Regole e supervisione nellattività di vigilanza. Aspetti generali, lesperienza italiana, le iniziative a livello internazionale Andrea Pilati Banca dItalia.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Da Basilea I a Basilea II: le tappe di un processo evolutivo
Advertisements

Il metodo del patrimonio netto
La valutazione di affidabilità creditizia
La crisi Irlandese Relazione eseguita da: Valeria De Santis
Società di gestione del risparmio (SGR)
Copyright © 2011 The McGraw-Hill Companies, Srl Economia degli intermediari finanziari 3ed Anthony Saunders, Marcia Millon Cornett, Mario Anolli, Barbara.
Origine e diffusione della crisi subprime
STRUTTURA DEL LAVORO: Definizione di prociclicità
Scenari Macrofinanziari M1 - Marotta 18/10/ Meccanismo di trasmissione per BCE (2000, 2002) Il lungo periodo, con prezzi flessibili Inflazione come.
ACFfin - Scenari M2 - Marotta - 20/12/20051 Rajan (2005): maggiori incentivi per un maggiore rischio finanziario? Fattori di cambiamento nelle transazioni.
6. Il Capitale Il calcolo del Reddito
Alcuni problemi della politica economica nellepoca della globalizzazione Fedele De Novellis Parte II 10 marzo
I RISCHI CARATTERISTICI DELL’ATTIVITA’ BANCARIA
LA REGOLAMENTAZIONE DELL’ATTIVITA’ BANCARIA
Corso di Economia degli intermediari finanziari
Corso di Economia degli intermediari finanziari
Corso di Economia e Gestione delle Imprese IIUniversità Carlo Cattaneo - LIUCLezione 4 1 I SOGGETTI DEL MERCATO FINANZIARIO. (seconda parte)
Dott.ssa Francesca Picciaia Università di Perugia Facoltà di Economia.
Focus 4 Il patto di stabilità e crescita.
CORSO PIANI INDUSTRIALI RELAZIONE FIESOLE, 17 OTTOBRE 2007.
Criticità dellappoggio bancario allattività dimpresa Francesca Querci Università degli Studi di Genova Confindustria Genova - Club Finanza dImpresa Genova,
Convegno “Banca-Impresa: un rapporto in evoluzione”
Gli accordi di Basilea e le imprese Milano, 13 aprile 2005 Stefano Micossi.
Finanza Internazionale e Crescita dei Paesi in via di sviluppo
Risk and Accounting Bilancio delle banche Marco Venuti 2013.
4 febbraio febbraio febbraio 2014Antonella Notte Le crisi bancarie 1.
RISCHIO CORPORATE Roma, 31 gennaio 2006 Gianluca Magistri.
Il ruolo della finanza nel real estate e nelle prospettive delleconomia statunitense Andrea Landi - Università di Modena e Reggio Emilia Sassuolo 17 dicembre.
Università Luiss Guido Carli di Roma Master in Regolazione dell’attività e dei Mercati Finanziari L’EVOLUZIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE BANCARIA E DEGLI.
Master Regolazione dell’attività e dei mercati finanziari
Il credito nelle aziende italiane in tempo di crisi Roma, 19 aprile 2012.
IL BILANCIO La pianificazione di business nella nuova economia
Incontro con gli Istituti di Credito operanti in Abruzzo LAquila – 6 Novembre 2008 CONFINDUSTRIA ABRUZZO.
LA VALUTAZIONE D’AZIENDA
Economia e Gestione della Banca a.c. 2010/2011
SOLVENCY II Alessandro Acori, Andrea Castellani, Alessandro Eremita,
Strumenti Derivati Utilizzi e loRo ruolo nel sistema finanziario
Perche' l'Unione Bancaria e' essenziale alla ripresa economica?
Il Ruolo dei Promotori Finanziari nei momenti di turbolenza dei Mercati. Milano, 30 Settembre 2009 CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO Corso Venezia, 47 - MILANO.
FEDERCONFIDI Perugia, 23 giugno Perugia, 23 giugno 2005 Basilea 2: ruolo dei confidi Basilea 2 ha dato risalto al ruolo dei confidi in qualità di:
Laboratorio di Alfabetizzazione Finanziaria
LA FISCALITÀ DIFFERITA
La regolamentazione del sistema finanziario e gli impatti sulle strategie gestionali SISS Rovereto.
Gli affidamenti bancari ai gruppi di imprese nell’attuale scenario economico Tempo di crisi, tempo di scelte - Il credito oltre la crisi.
Nadia Linciano Ufficio Studi Economici, Consob
EDUCAZIONE FINANZIARIA
del revisore contabile
Università degli Studi di Pavia La crisi finanziaria e la riforma della vigilanza in Europa: un commento Prof. Carluccio Bianchi DSEC Pavia, 8 Maggio 2012.
Workshop ‘Strumenti e mercati per lo sviluppo e la crescita delle imprese’ Reggio Calabria, 11 luglio 2007 Strumenti e Mercati per il Finanziamento delle.
Esame preliminare delle decisioni di finanziamento
Le funzioni del capitale in banca
Roma, 26 settembre 2008 Prospettive di armonizzazione del bilancio delle PMI tra Basiela 2 e i Principi contabili internazionali 1 Prospettive di armonizzazione.
Il progetto Basilea 2 e i rapporti Banca - Impresa
BNL per le Reti d’Impresa
LA CRISI DELL’EUROZONA APPUNTI SU UNA CRISI TUTTA DA CAPIRE.
Analisi e Gestione del Rischio Lezione 1 Introduzione al Corso.
Lezione 17 Tipologie di fondi comuni di investimento
“ La crisi non è finita, ma le polizze cauzioni si continuano a fare ……Come operare in questo contesto ?“ ELEMENTI DEL PRICING Convegno Firenze 2013.
Ruolo del C.C.F.S nelle operazioni di Project Financing Seminario sul Project Financing Reggio Emilia, 16 ottobre 2003 Comunicazione di Amos Vezzani e.
Premessa Il patrimonio di una onlus è deputato a soddisfare le funzioni statutarie della stessa attraverso degli investimenti prudenziali che offrano un.
Patrimonio di vigilanza € 160 milioni. Total Capital ratio 11,74%  Società per azioni nata nel 1975 per iniziativa della Regione Toscana e delle principali.
Basilea III Università del Salento Dicembre 2011 Vito Spada.
Introduzione dell’Euro ( )  fine tassi di cambio variab. tra monete fuse in € BCE (1998) e SEBC: Politica Monetaria accentrata e indipendente.
1 Prof. Lorenzo Gai Agenda Accordo sul Capitale 1988 Principali limiti Basilea 2: principi generali Metodo standard Metodo dei rating interni La stima.
BASILEA 2 Banca Sella - PMI Unite per affrontare il cambiamento Angelo Formignani BANCA SELLA SpA Torino, 26 Settembre 2005.
Le imprese verso Basilea 2
1 Roberto Boldrini Area Finanza CB & Partners “ Pianificazione finanziaria, gestione di tesoreria e controllo del rischio in ottica banca- impresa”
STRATEGIE DI RISANAMENTO - LE CRISI AZIENDALI -. CRISI AZIENDALI APPROCCIO TRADIZIONALE/POTENZIALITÀ CRISI RICERCA CAUSE STRUMENTI NECESSARI ALL’INDIVIDUAZIONE.
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di PISTOIA Osservatorio sui bilanci delle società di capitali della provincia di Pistoia Crisi.
BASILEA 3 Alcuni cenni alle novità introdotte dai nuovi standard regolamentari.
Transcript della presentazione:

Regole e supervisione nellattività di vigilanza. Aspetti generali, lesperienza italiana, le iniziative a livello internazionale Andrea Pilati Banca dItalia Servizio Normativa e Politiche di Vigilanza

2 Da dove si è partiti (1) 1.troppo diverse tra circoscrizioni; 2.non sufficientemente incisive ed omogenee (perimetro della regolamentazione, intermediari finanziari non vigilati, hedge fund); 3.non adeguatamente prescrittive in aspetti rilevanti per la corretta rilevazione dei rischi (es., consolidamento dei veicoli finanziari); 4.eccessivamente orientate a dare rilevanza, a fini prudenziali, ai sistemi di misurazione dei rischi sviluppati dagli stessi intermediari vigilati; 5.non in grado di correggere incentivi distorti (es., politiche di remunerazione); 6.pro-cicliche Punti di debolezza delle REGOLE

3 Da dove si è partiti (2) 1. prassi applicative ancora troppo diversificate tra le diverse Autorità di vigilanza; 2.approcci spesso non sufficientemente severi a fronte di elementi sintomatici di una rischiosità più elevata di quella dichiarata; 3.minore capacità di interlocuzione delle Autorità di vigilanza di fronte a intermediari troppo grandi in relazione alla dimensione relativa del Paese dinsediamento; 4. mancanza di coordinamento nella vigilanza dei gruppi cross- border Punti di debolezza della SUPERVISIONE

4 Le recenti iniziative a livello internazionale 1. Definire regole generali per le banche in modo da: innalzare la qualità e la quantità del patrimonio; migliorare la capacità dei requisiti patrimoniali di catturare i rischi; contenere la leva finanziaria; tenere sotto controllo il rischio di liquidità 2. Introdurre disposizioni specifiche per gli intermediari sistemici e rendere più agevole la risoluzione delle crisi Il Comitato di Basilea ha approvato il documento finale con le relative proposte il 12 settembre 2010 Tra le altre principali iniziative del FSB: migliorare la struttura degli incentivi e la trasparenza (politiche di remunerazione, utilizzo dei rating a fini di vigilanza, criteri contabili maggiormente convergenti), individuare un quadro di regole globalmente condivise per i mercati over the counter

5 Le nuove regole: il patrimonio 1. Centralità della componente di qualità primaria: common equity: Componenti positive di elevata qualità: capitale, riserve, interessi di terzi nella misura in cui coprono i rischi delle rispettive entità controllate. Deduzioni delle poste attive per le quali è elevato il rischio di non avere un valore di realizzo positivo in caso di crisi o situazioni di stress (avviamenti, investimenti in azioni proprie, shortfall,attivi- vità fiscali differite, filtri prudenziali negativi) o finalizzate ad evita- re il double gearing. 2. Rafforzamento della capacità di coprire le perdite degli altri strumenti patrimoniali di tier 1

6 Le nuove regole: il patrimonio Le partecipazioni bancarie, finanziarie ed assicurative rilevanti (superiori al 10% del capitale della partecipata) non consolidate, le attività fiscali differite derivanti da differenze temporali ed i mortgage servicing rights vengono dedotti dal common equity del partecipante: 1) per la parte eccedente, per ciascuna categoria, il 10% del common equity del partecipante; 2.per la parte eccedente, per la somma delle attività di tutte e tre le categorie, il 15% del common equity del partecipante

7 Le nuove regole: le attività di rischio 1. Revisione della metodologia di determinazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato calcolato sulla base di modelli interni: - previsione di una maggiorazione a fronte di ipotesi di stress - determinazione di uno specifico requisito a fronte del rischio specifico per tenere conto del rischio di default e di downgrading dellattività sottostante (IRC: incremental risk charge) 2.Requisiti più stringenti per le operazioni di ri-cartolarizzazione 3.Modifiche della metodologia di calcolo delle esposizioni e dei requisiti a fronte dei rischi di controparte (derivati OTC, operatività verso controparti centrali) con lobiettivo di adeguare maggiormente il requisito al rischio effettivo e favorire la standardizzazione delle operazioni e la loro canalizzazione verso mercati organizzati e regolamentati

8 Le nuove regole: il leverage Da analisi empiriche il leverage ha evidenziato elevate capacità di discriminare banche stressed e banche non stressed Lo strumento dovrebbe fungere come un backstop ed evidenziare e contenere i rischi di modello Necessaria una costruzione e calibrazione adeguata: - onnicomprensivo (attività di bilancio e fuori bilancio) - individuazione delle regole per il netting - attenzione a ridurre limpatto delle diverse regole contabili - aspetti collegati alla pro-ciclicità (utilizzo del tier 1)

9 Le nuove regole: il rischio di liquidità La crisi ha evidenziato che: 1.regole o controlli basati sul solo rischio idiosincratico e sulla misura del capitale non sono sufficienti quando si verificano situazioni di stress particolarmente severe 2.non vi sono presupposti adeguati per poter fare affidabilità sui modelli interni Liquitity Coverage Ratio (LCR): Attività liquide/ Deflussi netti entro il mese >=1 Net Stable Funding Ratio (NSFR): Fondi stabili/ Attività oltre il breve Termine >=1 Capacità di sopravvivenza autonoma nel breve periodo Capacità di gestione strutturale del rischio

10 Requisiti minimi e buffer OBIETTIVI: 1.Definire ratios minimi credibili, su livelli al di sotto dei quali lintermediario non è considerato più viable dal mercato 2.Individuare buffer tali da evitare che il patrimonio scenda al di sotto dei ratios minimi anche nei periodi recessivi e di massima turbolenza dei mercati 3.Ratios minimi e buffer previsti a livello di CE/RWA. Un requisito minimo anche a livello di Tier 1 ratio e di patrimonio complessivo

11 Quali buffer? Due componenti: 1.Capital conservation buffer (da collegare a limiti alla distribuzione dei dividendi ed altri interventi da parte della vigilanza): serve a garantire che durante periodi di stress il patrimonio non scenda al di sotto del minimo 2. Countercyclical capital buffer: si attiva soltanto in periodi di forte espansione del credito per attenuare gli effetti di pro-ciclicità nelle successive fasi recessive Per poter funzionare in modo corretto il meccanismo presuppone che, per le banche che determinano i requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito attraverso sistemi interni, vi sia il preventivo aggiustamento delle PD al fine di tenere conto dellandamento del ciclo (proposta CEBS)

12 Requisiti minimi e buffer Requisito minimo: 4.5% 6% 8% Common equity (After deductions) Tier 1 Totale Capital conservation buffer: 2.5% Minimum plus conservation buffer 7.0% 8.5% 10% Leverage ratio: 3% Countercyclical buffer range 0-2.5%

13 Requisiti minimi e buffer

14 Grandfathering e phasing-in Lobiettivo è quello di avere regole più rigorose in grado di catturare meglio che in passato i rischi, ridurre la probablità di crisi sistemiche, attenuare il livello di pro-ciclicità della regolamentazione …. ma al tempo stesso è necessario che lentrata in vigore del pacchetto sia opportunamente graduata in modo da non pregiudicare la ripresa economica e non determinare costi eccessivi per il sistema finanziario e le imprese

15 I benefici e i costi della nuova regolamentazione Dalle analisi svolte è ragionevole ritenere che, una volta a regime, le nuove regole apporteranno benefici netti dovuti alla riduzione della probabilità e degli effetti di fallimenti bancari i quali, quando si verificano, possono ridurre in modo anche permanente il livello di GDP dei diversi Paesi Nella fase di transizione è da ritenere che vi siano costi, in termini di aumenti dei lending spread e del GDP, i quali però appaiono sostenibili anche in relazione allentrata in vigore graduale del nuovo framework

16 Le nuove regole: introdurre disposizioni specifiche per gli intermediari sistemici In relazione allesigenza di ridurre il moral hazard posto dalle istituzioni sistematicamente rilevanti (SIFIs) il framework proposto mira a: 1)ridurre probabilità e impatto del fallimento di un intermediario sistemico; 2)aumentare la capacità di liquidarlo senza costi elevati per il contribuente; 3)minimizzare i rischi di contagio; 4)eliminare i vantaggi competitivi di cui godono

17 Le nuove regole: introdurre disposizioni specifiche per gli intermediari sistemici A tal fine sono state individuati quattro comparti di interventi: A.Aumentare lintensità della supervisione e accrescere il ruolo dei collegi A.Misure strutturali: limiti alla crescita delle attività, autonomia delle filiazioni estere, regole di separatezza (tipo Volcker rule) A.Regole di vigilanza più severe (misure di capitale e di liquidità, limiti alla concentrazione dei rischi) B.Regimi legali di risoluzione delle crisi armonizzati e piani anticipati per affrontare le crisi, bail in option

18 Le nuove regole: introdurre disposizioni specifiche per gli intermediari sistemici E quindi necessario che se una SIFI va in crisi essa possa essere superata in going concern (recover) o in gone concern (resolved) in modo che: 1.non vi siano costi per i contribuenti; 2.non si abbiano rischi di contagio, perdite di fiducia, o restrizioni al credito 3.la disciplina di mercato venga preservata e rafforzata