GROUP EXPERIENCE THERAPY (GET): A MULTILEVEL TREATMENT FOR BORDERLINE PERSONALITY DISORDER TARGETING EMOTIONAL DYSREGULATION. PRELIMINARY DATA ON ITS IMPLEMENTATION IN A LONG TERM INPATIENT UNIT FOR YOUNG WOMEN. Congresso AIP 2015, Sezione Psicologia Clinica e Dinamica – Milazzo 25-27 settembre Visintini, R. (1, 2), Gaj, N. (1, 2), Carretta, I. (1) (1) IRCCS San Raffaele Turro, Milano; (2) Centro Snodi, Castellanza (Va)
1. Descrizione delle caratteristiche principali di GET (Gruppi Esperienziali Terapeutici) 2. Dati preliminari a 3 mesi dall’implementazione di GET in una comunità per minori
Practice Guidelines For The Treatment Of Patients With BPD (APA, 2001; Oldham, 2005) Psychotherapy represents the primary, or core, treatment for this disorder and (…) adjunctive, symptom-targeted pharmacotherapy can be helpful” (Oldham, 2005, p. 3) “Patients and clinicians should establish agreements about goals of treatment sessions (…) and what role is expected to perform to achieve these goals” (APA, 2001, p. 7) “The psychiatrist may need to use different treatment modalities” (APA, 2001, p. 13) “Multiple clinicians may better contain patient’s self-destructive tendencies” (APA, 2001, p. 14) For this type of treatment to be successful, good collaboration of the entire treatment team and clarity of roles are essential” (APA, 2001, p. 14)
GET (Group Experience Therapy) in a nutshell Trattamento multilivello di gruppo composto da due fasi della durata di circa 9-12 mesi ciascuna: Prima fase: l’obiettivo è ridurre comportamenti impulsivi pericolosi per sé e gli altri. Il contenuto è primariamente di natura psicoeducazionale e comportamentale-cognitivo. Seconda fase: l’obiettivo è sviluppare la capacità di autoriflessione e aumentare la funzionalità interpersonale. Il contenuto è primariamente di natura psicodinamica ed espressiva. Carico settimanale per il pz. nelle due fasi: circa 6 ½ h
I componenti del trattamento Colloqui individuali con tutor 4 attività in gruppo a cadenza settimanale Consulto telefonico al bisogno Eventuale presa in carico psicofarmacologica a cura di psichiatra interno all’équipe Equipe settimanale degli operatori Supervisioni settimanali di gruppo delle attività individuali e di gruppo
Le due fasi di GET Prima fase Gruppo focalizzato sulla crisi Gruppo di pianificazione Gruppo di attivazione emotiva Gruppo di attivazione corporea Seconda fase Gruppo di attivazione emotiva Gruppo di attivazione corporea Dinamiche di gruppo Gruppo di metodi attivi
BPD e GET: aree problematiche e trattamento (DSM-IV Tr) Primo novestre Secondo novestre Gruppo crisi Gruppo pianificazione Attivazione corporea Attivazione emotiva Metodi attivi Dinamiche di gruppo (1) Abbandono (2) Relazioni instabili (3) Alterazione identità (4) Impulsività (5) Comportamenti para- e suicidari (6) Instabilità affettiva (7) Sentimenti di vuoto (8) Rabbia inappropriata (9) Ideazione paranoide e diss.
BPD e GET: aree problematiche e trattamento (DSM-V) Secondo novestre Primo novestre Gruppo crisi Gruppo pianificazione Attivazione corporea Attivazione emotiva Metodi attivi Dinamiche di gruppo Identità Auto-direzionalità Empatia Intimità Affettività negativa Disinibizione Antagonismo
Perché il gruppo? Il gruppo permette di fare esperienza nella cornice dell’interazione con gli altri. Il confronto e il rispecchiamento con i pari rispetto a esperienze di vita simili, ma anche diverse, favorisce il cambiamento e l’apprendimento in relazione ad aree rilevanti del BPD.
Il facilitatore e le attività in gruppo All’interno di ogni attività in gruppo, i facilitatori (due) coordinano l’attività tenendo presenti tali obiettivi generali: Agevolare la condivisione delle esperienze vissute dai partecipanti. Favorire la collaborazione e l’aiuto tra i partecipanti, sulla base dell’esperienza comune. Veicolare, attraverso il gruppo, contenuti di natura psico-educativa (differenti a seconda della tipologia di attività) e mantenere il focus sull’obiettivo.
Il tutor e le attività in gruppo A ogni paziente viene assegnato uno psicologo di riferimento (il tutor), il quale, attraverso colloqui individuali, ha il compito di: Coordinare e integrare i diversi tipi di intervento erogati. Garantire l’aderenza al programma elaborato per il singolo paziente e la coerenza dei suoi contenuti. Generalizzare le strategie apprese al contesto di vita. Gestire telefonicamente eventuali emergenze.
Le attività della prima fase: il Gruppo focalizzato sulla crisi Crisi: insieme di stati emotivo/cognitivi intensi che il soggetto percepisce essere al di fuori del proprio controllo. L’attività consiste nell’analisi funzionale del comportamento di un membro del gruppo attraverso il metodo dell’analisi funzionale del comportamento, al fine di individuare la catena comportamentale che ha preceduto il comportamento target, cioè la crisi (agita, emotiva, sventata).
L’analisi funzionale del comportamento Pensieri Emozioni Azioni Fattori di vulnerabilità Evento scatenante Comportamento problematico
Il Gruppo di pianificazione L’obiettivo è l’individuazione, il riconoscimento e l’analisi degli eventi problematici potenzialmente rilevanti per lo scatenamento di crisi e la gestione anticipata delle contingenze che possano scatenare le stesse. Problem solving Analisi preliminari eventi problematici Identificazione della problematica Identificazione strategie Decision making
Approccio retrospettico: Che cosa ha generato nel passato la crisi? GRUPPO CRISI Approccio retrospettico: Che cosa ha generato nel passato la crisi? GRUPPO PIANIFICAZIONE Approccio prospettico: Che cosa potrebbe generare nel futuro la crisi?
Il Gruppo di attivazione emotiva Attività finalizzata allo sviluppo delle capacità di riconoscimento e discriminazione delle emozioni in sé e negli altri attraverso la visione comune di un film (alfabetizzazione emotiva). Fasi dell’attività: Fase 2 1. Visione comune di metà film 2. Discussione in gruppo delle emozioni osservate negli attori e in se stessi durante la visione 3. Discussione in gruppo su quanto le scene del film hanno evocato nei pazienti in termini di rimandi alla propria vita A partire dalla osservazione delle componenti di tipo oggettivo e contestuale
Il Gruppo di attivazione corporea Attività finalizzata al riconoscimento e alla familiarizzazione con la componente corporea delle emozioni. Obiettivi: Integrare le componenti cognitive (esperienza mentale) e fisiche (esperienza corporea) delle emozioni attraverso lo sviluppo della sensibilità sensoriale. Regolare la dimensione fisiologica delle emozioni, spesso legata a esperienze di intollerabilità, attraverso l’apprendimento di tecniche strategiche di attivazione e disattivazione del corpo. Riconoscere esperienzialmente la funzionalità adattiva delle emozioni, attraverso l’apprendimento di tecniche di rilassamento, visualizzazione, osservazione e descrizione.
Riferimenti teorici e pratici Tecniche di attivazione fisica Tecniche di visualizzazione Tecniche di rilassamento progressivo Mindfulness Fasi dell’attività: 1. Attivazione corporea: riduzione intensità emotiva e miglioramento tono umore 2. Sensibilizzazione e controllo del corpo: riduzione reattività e intollerabilità connessa alle emozioni 3. Rilassamento e visualizzazioni: incremento capacità di tolleranza di stati negativi e riconoscimento connessione mente/corpo 4. Descrizione e condivisione : riconoscimento ed etichettamento delle caratteristiche dell’esperienza
Le due fasi di GET Prima fase Gruppo focalizzato sulla crisi Gruppo di pianificazione Gruppo di attivazione emotiva Gruppo di attivazione corporea Seconda fase Gruppo di attivazione emotiva Gruppo di attivazione corporea Dinamiche di gruppo Gruppo di metodi attivi
Fase 2: dinamiche di gruppo e metodi attivi Attività finalizzata a riflettere sulle dinamiche presenti nel gruppo di lavoro, in modo da aumentare la consapevolezza sulle modalità relazionali automatiche, che spesso condizionano la gestione di situazioni complesse nella vita reale. Gruppo di metodi attivi Attività finalizzata a riflettere e mettere in atto (attraverso la parola, l’azione e il corpo) dinamiche emerse nel contesto degli altri gruppi terapeutici, attraverso l’utilizzo di tecniche di natura psicodrammatica.
GET in comunità Il 15 settembre 2014 inizia il progetto di implementazione di GET in setting residenziale per giovani donne con problematiche di disregolazione emotiva presso la comunità Artemisia jr. (Progetto Snodi) a Cavenago d’Adda (Lodi).
Alcuni risultati preliminari n = 6 soggetti femmine con diagnosi BPD (SCID II, Version 2.0) o con aspetti di disregolazione emotiva rilevanti dal punto di vista clinico (DERS, BIS-11,SHI, AQ). Le variabili in esame sono state misurate all’ingresso nel trattamento GET (t0) e a tre mesi (t1). Media SD Min Max Età 17,2 1,6 15 19 Assessment t0 Trattamento GET Assessment t1
DERS a t0 e t1
BIS a t0 e t1
SHI a t0 e t1
AQ a t0 e t1
Conclusioni I valori di DERS, BIS-11 e AQ rientrano nei valori di norma dopo i primi tre mesi di trattamento. I valori di SHI (autolesività), benché già al di sotto della soglia di criticità a t0, subiscono un decremento. Dopo tre mesi di trattamento, i soggetti si descrivono meno disregolati, impulsivi e tendenti a mettere in atto comportamenti aggressivi.
Grazie per l’attenzione nicolo.gaj@hsr.it raffaele.visintini@hsr.it ilaria.carretta@hsr.it