Il mercato nel pensiero economico Lezione 9 Jevons, Menger, Walras

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Transcript della presentazione:

Il mercato nel pensiero economico Lezione 9 Jevons, Menger, Walras Paolo Paesani DEF Tor Vergata

Contesto Consolidamento della rivoluzione industriale e del capitalismo, importanza crescente del mercato (concorrenziale) come elemento centrale nell’organizzazione della produzione e della distribuzione del reddito (e non solo luogo di sbocco delle merci al servizio dell’accumulazione) Matematizzazione dell’economia, che si avvia a diventare la scienza del mercato e dei prezzi, e primi tentativi di rendere l’analisi economica immune da giudizi di valore. Si affaccia il tema della scarsità (risorse date utile per realizzare scopi alternativi, nel 1932 sarà la base della definizione di Economia formulata da L. Robbins) "Economics is the science which studies human behaviour as a relationship between ends and scarce means which have alternative uses."

La visione marginalista Visione lineare e statica del processo economico Il consumo come momento centrale nella riflessione dell’economista (consumo individuale vs. consumo come fenomeno sociale nella visione classica) Utilità come base del valore e individualismo metodologico (spariscono lentamente le classi sociali). Viene meno l’idea del valore come proprietà intrinseca delle merci legata al costo di produzione Razionalità economica come massimizzazione vincolata (simmetria nella trattazione del consumo e della produzione, massimizzazione dell’utilità e del profitto dati vincoli) Equilibrio come punto d’incontro tra curve di domanda e curve di offerta e non come punto d’arresto nel flusso di capitali tra i settori economici. Determinazione simultanea della quantità e dei prezzi di equilibrio (nei classici non è così). Prezzi come indicatori di scarsità relativa (rispetto alla domanda e all’utilità) Distribuzione del reddito come fatto tecnico, simmetria nel trattamento dei diversi fattori della produzione, pieno impiego come stato di equilibrio del sistema economico.

Il concetto di margine Nell’analizzare il comportamento dei consumatori e delle imprese, gli economisti marginalisti utilizzano ragionamenti ipotetici di tipo controfattuale Di quanto varia la produzione (a livello d’impresa o a livello aggregato) aumentando di x l’impiego del fattore produttivo A, a parità del resto? (produttività marginale) Di quanto varia l’utilità (a livello del singolo consumatore o a livello aggregato) aumentando di x il consumo del bene B, a parità del resto? (utilità marginale decrescente) Ascendenze classiche del concetto di produttività marginale decrescente del lavoro e del concetto di margine (ma differenti applicazioni, ne parleremo più avanti quando affronteremo le teorie della distribuzione)

La rivoluzione marginalista (1871) Rivoluzione contro i classici più che per una stessa visione marginalista William Stanley Jevons, The Theory of Political Economy (1871); Gran Bretagna (c’è l’utilità marginale, la matematica, non c’è la microfondazione, il centro del ragionamento economico è l’individuo) Carl Menger, Grundsätze der Volkswirthschaftslehre (Principles of Political Economy) (1871); Austria (c’è l’utilità marginale, non c’è la matematica) Léon Walras, Élements d’économie politique pure (Elements of pure economics) (1874 -1877); Francia – Svizzera (Losanna) (c’è l’utilità marginale e la matematica ma non la produttività marginale, il centro della riflessione sono le relazioni di mercato)

W.S. Jevons (1835 – 1882) Infanzia e adolescenza: dalla prosperità dell’infanzie alle difficoltà della giovinezza (crisi commerciale del ferro e bolla delle ferrovie) Esperienza australiana (impero britannico) e progetti per lo studio sistematico dell’uomo e della società (da affrontare con metodo scientifico, fiducia nei dati numerici) Ritorno in Gran Bretagna e nuova carriera: dagli esordi difficili al riconoscimento definitivo (The coal question, 1865, i limiti dello sviluppo dopo che ne aveva già parlato Malthus) Theory of political economy (polemica verso le tesi ricardiane) e tentativo di fondare l’economia sul calcolo dei piaceri e delle pene (confronto con l’utilitarismo di Jeremy Bentham che ammette i confronti interpersonali di utilità) Saggio biografico di Keynes per saperne di più

Teoria dell’economia politica (cenni) Centralità dell’idea di utilità totale come funzione continua e derivabile e di utilità marginale decrescente per spiegare il comportamento dei consumatori (grado finale di utilità). Il problema della misurabilità dell’utilità (scienza è misura di fenomeni osservabili contro la tradizione inglese di Mill e la fiducia nell’introspezione) Dalla domanda di merci deriva la produzione, che a sua volta porta alla domanda di lavoro (rifiuto della teoria del valore lavoro ma riconoscimento che il lavoro influenza l’offerta e quindi l’utilità). Equilibrio dello scambio (prezzo relativo di due merci = reciproco del rapporto fra le due utilità marginali)

Il mercato secondo Jevons Il mercato come luogo dove s’intrecciano rapporti di scambio bilaterali e multilaterali (trading bodies, salto logico dall’individuo al mercato) in condizioni di trasparenza cioè di conoscenza diffusa delle condizioni di domanda e di offerta, insieme a omogeneità e divisibilità della merce, libertà di accesso agli scambi (come per i classici) Legge d’indifferenza del prezzo in un mercato: «non può esservi che un solo prezzo per una stessa merce» Lo scambio come proiezioni di un comportamento razionale (massimizzazione dell’utilità) più che di una tendenza umana naturale al baratto Commistione tra l’idea di mercato e quella di concorrenza perfetta (un passo indietro secondo Stigler)

C. Menger (1840 - 1921) Marginalismo: la scuola austriaca (cenni) Criterio atomistico e derivazione della funzione di domanda a partire dall’utilità marginale decrescente (a differenza di Jevons che non definisce esattamente la relazione tra i due concetti, pur considerandoli entrambi) Estensione del principio marginale dal mercato dei beni a quello dei fattori produttivi (passaggio essenziale sulla via dell’equilibrio economico generale) Superamento della nozione di sovrappiù e della teoria delle distribuzione dei classici in favore di una distribuzione basata sull’uguaglianza tra saggi di remunerazione e produttività marginale dei fattori

L. Walras (1834 - 1910) 1834-1870: studi (lettere, ingegneria), interesse per la scienza sociale e primi studi, esordi difficili nel mondo del giornalismo 1870-1892: Losanna, Cattedra di Economia politica e affermazione graduale nel mondo degli studi con la volontà di fondare l’economia politica matematica (ostilità del mondo francese ancora legato alla scuola storica) 1892-1904: Elementi d’economia politica pura, pubblicazioni e scambi scientifici 1904-1909: riconoscimento tardivo Nota biografica di Schumpeter per saperne di più

Individui, mercato, concorrenza (1) Dimostrazione che il mercato porta alla concordia generale, questo è l’equilibrio generale. Lo scambio mette d’accordo tutti e porta al miglioramento del benessere di tutti. Il significato complessivo dell’opera di Walras: «l’economia è una rete di mercati, in cui ogni elemento (merce, fattore della produzione ecc.) e ogni soggetto (consumatore, imprenditore, proprietario delle risorse) acquista significato soltanto nella sua mutua relazione con tutti gli altri, e che l’insieme di tali relazioni è qualcosa di coerente e ordinato, una «struttura», potremmo dire, di cui si possono descrivere in modo obiettivo, cioè scientifico, i modi e le condizioni di funzionamento» (Ingrao e Ranchetti 1990, p. 274)

Individui, mercato, concorrenza (2) Comportamento dell’individuo razionale (massimizzante) come punto di partenza nella costruzione di una teoria economica «pura» (criterio del «vero), distinta dall’economia «sociale» (criterio del «giusto») e dall’economia applicata (criterio «dell’utile»). I tre ambiti dell’economia e i tre volumi conclusivi di Walras (v. ricordo di Schumpeter). Gli individui come atomi spinti da forze (massimizzazione) all’interno di un campo (analogie con la fisica meccanica) il cui comportamento può essere spiegato da teorie astratte formulate con linguaggio matematico (ammirazione per Cournot) Le azioni individuali e la metafora dei piccoli passi per giungere sulla sommità di una collina (applicazione al caso del consumatore che si trova in partenza con un paniere sub-ottimale)