A cura di Lisetto Miralda

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I Servizi Sociali dei Comuni in rete quale riferimento per la Salute sul territorio A cura di Lisetto Miralda Dirigente Comune di Pordenone « Servizi alla persona e alla comunità» e Responsabile del SSC Uti del Noncello

Nel nostro sistema di protezione sociale, i servizi sociali sono tra quelli più prossimi al cittadino, in quanto diffusi in modo capillare sul territorio con almeno una sede in ogni comune. Operano con risorse finanziarie dei comuni (che sono i titolari della funzione sociale e assistenziale), integrate da risorse regionali e in minima parte statali. Presso di essi, vengo offerti interventi di tipo informativo e di orientamento del cittadino(segretariato sociale) rispetto alla rete dei servizi sia pubblici che privati. Per le situazioni più problematiche il Servizio Sociale attiva una presa in carico e un piano di lavoro orientato a creare cambiamento rispetto a situazioni valutate insoddisfacenti da parte delle persone.

Erogano sia interventi di tipo monetario (FAP contributi per gravissimi, sussidi ed interventi di contrasto alla povertà, integrazione rette di ricovero per coloro che necessitano di trovare accoglienza in strutture residenziali e semiresidenziali,…) sia interventi professionali ( consulenza, trattamenti psico sociali, sia servizi (assistenza a domicilio, interventi di tipo educativo, anche di tipo finanziario ,mediazione abitativa per citarne solo alcuni ). Laddove il superamento di situazioni critiche non possa avvenire con i soli strumenti del servizio sociale, opera in sinergia con altre istituzioni (della sanità, della formazione e istruzione, del lavoro, della casa, dello sport, della giustizia …) per rendere possibile un progetto personalizzato finalizzato al benessere della persona.

QUALCHE DATO RIFERITO ALLA GESTIONE ASSOCIATA DEI SERVIZI ( Comuni di : Cordenons, Porcia, Pordenone, Roveredo in Piano, S. Quirino)

Nel complesso pertanto a fronte di una utenza complessiva di oltre 5 Nel complesso pertanto a fronte di una utenza complessiva di oltre 5.000 unità, il numero di anziani in carico è pari a 1685 corrispondente al 33,1%. Va segnalato come progressivamente negli anni, il numero di anziani che viene coinvolto dai Comuni anche per il tramite del Servizio Sociale in attività di promozione dell’invecchiamento attivo è in crescita( solo a Pordenone città è stato pari a 12.031 nell’anno in corso) Con un trend in netta crescita. Tale situazione comunica uno spostamento dell’obiettivo di lavoro dei servizi sociali comunali sulla prevenzione e sulla promozione dell’attivazione della persona quale chiave per il benessere e per una migliore qualità di vita degli anziani. Per quanto riguarda la non autosufficienza, stante anche i nuovi LEA appare un campo di attività propriamente di tipo socio-

sanitario che trova nel servizio sociale un supporto ancora valido grazie alle figure professionali presenti e all’esperienza accumulata negli anni, ma che per essere efficace necessita di interventi integrati con risorse del sistema residenziale e del sistema sanitario . Per quanto riguarda le persone affette da malattia di Alzheimer, l’impegno del servizio è orientato a fornire al care giver innanzitutto tutte le informazioni inerenti i loro diritti e le opportunità che il sistema della protezione sociale ha previsto per loro ( prestazioni INPS, prestazioni sanitarie, prestazioni sociali, agevolazioni fiscali, altre agevolazioni).

In genere illustra anche le relative procedure e sostiene i cittadini nella formulazione delle istanze più appropriate. Offre consulenza ed informazioni inerenti la gestione a domicilio del paziente con riferimento all’arredamento, all’organizzazione degli spazi, alle strategie legate all’uso dei colori, alla disposizione dei mobili, indicazioni relative alla comunicazione verbale e non verbale ed inerenti le pratiche di assistenza della persona non auto sufficiente ( mobilizzazione, alzata e coricamento a letto, igiene e bagno, alimentazione etc etc….) .

In particolare, il servizio sociale attiva il Servizio ai Assistenza Domiciliare, tramite il quale interviene a domicilio gratuitamente, aiutando le famiglie attraverso il lavoro di Operatori Socio Sanitari qualificati, che accedendo nella abituale dimora dell’utenza offrono interventi diretti sulla persona ed interventi di supporto nella prestazione dei care giver.

Si tratta per lo più di interventi concreti di accudimento del malato di alzehimer . Il servizio è attivo dal lunedì al sabato e opera secondo un calendario di lavoro programmato concordato con la famiglia. Gli interventi prevalenti sono di aiuto nell’igiene personale, hanno una durata media giornaliera di 40-60’ minuti. In prospettiva si ipotizza un’evoluzione di tale offerta, in pacchetti di 30-35 ore al massimo, con un passaggio successivo o alla gestione privata tramite Fap o tramite soggetti accreditati.

Qualora ciò non sia sufficiente, il servizio supporta la famiglia nella relazione con il sistema sanitario per usufruire di funzioni respiro finalizzate a consentire il recupero di energie necessarie per continuare l’assistenza a domicilio del malato. Nel caso il Sistema sanitario non possa assicurare tale opportunità sostiene la famiglia nell’accesso a periodi di accoglienza temporanea nelle case di riposo ( Casa Serena). Attualmente tale tipologia di utenza rappresenta circa il 20% dell’utenza in carico al SAD.

Per le persone sole, affette da alzheimer il servizio assume compiti di tutela, in primis individuando dei pertinenti rappresentanti legali della persona nelle situazioni compromesse ( procedimenti di tutela o di amministrazione di sostegno) fino alla ricerca di soluzioni assistenziali residenziali e semiresidenziali per coloro che non presentano le condizioni minime necessarie per una gestione totalmente domiciliare. Al riguardo il servizio ha promosso lo sviluppo di centri diurni integrativi dell’assistenza domiciliare che possono intervenire in modalità più intensiva(prima a Roveredo in Piano e poi a Porcia) laddove la pura gestione domiciliare si riveli inadeguata senza arrivare subito al ricovero in struttura.

Gli elementi positivi riscontrati in termini di efficacia e vantaggi sono: contenimento del numero di ospedalizzazioni, riduzione delle conseguenze della sindrome da immobilizzazione, sostegno alla continuità delle cure aumento del grado di competenza del caregiver nell’assistenza, procrastinazione dell’inserimento in struttura protetta.

I maggiori elementi di criticità emersi riguardano: La complessità del quadro clinico del soggetto con demenza: comorbilità, livello di non autosufficienza, evolutività della situazione più o meno rapida, pluralità dei bisogni, intensità dei bisogni sanitari, presenza di un quadro depressivo. La tempestività di interventi domiciliari nelle situazioni di agitazione e wondering, specie se il caregiver è anziano a sua volta, La consistenza e la certezza di funzioni respiro o di pacchetti di interventi finalizzati al sollievo della famiglia Scarso collegamento ospedale-territorio

Presenza di operatori privati nelle famiglie : gli assistenti familiari (badanti stranieri) talora hanno difficoltà linguistiche ed una  scarsa conoscenza delle problematiche legate alla demenza. Non proporzionalità tra l’offerta di servizi e il carico assistenziale delle famiglie che dedicano mediamente sette ore al giorno all'assistenza diretta del malato e quasi undici ore alla sua sorveglianza

Linee di sviluppo possibili 1)Promozione della costituzione di Gruppi di auto mutuo aiuto per i familiari di malati di Alzheimer: il ritrovarsi insieme da parte di persone che condividono lo stesso problema può essere fortemente utile per superare l’isolamento, condividere problemi, esperienze, ma anche soluzioni. Il gruppo, in quanto promotore di interscambio, può essere attivatore di energie e risorse tali da aiutare i singoli nel superamento dei problemi psicologici e organizzativi. 2)Articolazione dell’offerta domiciliare anche in forma laboratoriale in cui le persone soprattutto con patologia di grado lieve o moderato, possono svolgere attività di tipo riabilitativo sia di tipo espressivo, cognitivo o di movimento. 3) Prevedere unità specializzate di tipo socio sanitario.