SOCIAL NETWORK.

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Transcript della presentazione:

SOCIAL NETWORK

SOCIAL NETWORK Con l’espressione social network si identifica un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro.

A CHE COSA SERVONO? I social network, nati alla fine degli anni novanta e divenuti molto più popolari nel decennio successivo, permettono agli utenti che li usano di creare un appropriato profilo utente, di organizzare una lista di persone con cui rimanere in contatto, di pubblicare un proprio flusso di aggiornamenti, e volendo, di accedere anche a quello altrui. Bisogna comunque dire che quest’ultimo aspetto dipende sia dal social network in questione, sia dalle opzioni di privacy che uno volutamente o meno decide di utilizzare.  

SOCIAL NETWORK È ormai noto a tutti lo sviluppo irreversibile e sempre maggiore dei social network e l’importanza che essi assumono nella nostra quotidianità per gli usi più svariati. Molto spesso si pensa che a farne uso siano gli adolescenti ma non è vero: ci sono molti adulti che usano i social per fare pubblicità al proprio negozio e alla propria azienda, organizzare eventi o conoscere la propria anima gemella...

PRO E CONTRO Pro: facilità di comunicazione se ne può usufruire da casa, scuola ecc.. informazioni velocissime

PRO E CONTRO Contro: pubblicazione di foto inappropriate isolarsi dal mondo reale perdere i rapporti con le persone dipendenza cyberbullismo

SOCIAL NETWORK

STORIA Dopo questo primo tentativo di Social Network (per inciso il termine Social Network non era ancora stato “coniato”), nel 2003, ancora una volta in America, nacque il termine “Social Network” grazie ad un nuovo social che prese molto piede in America: Friendster. La storia dei social network inizia nell’ormai lontano 1997 (per il mondo di internet si tratta di “secoli”), quando uno statunitense di nome “Ellison” lanciò il sito SixDegrees.com. L’obiettivo del primo social network fu quello di creare delle relazioni fra persone. In America in quel periodo nacquero diversi Social Network, fra cui Ryze, di Jonathan Abramsm, un Social network dedicato ai professionisti. E’ noto che il Social ebbe sin da subito un gran successo, tanto che Friendster non fu preparato a sopportare il numero di utenti e di richieste e le pagine, di conseguenza, erano molto lente nel caricamento. Dopo poco tempo gli utenti cominciarono a creare profili falsi, tanto che si parlò di “Fakester”, utenti che creavano questi profili e che desideravano più interazione. Friendster fu il primo social che mostrava le foto degli utenti ed il loro vero nome; permetteva di cercare persone e vedere il loro profilo per poi collegarsi alla loro rete.…

STORIA MySpace nacque nel 2003 e conteneva inizialmente un blog, dei giochi e l’oroscopo. Per colpa di un bug del sistema si poteva personalizzare ogni pagina a piacimento: quando in MySpace se ne accorsero videro anche che moltissimi utenti si divertivano personalizzando le pagine, coinvolgevano altri utenti, e MySpace stava prendendo la giusta piega, proprio per questo motivo il bug non fu mai risolto. Ed è proprio in quel periodo che molti utenti da Friendster si spostarono verso un altro social americano: MySpace, nato da Tom Anderson e Chris De Wolfe con uno scopo preciso: dare ai giovani uno spazio dove poter fare ciò che volevano. MySpace venne poi venduto nel 2005 per ben 600 milioni di dollari alla News Corporation di Rupert Murdoch e da quel momento in realtà MySpace è in caduta libera… (Oggi appartiene alla Specific Media).

STORIA Il 4 Febbraio 2004 nacque un nuovo Social Network: “The Facebook”, creato dall’appena diciannovenne Mark Zuckerberg. Il giovane Mark partì pensando ad un social network esclusivo che si basava sui profili reali: un sistema per restare in contatto con la gente conosciuta. In realtà all’inizio Facebook non aveva molte opzioni e funzionalità, le funzioni che lo renderanno il social network più popolato al mondo saranno l’applicazione foto con la funzione di tagging delle foto ed il news feed. Altro elemento che determinò la svolta di Facebok fu la trasformazione del Social in una piattaforma in grado di ospitare applicazioni di terze parti. Dopo ben due anni, il 15 luglio del 2006, durante un brainstorming, nacque l’idea di un servizio che permetteva di mandare brevi messaggi a piccoli gruppi: Twitter. Infine ci furono due Social Network a prendere larghissimo campo: Google+, il Social network di Google, lanciato nel 2011 e Pinterest, nato nel 2012.

SAFER INTERNET DAY Il 7 febbraio si celebra la giornata della sicurezza in Rete. Un progetto lanciato nel 2004 dall'Unione Europea. In oltre 100 città del mondo , Italia compresa, è l'opportunità per accendere i riflettori sulle vecchie e nuove insidie che i più giovani possono incontrare online. Conoscere il nemico è l'unico modo per difendersi La chiamano ''Generazione Z''. Sono tutti quei ragazzi nati tra la metà degli anni '90 e il primo decennio del nuovo millennio. Alcuni sono maggiorenni, altri poco più che adolescenti. Una cosa li accomuna: sono cresciuti tra smartphone, tablet, Internet e computer e non sanno che prima esisteva un'era in cui questi dispositivi non esistevano o non erano alla portata di tutti. Conoscono alla perfezione come funzionano ma, nonostante questo, non comprendono fino in fondo che insidie si possono nascondere dietro lo schermo.

Questo giorno è stato dedicato soprattutto ad Internet, il social più usato, che è ormai un punto di riferimento per bambini e adolescenti, uno “spazio virtuale” per confrontarsi, creare connessioni e interagire con il mondo. Tuttavia, se da un lato il Web rappresenta uno straordinario strumento di comunicazione, grazie al quale si aprono nuove opportunità e prospettive di aggregazione, dall’altro costituisce un terreno fertile per potenziali insidie e pericoli, dai quali troppo spesso i giovani non sono in grado di difendersi. L’intento della conferenza è stata di proseguire il confronto avviato con successo nelle precedenti edizioni del “Safer Internet Day”: l'attenzione è stata rivolta all’età evolutiva dei giovani, e all’elaborazione, con gli addetti ai lavori, di modelli concettuali ed operativi che siano al contempo efficaci e rispettosi delle fragilità proprie dell’infanzia e dell’adolescenza, nell’ottica incentrata su consapevolezza, competenze come fattori di competenza.

CYBERBULLISMO

CYBERBULLISMO Il cyberbullismo o ciberbullismo (bullismo online) è il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete.

https://youtu.be/ofpSxf75gMU FILMATO INTRODUTTIVO https://youtu.be/ofpSxf75gMU

TIPI DI CYBERBULLISMO -Flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum. -Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno. -Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network, etc.

TIPI DI CYBERBULLISMO -Sostituzione di persona: farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili. -Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici. -Minacce di morte

TIPI DI CYBERBULLISMO -Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione. -Cyber-persecuzione: molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura. -Doxing: diffusione pubblica via internet di dati personali e sensibili.

DIFFERENZA TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO Nel cyberbullismo vi è: Anonimato del molestatore; Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggistica istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi; Indebolimento delle remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale; Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici, il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo (WhatsApp, Facebook, Twitter, blogs, ecc.).

DIFFERENZA TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO Come nel bullismo tradizionale, però, il prevaricatore vuole prendere di mira chi è ritenuto "diverso", solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, abbigliamento ritenuto non convenzionale e così via, causando così danni psicologici, come la depressione o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni suicidarie. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ciò possa nuocere alla persona vittima di bullismo.

STATISTICHE SUL CYBERBULLISMO Il cyberbullismo è molto meno frequente di altre forme di bullismo attuate ''offline'' infatti corrisponde soltanto al 22,2% All'interno di questo sub-collettivo i ragazzi che sono stati vittime del cyberbullismo più volte al mese equivalgono al 5.9% (si parla di ragazzi dagli 11 ai 17 anni).

STATISTICHE SUL CYBERBULLISMO Le ragazze tra gli 11 e i 17 anni che sono vittima di cyberbullismo, regolarmente, equivalgono al 7.1% contro il 4.6% dei ragazzi; Circa il 7% degli 11-13enni dichiara di essere stato vittima una o più volte al mese di prepotenze tramite cellulare o Internet mentre la quota scende al 5,2% se la vittima ha un' età compresa tra 14 e 17 anni. Inoltre questi atti di bullismo non si fermano solo ''online'', infatti, 88% dei ragazzi vittima di cyberbullismo hanno subito azioni anche fuori dal web.

I PERICOLI DEI SOCIAL

UN NUOVO PERICOLO Fino a poco tempo fa i genitori si occupavano principalmente di proteggere i propri figli da alcool, droghe e altri fattori, ma adesso le cose sono cambiate; i genitori hanno paura dei social network. Il timore di non riuscire sempre a controllare l’accesso alle numerose informazioni che popolano i siti web, oggi si unisce alla diffidenza per le piattaforme virtuali che incoraggiano una condivisione di contenuti priva di filtri. 24

Ma facciamo un passo indietro… L’adolescenza è il periodo più importante per la definizione dell’identità del soggetto. Come sottolinea Erikson, il superamento della crisi d’identità tipica della fase adolescenziale richiede l’integrazione di una serie di componenti: di tipo personale, di tipo sociale e di tipo esperienziale. Questo ha delle ripercussioni sul processo di maturazione dell’identità del soggetto, esso può essere rallentato e ci sono effetti sui rapporti sociali e personali dell’adolescente.

Ovviamente l’interazione tra il mondo reale e il mondo virtuale è bidirezionale, il risultato è un’interrealtà nella quale l’uomo è in grado di controllare e modificare la sua e le altrui identità sociali in maniera totalmente nuova rispetto al passato.

Un secondo aspetto critico è l’“analfabetismo emotivo” Un secondo aspetto critico è l’“analfabetismo emotivo”. Un fattore di incremento dell’analfabetismo emotivo è l’utilizzo massiccio dei media che favoriscono un modello di relazioni mediate, privando il soggetto di quegli script utili alla lettura e l’applicazione dei comportamenti sociali. A venir meno è soprattutto la capacità di riconoscere le emozioni dell’altro e, di riflesso, di comprendere le proprie; ciò in prima istanza porta al disinteresse emotivo.

I ragazzi che comunicando spesso tramite la tecnologia hanno disimparato a riconoscere la ricchezza della comunicazione diretta. Certo è che il social network spesso facilita l’espressione di sé, abbattendo il timore del giudizio immediato. Svelare se stessi ad un social network in ogni caso non offre la giusta ricompensa relazionale: l’uomo è fatto di emozioni e pensieri fluidi che vengono così bloccati. I pensieri e le emozioni di un adolescente sono ancor più fluidi, alla ricerca di risposte e conferme che sono frustrate dalla comunicazione mediata.

GLI HACKER Il pericolo non è però attribuito esclusivamente al social in sé, cioè, ci sono anche delle persone a cui può essere attribuito. Stiamo parlando degli HACKER. L'hacker, in informatica, è un esperto di sistemi informatici e di sicurezza informatica in grado di introdursi in reti informatiche protette e in generale di acquisire un'approfondita conoscenza del sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze.

CURIOSITÀ SUI SOCIAL Un recente studio i un’università britannica ha rivelato, intervistando circa dei giovani tra i 14 e i 24 anni, quali siano i social network più pericolosi per la salute mentale. Il sondaggio ha concluso che Snapchat, Facebook e Twitter sono i più dannosi per il benessere delle giovani generazioni, e che Instagram lo è più di tutti. Tra i cinque social network più usati, solo YouTube è stato giudicato in grado di produrre un impatto positivo. Il motivo risiede nel fatto che queste piattaforme possono contribuire a creare sensazioni di ansia, depressione e solitudine, oltre a generare preoccupazioni di autostima su se stessi, la propria vita e il proprio corpo, oltre a favorire il bullismo e i pensieri suicidi.

I SOCIAL NETWORK PIÙ USATI Al primo posto dei social network più usati dagli italiani c’è YouTube, col 57% delle preferenze. Al secondo posto abbiamo Facebook usato dal 55% degli italiani. E infine al terzo posto abbiamo WhatsApp seguito da Instagram

BLUE WHALE Blue whale è nato in Russia qualche anno fa su Vkontakte, il social network equivalente di Facebook. È un “gioco”, se così possiamo chiamarlo, basato su una sfida che mette in competizione ragazzi dai 10 ai 17 anni che ha causato ben 157 morti.

BLUE WHALE L’ideatore del ‘gioco’ della morte “Blue whale” è Philip Budeikin, un giovane di 21 anni, studente di Psicologia, recluso in un carcere russo dal 2016. Il suo profilo sembra avvicinarsi molto a quello di un serial killer. Budeiken ha confessato di aver istigato almeno 17 adolescenti al suicidio per "purificare la società". Il macabro gioco si è già diffuso a macchia d'olio: dalla Russia ha raggiunto il Brasile, ma anche Francia e Inghilterra

IL ''GIOCO'' DELL'ORRORE Prende spunto dal fenomeno naturale dei cetacei che per diversi motivi possono finire per spiaggiarsi sulle coste con il rischio di non essere più in grado di rientrare in acqua, finendo quindi a morire per asfissia e disidratazione. I biologi hanno riscontrato che il fenomeno riguarda spesso gruppi interi di balene che nel tentativo di soccorrere un singolo esemplare in difficoltà incorrono nello stesso pericolo. Parliamo quindi di un fenomeno di massa, le similarità con gli effetti sui giovani ragazzi sono davvero numerose. Il ‘gioco’ consiste nell’attuare 50 azioni (una al giorno) come ‘preparazione alla morte’, che si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio. Queste regole quotidiane sono caratterizzate da autolesionismo (incidersi la pelle o tentare di tagliarsi le vene dei polsi con lamette) e da altre pratiche come guardare film dell’orrore per 24 ore continuative, ascoltare una particolare musica con video psichedelici e non dormire.

VIDEO SUL FENOMENO DELLA BLUE WHALE http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Blue-whale-il-gioco-della-morte-inventato-da-Philip-Budeikin-identikit-di-un-serial-killer-c9ba52ca-094d-445f-9476-f8d8f37f0647.html

STATISTICHE SULLE RISPOSTE DEGLI STUDENTI DEL LICEO DA VINCI, AL SONDAGGIO DA NOI IDEATO.

I dati raccolti sono stati trasformati in percentuali. Il sondaggio è stato somministrato agli studenti del biennio del liceo. Il campione è stato di 16 studenti di cui 8 ragazze e 8 ragazzi. I dati raccolti sono stati trasformati in percentuali.