Cibernetica: la metafora comunicativa Concetto di sistema: emerge dalla biologia e dalla fisiologia Alfred Russel Wallace (naturalista gallese, 1858, contemporaneo di Darwin) prime idee sistemiche James Clerk Maxwell (matematico-fisico scozzese, 1868): prime intuizioni cibernetiche (descritto l'azione dei regolatori della macchina a vapore) Claude Bernard (fisiologo francese, 1879): “ambiente interno”, meccanismi specifici e automatici di autoregolazione (condizioni mantenute stabili in ogni organismo vivente a dispetto delle variazioni dell'ambiente circostante) Walter Bradford Cannon (fisiologo statunitense, 1932): concetto di “omeostasi” (insieme dei processi attraverso cui un organismo riesce a conservare la costanza del proprio ambiente interno) Ludwig von Bertalanffy (biologo austriaco, 1934): “teoria generale dei sistemi” (come teoria generale dell'organizzazione, applicabile in linea di principio a qualsiasi tipo di sistema indipendentemente dai suoi contenuti materiali)
Cibernetica Norbert Wiener John von Neumann Macchine a retroazione negativa Formalizza il concetto di “feedback” (retroazione) John von Neumann Pioniere dell'informatica digitale
Cibernetica: Macy Conference (1946) Idea di coniugare le nuove intuizioni di matematica, ingegneria, fisiologia, e campi della tradizione umanistica (antropologia) Norbert Wiener, John von Newmann, Gregory Bateson, Margaret Mead, McCulloch e Pitts, Kurt Lewin, Heinz von Foerster, ... Ricerca di un nuovo linguaggio interdisciplinare in grado di descrivere fenomeni diversi Bateson e Mead lamentano l'assenza di principi fondativi scientificamente corretti per le scienze sociali, e intravedono la possibilità di utilizzare la “retroazione negativa” e l'omeostasi, come pattern esplicativi dei fenomeni sociali (es. osservazioni di Bateson sugli Iatmul in Nuova Guinea)
CYBERNETICS Cibernetica (Timoniere) La scienza della comunicazione e del controllo nell'animale e nella macchina Lo studio dell'autoregolazione come si verifica sia nei sistemi naturali (es. regolazione omeostatica corporea), sia in quelli artificiali (es. termostato)
Cibernetica e retroazione (feedback) Retroazione negativa (es. Termostato, stabilità) Retroazione positiva (es. Effetto Larsen, instabilità) Il gioco circolare di informazioni che così si stabilisce può essere compreso solo sostituendo alla nozione di causalità lineare (una causa determina l'effetto) quella di causalità circolare: una parte del sistema causa una modificazione in un'altra parte, che a sua volta retroagisce modificando la prima e così via. Considerare una parte del sistema come “causa” delle modificazioni in un'altra diventa un punto di vista arbitrario: ci sono soltanto interazioni in costante, reciproco divenire.
Cibernetica di primo ordine Sistemi osservati Osservatore esterno al sistema Terapeuta agisce in modo finalistico Modello istruttivo/strategico
Le 8 acquisizioni teoriche principali di Jackson 1) Omeostasi familiare 2) Retroazione negativa e positiva 3) Ridondanze. Le persone impegnate in una relazione di lunga durata intergaisxcono in modi sempre più formalizzati, che possono essere distinti dall'osservatore come ridondanze dalle quali dedurre le “regole descrittive” che governano il sistema 4) Ipotesi delle regole. Ogni famiglia è un sistema governato da regole che non solo descrivono, ma prescrivono il comportamento dei membri del sistema, mentre la deviazione dalle regole è sanzionata da una qualche forma di punizione. 5) Ipotesi sul cambiamento. E' necessario che si sviluppino regole nuove perché avvenga un cambiamento in una relazione 6) “Quid pro quo”. Ogni matrimonio si fonda su un do ut des (conscio o inconscio) sul quale si basano le regole familiari 7) Punteggiatura. E' possibile “spezzare” le sequenze di comportamento in modi diversi, ciascuno dei quali dà luogo a una diversa visione della realtà 8) Causalità circolare. Nei sistemi umani, ogni azione è causata da un'altra azione e la causa a sua volta, il che rende insufficienti i paradigmi del tipo stimolo-risposta
Cibernetica: due metafore del sistema osservato Sistemi omeostatici Anni '50-'60 Mantenimento dell'equilibrio/stabilità Retroazione negativa Sintomo come meccanismo omeostatico Clinico: ricerca dei pattern, struttura relazionale da modificare Quale collegamento fra sintomo e: modalità comunicative (Palo Alto) struttura familiare (Minuchin) lealtà familiari (Boszormeny-Nagy) Sistemi evolutivi Anni '70 Sistema in evoluzione e costante cambiamento Retroazione positiva Discontinuità Imprevedibilità Clinico: accompagnare il cambiamento anziché indurlo Provare a destabilizzare il sistema per provocare una sua fluttuazione (imprevedibile). Non più aggiustare, ma rompere/interrompere modalità relazionali obsolete e ripetitive, lasciando che il sistema trovi da sé soluzioni alternative (ipotizzazione)
Modello di Milano - Distacco dalla Psicoanalisi e adozione del modello sistemico-strategico (Paradosso e controparadosso) - Riferimento alle idee di Jackson (omeostasi e famiglia come sistema retto da regole), del primo Bateson (es. Teoria del doppio legame), e di Haley (es. Triangolo perverso) - Tecnica: équipe paritetica, suddivisione delle sedute, intervallo fra le sedute, connotazione positiva, prescrizione del sintomo, rituali terapeutici - Incontro con le idee di Bateson (Verso un'ecologia della mente, 1972): tentativo di utilizzare i principi dell'epistemologia cibernetica, sviluppo di un maggiore “purismo sistemico” - Introduzione di concetti: distinzione fra mappa e territorio, categorie logiche dell'apprendimento, concetto di mente come sistema e sistema come mente, introduzione della semantica. - Spostamento dell'interesse dai sintomi e dai pattern comportamentali alle premesse epistemologiche e ai sistemi di significato, dal tempo presente a una cornice temporale che comprende passato, presente, futuro. - Sistemi evolutivi più che omeostatici
Cibernetica di secondo ordine Dai sistemi osservati ai sistemi osservanti
Cibernetica di secondo ordine Inclusione dell'osservatore nel sistema osservato L'osservatore si relaziona al sistema attraverso la propria comprensione del sistema, la quale modifica il rapporto con esso (Fruggeri, 1992) L'osservatore interno al sistema non può indurre un cambiamento in modo istruttivo e prevedibile Impossibilità di una visione oggettiva (Maturana e Varela): “Tutto quanto è detto è detto da un osservatore” Terapia come formazione di una realtà condivisa all'interno di un contesto collaborativo e dialogico (costruttivismo)
Maturana e Varela - Autopoiesi e cognizione (1980) - Le parti di un sistema interagiscono producendo in questo modo l'organizzazione del sistema stesso - Un sistema autopoietico è informativamente chiuso nei confronti dell'ambiente esterno - Il sistema è strutturalmente determinato: il suo comportamento è determinato dalla struttura, non dalle proprietà delle entità che lo perturbano - Quando due o più sistemi strutturalmente determinati interagiscono, creano un dominio consensuale nel quale la realtà è costruita nel linguaggio attraverso il consenso - Il linguaggio è un processo di accordo consensuale tra le persone ed è, pertanto, la base della visione che ciascuno ha della realtà. Di conseguenza, un osservatore non ha alcuna base per sostenere l'esistenza di oggetti o relazioni indipendentemente da ciò che egli fa - Non è possibile fare riferimento a realtà o verità oggettive per scegliere tra una descrizione e un'altra
Dal sistema osservato al sistema osservante - “Al certro del mondo sta l'osservatore, che attraverso un processo di distinzione fa emergere i sistemi dallo sfondo, primo passo per la costruzione della realtà in cui è immerso. Dal momento che manca un punto d'appoggio esterno per decidere sulla verità, occorre basarsi sulla molteplicità di realtà (multiversi) che emergono nel linguaggio” - “Esistono tante realtà quanti sono i linguaggi” (Importanza dell'èquipe) Si passa dallo “scoprire” una realtà esterna all'”inventare”la realtà. Dalla visione oggettiva alla riflessività.
Terapeuta parte del sistema chiuso e autonomo Le osservazioni del terapeuta sono influenzate da quello che stanno osservando e quello che osservano è influenzato dalle loro osservazioni “Obiettività fra parentesi” (Maturana), anziché realtà obiettiva
Cibernetica di secondo ordine (Von Foerster) E' una cibernetica dell'autoriflessività, il cui fulcro dell'interesse è l'osservatore stesso, che con i suoi pregiudizi, teorie, sensibilità, costruisce e descrivela “realtà” osservata L'osservatore è connesso ricorsivamente al sistema osservsato e i suoi pregiudizi e teorie entrano nelle sue descrizioni e spiegazioni, conducendo così alla costruzione (o invenzione) della realtà osservata “La mappa è il territorio” Non possiamo conoscere direttamente territori, ma solo mappe, che sono la nostra realtà
Abbandona l'idea di potere e controllo Costruttivismo Clinico non più alla ricerca della “realtà” dei pazienti, per risolvere problemi, ma per definirli e ridefinirli Abbandona l'idea di potere e controllo In secondo piano le ipotesi eziopatogenetiche (comunicazione, paradossi e doppi legami, confini, triangolazioni, ecc...) Teorie, ipotesi, narrazioni del terapeuta né vere né false, ma plausibili quanto quelle del paziente Ma se il paziente tende a descrivere la realtà come “vera”, il terapeuta sa che ogni conoscenza è soggettiva, parziale, riduttiva, contaminata, provvisoria
Costruttivismo Tollerare l'incertezza nel rimanere in territori sconosciuti Monitorare le risonanze emotive Paziente co-costruttore di una realtà condivisa col terapeuta Equipe co-partecipe del processo di costruzione ma da un punto di vista differente Il terapeuta non insegna né spiega, ma stimola pensieri e perturba il sistema Il sintomo è ciò che viene consensualmente definito linguisticamente e pragmaticamente come sintomo, perde il carattere di oggettività e realtà
Costruttivismo: altre implicazioni cliniche Monitorare la propria posizione all'interno del sistema Agire su sé stessi perché inclusi nel sistema e strumento principe nello studio/sbroglio delle interazioni Terapeuta sempre meno un “esperto” in grado di osservare dall'esterno un sistema e di influirne le caratteristiche, e sempre più un “perturbatore” delle narrazioni con cui la famiglia arriva in terapia (attività di produzione di nuovi sensi, nuove narrazioni condivise)
Quale posizione utile per il terapeuta? Curiosità
La responsabilità della co-responsabilità: un problema etico “Possiamo immaginare un mondo esterno, separato da noi, sul quale interveniamo, un mondo dei sistemi osservati; in questo caso ha senso l'ingiunzione “tu devi”.” “Possiamo alternativamente immaginare di partecipare a un mondo in cui l'attore agisce su se stesso perché è incluso nell'organizzazione del mondo stesso; è il mondo dell'ingiunzione “Io devo”.” (von Foerster)
Prospettiva costruttivista Il terapeuta non sa di più e meglio del paziente: le sue teorie, le sue ipotesi, le sue narrazioni non sono né vere né false, ma plausibili quanto quelle del paziente. La differenza sta piuttosto nel fatto che le ipotesi del clinico debbono porsi e mantenersi a un differente ordine logico: non al livello dei contenuti di conoscenza, bensì dei processi che costruiscono la conoscenza (conoscere la conoscenza).
“Agire” l'etica attraverso il linguaggio “In un dialogo parlo con me attraverso di te” (von Foerster) L'uso del linguaggio serve a costruire la propria identità e a mantenerla nel tempo nel rapporto con l'altro. Il linguaggio da la possibilità di narrare e rinarrare a se stessi versioni sempre nuove della propria esperienza. “Le persone devono diventare poeti e lo diventano attraverso le domande che il clinico fa: è importante ad esempio fare domande che l'individuo non aveva mai pensato precedentemente, in quanto offre la possibilità di far uscire dai soliti copioni, di inventare nuove soluzioni” (von Foerster)
Le responsabilità del terapeuta Sociale Che ruolo occupo nell'organizzazione Cosa si aspettano gli altri da me In che modo rischio di colludere con quello che avviene Tecnica Sapere come intervenire e quando Disponibilità a falsificare il processo e a cambiare rotta Capacità di leggere i feedback che si ricevono Relazionale Saper entrare in relazione e creare una realtà su cui sia possibile lavorare Creare un clima caldo, accettante e rispettoso Personale ...
Le responsabilità del terapeuta Personale Verso gli altri: Voglia di mettersi in gioco Curiosità Verso se stessi: Formazione continua e disponibilità ad esplorare Verso gli altri e se stessi: Tenere una doppia posizione (dentro e fuori) Tenersi informati, stimolati, non in burnout Non cadere in pattern ripetitivi Creare un contesto di rispetto Complessificare/mutare premesse