Proposta per la tariffa elettrica domestica

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Transcript della presentazione:

Proposta per la tariffa elettrica domestica Riunione del 25 novembre 2015

La proposta in sintesi Si applica a tutte le categorie di utenti la tariffa D1 attualmente utilizzata per le pompe di calore Gli utenti sopra i 3400 kWh/anno che non siano famiglie con più di cinque componenti e che non dimostrino di avere compiuto interventi di efficienza energetica attraverso pompe di calore o fotovoltaico pagheranno una tariffa a struttura D1 più elevata per tutta l’energia consumata Prevedere meccanismi di «demand response» per cui gli oneri di rete in specifiche ore della giornata sono pagati in misura più elevata e in altre in misura minore, informando adeguatamente i cittadini dei risparmi che possono ottenere. In particolare questa soluzione consentirebbe risparmi significativi nel caso di consumi alti dovuti a pompe di calore, modulabili grazie a fotovoltaico e/o stoccaggi.

Una proposta che soddisfa tutte le esigenze proposte dalla normativa vigente Si contengono gli aumenti in capo ai cittadini con meno capacità di spesa Si tutela l’efficienza energetica Si è coerenti con il principio di gradualità Si penalizzano solo quei cittadini che sostanzialmente scelgono di sprecare energia Si propone una tariffa basata su meccanismi di cost reflectivity attraverso l’uso di meccanismi di demand response

Confronto con la proposta dell’Autorità La proposta dell’Autorità danneggia le fasce meno abbienti perché applica gli aumenti a chi cerca di spendere meno riducendo i consumi - questa proposta invece aiuta i «virtuosi» Il meccanismo proposto è graduale, mentre quello proposto dall’Autorità pretende di passare da una struttura progressiva a una struttura fissa per gli oneri di rete e quindi da un opposto all’altro La riforma proposta dall’Autorità penalizza i cittadini che avevano investito in efficienza ed autoconsumo, mentre questa penalizza solo che sceglie di consumare tanto La riforma proposta dall’autorità pretende di dare risorse ai distributori in modo indistinto a prescindere dal fatto che siano attuati idonei interventi per garantire il corretto funzionamento della rete. Quanto proposto parametra, attraverso il demand reponse, le tariffe di rete agli oneri che si causano sulla rete. La proposta dell’Autorità, parametrando i costi all’impegno di potenza, sottende invece costosi e antistorici investimenti di nuova infrastrutturazione per risolvere le congestioni, che sarebbero contrari alla normativa comunitaria e inutili. Chi si prenderà la responsabilità politica degli eventuali sprechi dei concessionari che sono organismi al di fuori di meccanismi di concorrenza ?