S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Elaborato presentato per il conseguimento dell’Abilitazione all’insegnamento nella Classe di concorso C310 -

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Transcript della presentazione:

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Elaborato presentato per il conseguimento dell’Abilitazione all’insegnamento nella Classe di concorso C310 - LABORATORIO DI INFORMATICA INDUSTRIALE Relatore: Prof. Roberto GROSSI Candidato: Prof. Salvatore CIANCIABELLA (matr )

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) 1.2Struttura della lezione CAPITOLO 2 CONTENUTI 2.1 Che cosa si intende per «OpenSource» 2.2Radici storiche e cultura hacker 2.3Stallman e il Free Software 2.4Vantaggi e svantaggi del software libero CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA RAGIONATE

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) L’utilizzo del free software e dell’open source offre vantaggi sia per la didattica che per l’amministrazione pubblica in quanto: 1.l'uso del software libero permette di risparmiare il costo delle licenze con un utilizzo più intelligente delle risorse finanziarie a disposizione. 2.Chi usa questo software non necessita di piratare il software, educando naturalmente alla legalità.

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) 3.Il software libero permette di padroneggiare la tecnologia, mettendo a disposizione il codice sorgente, realizzando così il sogno di ogni insegnante: avere il controllo di ciò che insegna. La scuola può modificare il software e adattarlo alle proprie esigenze: non è la didattica in funzione del software ma il software in funzione delle esigenze didattiche. 4.Il software libero è notoriamente più stabile e sicuro del software proprietario, permettendo anche qui delle grosse economie.

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) 1.2Struttura della lezione Dove si colloca: Ad inizio programmazione: dopo la lezione sul software e la loro classificazione in base alle funzioni (software di base e applicativi) e al sistema di distribuzione (software proprietario e free software).

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) 1.2Struttura della lezione La lezione, della durata di 2 h circa, è così strutturata: I.Brainstorming su open source e free software. II.Esposizione dei contenuti utilizzando un programma di presentazione (non necessariamente Power Point, possibilmente LibreOffice Impress) III.Presentazione di video tratti da film-documentari (come ad es.: Revolution OS I e II del giornalista, informatico e psicologo cognitivista Arturo Di Corinto). IV.Spazio per interventi dei corsisti e riflessioni. V.Conclusioni e de-briefing, focalizzando e puntualizzando gli elementi essenziali della lezione.

Riconoscete questo programma?

Software Open e Free Software OpenSource 1.CHE COSA SI INTENDE PER OPENSOURCE PROGRAMMA: insieme di istruzioni per far sì che il computer svolga determinate funzioni. Il computer “ragiona” in sistema binario in cui ogni informazione deve essere codificata in una serie composta da sole due cifre: “0” e “1”. Il programmatore scrive il programma in un determinato linguaggio, dopo di che un altro programma (chiamato COMPILATORE) trasformerà automaticamente durante l’istallazione le istruzioni in linguaggio binario rendendole così assimilabili da parte del computer.

Software Open e Free Software OpenSource 1.CHE COSA SI INTENDE PER OPENSOURCE Il codice binario viene denominato “CODICE OGGETTO”, mentre il codice con cui è stato sviluppato il software rappresenta il “CODICE SORGENTE”, comprensibile e modificabile da qualunque programmatore che conosca il determinato linguaggio informatico usato. ‘Sorgente’ in Inglese si traduce ‘source’ e sottintende in un'unica parola il sostantivo ‘codice’: è per questo che, per trasposizione, nel gergo corrente italiano è più facile trovare ‘il sorgente’, unendo un articolo maschile con un sostantivo femminile in quanto si fa riferimento al ‘codice sorgente’.

Software Open e Free Software OpenSource 1.CHE COSA SI INTENDE PER OPENSOURCE La traduzione letterale di ‘open source’ diviene dunque ‘sorgente aperto’ (e non ‘sorgente aperta’). L’aggettivo ‘open’ sta a significare che il codice sorgente rimane accessibile a chiunque voglia intervenire sul programma, correggerne gli errori (detti in gergo ‘bug’) sorti durante la sua compilazione, aggiornarlo, perfezionare le sue funzioni, oppure semplicemente studiarne i meccanismi e prendere spunto per altri programmi.

Software Open e Free Software Radici storiche 2.RADICI STORICHE I primi calcolatori comparvero già nei primi anni 50; rimasero operanti a livello di università e centri militari. Nel 1969, la prima ristretta comunità hacker venne costretta (dalla rivoluzione culturale in atto in quel periodo) ad uscire dal suo originario isolamento nelle università e nei centri di ricerca e ad affacciarsi al mondo reale.

Software Open e Free Software Radici storiche Sistema operativo Unix. Sviluppatore dei laboratori Bell: Ken Thompson, prima generazione di hacker. Unix era il primo sistema operativo sviluppato in linguaggio C (un particolare linguaggio di programmazione) e non in linguaggio macchina (binario) ed era il primo a ricercare l’idea di portabilità e compatibilità.

Software Open e Free Software Radici storiche 1969: collegati per via telematica i nodi dei centri di ricerca informatici di quattro grandi università statunitensi (Los Angeles, Santa Barbara, Stanford, Utah): nacque così ARPAnet, riconosciuta da tutti come l’effettivo embrione dell’Internet dei nostri tempi.

Software Open e Free Software Radici storiche In questo periodo apparvero i primi computer in kit di montaggio. È sempre in questo periodo che si cominciò a sentir parlare di Bill Gates (il magnate di Microsoft) il quale ebbe il merito assieme a Paul Allen di aver utilizzato efficacemente il linguaggio Basic per rendere più semplice il funzionamento dei computer Altair.

Software Open e Free Software Radici storiche Nacque dunque nei primi anni 80 il concetto di personal computer: impegno degli hacker nel “liberare l’hardware”, venali interessi economici da parte delle imprese che iniziarono a sentire odore di affari. La International Business Machine infatti mise sul mercato il suo primo computer da tavolo chiamato appunto IBM-PC; in contemporanea la stessa scelta di marketing venne compiuta dalla Apple e dalla Atari.

Software Open e Free Software La cultura hacker Soffermiamoci ora sugli aspetti più rappresentativi dell’etica hacker. I principi di questa “filosofia sotterranea” hanno influito maggiormente sulle nuove istanze in fatto di copyright del software. 3.LA CULTURA HACKER

Software Open e Free Software La cultura hacker I PUNTI CARDINE di questa filosofia: libertà di accesso alle risorse; condivisione delle conoscenze e degli strumenti; cooperazione ed unità nella realizzazione dei progetti utili alla comunità; semplificazione sia a livello tecnico sia a livello burocratico; creatività: la progettazione, conoscenza dei sistemi informatici è considerata un’arte; onore e credibilità: senso dell’onore, della reputazione, della rispettabilità che pervadono la comunità hacker; presenza di un leader che si è guadagnato la credibilità con i meriti e l’anzianità; un proprio linguaggio originale formatosi con anni di strambe etimologie e distorsioni linguistiche (tratte magari da termini ultra-tecnici); spirito ironico e dissacratorio che fa apparire spesso come goliardiche anche le incursioni più fastidiose.

Software Open e Free Software - Stallman e il Free Software Richard M. Stallman, abile ed esperto programmatore indipendente, appartiene a quella prima generazione di hacker, è il primo a muoversi concretamente nella direzione del risveglio delle coscienze. 4.STALLMAN E IL FREE SOFTWARE Nel 1983 poteva già vantare: una laurea in fisica cum laude una decina d’anni d’esperienza come programmatore (nel 1971 era stato assunto nel laboratorio di Artificial Intelligence del MIT) Aveva avviato la prassi di distribuire gratuitamente e liberamente i suoi programmi, incoraggiando chiunque a modificarli e migliorarli: fu questa la sorte dell’Emacs, il diffusissimo programma di videoscrittura da lui stesso creato.

Software Open e Free Software - Stallman e il Free Software ribellione contro i nuovi criteri di diffusione del software; Stallman si sentiva l’ultimo vero hacker sopravvissuto al cambiamento del suo habitat naturale. Nel 1983 decide di abbandonare il MIT, per dedicarsi a progetti personali: primo fra tutti, la realizzazione di un sistema operativo di tipo Unix che fosse però dall’impostazione esclusiva del copyright e distribuibile liberamente: nasce il Progetto GNU, acronimo ricorsivo che sta per Gnu’s Not Unix (Gnu non è Unix) con un’espressa vena di antagonismo e di sfida.

Software Open e Free Software - Stallman e il Free Software Free Software Foundation organizzazione no-profit mirata alla raccolta di fondi, al coordinamento dei progetti e alla sensibilizzazione del popolo dell’informatica. verso la fine degli anni 80 il messaggio della Free Software Foundation (FSF) poté raggiungere gli hacker di vecchio stampo sparsi per il mondo, che erano rimasti anch’essi disorientati e isolati dal cambiamento. Richard Stallman, fu il primo a formalizzare il concetto di software libero. Tale software deve offrire alcune libertà fondamentali per essere considerato tale: Libertà 0, libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, senza vincoli sul suo utilizzo; Libertà 1, libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprio esigenze; Libertà 2, libertà di ridistribuire copie del programma; Libertà 3, libertà di migliorare il programma e di distribuirne i miglioramenti. Il software libero è accompagnato da una licenza che definisce in termini legali le libertà garantite.

Software Open e Free Software - Stallman e il Free Software Free Software Foundation Stallman decise che GNU non sarebbe stato di pubblico dominio. Fu scelto di proteggere il prodotto con un nuovo tipo di licenza, chiamata da Stallman e dai suoi collaboratori GPL (General Public Licence), che chiarisce in termini legali cosa gli utenti possono fare e non fare con il software. La licenza fu scherzosamente detta "copyleft", un gioco di parole fra il diritto d'autore ("copyright") e la contrapposizione dell'idea di Stallman ("right" significa anche "destra", mentre "left" che significa sia "sinistra", sia "concessione"). Il "copyleft" fu chiamato da Stallman "permesso d'autore", in modo da distinguerlo dal "diritto d'autore", concetto strettamente correlato con il copyright. Stallman riferendosi al «copyleft» afferma: «Il software è coperto da copyright e gli autori danno il permesso agli utenti di studiarlo, modificarlo, apportare dei cambiamenti. Ma quando lo ridistribuite dovete farlo a certe condizioni, né più né meno. In questo modo le persone a cui lo darete saranno in grado, se vorranno, di cooperare con gli altri utenti. In questo modo, dove va il software, va anche la libertà».

Software Open e Free Software L’arrivo di Linux Nel 1990 il sistema GNU era quasi ultimato: mancava ancora il "kernel", cioè l'insieme di programmi base che consentono la gestione delle risorse fondamentali come l'unità di calcolo e la memoria centrale. "Avevamo appena iniziato a lavorare sul kernel, quando arrivò Linus Torvalds", racconta Stallman. Linus Torvalds, uno studente ventenne dell'università di Helsinki, aveva sviluppato un kernel che qualcuno riuscì a far funzionare molto velocemente con GNU. 5.L’ARRIVO DI LINUX

Software Open e Free Software L’arrivo di Linux Linus aveva deciso infatti di creare un sistema simile ad UNIX, che aveva conosciuto presso l'università, per farlo "girare" sul suo nuovo computer. La sua "creatura" fu chiamata Linux, e dal 1996 ebbe come mascotte il simpatico pinguino chiamato "Tux".

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Tra i punti di forza dell’utilizzo del software libero si annoverano sicuramente: l’affidabilità, l’efficienza, la sicurezza e la gratuità. 1.Affidabilità: il software libero è in primo luogo affidabile. Nel senso che è molto stabile, ed è difficile che presenti errori o bug per il semplice fatto che, essendo i codici sorgente disponibili per tutti, migliaia di programmatori possono leggere il codice sorgente, aumentando esponenzialmente le possibilità di scoprire eventuali problemi. Al contrario, le aziende che vendono software senza rendere disponibile il codice sorgente, rilasciano correzioni dopo lunghi lassi di tempo, che spesso sono incluse nel nuovo prodotto che l'utente può ottenere solo dietro pagamento. VANTAGGI DEL SOFTWARE LIBERO

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Tra i punti di forza dell’utilizzo del software libero si annoverano sicuramente: l’affidabilità, l’efficienza, la sicurezza e la gratuità. 2.Efficienza: il software libero è in generale molto efficiente, cioè è in grado di "girare" anche su computer abbastanza vecchi. Ciò porta con sé due vantaggi: I.in primo luogo permette di risparmiare tanti soldi sull'acquisto di una nuova macchina ed evitare di contribuire a far aumentare i tecno-rifiuti, che sono tra i più dannosi per l'ambiente (chi l'avrebbe mai detto: il software libero è anche amico dell'ambiente!); II.in secondo luogo permette a chi possiede nuove macchine di lavorare in maniera molto più rapida. Il vantaggio sarebbe anche dei produttori di computer, a pensarci bene: potrebbero infatti produrre macchine di "basso profilo" che, equipaggiate con software libero, possono fare più o meno quello che facevano i computer vecchi. VANTAGGI DEL SOFTWARE LIBERO

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Tra i punti di forza dell’utilizzo del software libero si annoverano sicuramente: l’affidabilità, l’efficienza, la sicurezza e la gratuità. 3.Sicurezza: il software libero è sicuro, solo per fare un esempio, un utente di GNU/Linux non deve preoccuparsi di contrarre virus mentre naviga in rete o scarica la posta elettronica, semplicemente perché non esistono (o comunque sono ben pochi) virus destinati ad attaccare certi sistemi. Il vantaggio della sicurezza deriva ancora una volta dal lavoro della comunità di programmatori, che sono sempre alla ricerca di vulnerabilità nel software da correggere. VANTAGGI DEL SOFTWARE LIBERO 4.Gratuità, senza pirateria: sul piano pratico è importante considerare un altro importante vantaggio del software libero: nella maggior parte dei casi è gratuito.

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE 1.L'utente finale deve avere una solida (o almeno basilare) competenza informatica 2.deve conoscere a sufficienza il sistema operativo con cui interagisce per poter proficuamente operare nell'ambito di software libero. Le grandi aziende invece vogliono esattamente il contrario: la loro politica è rivolta a creare ed allargare un tipo di utenza "ignorante", che si abbandoni alla guida rappresentata dal produttore. Il software libero, a differenza di quello proprietario, oltre a creare una benefica cultura del dono e della condivisione, stimola il ragionamento e la creatività. Naturalmente non bisogna essere spaventati da queste considerazioni se si è deciso di intraprendere un viaggio nel mondo del software libero: tutte le distribuzioni GNU/Linux attuali hanno una interfaccia grafica molto semplice, funzionale e gradevole che rende, specie per l'ex utente Windows, meno "traumatico" il passaggio (è il caso della famosa distribuzione "Ubuntu", nota per la sua grafica e per la sua semplicità di utilizzo attraverso interfaccia grafica). SVANTAGGI DEL SOFTWARE LIBERO

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE PER CONCLUDERE Il software libero, a differenza di quello proprietario, oltre a creare una benefica cultura del dono e della condivisione, stimola il ragionamento e la creatività. Naturalmente non bisogna essere spaventati da queste considerazioni se si è deciso di intraprendere un viaggio nel mondo del software libero: tutte le distribuzioni GNU/Linux attuali hanno un’interfaccia grafica molto semplice, funzionale e gradevole che rende, specie per l'ex utente Windows, meno "traumatico" il passaggio (è il caso della famosa distribuzione "Ubuntu", nota per la sua grafica e per la sua semplicità di utilizzo attraverso interfaccia grafica). Prova a fare un «test drive» di Ubuntu con la demo online:

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione Realizzare una lezione ottimale, calibrata sui bisogni formativi dei singoli non è cosa semplice, soprattutto quando si hanno dieci classi prime, ciascuna con proprie peculiarità e background differenti. L’attenzione posta: ad aspetti cognitivi aspetti emotivo-motivazionali, mi ha portato in questi anni a considerare e a monitorare il mio operato sia nella scelta dei contenuti che degli strumenti e dei metodi da utilizzare.

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE È mia abitudine: stimolare i ragazzi con la presentazione di immagini o video- stimolo far convergere la loro attenzione verso contenuti ed elementi a partire dalla loro esperienza per portare a condivisione le loro conoscenze stimolare la loro naturale tendenza ad apprendere nuovi contenuti e ad utilizzare anche nuove forme di apprendimento. CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Attività di ricerca di cooperative learning utilizzando lo strumento informatico per permettere ai ragazzi lo sviluppo di aspetti motivazionali che, al contempo, favoriscono l’apprendimento secondo forme e modalità per certi versi ludiche. Particolare attenzione in questi anni è stata posta alla scelta dei contenuti. Ad. es. nella fase iniziale dello svolgimento del programma alla nascita e allo studio della storia del software e, in particolar modo del software libero, analizzando pro e contro del suo utilizzo. CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Obiettivo: fornire ai giovani strumenti per pensare, intesi non soltanto in termini informatici ma, soprattutto in termini cognitivi, relazionali ed emotivi. L’esperienza del Percorso Abilitante Speciale mi ha permesso di confrontare la mia esperienza con quella di esperti sia in ambito informatico che didattico. Vediamo insieme come ho deciso di modificare la mia “classica” lezione sui software opensource in seguito alla frequenza del mio nuovo percorso formativo. CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione La frequenza del corso mi ha permesso di sviluppare competenze specifiche e ampliare l’area dei contenuti da sviluppare. In particolar modo ho ritenuto opportuno modificare la mia tradizionale lezione su alcuni aspetti che ritenevo carenti e passibili di miglioramenti, essi riguardano: una maggiore focalizzazione sugli aspetti principali da trattare, una migliore gestione del sito internet da me creato e, costantemente migliorato, ad esempio con l’inserimento lezioni, video tutorial ed esercitazioni. Una particolare carenza riguardava l’aspetto della valutazione. I suggerimenti dei docenti mi hanno stimolato ad inserire test a risposta multipla utili sia per l’autoformazione dei corsisti che per un’eventuale valutazione in classe.

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazione Tale valutazione, realizzata con gli strumenti informatici permette, tra l’altro: di salvare i dati sul cloud di Google (Google Drive) utilizzando un foglio di calcolo come file dei risultati del quiz e creando una Google web application che raccoglie i risultati. Tali dati possono essere esportati su fogli di calcolo come Excel e poter, quindi, successivamente analizzare anche i risultati dei singoli soggetti, dei singoli item, possibilmente con il supporto della rappresentazione grafica.

CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.3Il test di valutazione

CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.3Il test di valutazione monitorare il proprio strumento di valutazione per rendere il questionario più attendibile e valido, ad esempio eliminando domande troppo difficili o troppo semplici, identificando gli argomenti che risultano più ostici e altri che risultano banali… feedback per la comprensione dei contenuti e la qualità della formazione

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE Fonti e risorse: Articolo «GNU/Linux: la rivoluzione culturale», in la-rivoluzione-culturale. la-rivoluzione-culturale Tesi di Simone Aliprandi «Opensource e opere non software», tesi di laurea in giurisprudenza dell'Università di Pavia discussa nell’anno accademico Sito: di Salvatore Cianciabella. Revolution OS: documentario statunitense del 2001, diretto da J.T.S. Moore. Nel film si ripercorrono venti anni di storia di GNU, Linux, del software libero e dell'open source. Revolution OS II: questo libro e questo film sono idealmente il seguito di Revolution OS. Accanto al film, il libro raccoglie un gruppo di saggi che approfondiscono gli stessi temi, del curatore Arturo Di Corinto, di Raffaele Meo, Richard Stallman, Lawrence Lessig, Eric Kluytens. Intervista a Richard Stallman, fondatore della «Free Software Foundation» e ispiratore del sistema operativo per computer Gnu-Linux in manifesto/codici-ribelli-la-liberta-corre-sulla-tastiera-il-manifesto-20-marzo-2003/ manifesto/codici-ribelli-la-liberta-corre-sulla-tastiera-il-manifesto-20-marzo-2003/ «Perché scegliere il software libero nella didattica». Intervista ad Antonio Bernardi, responsabile del progetto “Software libero nella scuola”, in

S OFTWARE O PEN : LA RIVOLUZIONE CULTURALE CAPITOLO 1 OBIETTIVI FORMATIVI E STRUTTURA DELLA LEZIONE 1.1Perché parlare di Software libero e di Software Open nella didatticaPerché parlare di Software libero e di Software Open nella didattica (e nella Pubblica Istruzione) 1.2Struttura della lezioneStruttura della lezione CAPITOLO 2 CONTENUTI 2.1 Che cosa si intende per «OpenSource»Che cosa si intende per «OpenSource» 2.2Radici storiche e cultura hackerRadici storiche e cultura hacker 2.3Stallman e il Free SoftwareStallman e il Free Software 2.4Vantaggi e svantaggi del software liberoVantaggi e svantaggi del software libero CAPITOLO 3 RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA PAS PER UN MIGLIORE PROGETTO FORMATIVO 3.1La lezione PRE-PASLa lezione PRE-PAS 3.2 La lezione Post-PASLa lezione Post-PAS 3.3Il test di valutazioneIl test di valutazione BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA RAGIONATE