Linfoma extranodale a cellule NK/T di tipo nasale

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Transcript della presentazione:

Linfoma extranodale a cellule NK/T di tipo nasale A. Scivetti, D. Di Clemente, D.M. Tateo, L.Resta Dipartimento di Anatomia Patologica Università degli studi di Bari

Introduzione Il linfoma nasale angiocentrico è una neoplasia maligna rara EBV-associata, con caratteristiche fenotipiche e genotipiche delle cellule T linfocitarie mature e NK periferiche, tipico del tratto aero-digestivo superiore o dei tessuti facciali della linea mediana. Riportiamo un caso clinico di questa rara neoplasia.

Caso clinico Paziente di sesso: femminile. Anni: 63. Sintomi clinici: astenia e febbricola da circa due mesi, a cui sono seguite ostruzione nasale ed epistassi. Esame obiettivo: neoformazione bianco grigiastra, turgida e friabile, sanguinante al toccamento, localizzata al meato medio.

Polimorfismo cellulare Aspetto eterogeneo dovuto alla presenza di numerosi elementi cellulari, e di elementi infiammatori quali granulociti neutrofili, eosinofili, macrofagi, plasmacellule, immunoblasti ed istiociti. La distribuzione delle cellule neoplastiche nel tessuto è piuttosto irregolare. In alcuni casi gli elementi infiammatori, presenti in gran numero, possono oscurare quelli neoplastici. Linfociti neoplastici: nuclei ipercromatici, a contorno irregolare; presenza di figure mitotiche, sebbene in basso numero; cromatina grossolana ed aspetto vescicoloso dei nuclei, soprattutto nelle cellule di volume aumentato; nucleoli assenti o poco evidenti; quantità moderata di citoplasma pallido, contenente a volte granuli azzurrofili evidenziabili con il Giemsa.

Pattern di crescita angiocentrico o diffuso Descrive un particolare atteggiamento adottato dagli elementi linfoidi, i quali si dispongono attorno ai vasi, ne infiltrano e distruggono la parete, per poi occluderne il lume, determinando così trombosi.

Necrosi Può coinvolgere il tessuto sano, il tessuto neoplastico o entrambi. Essa trova giustificazione da un lato nell'ostruzione del lume vascolare da parte degli elementi neoplastici, dall'altro nella produzione di citochine e fattore di necrosi tumorale ad opera dell' EBV. In queste neoplasie si rileva inoltre un'estesa apoptosi, probabilmente dovuta all'azione citolitica di perforina, TIA-1 e granzymes.

Immunoistochimica Citocheratina pool: per escludere un eventuale carcinoma (vedi il linfoepitelioma). CD 20: per escludere un fenotipo B. CD 45 RO: per confermare un fenotipo T, nel caso di riarrangiamento dei recettori. CD 3: per confermare un fenotipo T. CD 56: per confermare un fenotipo NK.

CD3 CD45 RO CD 56

Diagnosi Sono pervenuti 5 frammenti in gran parte necrotici e costituiti da una proliferazione di elementi linfoidi di media e grossa taglia infiltranti le pareti arteriose. Sono presenti residui di dotti ghiandolari. Le reazioni IIC risultano positive per CD 45 RO (+++), CD 3 (+), CD 56 (+) nelle cellule proliferanti, per CK pool nei dotti ghiandolari residui; negatività per CD 20. Il quadro istologico e l’assetto immunofenotipico depongono per un linfoma nasale angiocentrico.

Linfoma nasale angiocentrico Rara neoplasia maligna EBV-associata. Caratteristiche fenotipiche e genotipiche delle cellule T/NK, definita dalla R.E.A.L. Classification of Lymphoid Neoplasms: linfoma angiocentrico. Attualmente, secondo la classificazione WHO: Linfoma NK extranodale/linfoma T nasale, inserito nel gruppo delle neoplasie T- linfocitarie mature e NK periferiche.

Evoluzione storica della malattia Ieri: Reticulosi polimorfa, reticulosi maligna della linea mediana, granuloma letale della linea mediana, sindrome idiopatica della linea mediana, granuloma di Stewart. Oggi: Linfoma a cellule T/NK termine attualmente usato per indicare un linfoma aggressivo e distruttivo del tratto aero-digestivo superiore o dei tessuti facciali della linea mediana. L'ipotesi che si trattasse di una neoplasia maligna con caratteristiche immunofenotipiche delle cellule T si è avanzata in Asia nel 1982.

Conclusioni Il linfoma extranodale a cellule T/NK di tipo nasale rappresenta una neoplasia a basso grado di malignità ma ad elevata aggressività clinica, per la cui diagnosi è necessario un approccio multidisciplinare che coniughi i dati clinico-patologici e microbiologici con quelli immunofenotipici e biologico-molecolari.