Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali 13 aprile 2018 1.

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Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali 13 aprile 2018 1

la variazione delle lingue speciali variazione orizzontale, in relazione alla varietà dei contenuti (quindi lingua della fisica vs lingua della chimica vs lingua dell'economia ...) variazione verticale, in relazione alla varietà di destinatari, situazioni comunicative, scopi comunicativi.

la variazione delle lingue speciali L’attenzione, piuttosto recente, alla variazione verticale è legata all'attenzione riservata a due forme di uso sociale di tali lingue, la divulgazione e l'insegnamento (e poi, con un peso sempre maggiore, la comunicazione tra "tecnico" e consumatore).

la variazione verticale livello scientifico livello del laboratorio livello dell’utente es. leucociti bianchi globuli bianchi

la variazione verticale livello scientifico: la lingua speciale come l’abbiamo vista nelle lezioni precedenti. livello del laboratorio: caratterizzato dal contatto linguistico diretto tra i parlanti e da una realizzazione prevalentemente orale (ma anche scritta, soprattutto in forma digitata). La presenza di un contesto situazionale informale, oltre che di ampie conoscenze enciclopediche comuni, permette una grande economia verbale.

la variazione verticale livello dell’utente: si realizza nel contatto fra esperto e profano (per es. medico-paziente, venditore di oggetti tecnici-cliente, burocrate-cittadino ecc.), nella divulgazione attraverso i mass media, nella didattica; ogni volta, cioè, che si tratti di comunicare a proposito di argomenti tecnici con parlanti che non dominano (o dominano solo parzialmente) la lingua speciale.

la variazione verticale discorso scientifico specializzato discorso di semidivulgazione scientifica discorso di divulgazione scientifica discorso scientifico didattico discorso del tipo «tesi» discorso scientifico ufficiale

il discorso scientifico discorso intraspecialistico discorso interspecialistico discorso didattico discorso popolare

la divulgazione e la sua lingua Nella divulgazione la lingua speciale perde alcune delle proprie caratteristiche, si avvicina alla lingua comune, utilizza la lingua comune come metalingua

tecniche linguistiche della divulgazione a) sostituzione del termine tecnico con il corrispondente elemento del lessico comune, quando questo esista ed abbia il medesimo valore denotativo del termine tecnico (ad es. globuli bianchi per leucociti, orecchioni per parotite, in piedi per in ortostasi ecc.). b) "traduzione" del termine tecnico mediante elementi del lessico comune, quando ciò sia possibile, nel caso di composti anche con l'integrazione dei tratti di ridondanza assenti nel lessico tecnico (ad es. emorragia nel fegato per epatorragia, (chirurgia) plastica al naso per rinoplastica, ecc.). Oppure, scioglimento di abbreviazioni o sigle (immunoglobuline E, invece di IgE).

tecniche linguistiche della divulgazione c) glossa del termine tecnico, quando non esista il corrispondente nella lingua comune e non sia possibile procedere ad una sua trasposizione in elementi del lessico comune (ad es.: «...la cosiddetta antigenicità (cioè la condizione di estraneità all'individuo dell'organo trapiantato o innestato)».

più in dettaglio sostituzione di un termine con una corrispondente parola del lessico comune (leucociti  globuli bianchi) sostituzione di un termine con una perifrasi (nefropatia  malattia dei reni) utilizzo di traslati e similitudini che vivacizzano il discorso (enzimi  truppe scelte; anticorpi  missili terra-aria; macrofago  cellula-spazzino).

sul piano testuale frequente sostituzione della narrazione all’argomentazione frequente utilizzo di forme dialogiche (per es. intervista, a volte fittizie)