Il mercato nel pensiero economico Lezione 4 Smith e Ricardo (1)

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Transcript della presentazione:

Il mercato nel pensiero economico Lezione 4 Smith e Ricardo (1) Paolo Paesani DEF Tor Vergata

Riferimenti biografici Nasce il 5 giugno del 1723 [giovane di famiglia modesta «che il cielo nella sua ira ha colpito con l’ambizione»] Studia a Glasgow (1732-1737) e Oxford (1740-1746) [formazione di un giovane intellettuale brillante] Professore di retorica e Edimburgo (1748-1751, amicizia con Hume) e di Filosofia morale a Glasgow (1751-1764) [the absent-minded professor] Nel 1759, Smith pubblica la Teoria dei sentimenti morali [esploratore dell’animo umano, delle emozioni, degli affetti, delle motivazioni delle passioni] Viaggio in Francia (1764-1766, incontro con gli illuministi e i fisiocratici) e dieci anni di ricerche che portano nel 1776 alla pubblicazione della Ricchezza delle nazioni Dal 1778 al 1790 Commissario alle dogane

Il contesto culturale Illuminismo scozzese Riflessione sul progresso della società nella sua dimensione, politica, sociale, etica, istituzionale, giuridica, storica ed economica (filosofia morale = scienze umane) Emancipazione dalla religione e quindi bisogno di costruire qualcosa di altyernativo Possibilità di studiare il comportamento umano anche applicando il metodo delle scienze naturali (Hume) Visione dell’uniformità tra gli uomini (benessere della nazione come benessere della collettività, anticipazione dell’homo oeconomicus), tra interessi individuali e benevolenza nei confronti degli altri La società come una «bella e nobile macchina» che può essere migliorata attraverso un sperimentazione costante La socialità come dimensione fondamentale della vita umana.

Il contesto economico Trasformazione della società da agricola (sussistenza, scarsità) a industriale (guadagno, producibilità) Dal controllo statale delle attività economiche (e del lavoro) all’inizio del mondo della libertà individuale e della concorrenza basato sulla centralità dei prezzi e del mercato. Ovviamente tutto questo è rivoluzionario per il mondo anglosassone (les economistes sono in Francia non in UK) che recepisce più facilmente i discorsi a favore del free trade come strumento per arrivare alla ricchezza di tutti. Discorso più complesso la questione della liberalizzazione del prezzo del grano (il prezzo più importante del tempo, il prezzo della sopravvivenza). Liberalizzare o no il mercato del grano? Esiste un ordine in tutto questo? Dove porta? Quale ruolo gioca il mercato al suo interno? Le grandi domande tipiche di un economista classico

La ricchezza delle nazioni PRD/POP=(PRD/LPR)(LPR/POP) PRD/LPR = produttività del lavoro Dipende dalla divisione del lavoro e dall’estensione degli scambi e dei mercati (es. fabbrica degli spilli) LPR/POP = Quota dei lavoratori produttivi sul totale della popolazione Definizione di lavoro produttivo (fisiocratici, Smith) L’accrescimento della quota dipende dall’esistenza del sovrappiù e da come viene impiegato (accumulazione di capitale) Considerazioni generali Lavoro, capitale e terra e rispettivi saggi di remunerazione Il lavoro come base della creazione di valore (prodotto sociale) La ricchezza delle nazioni non coincide con l’oro e l’argento accumulati nel Tesoro dello Stato, né si limita al contributo che può derivare da un agricoltura sviluppata (di cui comunque Smith riconosce l’importanza)

Divisione del lavoro e mercato (1) La suddivisione di un’attività economica complessa in una sequenza di azioni più semplici svolte separatamente (divisione del lavoro) accresce la produttività del lavoro per tre ragioni: 1) eseguendo ripetutamente la stessa mansione il lavoratore acquisisce destrezza e rapidità di esecuzione (si chiamerà learning by doing nella teoria della crescita endogena v. dopo); 2) assegnando mansioni specifiche a persone diverse si evita che i lavoratori perdano tempo nel passare da una mansione all’altra; 3) suddividendo la produzione in fasi distinte è possibile utilizzare macchinari ad hoc, adatti alle singole fasi del processo produttivo, aumentando la produttività del lavoro. La divisione del lavoro fa sì che il suo impiego sia caratterizzato da rendimenti crescenti e costi unitari decrescenti all’aumentare della quantità prodotta.

Divisione del lavoro e mercato (2) La divisione del lavoro trova un limite nelle dimensioni del mercato dei beni per almeno due motivi. Primo, se ogni lavoratore si specializza nello svolgimento di alcune mansioni e e nella produzione di un solo tipo di beni, dovrà affidarsi allo scambio e al mercato per procurarsi i beni di cui ha bisogno e che non è (più) in grado di produrre da sé. In assenza di un mercato del genere, gli individui sono obbligati a continuare a svolgere molti lavori diversi e ciò limita le possibilità di specializzazione e gli incrementi di produttività che da questo derivano. Secondo, con il progredire della divisione del lavoro è necessario che la domanda di beni cresca insieme all’offerta, pena il manifestarsi di eccedenze nella capacità produttiva, che provocano disoccupazione e riduzione di prezzi e profitti. È il problema degli sbocchi che porta alla formulazione della legge di Say (v. dopo).

Il sistema economico secondo Smith Il prodotto annuale si divide in due parti, la parte principale è utilizzata per reintegrare il capitale utilizzato nel corso dell’anno (compresi i salari anticipati ai lavoratori). La parte restante, il surplus, comprende i profitti interamente reinvestiti e le rendite e viene consumata o risparmiata. L’acquisto di beni e servizi da parte dei percettori di rendite e profitti serve a mantenere i lavoratori improduttivi (es. servitori). Il risparmio accresce il capitale disponibile che viene utilizzato per sostenere e accrescere i ranghi dei lavoratori produttivi, sia nel settore agricolo che in quello manifatturiero, da cui dipende il valore del prodotto nell’anno successivo.

Valori di scambio e prezzi di mercato (1) Valore di scambio = prezzo naturale = prezzo che consente di remunerare lavoro, capitale e terra ai rispettivi saggi naturali; dipende dalle caratteristiche del processo produttivo (costo di produzione) e dai saggi di remunerazione (connessione fra …) Prezzo di mercato = prezzo effettivo al quale la merce viene effettivamente venduta; dipende da fattori contingenti e tende a muoversi verso il prezzo naturale grazie alla libera concorrenza. Domanda effettuale = Quantità che i compratori sono disposti ad acquistare al prezzo naturale. La quantità effettiva può essere maggiore o minore della domanda effettuale per fattori accidentali. Nel primo caso il prezzo di mercato è maggiore di quello naturale, nel secondo caso è minore. In Smith non ci sono funzioni di domanda e offerta, c’è un punto!

Valori di scambio e prezzi di mercato (2) La divergenza tra prezzo di mercato e prezzo naturale si riflette in una divergenza tra tasso di profitto effettivo e tasso di profitto naturale e mette in moto un meccanismo di aggiustamento di tipo competitivo. Questo meccanismo vede il capitale (monetario) muoversi dai settori (relativamente) poco redditizi a quelli (relativamente) molto redditizi. Nei settori (relativamente) poco redditizi, la quantità prodotta si riduce, il prezzo di mercato (inizialmente basso) tende a salire verso il livello naturale (insieme al tasso di profitto). Nei settori (relativamente) molto redditizi, la quantità prodotta aumenta, il prezzo di mercato (inizialmente alto) tende a scendere verso il livello naturale (insieme al tasso di profitto). L’esito finale dell’aggiustamento è il massimo benessere per la collettività.

L’idea di concorrenza La visione della concorrenza di Smith corrisponde, più che una forma di mercato, a un’idea di libertà di accesso ai mercati e di rivalità tra i produttori alla ricerca del massimo profitto. Concorrenza (elasticità dell’offerta), monopolio (offerta inelastica e fattore di scarsità che tiene la quantità prodotta al di sotto della domanda effettuale)