PAOLA ANGILERI 2a L’inquinamento
L'inquinamento ambientale è costituito dall'immissione di sostanze inquinanti nell'ambiente naturale, causando gravi squilibri nell'ecosistema, danni spesso irreversibili, e conseguenze negative per la salute degli esseri viventi, piante e animali, uomo compreso L’inquinamento
Aumentano i rifiuti di plastica nei mari e negli oceani La quasi totalità dei rifiuti galleggianti è costituita da plastiche (99,9%), per circa tonnellate distribuite su di un'area di 1,6 milioni di chilometri quadrati (circa un decimo della superficie dell'intero Pacifico): è una quantità ben 16 volte superiore a quanto finora stimato. Le misure riportate dal lavoro sono state ottenute grazie ai satelliti e alle campionature effettuate da 18 speciali imbarcazioni attrezzate con 652 reti.
L'ETÀ DELLA PLASTICA. L'analisi delle campionature ha rivelato che il 75% del materiale deriva da detriti con un diametro superiore ai 5 centimetri proveniente da contenitori, bottiglie, coperchi, cavi, reti da pesca e nastri da imballo. Questo lavoro ha permesso anche di risalire all'anno di provenienza di parte dei rifiuti: in una campionatura di 50 pezzi, per esempio, ce n'erano uno del 1977, sette degli anni Ottanta, 14 degli anni Novanta, 24 del Duemila e 1 dell'ultimo decennio. Un'altra parte del problema sono le microplastiche, ossia le particelle minute di plastica, micidiali per la fauna (perché i pesci se ne nutrono) e ormai ingrediente comune dell'intera catena alimentare. Sono l'8% della massa totale di plastica dispersa in mare, ma ben il 94% dei miliardi di pezzi che fluttuano sugli oceani. Le microplastiche si stanno accumulando a un ritmo impensabile pochi anni or sono: negli anni Settanta se ne raccoglievano 0,4 chilogrammi per chilometro quadrato, oggi si è arrivati a 1,23 chilogrammi per chilometro quadrato. La distribuzione della plastica nei mari, espressa in grammi su chilometro quadrato (g/kmq).
PIÙ PLASTICA CHE PESCI. Un quadro, questo, che conferma i dati riportati da un recente documento dell'UNEP (United Nations Environment Programme) dove si afferma che ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Oggi si produce 20 volte più plastica che negli anni Sessanta (di cui un terzo per gli imballaggi) e se non si metterà freno alla situazione entro il 2050 la massa di plastica negli oceani supererà supererà in peso quella tutti i pesci dei mari, mentre il 99% degli uccelli marini avrà ingoiato quantità più o meno elevate di plastiche. inquinamento, garbage patch, isole di plastica, isola di plastica del pacifico, pacific trash vortex La mappa dei fiumi di plastica (dallostudio di Nature). La sigla MPW indica mismanaged plastic waste, rifiuti di plastica mal gestiti.
IL PROGETTO DELL'ESA. Per il monitoraggio delle plastiche l'ESA ha avviato il programma Remote Sensing for Marine Litter. Spiega Paolo Corradi, dell'ESA, che «con i satelliti abbiamo la possibilità di realizzare mappe dettagliate delle correnti oceaniche e quindi di simulare al computer i percorsi e le aree dove va ad accumularsi la plastica nell'Oceano Pacifico e negli altri mari del mondo. Dai satelliti non si potrà fotografare la plastica galleggiante, ma riusciremo a identificare una "firma spettrale" di questi materiali, con un sistema simile a quello che permette di identificare le concentrazioni di fitoplancton, dei sedimenti sospesi e di vari inquinanti marini».
Anche il Mediterraneo ha le sue isole di plastica Sarà uno strumento prezioso per vedere quale strada fanno i rifiuti, dove si concentrano e, da questi dati, tentare programmi di pulizia. Tuttavia, nel tempo è innanzi tutto necessario ridurre l'uso di plastica e migliorare di molto ciò che facciamo per smaltirla.