La scuola come costellazione di Comunità di Pratica

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Transcript della presentazione:

La scuola come costellazione di Comunità di Pratica Emiliano Grimaldi Dipartimento di Sociologia Email: emiliano.grimaldi@unina.it

Comprensivizzazione come costrizione o opportunità?

Le opportunità Equità Continuità Costruzione di un curriculum verticale Equità Continuità Definizione comune di obiettivi minimi da raggiungere al termine del percorso

Dubbi e timori La comprensivizzazione non risolve nulla se inquadrata in politiche di austerity ed in assenza di integrazione con le altre politiche Facciamo il comprensivo, ma se restiamo realtà separate cosa cambia? Costruire reti è difficile. Molto spesso si lavora sull’apparenza Il dilemma è tra subire o affrontare la trasformazione

Dubbi e timori Non abbiamo mai lavorato insieme Le scuole sono mondi a sé stanti, in competizione tra loro, dove prevale l’individualismo Non abbiamo mai lavorato insieme In seguito alla comprensivizzazione un ordine di scuola può prevalere sull’altro Abbandono da parte della dirigente

Dubbi e timori Mancano luoghi di condivisione e confronto sistematico La gestione dei passaggi è difficile e non abbiamo un repertorio di programmazione e di valutazione comune Mancano luoghi di condivisione e confronto sistematico Il Collegio Docenti potrebbe diventare molto conflittuale, anche a causa dei numeri impari Il rischio che la leadership non faccia scelte nell’interesse di tutti

Alcune idee emerse La fusione non produce automaticamente una nuova organizzazione. Serve un investimento nel tempo La qualità della scuola si fonda sul quotidiano, dove sono molti e diversi gli attori che interagiscono con visioni parziali… Si svilupperanno conflitti e incomprensioni. Sarà necessaria cooperazione.

Alcune idee emerse Affidarsi alla dirigente ed alla sua leadership? Mettersi in discussione ed organizzare sedi di confronto? Sarà necessaria la costruzione di un linguaggio comune, mantenere le identità ma anche scambiarci le identità

Sistemi sociali di apprendimento e Comunità di pratica (Jean Lave e Etienne Wenger) Una lente interpretativa ed una strumentazione concettuale per ripensare la comprensivizzazione come occasione di apprendimento?

Le organizzazioni come sistemi sociali di apprendimento Una relazione dinamica a due vie tra persone e sistemi sociali di apprendimento Esperienza personale Competenza definita socialmente

Modalità di appartenenza ai sistemi sociali di apprendimento Coinvolgimento Fare le cose insieme, parlare, produrre artefatti Immaginazione Costruire un’immagine di noi stessi, delle nostre comunità e del mondo per poterci orientare, per riflettere sulla nostra situazione e per esplorare possibilità Allineamento Assicurarci che le nostre attività locali siano sufficientemente allineate con altri processi che possono essere efficaci anche oltre il nostro coinvolgimento (mutuo processo di coordinamento di prospettive, interpretazioni e azioni per realizzare obiettivi più alti) Coesistono, ma una può essere dominante

Gli elementi costitutivi dei sistemi sociali di apprendimento Le Comunità di pratica Cosa sono? Impresa comune, mutualità e repertorio condiviso 1. Sono gruppi di individui legati tra loro dalla comprensione sviluppata collettivamente dell’oggetto della loro comunità e che si ritengono reciprocamente responsabili per questo senso di impresa comune 2. I soggetti che partecipano alla comunità si impegnano reciprocamente e stabiliscono, conseguentemente, norme e relazioni di mutualità 3. Le comunità di pratica producono un repertorio condiviso di risorse comuni: linguaggi, routine, sensibilità, artefatti, strumenti, storie, stili, etc.

Le Comunità di Pratica nelle organizzazioni scolastiche Altre sono attive Sono gruppi che funzionano come comunità di pratica, perseguendo attivamente un’impresa comune, negoziando le loro forme di partecipazione e sviluppando le proprie storie Infine ci sono le comunità latenti Sono comunità che si sono disperse in seguito a fenomeni di ‘diaspora’ che hanno coinvolto persone che condividono storie passate e che possono utilizzare queste storie come risorsa Alcune sono potenziali Sono comunità possibili tra persone che sono congiunte da un legame potenziale e che beneficerebbero dalla condivisione e dallo sviluppo di una pratica comune

Gli elementi costitutivi dei sistemi sociali di apprendimento I Confini Una comunità implica per definizione l’esistenza di confini 1. Di solito sono fluidi. Emergono da diverse imprese, diverse modalità di coinvolgimento, diverse storie e repertori 2. Spesso sono non detti: sono le pratiche condivise che creano confini per loro stessa natura

Gli elementi costitutivi dei sistemi sociali di apprendimento Perché sono importanti i Confini? 1. Connettono le Comunità di pratica, ma creano potenziali difficoltà: possono creare divisione, essere fonti di separazione, frammentazione, disconnessione e malintesi 2. Sono fonti di nuove opportunità, rappresentano aree di inusuale apprendimento, dove si incontrano e si completano prospettive diverse

Gli elementi costitutivi dei sistemi sociali di apprendimento le Identità Se conoscere è un atto di appartenenza, allora le nostre identità sono un elemento strutturante chiave nel modo in cui conosciamo 1. Sapere troppo o non condividere una parte di conoscenza- competenza, partecipare ad una pratica o meno è una questione di identità. 2. Noi definiamo chi siamo attraverso quello che è familiare e quello che è sconosciuto, attraverso quello che dobbiamo sapere e quello che possiamo tranquillamente ignorare 3. La multiappartenenza è un aspetto inerente le nostre identità

Gli elementi costitutivi dei sistemi sociali di apprendimento Perché sono importanti le Identità? 1. Combinano esperienza e competenza in un modo di apprendere: sono la chiave per decidere cosa conta e cosa no, con chi ci identifichiamo e di chi ci fidiamo, e con chi dobbiamo condividere quello che comprendiamo/apprendiamo 2. La nostra abilità nell’utilizzare i confini in modo produttivo dipende dalla nostra abilità nell’impegnare e sospendere le nostre identità

I lavori di gruppo Provate ad identificare una comunità di pratica attiva, una latente ed una potenziale che esiste nella vostra organizzazione scolastica Provate ad identificare una comunità di pratica attiva (se esiste), una latente ed una potenziale che potrebbero esistere, a determinate condizioni, nel nuovo contesto organizzativo dell’Istituto Comprensivo.

I lavori di gruppo Per descrivere le Comunità di pratica identificate e/o immaginate utilizzate la tabella come guida Impresa Mutualità Repertorio Coinvolgimento Qual è l’impresa comune che i componenti perseguono attraverso il coinvolgimento? Quali eventi e interazioni intessono la comunità e creano fiducia? Quali sono le esperienze condivise, i linguaggi, gli artefatti, le storie, i metodi che si sono accumulati nel tempo? Immaginazione Qual è la visione che guida la comunità e ne definisce il programma di apprendimento? Quanto si conoscono i componenti della comunità? Su cosa si basa la fiducia? Qual è il linguaggio e/o l’auto-rappresenta-zione che consente alla comunità di parlare di sé autoriflessivamente? Allineamento Quanto è condiviso lo scopo comune? Quali sono i meccanismi di coordinamento che ne assicurano il raggiungimento? Quali sono le definizioni di regole, norme, codici di comportamento, principi condivisi, impegni e aspettative che tengono insieme la comunità? Quali tradizioni, metodi e modelli danno forma alle pratiche della comunità? Come viene assicurata la trasmissione alle nuove generazioni?

Attenzione!!! Le Comunità di pratica non possono essere create per decreto, attraverso la semplice costituzione formale di gruppi. Le Comunità di pratica riguardano il contenuto dei processi di apprendimento e si sviluppano quindi attraverso l’esperienza quotidiana e la negoziazione dei significati, delle identità e dei confini. L’apprendimento non può essere progettato. Si può progettare l’organizzazione in maniera tale da favorirlo o inibirlo.

Bibliografia Libri Articoli Wenger, E. (2006), Comunità di pratica: apprendimento, significato e identità. Milano: Raffaello Cortina. Wenger, E. (1998) Communities of practice: learning, meaning, and identity. New York: Cambridge University Press. Lave, J. and Wenger, E. (1991) Situated learning: legitimate peripheral participation. New York: Cambridge University Press. Articoli Wenger, E. (2000), Comunità di pratica e sistemi sociali di apprendimento, in Studi Organizzativi, 1: 11-34.