Dalla comunicazione non-verbale alla multimodalità

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Transcript della presentazione:

Dalla comunicazione non-verbale alla multimodalità Francesca Alby

Comunicazione e CONTESTO (3 livelli) Macro (organizzativo/culturale) Meso (gruppo) Micro (interazione) Comunicazione e CONTESTO (3 livelli)

Comunicazione e CONTESTO (3 livelli) Macro (organizzativo/culturale) Meso (gruppo) Micro (interazione) Comunicazione e CONTESTO (3 livelli) Condotta corporea

Comunicazione «non verbale» Etichetta in parte superata, è una nostra categoria (le persone non dicono ‘ora ti comunico questo’) Contesto culturale Discorsi e condotte corporee acquistano senso in relazione a contesti culturalmente organizzati Multimodalità Risorse semiotiche si combinano in configurazioni e costruiscono il significato in modo reciproco Embodiment interazione nel mondo materiale e culturale (artefatti, inscrizioni, spazio, infrastrutture…)

Tradizioni di ricerca sulla comunicazione “non verbale” Per la prospettiva della psicologia cognitiva i gesti sono ‘una finestra sulla mente’ e sono considerati parte dei processi mentali individuali (McNeill, 1992; McNeill & Duncan, 2000). In questo caso l’interesse è per capire l’origine dei gesti e la loro interrelazione con il linguaggio all’interno dei processi mentali individuali. Il punto di vista adottato è quindi individuale e intra-psicologico. Per la prospettiva socio-culturale invece i gesti sono studiati per capire la funzione che hanno in contesti quotidiani di interazione sociale. O come artefatti che ‘ancorano’ il pensiero simbolico e altri processi cognitivi all’ambiente materiale e sociale. Il punto di vista è inter-psicologico e l’obiettivo è capire il contributo che i gesti danno, insieme ad altre risorse semiotiche, alla costruzione delle azioni sociali congiunte (Streek, 1996; Jones & LeBaron, 2002; Heath, 2002; LeBaron & Streeck, 2000; Goodwin, 2000b, 2003a, 2003b; Kendon, 2000).

In questa prospettiva l’attenzione non è quindi sul gesto in sé o sulla sua forma stabile ma sul contributo di significato sempre differenziato, situato e localmente definito e ridefinito che può dare alla co-costruzione dell’azione sociale e della cognizione- in-interazione. Separazione fra verbale e non verbale considerata artificiale (Kendon 1972)

Embodied interaction Negli anni 80 una serie di studi empirici (Goodwin, Heath) ha dimostrato come discorso e condotta corporea sono fenomeni interdipendenti, non modi di comunicazione separabili Tradizione di ricerca la cui storia e contributo teorico è raccolta in un compendio edito da Streeck, Goodwin e LeBaron 2011

Videoregistrazioni di interazioni in contesti ‘naturali’ (quotidiani) Negli anni 80 si diffonde anche l’uso dei video…

Psicologia moderna e Psicologia post-moderna Psicologia come scienza della natura fondata sulla sperimentazione…persegue l’ideale di un sistema descrittivo ed esplicativo formale e matematico Metodo sperimentale A-contestuale Cerca l’invarianza e la generalizzabilità, riduce Individuo come unità di analisi Psicologia come scienza fondata sull’interpretazione…pensiero narrativo, si dà conto del processo di costruzione della realtà Metodo osservativo Situata in contesti di attività qutidiana Mantiene la complessità, cerca la variabilità Individui-in-interazione/gruppi come unità di analisi

Gesti nella ricerca sperimentale

Gesti in contesti di attività quotidiana

Creare rappresentazioni che vi permettono di vedere i fenomeni che vi interessano Imparare a vedere in modo professionale (fenomeno di interesse) Notare i deittici ‘it’ ‘one’ ‘there’. Uso di gesti indessiciali per ‘rsolvere’ i rieirirmneti deittici linguistici Uso di lettere e linee per mostrare la corrispondezna temporale di azione e discorso

Fenomeni di interesse: Visione periferica ( Attirare l’attenzione attraverso l’azione) Participation framework. Trascritto diviso in frammenti posizionati accanto alle immagini