Olio di Palma Emma Piersanti IIB
Storia dell’olio di palma L’olio di palma è sempre stato usato come olio da cucina nei paesi dell’Africa occidentale. In Africa costava poco perché veniva prodotto in grandi quantità. Per questo nel XVIII secolo gli inglesi lo esportarlo in Europa ma non ebbero successo, essendo questo olio un prodotto sconosciuto che generava diffidenza. Venne allora usato come lubrificante nella prima rivoluzione industriale, mentre, gli americani lo acquistarono in grandi quantità e lo usarono nei saponi al posto dei grassi animali, da cui la famosa marca di saponi Palmolive, nata nel 1884.
Storia della palma da olio I fallimenti della prima esportazione non fermarono però gli Inglesi che, nel 1910 fondarono in Malesia la prima coltivazione di palme da olio fuori dall’Africa. Ancora oggi la Malesia produce il 39% dell’olio di palma mondiale. Successivamente gli inglesi la importarono nelle altre colonie dove era possibile la coltivazione, cioè Paesi con un clima caldo. Negli anni ’60 il governo inglese promosse ulteriormente la coltivazione delle palme da olio per combattere la povertà e rialzare il bilancio dello stato. Il piano funzionò fino a quando, negli anni ’70, la Malesia diventò indipendente e il guadagno dato dalla sua produzione di olio smise di entrare nelle casse inglesi.
Raffinazione dell’olio di palma Per ottenere l’olio dai semi della palma, bisogna sottoporre la materia prima ad un processo di raffinazione che distrugge buona parte degli elementi naturali, trasformando un prodotto potenzialmente molto valido da un punto di vista nutrizionale in un prodotto quasi privo di sostanze benefiche. Il processo si divide in 5 fasi.
Estrazione con solventi I semi vengono sbriciolati e immersi nell’esano o nell’eptano, due idrocarburi altamente infiammabili, e posti sotto agitazione. Cosi si separa l’olio dal solvente, cioè quello che rimane del seme. Questo residuo viene poi fatto evaporare a 150° e riutilizzato 2. Degommazione Per rendere l’olio più liquido e neutro, in questa fase si rimuovono dei componenti simili alle fibre, ma anche proteine, fosfolipidi, tra cui la lecitina, un elemento altamente salutare, clorofilla e minerali come calcio, ferro, magnesio e rame. Questo processo è eseguito intorno ai 60°. 3. Deacidificazione L’olio viene mescolato con la soda caustica che serve ad abbassarne l’acidità, aumentata nella fase precedente. L’olio contiene ancora i pigmenti che gli fanno assumere il classico colore giallo Questo processo avviene a 75°.
4. Decolorazione L’olio viene filtrato per 15/30 minuti con lo scopo di eliminare i pigmenti, rendendolo così incolore, e le sostanze aromatiche naturali, affinché sia anche inodore. In questo processo gli acidi grassi naturali vengono alterati. 5. Deodorazione L’olio viene distillato a 240/270° sotto pressione e senz’aria per 60 minuti. Vengono così definitivamente rimosse le sostanze aggiunte nelle operazione precedenti e che danno un cattivo sapore all’olio. Alla fine l’olio di palma è inodore, insapore e incolore, pronto per essere venduto o usato direttamente nei prodotti.
Perché l’olio di palma è dannoso per la salute Molti ricercatori e agenzie per la salute sono d’accordo sull’affermare che l’olio di palma è cancerogeno e può causare altre gravi malattie. Gli unici contrari sono degli studi malesi e indonesiani, i due principali produttori. In Italia, le aziende che usano l’olio di palma nei loro prodotti, stanno cercando di ignorare le polemiche da parte dei consumatori, dei nutrizionisti e dei ricercatori. Le università di Pisa, Padova e Bari in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia hanno confermato che l’olio di palma distrugge le cellule del pancreas e causa altri danni al sistema cardiovascolare, facilitando la comparsa di “placche” nelle arterie.
“L’olio di palma non è dannoso per la salute” C’è però anche chi sostiene il contrario. Secondo gli oppositori, la pericolosità dell’l'olio di palma risiede nella alta concentrazione di grassi saturi, che causano delle malattie cardiovascolari, l'aterosclerosi, il diabete e il cancro. Questo però non lo differenzia da tutti gli altri alimenti che condividono questa alta concentrazione, come burro, uova, latte intero, salumi e alcuni formaggi. Altri insistono con il dire che la campagna mediatica contro l’olio di palma sia solo una trovata pubblicitaria per poter alzare il prezzo dei prodotti che non lo contengono.
Fonti: www.wikipwdia.com www.Cibo360.it www.ilfattoalimentare.it www.huffingtonpost.it www.Ideegreen.it www.stradeonline.it