Modulo di Tecnologia dei Materiali Docente: Dr. Giorgio Pia.

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Modulo di Tecnologia dei Materiali Docente: Dr. Giorgio Pia

Esame…

Prima_Prova La prima prova consisterà in un test scritto nel quale verrà verificata la conoscenza teorica della materia e la capacità di risolvere esercizi numerici riguardanti il programma svolto a lezione. 15% 85%

85%

Seconda_Prova La seconda prova consisterà in un test scritto nel quale verrà verificata la conoscenza teorica della materia e la capacità di risolvere esercizi numerici riguardanti il programma svolto a lezione. 85%

85% Possibilità_Rifiuto Gli studenti che hanno superato la prova, se non soddisfatti del voto, possono rifiutarlo. 85%

15% 85% Prima_Prova La prima prova consisterà in un test scritto nel quale verrà verificata la conoscenza teorica della materia e la capacità di risolvere esercizi numerici riguardanti il programma svolto a lezione.

15% Prima_Prova Seconda_Prova Prova_Orale

Corso di Tecnologia dei Materiali Docente: Dr. Giorgio Pia

I MATERIALI ARTIFICIALI ANTICHI I Leganti

I Leganti Il termine “legante” indica tradizionalmente dei materiali da costruzione di natura inorganica che: 1 sono prodotti artificialmente per trattamento ad alta temperatura (bollitura, cottura, calcinazione, a seconda dei casi) di rocce disponibile sulla superficie terrestre quali gessi, calcari e argille; 2 impastati con acqua, spesso in forma di polveri, danno una massa inizialmente plastica, lavorabile, sagomabile ed adesiva anche rispetto alle superfici delle pietre e dei mattoni con i quali sono eventualmente poste a contatto (allettamento) o congiuntamente impastati (roccia “fusa”; con la sabbia si ottengono le malte, con sabbia e ghiaia si ottengono i calcestruzzi); 3 nel tempo, a temperatura ambiente, la massa inizialmente plastica si trasforma spontaneamente, tramite reazioni chimiche (idratazione, idraulicità) in un solido monolitico, cioè si consolida attraverso due fasi dette di presa e indurimento, serrando (legando) l’eventuale granulato (malte e calcestruzzi);

I Leganti Il termine “legante” indica tradizionalmente dei materiali da costruzione di natura inorganica che: 4 se i fenomeni di presa e di indurimento e l’impiego permanente possono avvenire solamente all’aria (non immersi anche nell’acqua) si ha la classe dei leganti aerei: i gessi e le calci; 5 se invece è possibile anche l’utilizzo in acqua (nella realizzazione di opere idrauliche o portuali) si hanno le classi delle calci con pozzolana, delle calci idrauliche, dei cementi idraulici; quest’ultima classe è anche quella che permette di conseguire le più alte prestazioni meccaniche di durabilità.

Materiali dell’Edilizia Storica I MATERIALI ARTIFICIALI ANTICHI Il Gesso

Il Gesso Chiesa gotica (Nord Germania) realizzata con malte in gesso ottenuto ad alta temperatura

Il Gesso Sezione di un campione (Sud Germania) di malta con aggregato e matrice in gesso

Il Gesso Forno per la cottura del gesso ad alta temperatura in Germania, in opera fino al 1930

Il Gesso Forno per la cottura del gesso ad alta temperatura in Germania, in opera fino al 1930

CaSO4·2H2O → CaSO4·1/2 H2O + 3/2 H2O Il Gesso CaSO4·2H2O È prodotto a partire dalla pietra da gesso (sedimentarie → evaporitiche) costituita prevalentemente da CaSO4·2H2O e da impurezze quali silicati, alluminati, quarzo ossido di ferro in quantità non superiore al 10%. Estratto in blocchi → macinato → cotto COTTURA CaSO4·2H2O → CaSO4·1/2 H2O + 3/2 H2O 120÷150 °C emidrato Gesso cotto CaSO4·1/2 H2O → CaSO4 (α) + 1/2 H2O 160÷180 °C anidrite Cristalli a bassa solubilità Gesso cotto a morte Oltre 250°C anidrite insolubile

CaSO4 2H2O = CaSO4 1/2H2O + 3/2H2O 120-180°C (emidrato) Il Gesso idratazione CaSO4 2H2O = CaSO4 1/2H2O + 3/2H2O 120-180°C (emidrato) α se l’operazione è condotta in ambiente umido; Grossi cristalli aghiformi e prismatici β se l’operazione è condotta in ambiente secco; Cristalli minutissimi CaSO4 2H2O = CaSO4 + 2H2O 180-200°C (anidrite)

Per temperature superiori a 1200°C l’anidrite insolubile di dissocia: Il Gesso idratazione Per temperature superiori a 1200°C l’anidrite insolubile di dissocia: CaSO4 = CaO+ SO3 La presenza di CaO rende possibile l’idratazione dell’anidrite insolubile A 1350 °C il calcio fonde

Il Gesso emidrato anidrite emidrato + anidrite idratazione emidrato per la completa idratazione è necessario il 18.7% di acqua anidrite per la completa idratazione è necessario il 24.0% di acqua emidrato + anidrite In questo caso la percentuale di acqua dipenderà dal mix Il gesso cotto ad alte temperature può avere dei nuclei di anidrite insolubile non idratata

Il prodotto finale dell’idratazione è identico a quello di partenza Il Gesso idratazione In tutti i loro usi le varie forme del gesso sono basate sulla capacità legante sviluppata a seguito della reazione di reidratazione: CaSO4 · 1/2 H2O + 3/2 H2O → CaSO4 · 2 H2O CaSO4 + 2 H2O → CaSO4 · 2 H2O Il prodotto finale dell’idratazione è identico a quello di partenza

Il Gesso Resistenza meccanica Il solfato di calcio bi-idrato così formato precipita sotto forma di microcristalli aghiformi fittamente intrecciati capaci quindi di manifestare proprietà leganti

Il Gesso Resistenza meccanica Il solfato di calcio bi-idrato così formato precipita sotto forma di microcristalli aghiformi fittamente intrecciati capaci quindi di manifestare proprietà leganti

Il Gesso Resistenza meccanica Il solfato di calcio bi-idrato così formato precipita sotto forma di microcristalli aghiformi fittamente intrecciati capaci quindi di manifestare proprietà leganti

Il Gesso Resistenza meccanica Il solfato di calcio bi-idrato così formato precipita sotto forma di microcristalli aghiformi fittamente intrecciati capaci quindi di manifestare proprietà leganti

Il Gesso La resistenza meccanica è influenzata dal: rapporto acqua/gesso Contenuto di umidità relativa nell’ambiente dove avviene l’idratazione (valori elevati ne riducono la resistenza) La UNI 8377 prevede misure di resistenza a flessione, resistenza a compressione e durezza. Ad esempio la resistenza a compressione a 7 giorni di stagionatura deve essere pari almeno a 7 MPa

Il Gesso Altre caratteristiche L’indurimento avviene con un leggero aumento di volume (0.3÷1.5%) e questo sta alla base dell’utilizzo del gesso come materiale per la realizzazione dei calchi. Resistenza al fuoco (blocca l’aumento della temperatura attorno ai 120 °C…) Elevata porosità: leggerezza, isolamento termico, isolamento acustico, stabilizzazione umidità di ambienti chiusi. Incompatibilità Il biidrato non è sufficientemente insolubile da garantire durabilità all’esterno Metalli. Acciai basso legati. L’estratto acquoso del gesso è leggermente acido. Non a contatto di ammoniaca (composti solubili) o cementi (ettringite).

Studenti_Buone abitudini Approfondire Prima di una lezione, consulta il materiale del corso e cerca di anticipare i punti principali che il professore tratterà durante la lezione, così potrai comprendere meglio. Pause dallo studio Le pause dallo studio sono essenziali per dare il giusto riposo al tuo cervello durante lo studio. Camminare per qualche minuto se sei rimasto seduto per ore, non può che fare bene al tuo cervello.

Materiali dell’Edilizia Storica I MATERIALI ARTIFICIALI ANTICHI La Calce aerea

Calce viva o calce in zolle Calce spenta o calce idrata La Calce ossido CaO idrato Ca(OH)2 Calce viva o calce in zolle Calce spenta o calce idrata Contengono impurezze derivanti dalle materie prime o composti (acqua - CO2 - ceneri) che derivano dal processo di produzione o dalla loro conservazione. La materia prima per l’ottenimento della calce è quindi la pietra calcarea. La calce “viva” corrisponde all’ossido CaO e si ottiene semplicemente per decomposizione termica della calcite, a temperature di circa 850÷950 °C CaCO3 → CaO + CO2↑ A temperature più elevate si otterrebbe calce stracotta o cotta a morte. Rocce carbonatiche costituite da dolomite, il carbonato doppio di calcio e magnesio, sono soggette a calcinazione, con formazione di MgO a temperatura inferiore di qualche centinaia di gradi. Si parla in questi casi di calci magnesiache.

La Calce Produzione Anche la tecnologia della produzione della calce si è mantenuta costante per millenni. Per la cottura, generalmente, si utilizzavano frammenti di calcare di dimensione di una decina di centimetri, impilati in strutture verticali di modo che si potesse avere un’agevole circolazione dei gas caldi di combustione derivanti o da un focolare separato, localizzato nella parte bassa del forno, o derivanti da strati di materiale combustile, quale legno e carbone, alternati a quelli di calcare. Le prime applicazioni della calce vengono attualmente fatte risalire al XII millennio a.C., nel Vicino Oriente, mentre in Europa, nei Balcani, la prima applicazione documentata è del VI millennio a.C. Strutture interpretate dagli archeologi come forni da calce sono state riscontrate in numerosi siti neolitici del Vicino Oriente.

Forni di epoca preromana (Età del Bronzo, Germania) e romana. La Calce Forni Forni di epoca preromana (Età del Bronzo, Germania) e romana.

La Calce Forni Forni del XIX secolo.

La Calce Forni Forni del XX secolo.

La Calce Forni Forni per la produzione della calce in provincia di Sassari (sino al XX secolo).

Schema di un forno per la produzione della calce. Forni Schema di un forno per la produzione della calce.

Fortemente esotermica La Calce Lo spegnimento CaO + H2O → Ca(OH)2 Fortemente esotermica Con quantità d’acqua in eccesso. Almeno 24 ore anche se il processo di invecchiamento migliora la qualità e può durare da qualche mese sino a tre anni. Si ottiene il grassello. Rendimento in grassello: rapporto tra il volume del grassello nel momento in cui comincia a fessurarsi in superficie e la massa di calce viva utilizzata per produrlo [m3/t]. Calci grasse: rendimento in grassello maggiore 2.5 m3/t. Sono più pregiate e perché danno grasselli più plastici, facilmente mescolabili con la sabbia e consentono una migliore adesione. Calci magre: rendimento in grassello maggiore 1.5 m3/t. Un abbassamento del rendimento può essere causato da valori di temperatura di cottura o troppo alti (granuli grossi e poco porosi) o troppo bassi (CaCO3 indissociato).

Fortemente esotermica La Calce Lo spegnimento CaO + H2O → Ca(OH)2 Con quantità d’acqua stechiometricamente necessaria. La calce viva viene frantumata in pezzatura di 5÷10 mm e si trova all’interno di tamburi girevoli dove viene spruzzata l’acqua. L’aumento di volume dovuto alla reazione fa si che la calce si disintegri generando una polvere molto fine. Aggiungendo dell’acqua si ottiene anche in questo caso il grassello che però ha delle proprietà di plasticità inferiori a quelle che presenta un grassello ottenuto direttamente per spegnimento della calce viva. Fortemente esotermica

La Calce Lo spegnimento

Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O La Calce L’idratazione Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O Reazione di carbonatazione. l prodotto finale dell’idratazione è identico a quello di partenza. La CO2 comincia a carbonatare la calce a partire dagli strati più esterni per poi procedere man mano verso quelli più interni con cinetiche che dipendono anche dal grado di compattezza del materiale posto in opera. La reazione può richiedere tempi lunghissimi (secoli) per completarsi nello spesso nucleo delle murature. Il grassello non è mai utilizzato tal quale, ma viene addizionato alla sabbia la cui funzione è molteplice: - fa si che la pasta si disponga in sottili strati attorno ai suoi grani, perciò la carbonatazione può interessare questi strati completamente; - impedisce il ritiro della malta indurita a seguito dell’evaporazione dell’acqua e alla riduzione di volume conseguente alla reazione di carbonatazione.

Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O La Calce L’idratazione Ca(OH)2 + CO2 → CaCO3 + H2O Reazione di carbonatazione. l prodotto finale dell’idratazione è identico a quello di partenza. La porosità della malta è di circa 30÷45% in funzione della granulometria della sabbia e del costipamento. Questa si riduce con l’idratazione della calce stessa. Se però il risultato finale è una matrice impermeabile allora la carbonatazione procede lentamente (incompleta). Nel secondo caso l’eccesso di pori comporta un calo delle prestazioni meccaniche. In generale la resistenza a compressione di una malta è di circa 1 MPa.

Corso di Tecnologia dei Materiali Docente: Dr. Giorgio Pia