L’ETÀ DI PERICLE Unità 4 | La Grecia classica Lezione 10 M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
L’età di Pericle Negli oltre trent’anni del suo governo Atene: Pericle, uno dei più grandi statisti della Grecia antica, guidò Atene dal 460 a.C. fino alla morte, avvenuta nel 429 a.C. Negli oltre trent’anni del suo governo Atene: raggiunse l’apice della propria potenza economica; completò il processo di costruzione della propria democrazia; in campo artistico raggiunse un livello di eccellenza assoluto. Gli anni del suo governo sono comunemente detti l’età di Pericle. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Pericle Pericle nacque attorno al 495 a.C. La sua famiglia era una delle più nobili di Atene, ma schierata da sempre col partito democratico. Educato dai migliori filosofi del tempo divenne un ottimo oratore: i suoi avversari dicevano di lui: «portava nella lingua un fulmine tremendo». Gli avversari ne riconoscevano la morigeratezza: evitava i lussi, viveva in una casa modesta analoga a quella degli altri cittadini ateniesi. I nemici lo prendevano in giro per la testa molto lunga che ricordava la forma di una cipolla. Secondo Plutarco gli scultori ritrassero Pericle sempre con l’elmo in testa per non far apparire questo difetto. Busto di Pericle realizzato dallo scultore Cresila. (Londra, British Museum) M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Pericle e Aspasia Pericle si legò sentimentalmente ad Aspasia, un’eterea proveniente da Mileto e dalla quale ebbe un figlio. Aspasia era una donna intelligente e colta, ma l’amore tra Pericle e Aspasia fu oggetto di forti critiche da parte degli ateniesi. Nel tentativo di danneggiarlo, i suoi avversari accusarono Aspasia di empietà ma Pericle, con un discorso appassionato, ottenne la sua assoluzione. Gli avversari di Pericle attaccarono anche altri suoi collaboratori e amici: il filosofo Anassagora fu costretto all’esilio, mentre lo scultore Fidia, accusato di aver rubato l’oro destinato alla statua di Atena, fu costretto a provare la propria innocenza. Testa di una statua di Aspasia. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
I primati dell’Atene di Pericle Primato economico Atene divenne il principale porto del Mediterraneo. Il sistema democratico ateniese giunse al suo compimento. Primato politico Lo sviluppo delle arti figurative, del teatro e della filosofia resero Atene un modello a cui si ispirarono anche per i secoli a venire. Primato culturale M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il primato economico di Atene Il porto del Pireo venne ingrandito e diventò il più importante scalo del Mediterraneo. Atene, grazie alla vittoria sui Persiani e alla formidabile flotta di triremi, controllava i commerci nell’Egeo. Mercanti ateniesi erano presenti in tutti i porti del Mediterraneo: nell’Italia meridionale come in Siria e in Egitto. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il compimento della democrazia Le riforme di Pericle portarono a compimento lo sviluppo del sistema democratico di Atene, raggiungendo l’isonomia tra i cittadini. La carica di stratega continuò ad essere elettiva ma aumentò il numero delle cariche assegnate per sorteggio. Aumentarono le possibilità per contadini e artigiani di ricoprire cariche pubbliche. I magistrati e chi partecipava alle assemblee riceveva una ricompensa in denaro. Contadini e artigiani potevano partecipare alla vita politica della polis senza subire un danno economico. Dai diritti di cittadinanza continuarono a restare esclusi stranieri, donne e schiavi. Inoltre, Pericle stabilì che erano cittadini solo coloro che avevano entrambi i genitori ateniesi. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il primato culturale di Atene Pericle nutriva un vivo interesse per la cultura: il commediografo Sofocle e lo scultore Fidia erano suoi amici personali. Per Pericle Atene doveva primeggiare tra le poleis greche anche in campo culturale, per questo volle in città artisti e letterati e fece ricostruire l’Acropoli, distrutta dai soldati di Serse durante la seconda Guerra Persiana. Nelle intenzioni di Pericle l’Acropoli doveva rappresentare sia l’eccellenza della cultura greca che il primato di Atene sulla Grecia. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
L’Acropoli di Atene Una rampa monumentale lunga 80 metri e larga 20 collegava la città all’Acropoli. Il portico monumentale dei propilei collegava l’area sacra. Il Partenone, il tempio dedicato alla dea Atena, misurava 69 metri per 30 ed era il più grande tempio di tutta la Grecia. Alla sommità dell’Acropoli sorgeva il tempio di Zeus. Ricostruzione dell’Acropoli. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il Partenone Le statue sui frontoni del tempio rappresentavano episodi della vita di Atena. Oggi queste statue sono conservate nei Musei di Atene, Londra e Parigi. Gli altorilievi sui lati rappresentavano la battaglia degli uomini contro le amazzoni, i centauri e i giganti. Questa guerra simboleggiava la vittoria della civiltà contro le barbarie, ossia la vittoria dei Greci contro i Persiani. Fregio con centauromachia. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
L’Atena Parthènos Nella cella del Partenone era custodita l’enorme statua di Atena Parthènos, la dea protettrice della città. La statua, realizzata da Fidia, era alta 12 metri, di legno ma interamente ricoperta di oro e avorio. Sullo scudo della dea erano rappresentate scene di battaglia: tra i personaggi Fidia aveva riprodotto se stesso insieme a Pericle. Nella mano destra Atena reggeva la Nike, la Vittoria, a indicare che sotto la sua guida Atene non sarebbe mai stata sconfitta. Atena Parthènos M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Le conquiste della civiltà greca Il primato culturale di Atene fu indiscutibile, noi stessi siamo debitori all’intera civiltà greca per la nascita del teatro, della filosofia, della medicina e della storia. Teatro di Dioniso ad Atene, VI -V secolo a.C. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il teatro Il teatro aveva un valore religioso: le rappresentazioni si tenevano in occasione delle feste religiose e spesso narravano miti riguardanti gli dei o gli eroi. Maschera teatrale per ruoli comici. (Atena, Museo Archeologico Nazionale) Il teatro aveva anche un valore civile ed educativo, i testi trattavano temi come la necessità di osservare le leggi o di rispettare la volontà degli dei. I teatri avevano una forma semicircolare: il palco era posto in basso così da garantire a tutti gli spettatori una buona visuale. La recitazione era riservata agli uomini che recitavano col volto ricoperto da maschere. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il teatro: i generi Le tragedie avevano un contenuto drammatico e affrontavano le grandi questioni filosofiche o civili. Le commedie erano testi comici e spesso trattavano temi attinenti alla politica o alle questioni interne alla vita della polis. Il coro interveniva commentando quanto gli spettatori stavano vedendo.. I commenti del coro servivano spesso per fornire al pubblico gli insegnamenti morali ricavabili dal testo. Rilievo con attori e Menandro. (Città del Vaticano, Musei Vaticani) M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La filosofia È l’indagine razionale sul mondo che ci circonda e su noi stessi: sulla nostra origine e sul nostro destino. La filosofia cerca di rispondere alle domande che l’uomo da sempre si pone. Cos’è la filosofia? Nasce nelle poleis greche dell’Asia minore tra V e VI secolo a.C. Quando e dove nasce? Le altre civiltà antiche tentavano di rispondere alle grandi questioni sull’uomo attraverso il racconto mitico. I greci sono i primi a non ricorrere a spiegazioni sovrannaturali, ma a cercare una risposta utilizzando la ragione e il senso critico. Perché costituisce una novità? Che conseguenze ebbe la nascita della filosofia? I greci applicarono i criteri dell’indagine razionale anche alle malattie e alle vicende umane. Nacquero così la medicina e la storia. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Medicina tradizionale La medicina Ippocrate, medico greco vissuto nel V secolo a.C., è considerato il fondatore della medicina; egli fu infatti il primo a sostenere che le malattie dipendono da fattori fisici e non da cause soprannaturali. Medicina tradizionale Medicina ippocratica La malattia ha origini soprannaturali. La malattia ha origini fisiche. Per guarire si deve ricorrere ad amuleti o a sacrifici agli dei. Il medico deve individuare le cause del male e intervenire su di esse. Il giuramento di Ippocrate «Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale» M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La storia Erodoto (ca. 484-425 a.C.) è considerato il fondatore della storia: nelle sue opere, ridusse lo spazio dedicato ai miti e alle leggende per cercare una spiegazione razionale agli avvenimenti della storia umana. Inoltre, non si limitò a narrare gli eventi bellici e le gesta dei re, ma estese la propria analisi anche ai modi di vivere e alla cultura delle civiltà antiche. Erodoto fu dunque il primo a capire che la storia non è solo il racconto delle guerre e delle battaglie, ma è soprattutto storia delle civiltà umane. Busto di Erodoto. (Napoli, Museo Archeologico Nazionale) M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018