L’immagine della città Kevin Lynch Biblioteca Marsilio
Giulio Carlo Argan: «L’esperienza della città è stata considerata a partire dell’esperienza individuale e dalla personale attribuzione di valore ai dati visivi: il libro di Kevin Lynch è probabilmente destinato a mutare radicalmente, dalle fondamenta, la metodologia degli studi urbanistici … (strade) percorse ubbidendo ad una serie di impulsi inconsci, di abitudini, di desideri incontrollati, ma non per ciò inesistenti o immotivati, ci inducono a prendere coscienza del comportamento di ciascun individuo nella città … Lo studio dell’esperienza urbana individuale è il principio d’ogni ricerca sui modi di vita urbana d’una società reare …»
I PERCORSI sono i canali lungo i quali si muove l’osservatore abitualmente, potenzialmente o occasionalmente. Si definiscono percorsi le vie pedonali, le strade, le linee di trasporto pubbliche, i canali, le ferrovie, etc. I MARGINI sono gli elementi lineari che non vengono usati o considerati come percorsi dall’osservatore. Generalmente si definiscono margini i confini tra due diverse aree funzionali, interruzioni lineari di continuità: rive, linee ferroviarie. Sono suture, linee secondo le quali due zone limitrofe possono essere messe in relazione. Sono elementi caratteristici di organizzazione formale nei casi in cui danno corpo e struttura ad aree amorfe o poco strutturate.
I NODI sono i punti (luoghi) strategici in una città perché rendono palese la struttura. Sono i “fuochi” dai quali egli si muove, ma rappresentano anche le mete privilegiate di ogni spostamento. Possono essere costituiti da congiunzioni di luoghi o interruzioni di linee di trasporto, punti di attraversamento di percorsi, angoli articolati e architettonicamente significativi, piazze. Quando un nodo acquisisce una rilevanza simbolica si definisce NUCLEO. IL CONCETTO DI NODO SI LEGA STRUTTURALMENTE A QUELLO DI PERCORSO: SI PUO’ DEFINIRE COME EVENTO LUNGO UN CAMMINO.
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) sono costituite da aree organiche riconoscibili per l’inequivocabile presenza di caratteristiche distintive del tessuto urbano, siano esse morfologiche o tipologiche. I RIFERIMENTI sono elementi puntiformi, esterni all’individuo e quindi non percorribili. Sono generalmente costituiti da oggetti fisici semplicemente definiti: un’insegna, un negozio, un edificio, una torre, una cupola, una montagna, etc. Il riferimento, che può anche trovarsi a grande distanza, è un elemento di orientamento decisivo in quanto conferisce identità e struttura al luogo.
I PERCORSI sono i canali lungo i quali si muove l’osservatore abitualmente, potenzialmente o occasionalmente. Si definiscono percorsi le vie pedonali, le strade, le linee di trasporto pubbliche, i canali, le ferrovie, etc. La conoscenza della struttura dei percorsi favorisce la conoscenza della città; Un’esigenza primaria dell’individuo è quella di costruire un sistema generale di orientamenti. L’acqua che costeggia una città ne costituisce un esempio calzante; La concentrazione di usi o attività speciali (teatri, negozi) accresce la riconoscibilità del percorso; Qualità spaziali caratteristiche rafforzano l’immagine visiva del percorso (strade molto ampie o particolarmente anguste);
I PERCORSI Gerarchie nei percorsi; Il percorso è, a volte, accentuato dalla struttura compatta delle fronti degli edifici che lo limitano; La prossimità del percorso a caratteristiche speciali della città ne conferisce maggiore importanza (prossimità ad un panorama significativo). In questo caso il percorso assume la struttura del margine; Quando i percorsi fondamentali mancano di identità la struttura dell’immagine urbana va in crisi; Da percorsi identificabili si trae una sensazione di continuità;
I PERCORSI Le alberature conferiscono continuità; I percorsi possono acquisire una aggettivazione direzionale che ne migliora la lettura della posizione relativa al proprio contesto. Quando ci si avvicina al centro cresce il ritmo e la sequenza degli isolati; La perfetta riconoscibilità dei punti di origine e di destinazione (nodi) di un percorso ne accrescono l’identità;
I MARGINI sono gli elementi lineari che non vengono usati o considerati come percorsi dall’osservatore. Generalmente si definiscono margini i confini tra due diverse aree funzionali, interruzioni lineari di continuità: rive, linee ferroviarie. Sono suture, linee secondo le quali due zone limitrofe possono essere messe in relazione. Sono elementi caratteristici di organizzazione formale nei casi in cui danno corpo e struttura ad aree amorfe o poco strutturate. I margini più significativi sono quelli contemporaneamente preminenti alla vista e impenetrabili al movimento trasversale; Un margine continuo ma astratto, visibile solo da alcuni punti, si definisce frammentario;
I MARGINI Una fiumara è un margine forte. La sua qualità di margine è accresciuta dalla sensazione di configurarsi come “terra di nessuno”; I margini urbani (linee ferrate, carreggiate stradali, ecc.) Tendono a frammentare l’ambiente; Un margine urbano si trasforma da barriera disgregante in sutura unificante quando continuità e visibilità appaiono come qualità di aggregazione spaziale. Il Corso Garibaldi (ad esempio) riunisce in se, contemporaneamente, le caratteristiche di margine, percorso e nodo lineare; Un margine sopraelevato (sia esso strada o ferrovia) solitamente indica con sufficiente chiarezza la direzione verso il centro città. Il margine, come il percorso, può avere delle qualità direzionali.
I NODI sono i punti (luoghi) strategici in una città perché rendono palese la struttura. Sono i “fuochi” dai quali egli si muove, ma rappresentano anche le mete privilegiate di ogni spostamento. Possono essere costituiti da congiunzioni di luoghi o interruzioni di linee di trasporto, punti di attraversamento di percorsi, angoli articolati e architettonicamente significativi, piazze. Quando un nodo acquisisce una rilevanza simbolica si definisce NUCLEO. I nodo è un punto cruciale dell’organizzazione formale dello spazio perché necessita di attenzione. Nel nodo l’individuo è costretto a prendere una decisione; I nodi possono essere importanti anche se formalmente ambigui, ma non vi è dubbio alcuno che una configurazione riconoscibile ne accresce esponenzialmente la visibilità; Un nodo tipico presenta una concentrazione tematica (vegetazione, materiale di pavimentazione, ecc.)
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) sono costituite da aree omogenee riconoscibili per l’inequivocabile presenza di caratteristiche distintive del tessuto urbano, siano esse morfologiche o tipologiche. grana – omogeneità di facciata spazio forma dettaglio – taglio delle finestre simbolo tipo edilizio uso attività grado di manutenzione topografia
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) All’interno di un tessuto omogeneo è necessaria la presenza di episodi architettonici o naturali per rafforzarne l’immagine complessiva; Quando in una porzione di territorio l’ordine gerarchico degli elementi maggiori è correttamente definito, la presenza di “disordini” minori è facilmente assorbita; Un’area omogenea, in base alle proprie condizioni al margine, può possedere una maggiore o minore vocazione ora alla chiusura ora allo scambio; Il contrasto e la prossimità di ciascuna area sottolinea il reciproco vigore tematico; La natura e la morfologia dei margini che appartengono ad un’area omogenea possono o meno influenzare la frammentazione della città.
I RIFERIMENTI sono elementi puntiformi, esterni all’individuo e quindi non percorribili. Sono generalmente costituiti da oggetti fisici semplicemente definiti: un’insegna, un negozio, un edificio, una torre, una cupola, una montagna, etc. Il riferimento, che può anche trovarsi a grande distanza, è un elemento di orientamento decisivo in quanto conferisce identità e struttura al luogo. Un riferimento si definisce lontano se costituisce un punto di orientamento per una porzione ampia di territorio (Grandi colline, cupole, torri); Un riferimento si definisce vicino (fronti degli edifici, insegne, alberi, dettagli urbani) quando offre indizi di identità e di struttura al luogo (lo rende più familiare); Un riferimento si definisce vicino (fronti degli edifici, insegne, alberi, dettagli urbani) quando offre indizi di identità e di struttura al luogo (lo rende più familiare);
I RIFERIMENTI L’immagine di un riferimento, sia vicino che lontano, più mutare natura a seconda delle condizioni di osservazione (automobile o pedone); Un nodo che presenti forti caratteristiche di singolarità può acquisire il rango di riferimento (visuale); Un riferimento acquista vigore se situato in un luogo nel quale è importante prendere decisioni; Un riferimento acquista valore quando acquisisce un valore storico oppure è partecipe di significati specifici; I riferimenti possono avere struttura gerarchica: è possibile riconoscere riferimenti intermedi tra coppie di riferimenti maggiori;
I RIFERIMENTI Un elemento può, in generale, diventare riferimento se: appare visibile da punti distanti; stabilisce un contrasto locale con elementi vicini per: variazione di allineamento variazione di altezza variazione di colore variazione di materiale
Com’è possibile il passaggio dall’interpretazione individuale a quella collettiva? Argan: nei luoghi, nelle frequenze, nei percorsi, nei siti e negli oggetti della città, che definiscono il valore simbolico o mitico, poiché la città, cessando ad un certo momento della storia di essere luogo di ricovero, protezione, rifugio, e diventando apparato di comunicazione … costituisce dei modelli dai quali non è facile separarsi. Argan: esiste la città dei «tempi lunghi», dei monumenti, degli edifici storici, dei teatri e dei musei; Argan: esiste la città dei «tempi corti», dell’edicola dei giornali, delle insegne dei negozi, della fermata dell’autobus. Gli uni e gli altri sono elementi che contribuiscono a determinare una topologia urbana, e a sviluppare negli abitanti una immagine della città.
L’indagine condotta sulla penisola di Boston Primo passo: viene costruita una mappe grafica basata su interviste mnemonico-visive ai residenti; Secondo passo: viene costruita una mappe grafica basata su interviste verbali ai residenti; Terzo passo: viene costruita una mappe grafica basata su schizzi prodotti dagli stessi residenti; Quarto passo: viene costruita una mappe grafica basata su interviste fatte direttamente per strada a persone che attraversavano il centro con mete ben chiare (sapevano esattamente dove andare); Quinto passo: viene costruita una mappe grafica basata su interviste fatte direttamente per strada a persone che attraversavano il centro con mete ben chiare (sapevano esattamente dove andare, quindi erano di passaggio); Sesto passo: viene costruita una mappe grafica basata sui problemi dell’immagine di Boston.
LA PENISOLA DI BOSTON VISTA DA NORD
BOSTON VISTA DAL FIUME CHARLES
IL BOSTON COMMON
L’ARTERIA CENTRALE
IL FRONTE SUL LAGO A CHICAGO
BUNKER HILL
L’AREA DEL MERCATO
ROTATORIA A CHARLES STREET
L’IMMAGINE DELLA CITTA’ Il fiume Charles costituisce un margine molto caratterizzato
L’IMMAGINE DELLA CITTA’ Il margine del fiume Charles rende evidente il gruppo di strade parallele che penetrano nella penisola da est a ovest
L’IMMAGINE DELLA CITTA’ Passando allo schizzo che sintetizza l’immagine della città si nota: 1 – il valore del margine definito dal fiume Charles; Izza 2 – il valore del margine definito dal porto e dalla grossa arteria dell’Atlantic Avenue; 3 – il valore della zona dei giardini pubblici di Back Bay.
L’IMMAGINE DELLA CITTA’ 4 – il quartiere di Beacon Hill, caratterizzato dalle tipologie edilizie in mattoni, le persiane nere, il ceto sociale residente, le strette salite e discese; Izza 5 – la strada più nota del centro, Tramont Street, che si immette ... 6 – … nello snodo di Scollay Square che … 7 – … prosegue verso il fiume con Cambridge Street;
L’IMMAGINE DELLA CITTA’ 8 – tra lo snodo di Scollay Square e il porto, tutto si perde e così per la zona sud; Izza
In sintesi è molto chiara: l’immagine del fiume; l’immagine delle strade parallele al fiume; dei giardini pubblici; del quartiere di Beacon Hill, caratterizzato da tipologie e strade; lo snodo di Scollay Square, dove la città raggiunge il massimo della comunicazione; il porto;
In sintesi è problematica: l’Atlantic Avenue, percepita come una rottura della comunicazione cittadina; la complessa composizione di strade del centro percepite come troppo congestionate, strette, poco leggibili, topologicamente confuse; in generela le grandi arterie carrabili sono percepite come grosse rotture del tessuto cittadino;
PROBLEMI DELL’IMMAGINE DI BOSTON
IMMAGINE RICAVATA DALLE INTERVISTE VERBALI
IMMAGINE MNEMONICO-VISIVE
CONFRONTO TRA IMMAGINE MNEMONICO-VISIVE E IMMAGINE RICAVATA DALLE INTERVISTE VERBALI L’immagine ricavata dalle interviste verbali è certamente più ricca di quella mnemonico-visiva
RIASSUNTO DEGLI SCHIZZI PRODOTTI DAGLI INTERVISTATI L’immagine ricavata dagli schizzi prodotti dagli intervistati conferma, grossomodo, quanto evidenziato con gli altri 2 metodi
RIASSUNTO DEGLI SCHIZZI PRODOTTI DAGLI INTERVISTATI L’immagine ricavata dagli schizzi mette in evidenza gli elementi distintivi individuati
RIASSUNTO DEGLI SCHIZZI PRODOTTI DA INTERVISTE FATTE DIRETTAMENTE PER STRADA A PERSONE CHE AVEVANO BEN CHIARO IL PERCORSO DA COMPIERE Il confine generale risulta modificato, in quanto limitato alla parte più densa dal punto di vista commerciale e delle comunicazioni
RIASSUNTO DEGLI SCHIZZI PRODOTTI DA INTERVISTE FATTE DIRETTAMENTE PER STRADA A PERSONE CHE AVEVANO BEN CHIARO IL PERCORSO DA COMPIERE Molto variabili risultano i confini dei vari quartieri, con le loro precise caratterizzazioni residenziali, commerciali, terziarie, ecc.
I PERCORSI La struttura dei percorsi è legata alla conoscenza della città. Se ne impossessa meglio chi conosce in maniera più approfondita. La capacità di descrivere e ricordare dettagli minori aumenta al crescere della conoscenza specifica e della familiarità del percorso. La concentrazione di usi o di attività specializzate lungo il percorso ne rende più facile la memorizzazione.
I PERCORSI Qualità spaziali caratteristiche ne rafforzano l’immagine visiva: strade molto ampie o altrettanto anguste attirano l’attenzione (gerarchia dei percorsi). Facciate omogenee rendono il percorso più facilmente individuabile e, quindi, leggibile La prossimità di speciali caratteristiche della città (panorama significativo) conferisce maggiore importanza al percorso. In questo caso assume un ruolo determinante il MARGINE. Quando i percorsi principali mancano di identità, l’intera immagine urbana è in crisi.
I PERCORSI Da percorsi identificabili si trae una sensazione di continuità (ad esempio le alberature conferiscono continuità). L’omogeneità nella lettura del percorso diminuisce in proporzione alla variazione di continuità della sezione stradale. In presenza di un gradiente significativo (muovendosi dalla periferia al centro, ad esempio, aumenta la concentrazione ed il ritmo delle costruzioni) i percorsi acquisiscono una oggettivazione direzionale. Le destinazioni e i punti di origine conferiscono ai percorsi maggiore identità.
I PERCORSI Quando ad un percorso è stata attribuita una aggettivazione direzionale si diventa in grado di valutare la propria posizione in funzione del suo sviluppo lineare (misura). Un certo numero di percorsi può essere visto come sistema reticolare unitario nel caso in cui le rispettive relazioni (spaziali e funzionali) siano sufficientemente regolari e prevedibili. Si definiscono le reciproche relazioni in funzione di: ampiezza delle strade lunghezza degli isolati qualità delle facciate lunghezza delle strade toponomastica
I MARGINI Si definiscono margini tutti quegli elementi lineari che non possono essere considerati percorsi. Di solito si costituiscono come confini tra aree omogenee differenti. I margini più efficaci (importanti) sono quelli che contemporaneamente risultano preminenti alla vista e impenetrabili al movimento trasversale (la linea di costa). Un margine si definisce FRAMMENTARIO quando è contemporaneamente continuo e astratto, ovvero risulta visibile solo a tratti (un filare di alberi). Anche una fiumara può apparire come un margine forte se si individua come “terra di nessuno”.
I MARGINI I margini (ferrovia, autostrade, etc.) tendono a frammentare l’ambiente. Per questo motivo bisogna tenere in grande conto il loro potere disgregante. Un margine da barriera disgregante si può trasformare in sutura unificante nel momento in cui continuità e visibilità diventano qualità unificanti. (es. il corso Garibaldi: attraendo i residenti, agisce contemporaneamente come margine, come percorso e come nodo lineare). I margini sono spesso contemporaneamente percorsi. Come i percorsi, anche i margini possono avere qualità direzionali. Un margine soprelevato (un’arteria veloce) stabilisce ed identifica, di solito, la direzione verso il centro.
I NODI Si definiscono nodi tanto i punti di accesso quanto le congiunzioni di più percorsi. Sono altresì nodi le concentrazioni di alcune caratteristiche tipologiche, funzionali e formali. Nel nodo, punto nel quale diventa determinante prendere una decisione, l’individuo acuisce la propria attenzione. Per questo motivo se il nodo si presenta come uno spazio controllato dal carattere spiccato, la maggiore chiarezza che ne risulta, rende la struttura dell’incrocio maggiormente comprensibile. Molto spesso anche i nodi che presentano una struttura fisica poco chiara, se non addirittura una forma ambigua, possono essere estremamente importanti (in questi casi si amplifica il senso di disagio).
I NODI Le stazioni ferroviarie, ma anche quelle tranviarie o le metropolitane, si costituiscono come tipici nodi urbani. Un nodo tipologicamente valido presenta molto spesso una concentrazione tematica (es. una vegetazione uniforme) Se il nodo presenta una configurazione spaziale definita geometricamente, la sua visibilità accresce esponenzialmente.
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) Si definiscono quartieri quelle aree urbane morfologicamente e/o tipologicamente definite. I quartieri presentano continuità tematiche di: grana spazio forma dettaglio simbolo tipo edilizio uso
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) attività grado di manutenzione topografia. All’interno di un quartiere è indispensabile la presenza di episodi architettonici o naturali per rafforzarne l’immagine complessiva. Quando lo schema gerarchico dell’area è sufficientemente definito la presenza di “elementi di disturbo interno” difficilmente influisce sull’omogeneità complessiva del quartiere.
I QUARTIERI (AREE OMOGENEE) La natura e la morfologia dei margini contribuiscono ad una maggiore o minore frammentazione della città. Un’area, in funzione delle della propria struttura interna, può presentare una vocazione verso una condizione di chiusura o di scambio. Il contrasto e la prossimità di ciascuna area sottolinea il reciproco valore tematico.
I RIFERIMENTI Si definiscono riferimenti tutte quelle indicazioni puntuali, esterne all’osservatore e caratterizzate da una grande variabilità di dimensione, che facilitano o rendono possibile l’orientamento. Un nodo che presenti forti caratteristiche di singolarità può acquisire il carattere di RIFERIMENTO VISUALE. Un elemento può diventare riferimento se: appare visibile da punti distanti se stabilisce un contrasto locale con elementi vicini per: variazione di allineamento variazione di altezza variazione di colore
I RIFERIMENTI Un riferimento risulta rafforzato se la sua posizione coincide con un nodo (luogo nel quale è vitale prendere decisioni). Un riferimento accresce la propria importanza quando acquisisce un valore storico e/o simbolico. E’ possibile che tra riferimenti maggiori si vengano a costituire riferimenti minori intermedi.