أشّرعة السلام Vele per la Pace La Voce della Pace Viene dal Mare Esperienze di cooperazione e ricerca internazionali per la convivenza tra le culture, i diritti e lo sviluppo umano Peace Sails מפרשי שלום أشّرعة السلام Vele per la Pace Silvia Guetta
“La voce della pace viene dal mare” La pace non è pensata come assenza di guerra e neppure come soluzione conclusiva della guerra, ma assenza di violenza Educazione alla pace come educazione al benessere educare - formare alla cultura della pace favorendo la costruzione di strumenti per diventare agenti di cultura di pace
“La voce della pace viene dal mare” . “La voce della pace viene dal mare” La pace si fa costruendo insieme la rotta e il percorso da fare, si fa lavorando insieme, condividendo gli stessi spazi di vita, si fa comprendendo il valore e la bellezza della vita in ogni momento della nostra esistenza, si fa vivendo nel rispetto per se stessi e per gli altri. Sails for Peace promuove e sviluppa come vivere la pace attraverso l’esperienza del mare e la conoscenza del suo linguaggio. Essa stimola anche il dialogo intercullturale, i processi inclusivi dei gruppi che vivono sistuazioni di marginalità e sostiene l’empowerment delle donne e delle ragazze.
“La voce della pace viene dal mare” Coinvolgere gli educatori e tutti coloro che sono responsabili della gestione e della organizzazione dei sistemi educativi. Uno degli impegni di questa esperienza è stato quello di portare “grandi e piccoli” sulla stessa barca.
“La voce della pace viene dal mare” Nella nostra esperienza di educazione alla pace le metodologie RAP, Outdoor Education e Cooperative Learning si sono integrate per per favorire la costruzione di life skills necessarie per imparare a learning to live together e per sviluppare in modo olitico un educative and partecipatory approach
“La voce della pace viene dal mare” Esperienza di Sails for Peace permette di mettersi alla prova, sentire le proprie emozioni e avere fiducia in se stessi e negli altri, ma permette anche di esplorare quali dinamiche alimentano la costruzione dello stereotipo negativo dell’Altro ….la “convivenza marina”, la condivisione di esperienze quotidiane in uno spazio neutro, aiutano a modificare le percezioni sociali e culturali… e il nemico diventa amico.
“La voce della pace viene dal mare” La ricerca come strumento imprescindibile nell’ambito della realizzazione dei diritti di bambini e adolescenti L’educazione come un potente strumento di progresso, integrazione e coesione sociale L’educazione come strumento di prevenzione trasversale per prevenire molti fenomeni come: child-trafficking, child labour, children in armed conflict, sexual explotation. Soprattutto l’educazione basata sui diritti per sostenere il cambiamento sociale nei contesti dove sopravvivono forti discriminazioni di genere, etnia, religione, abilità e quindi emarginazione, fattori di incremento della vulnerabilità sociale. L’obiettivo finale dell’empowerment di bambini e adolescenti attraverso l’educazione per permettere loro di costruire il loro futuro sulla base di libere scelte. L’importanza di sostenere la ricerca e l’educazione basata sui diritti (rights-based education)
“La voce della pace viene dal mare” e le buone pratiche in educazione da vari contesti nel mondo: Il Sistema di Educazione Personalizzata, implementato con successo in alcuni Paesi dell’America Latina, nelle scuole primarie e multigrado dei contesti rurali; L’esperienza del modello di autogestione in educazione del movimento ebraico giovanile in Messico, come risorsa per la formazione di bambini, adolescenti e giovani, nell’ambito dell’educazione non formale; L’esperienza del programma Educa a tu hijo a Cuba, rivolto ai bambini da 0 a 6 anni, che vivono in zone rurali e montuose, prive di servizi istituzionali pre-scolari. L’esperienza delle scuole comunitarie in Brasile, dove l’educazione dei bambini è incentrata sull’autostima, sulla responsabilità e per il superamento delle discriminazioni e dell’emarginazione sociale esistenti nel contesto locale. Inoltre RIFLESSIONI SU: Le problematiche di genere e la condizione di marginalizzazione e di mancanza di accesso a molti servizi, vissuta in Ecuador dal gruppo etnico degli afroecuadoriani e, in modo particolare, dalle bambine, ragazze e donne. La riflessione sulla condizione dell’adolescenza in Mozambico, tra modelli culturali tradizionali e fenomeni di globalizzazione, che premono sulle scelte dei più giovani, alimentando il loro immaginario verso la spinta all’emigrazione. Altri contributi di ricerca nei diritti umani, intercultura e sviluppo umano da: Guatemala, Macedonia, Israele e West Bank, Cuba, Brasile, Nicaragua.