fecali il tasso di contaminazione e di eliminazione dei batteri indicatori nei molluschi bivalvi (come l’E. coli) è diverso da quello di molti patogeni eventualmente presenti, specialmente quelli virali, per cui una singola analisi o comunque un basso numero di analisi di E. coli non darà un’indicazione dei rischi generali di contaminazione da patogeni. Questo significa che non è appropriato un sistema in cui si liberano al consumo i molluschi bivalvi basato solo sul test dell’ E. coli
depurazione Molto efficace per escherichia coli Efficace per salmonella Inefficace per vibrio e virus
Sorveglianza sanitaria Censire fonti di contaminazione Esaminare inquinanti organici emessi Sorveglianza sanitaria Circolazione degli inquinanti Programma di campionamento
Sorveglianza sanitaria Prima indagine a tavolino Definizione dell’estensione e localizzazione dell’area Analisi dei dati disponibili
Sorveglianza sanitaria Poi indagine diretta sul contesto dell’area
Sorveglianza sanitaria Poi indagine sul litorale
Tabella 1 Fonti di inquinamento identificabili rif. Fonte Livello di rischio alla salute pubblica I Impianti di trattamento di acque reflue privati/comunali Rischio più significativo per variabilità della popolazione e capacità depurativa; dipende da vari fattori tra cui volumi di acque reflue, tipo di trattamento e rendimento dell’impianto II Fonti di rifiuti industriali (impianti di lavorazione carni, trasformazione di vegetali, ecc) Rischio significativo se i rifiuti riguardano patogeni capaci di causare malattie umane, o sostanze chimiche che possono essere bioaccumulate. III Scarichi di piena di fogne congiunte Rischio significativo per contributo di rifiuti biologici non trattati IV Fosse settiche/pozzi di dispersione Basso rischio in relazione ai limitati volumi trattati; il rischio potrebbe essere correlato ad un eventuale mal funzionamento dell’impianto V Punti di distribuzione di mangimi/allevamenti Potenziale rischio derivato da inidoneo trattamento delle acque, da agenti zoonosici trasmissibili e dilavamento da acque superficiali in seguito ad eventi meterologici sfavorevoli. VI Aree industriali diverse da II Potenziale rischio derivato dalla lavorazione di industrie e dagli impianti in uso. Il potenziale rischio deve essere considerato sia nel caso in cui gli insediamenti sono situati in prossimità delle zone da classificare sia nel caso in cui vi possano essere influenze sui corpi idrici e sulle acque superficiali che si riversano in prossimità delle suddette zone. Verificare anche la presenza di zone di rispetto e di tutela che limitano lo sfruttamento all’uso delle zone circostanti.
tabella 2 Fonti di inquinamento di difficile individuzione e quantificazione rif. Fonte Livello di rischio alla salute pubblica VII Scarichi di rifiuti da imbarcazioni Rischio potenziale dovuto al possibile scarico intermittente di liquami non trattati ed idrocarburi incombusti. VIII Scoli di piena, acque meteorologiche Rischio potenziale per contaminazione con liquami umani; rischio molto minore con condotte /fogne combinate/congiunte IX Terreno rurale con animali domestici Rischio ridotto (aziende agricole, prati) rispetto a quelli derivanti da fonti umane dirette X Riserve naturali, foreste, paludi ecc (presenza di animali e volatili selvatici) Rischio significativamente inferiore rispetto a quelli derivanti da fonti umane
Sorveglianza sanitaria Caratteristiche geografiche dell’area distanza dalla costa urbanizzata/agricola/industriale, ecc. presenza di nuclei abitativi presenza di corsi d’acqua clima e oscillazioni termiche stagionali
Sorveglianza sanitaria Caratteristiche idrografiche Tipologia e contesto della costa (porti, industrie, ecc.) Attività stagionali praticate sulla costa Tipologia attività industriali Insediamenti zootecnici Batimetria Molluschi naturalmente presenti Direzione delle correnti ed incidenza delle fonti di contaminazione (valutazione dati del software regionale) Entità delle maree Qualità microbiologica dell’acqua (es. dati microbiologici della balneazione) Temperatura, salinità e pH dell’acqua ed Ossigeno disciolto Georeferenziazione e Caratteristiche di fiumi/torrenti afferenti Indicare se ci sono dati sulla qualità microbiologica/chimica delle acque dei fiumi/torrenti, se disponibili.
Sorveglianza sanitaria Clima Venti prevalenti Piogge prevalenti
Sorveglianza sanitaria Tipologia produttiva (relazione tecnica) Tipo di allevamento e di raccolta specie raccolta quantità, tecnica di allevamento stagionalità di allevamento periodo di raccolta destinazione del prodotto Come da relazione tecnica (per i banchi naturali vanno indicate le informazioni note all’ASL)
Sorveglianza sanitaria Fonti di contaminazione Pressione antropica Pressione zootecnica Scarichi individuati
Sorveglianza sanitaria Pressione antropica Numero di abitanti presenti sulla fascia costiera Variazioni stagionali del numero di abitanti (attività turistiche, abitaioni non allacciate a scarichi) Industrie ed attività lavorative presenti sul territorio e loro distanza
Sorveglianza sanitaria Pressione zootecnica Allevamenti Fertirrigazione Zone di pascolo Stalle Animali selvatici Volatili Parchi nazionali
Sorveglianza sanitaria Scarichi individuati Mappatura e tipologia di scarichi Carico organico e trofico potenziale Depuratori Fosse IMHOFF Scolmatori di piena
Sorveglianza sanitaria Dati storici Microbiologici correlazione degli esiti, e degli sforamenti, con eventi atmosferici correlazione con variazioni stagionali Chimici Biotossicologici
Sorveglianza sanitaria Valutazione finale Definire le fonti di contaminazione con maggior impatto Definire i punti di campionamento (quelli più a rischio) Definire misure da adottare nei casi di sforamenti per troppo pieno, per eventi meteorologici particolari, tolleranza dei punti di prelievo Assegnazione classificazione (relazione conclusiva)
Campionamento Quindicinale, con la ricerca di E. coli, per almeno 6 mesi specifico per ciascuna specie (o, se individuata, la specie indicatore) Prelievi nei punti ritenuti più sfavorevoli Tolleranza localizzazione dei punti di prelievo
Specie indicatore esempi di capacità di filtrazione mytilus filtra a 14° C 1.5 litri acqua/ora ostrea edulis filtra a 15° C 12 litri acqua/ora Cr. gigas filtra a 20° C 18 litri acqua/ora
Campionamento Tenere in considerazione anche il campionamento per gli esami chimici per conoscere il livello di contaminazione di un’area che si dovrà classificare Diossine PCB IPA Metalli pesanti
Prossimo futuro
Regione Campania Nella slide è mostrato Blackjeans, uno dei cluster messo a disposizione dal CCMMMA, che ha fornito gli strumenti per il calcolo ad alte prestazioni necessari per il raggiungimento degli obiettivi.
Simulazione delle dispersione di un inquinante
Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza Sanitaria del Pescato (DGR n. 867 del 14/12/2010) Centro di Riferimento Regionale per la Sicurezza Sanitaria del Pescato (C.Ri.S.Sa.P.) Validazione del modello predittivo
… e per offuscare l’amarezza per l’eliminazione dal Mondiale, un buon piatto di spaghetti ai frutti di mare è proprio quello che ci vuole …… grazie