►Attività di ricerca-azione►

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Transcript della presentazione:

►Attività di ricerca-azione► Come qualificare la professionalità dei docenti

Cos’è la ricerca- azione La ricerca azione nasce negli Stati Uniti d’America, intorno agli anni ’40 grazie agli studi dello psicologo Lewin, che si occupò nel campo delle scienze sociali dei problemi collegati con le minoranze etniche. E’ a partire dagli anni ‘80 che la ricerca- azione è approdata nel mondo della scuola soprattutto attraverso il lavoro di studiosi come Kemmis e Easen, che operarono in Australia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. La ricerca- azione consiste nello“studio sistematico dei tentativi intrapresi da gruppi di partecipanti di cambiare e migliorare la prassi educativa sia attraverso le loro azioni pratiche sia attraverso la loro riflessione sugli effetti di queste azioni” a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Modello top down   a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Modello bottom-up La ricerca viene affidata agli insegnanti, i veri protagonisti della prassi educativa e didattica. La ricerca- azione, quindi, è caratterizzata sia dal fatto che l’oggetto della ricerca è radicato nella situazione reale della classe stessa (o della scuola in senso più esteso) sia dal fatto che sono gli insegnanti stessi ad originare ed a svolgere la ricerca. La ricerca-azione nella scuola viene vista sotto due aspetti, uno più “tradizionale” e l’altro più “radicale”. a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Visione tradizionale La ricerca azione nella scuola è uno strumento per la riqualificazione professionale dell’insegnante. Gli strumenti e la procedura della ricerca azione offrono all’insegnante la possibilità di esplorare la realtà nella quale opera e di analizzare come lavora, di introdurre dei cambiamenti e di sperimentare novità. Il tutto criticamente, allo scopo di poter spiegare e giustificare, al termine del proprio lavoro, il suo operato con argomentazioni teoriche e ragionate. a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Visione radicale La ricerca azione è uno strumento per avviare cambiamenti educativi fondamentali a partire dal basso, ossia dalle scuole stesse (piuttosto che dall’alto, ossia da istituzioni quali gli IRRE, il CSA, i Ministeri, ecc). La scuola è una comunità di ricercatori con il compito, attraverso la ricerca azione, di interrogarsi sullo status quo, di mettere in discussione valori e comportamenti che sono tacitamente accettati e impliciti nelle strutture esistenti e nelle scelte fatte nella scuola. a cura della prof.ssa Lucia Portolano

I paradigmi della ricerca-azione La riflessione La non generalizzabilità La concretezza La dimensione pubblica a cura della prof.ssa Lucia Portolano

La riflessione La riflessione sulle proprie azioni è caratteristica fondamentale, della ricerca azione ed è la conditiosine qua non perché cambiamenti e miglioramenti si avverino. A volte può essere necessario che l’insegnante debba rivoluzionare il suo modo di vedere le cose. Questo richiede non un semplice cambiamento di comportamento quanto un cambiamento di prospettiva, un paradigm change (Easen, 1985) che è ben più radicale e per questo anche più difficile da realizzare. In altre parole non è questione di cambiare i bottoni sul vestito ma di cambiare il vestito stesso La riflessione è più proficua se viene condotta in gruppo con colleghi, proprio perché, a differenza dello studio e della riflessione individuale, permette una circolazione di più idee, più esperienze, più conoscenze e più prospettive che insieme possono servire a scuotere o ad illuminare chi riflette. a cura della prof.ssa Lucia Portolano

La non generalizzabilità La ricerca azione non mira a fornire dati generalizzabili a contesti simili. I risultati di una qualsiasi progetto di ricerca azione sono da considerarsi pertinenti solo al contesto preciso al quale è legato anche se, è pur vero, i dati raccolti possono informare chi lavora in contesti simili. Dato il suo limitato raggio di influenza la ricerca azione si definisce più un lavoro interpretativo e qualitativo che psicometrico quantitativo che punta più a scrutare processi che a valutare prodotti; ciò non esclude che anche nella ricerca azione è possibile la quantificazione   a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Concretezza Un progetto di ricerca azione è radicato nella prassi. Un percorso di ricerca, quindi, parte da un aspetto di una situazione concreta e i risultati vanno direttamente e immediatamente ad informare quella stessa situazione concreta. La teoria (o discorso teorico) pertanto non costituisce il punto di partenza (come per esempio in un percorso top down) e neanche il punto di arrivo. La teoria trova il suo posto nel momento in cui si riflette sulla prassi. I risultati delle attività di teorizzazione contribuiscono direttamente ad informare i tipi di cambiamento o innovazione da introdurre o decisioni da adottare nella situazione concreta in oggetto. In questo senso, quindi, la ricerca azione è bottom up perchè usa il materiale concreto di una classe o situazione scolastica come punto di partenza per le riflessione teorica la quale, pertanto, non resta così fine a stessa. .   a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Dimensione pubblica Il pubblico al quale si rivolge può essere costituito dai propri colleghi di scuola, dai genitori degli alunni, dalle istituzioni che sovraintendono la scuola, da una rivista specializzata (es. rivista per insegnanti di lingua), ecc. Secondo Stenhouse ricerca è ‘systematic enquiry made public’ . Sulla scia di questa definizione , per poter considerare la ricerca- azione come ricerca legittima, c’è bisogno di prevedere la produzione di qualche relazione scritta e/o orale dove tutta la ricerca ed i suoi risultati siano documentati.   a cura della prof.ssa Lucia Portolano

Nuovo profilo dell’insegnante La scuola italiana sta cambiando radicalmente fisionomia. La legge sull’ autonomia scolastica richiede da parte del corpo docente abilità e conoscenze nuove per poter gestire il cambiamento. La responsabilità della riuscita delle innovazioni, prima assunta da organismi educativi esterni (Provveditorati, IRRE, Ispettorati, ecc), oggi è a carico della singola scuola. L’autonomia richiede che il corpo docente acquisti capacità progettuali e gestionali per la realizzazione delle innovazioni dei processi educativi. Richiede, in altre parole, un nuovo insegnante nel cui bagaglio culturale e professionale parte importante riveste il ruolo della ricerca azione. a cura della prof.ssa Lucia Portolano

a cura della prof.ssa Lucia Portolano