Positivismo e neo-positivismo
Il positivismo sociologico nato in Europa, concepisce la La sociologia (con Comte e Spencer) nasce dal positivismo del XIX secolo: Ontologia: realismo ingenuo; Epistemologia: dualista e oggettivista; nomotetica; Metodologia: sperimentale e manipolativa (“quantofrenismo”). Il positivismo sociologico nato in Europa, concepisce la sociologia come scienza sintetica (uso confermativo della storia), interessata alle istituzioni, alla dinamica della morale e delle idee, con intenti, a tratti, tecnocratici. Con Émile Durkheim (anch’egli positivista, uno dei padri fondatoti della sociologia) questa disciplina si avvia ad essere una Scienza Analitica.
Émile Durkheim (1857-1917): principali opere La divisione del lavoro sociale (1893) Le regole del metodo sociologico (1895) Il suicidio (1897) Le forme elementari della vita religiosa (1912)
Émile Durkheim (1857-1917) Durkheim è il padre dell’olismo sociologico; È un positivista; È un laico\laicista; Critica costantemente il metodo individualista (in particolare dell’economia politica); È un riformatore “repubblicano” (la sociologia serva a migliorare la società).
Le regole del metodo sociologico (1895) La società è una realtà sui generis che non corrisponde alla singola somma delle sue parti e che precede l’individuo, “condizionandolo\determinandolo” (teorema sociologistico); La sociologia è una teoria\scienza obiettiva del fatto sociale: gli stati di coscienza individuali non sono conoscibili e anche se lo fossero non contribuirebbero alla comprensione della società.
Le regole del metodo sociologico (1895) Che cos’è il fatto sociale? Il fatto sociale è: “qualsiasi modo di fare, stabilito o no, che eserciti sull’individuo una costrizione esterna”; Le caratteristiche del fatto sociale sono: Esteriorità Generalità Coercitività Con termini contemporanei, potremmo dire che il fatto sociale è una “struttura di regole” (morali, giuridiche\istituzionali)
Le regole del metodo sociologico (1895) Come si studia il fatto sociale? Il fatto sociale deve essere considerato come una “cosa” indipendente dalla volontà degli attori sociali; Un fatto sociale ha sempre la sua causa in un fatto sociale antecedente (la struttura della società è la causa dei fatti sociali); Una volta affermatosi, il fatto sociale svolge una funzione per il tutto (serve a qualcosa) che retroagisce sulla sua causa; Il metodo comparato è il metodo sociologico per eccellenza (ma Durkheim utilizza anche l’esperimento crucis e l’analisi della forma fondamentale di un fenomeno, per coglierne le caratteristiche distintive).
Neo-positivismo Nasce negli anni ’20 e ’30 ad opera del “Circolo di Vienna” (Hempel, Carnac, per un certo periodo Popper) i cui principali esponenti (scienziati e filosofi ad un tempo) saranno costretti ad emigrare negli USA con l’avvento del Nazismo (sintonia con il pragmatismo americano); esso da vita a quella prima corrente del neo-positivismo detta positivismo logico che ha dominato la scienza (in gran parte anche le scienze sociali, soprattutto in area anglosassone) fino agli anni ’60. NB: negli USA la nascita della sociologia, già all’inizio del XX secolo, è legata ad un “orientamento riformatore e pragmatista, di intervento diretto sulla realtà” - Laster Ward, I Presidente dell’ASA (American Sociological Association, fondata nel 1905).
Neo-positivismo Il positivismo logico si fonda su: riduzione della riflessione filosofica all’epistemologia e alla metodologia; un’affermazione ha senso solo se può essere verificata empiricamente; matematica e statistica sono il fondamento del linguaggio scientifico.
Neo-positivismo Dopo gli anni ’30, l’evoluzione di questi principi fu guidata dai cambiamenti ontologici provocati dal principio di indeterminazione di Heisenberg e dalla teoria della relatività di Einstein: viene meno la certezza assoluta della scienza ed il mondo naturale appare maggiormente dominato dalla logica probabilistica; Ciò getta le basi per l’adozione del criterio falsificazionista (introdotto e studiato da Karl Popper) in luogo del vecchio criterio verificazionista: Il sapere non è mai definitivo ed assoluto ma solo provvisorio (nonostante la realtà “esista di per sé”); un’ipotesi per essere scientifica deve essere falsificabile: il controllo scientifico non avviene in positivo ma solo in “negativo”;
Neo-positivismo Paul Lazarsfeld (1901-1976), austriaco emigrato negli USA, è stato il principale esponente del neo-positivismo in sociologia. Egli ha fornito il supporto metodologico e tecnico al funzionalismo (in particolare quello di R.K. Merton, con il quale ha dato vita alla c.d. Scuola della Columbia University) – la corrente dominante in sociologia dagli anni ’30 agli anni ’60; Per Lazarsfeld: I fenomeni sociali (compreso l’individuo) vanno studiati attraverso il linguaggio delle variabili, cioè ridotti alle loro proprietà ed attributi statisticamente analizzabili; Il compito principale della ricerca sociologica è studiare la relazione tra variabili.
Neo-positivismo Dopo gli anni ’60 il positivismo logico viene ulteriormente superato in una nuova versione (da alcuni definita post-positivismo) per cui l’osservazione della realtà empirica, la sua rilevazione e analisi dipendete quasi totalmente dalla teoria adottata (Theory laden, “densa teoricamente”); Il positivismo logico prima e il post-positivismo dopo, mutano il senso della ricerca scientifica, rendono più consapevole il ricercatore che le fa proprie e tuttavia mantengono forti linee di continuità con il positivismo ottocentesco poiché: le tecniche statistiche, il modo di procedere operativo è del tutto simile a quello del primo positivismo; viene mantenuta la fede nella conoscibilità della realtà.
Neo-positivismo Ontologia: realismo critico; Epistemologia: dualista ed oggettivista limitato (criterio limite); leggi provvisorie e probabilistiche; Metodologia: sperimentale e manipolativa (“quantofrenismo”) con una maggior importanza per il ruolo critico e di validazione della comunità scientifica.