Da Firenze a Scandicci lungo L’Arno e il Vingone.

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Transcript della presentazione:

Da Firenze a Scandicci lungo L’Arno e il Vingone. Lungo l'argine destro dell'Arno fino al Bisenzio

Descrizione dell’itinerario e avvertenze. Le strade che percorreremo sono pianeggianti, salvo la salita ( circa 1,8 km) che porta a San Martino alla Palma e lo strappo ( circa 200 mt.) di Castelpulci. E’ consigliabile l’uso di mtb o di city-bike, in alternativa anche biciclette da strada purchè munite di cambio e con ruote sufficientemente larghe. E’ indispensabile avere con se acqua potabile, merendine o panini e una mantellina antipioggia. Per effettuare l’escursione impiegheremo circa 4 ore, concludendo il percorso alla 12,30/ 13,00 circa all’interno del parco dell’Acciaiolo. Il percorso inizia, alle ore 9,00 ( ritrovo ore 8,45) dal piazzale del Re, dove si può ammirare la Palazzina Reale voluta dal Granduca Pietro Leopoldo alla fine del settecento, quando il parco delle cascine diventò un bene pubblico. Dopo vari utilizzi, la palazzina attualmente è sede della prestigiosa Facoltà di Agraria di Firenze.

Passaggio sotto il Ponte dell’indiano Percorsi circa 2 km di strada asfaltata chiusa al traffico motorizzato, si giunge nei pressi del Ponte all'Indiano, che collega i quartieri Nord di Firenze con l’Isolotto e Scandicci; all’epoca della sua realizzazione- dal 1972 al 1978- in Europa costituì una novità, dal punta di vista architettonico, perché fu il primo ponte strallato. Il ponte attraversa l’Arno nel tratto in cui vi confluisce il torrente Mugnone. Nell'angolo tra dai due corsi d'acqua si trova il mausoleo dell'Indiano.

Il monumento dell’indiano Realizzato alla fine dell’800, fu eretto in commemorazione di un principe indiano morto a Firenze all’età di 22 anni.

Passaggio sotto il Ponte dell’indiano Attraversato il Mugnone , passando su un piccolo ponte pedonale, percorsi circa 200 metri si giunge sotto la campata del Ponte sorretta da stralli (cavi di acciaio).

Dal Ponte all’indiano al parco dei Renai a Signa Lasciato alle spalle il ponte all’indiano, si giunge ad una sbarra dalla quale inizia il percorso sterrato pianeggiante e sufficientemente agevole, lungo circa 8 Km, che conduce ai Renai di Signa.

La stazione ferroviaria delle Piaggie Dopo circa 1 km, sulla destra si scorge il quartiere popolare delle Piaggie, che si sviluppò rapidamente e disordinatamente alla fine degli anni ’70. Simbolo di questo quartiere sono le tre costruzioni dette “ le navi”, che alla stessa stregua delle vele di Scampia, sono un esempio di architettura moderna di avanguardia, che , però, sul piano dell’aggregazione antropica,si è rivelata una soluzione socialmente ghettizante. Sempre sulla destra, attraverso una breve rampa si può accedere alla stazione ferroviaria delle Piaggie ed al centro Commerciale Coop; queste due opere rappresentano un tentativo di riqualificazione urbana dell’intera area.

L’inceneritore di S. Donnino Poco piu avanti, prima di passare sotto il viadotto dell’autostrada del Sole, sulla destra è ben visibile l’inceneritore di S. Donnino, aperto nell’anno 1973 e dismesso,- dopo una lunga serie di lotte intraprese dai comitati della zona, sull’onda emotiva di quanto accaduto a Seveso-, nell’anno 1986.

Dal viadotto dell’Autostrada al sottopasso ferroviario fino al parco dei Renai Ancora qualche chilometro e si passa sotto la vecchia ferrovia, mediante un’angusta arcata, sbucando subito a ridosso delle campate del nuovo tratto ferroviario che porta da Firenze a Pisa. Lasciata alle spalle la ferrovia, sulla sinistra si nota una cava di sabbia ancora attiva, l’unica rimasta nell’area dei renai; a seguire, sempre sulla sinistra si trova il club nautico. Ancora qualche metro e si entra nel parco dei Renai, all’interno del quale si trovano un ristorante una piscina, campi da beach volley piste di pattinaggio, ed un percorso natura.

Dai Renai a Badia a Settimo Usciti dal parco dei Renai ci dirigeremo verso Lastra a Signa, attraversando l’Arno sul ponte a Signa. Percorreremo la strada che costeggia il fiume in direzione Lastra a Signa. Da qui attraverso strade interne raggiungeremo la Badia di Settimo. Prima di attraversare la statale 67, faremo una breve visita alla Pieve di S. Giuliano a Settimo.

Castelpulci La villa di epoca settecentesca, preceduta da un lungo viale, che si innesta sulla strada statale 67 ( c.d. pisana), s'innalza sulle pendici di una piccola collina; fu residenza campestre della famiglia Riccardi . Nel 1932, quando il complesso era adibito a manicomio provinciale, vi morì il poeta Dino Campana. Attualmente è sede della Scuola Superiore della Magistratura. Una vecchia stampa

Lo sterrato lungo il torrente Vingone Visitato Castelpulci, ritorneremo a ritroso sul vialone e all’altezza di un piccolo ponte imboccheremo la sterrata che costeggia il Vingone; a metà di questo pezzo di sterrato possiamo notare un casolare diroccato nei pressi di uno specchio d’acqua abbastanza ampio, nella splendida zona pedecollinare di Rinaldi, dove sosteremo per ammirare villa Antinori, interamente trasforma e rimaneggia nel secolo XIX. Più avanti, alla nostra destra, continueremo a scorgere il parco di Villa Antinori sovrastato dalla collina di S. Martino; alla sinistra, invece, si può notare la zona industriale di Scandicci, dove troneggia una sorta di ecomostro, edificato per essere sede di un ufficio finanziario (c.a. alla fine degli anni 70!!!) e mai entrato in funzione( tempo fa anche “Striscia la notizia” parlò di questo ennesimo spreco italiano.) Al cancello di Villa Antinori, cominceremo a salire verso la collina di S. Martino. San Martino Ingresso Villa Antinori

San Martino alla Palma Al cancello della Villa Antinori cominceremo a salire verso S. Martino alla Palma. Percorsi circa 1,8 Km di salita non proibitiva, giungeremo alla chiesa di S. martino alla Palma. Lungo la salita si gode una bella vista sulle colline circostanti. La chiesa di S. martino è preceduta da un elegante loggiato al XIV secolo; all’interno si può ammirare un dipinto di scuola giottesca, raffigurante la madonna col bambino e angeli devoti. Chiesa di S. Martino Alla Palma

Il capolinea della tramvia Scandicci-Firenze Scenderemo la collina di San Martino ripassando dal cancello di Villa Antinori, dopo circa 300 mt, imboccheremo sulla nostra sinistra di nuovo lo sterrato che costeggia il Vingone; lungo questo pezzo , sulla nostra sinistra scorgeremo la Villa del Generale Rossi ( attualmente sede di una comunità) Nei pressi di villa Costanza, al limitare dell’Autostrada del Sole, troveremo il capolinea della linea T1 Scandicci-Firenze e un grande parcheggio scambiatore. Questo moderno mezzo di trasporto è arrivato probabilmente con qualche decennio di ritardo, perché la sua progettazione e realizzazione è stata a lungo avversata, sia da talune forze politiche sia da varie associazioni . Un solo rammarico : non è stata realizzata una pista ciclabile parallela alla via ferrata.

Il castello dell'Acciaiolo La nostra escursione si conclude all’interno del castello dell’Acciaiolo a Scandicci. Le prime notizie sul castello risalgono alla metà del 1300 quando la proprietà era dei Rucellai, fra il XV° e il XVIII° secolo appartenne a numerose altre famiglie fiorentine, fra le quali gli Acciaioli, di cui ancora oggi porta il nome. Nel XVI° secolo fu dei Davizzi e teatro di un truce fatto di sangue: Neri di Pietro Davizzi teneva rinchiusa fra le mura del maniero la moglie e in seguito, per liberarsene, la uccise avvelenandola. Scoperto il delitto fu condannato ed esiliato dal territorio Fiorentino. Nell'ottocento il maniero fu acquistato da Gentile Farinola e dal 1998 è proprietà del comune di Scandicci che lo ha restaurato e recuperato, destinandolo ad importanti manifestazioni culturali (musica, poesia, teatro etc.). Inoltre da alcuni anni è aperto al pubblico l’enorme parco che lo circonda. Qui si conclude la giornata; chi vorrà fermarsi, potrà consumare il pranzo al sacco all’interno del parco.