OUND Cit GRUPPO 3+1 Celestino Daniele Maria De Santis Antonella Fiorillo Italia Lanna Giovanna.

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OUND Cit GRUPPO 3+1 Celestino Daniele Maria De Santis Antonella Fiorillo Italia Lanna Giovanna

La percezione della realtà urbana e sociale in cui viviamo è il risultato di un processo di connessione frammentaria di elementi il cui scopo è funzionale e riflette l’attitudine utilitaristica di una società sempre più avviata verso il consumo e l’omologazione. Questo atteggiamento pervade anche la percezione dei luoghi e degli spazi urbani e culturali rendendo difficile lo sviluppo di una consapevolezza storica, spaziale, culturale e percettiva degli stessi luoghi che abitiamo ed in definitiva la nostra capacità di distinguere l’informazione dal rumore. In questo senso “paesaggio sonoro” si propone di ri-creare un luogo che leghi le preesistenze più significative del quartiere, quali lo stadio Olimpico, il Palazzetto Flaminio, lo stadio Flaminio, l’Auditorium e il fiume Tevere, che circondano il MAXXI, incentrandole sotto un comune denominatore: il suono. L’idea è quella di far percepire al visitatore una “realtà parallela”, non immediata e scontata come quella che gli si può presentare agli occhi recandosi fisicamente in un luogo, ma, attraverso la mediazione del virtuale, fargli scoprire lati celati o completamente nuovi della stessa realtà.

FIUME TEVERE PALAZZETTO FLAMINIO STADIO OLIMPICO STADIOFLAMINIO AUDITORIUM

Il risultato sara’ quello di creare percorsi: meditativi tematici preparatori comunicativi dove l’elemento di interazione nonche’ musicale sara’ rappresentato principalmente dall’acqua, mentre gli altri riprodurranno suoni dello sport, della musica e dell’arte. Attraversando tali percorsi, come una sorta di giardino Zen, si ha solamente la percezione di ciò che sta per accadere, ma il punto di culmine si avrà in una sala ipogea dove il visitatore verra’ catturato dai suddetti suoni che gli consentiranno di reagire e interagire con essi o grazie ad essi. Si tratta di una superficie che accogliera’ le nuove modalita’ di percezione e generazione dello spazio (spazio di trasparenza e spazio di simulazione); si tratta di un’interfaccia, una connessione fra lo spazio della citta’, sopra, e l’universo dei media, sotto; si tratta di una riproduzione sonora prima, e visiva poi, di cio’ che accade nella citta’ quotidianamente, traslata e fusa all’interno della sala ipogea.

…”Spazio come immagine di cui diventare parte, spazio come occasione di comportamento”… Vito Acconci

Dal punto di vista architettonico il punto di partenza e’ stato quello di completare ma non concludere il progetto del Maxxi, per cui e’ sembrato opportuno iniziare laddove il progetto della Hadid e’ rimasto insoluto, riprendendo alcune linee, per noi fondamentali, della sua idea progettuale senza le quali il Maxxi non puo’ “vivere”. Completare il non finito della Hadid ha permesso di ottenere come risultato un ulteriore “braccio”, che, ergendosi dalla piazza, intende collegarsi al Maxxi, sfiorandolo senza mai toccarlo. Altro elemento caratterizzante sara’ il ruolo svolto dall’acqua, che, scorrendo in superficie, si insinuera’ in profondita’, con l’irruenza di una cascata in alcuni punti e con la dolcezza di un ruscello in altri. Il risultato sarà una sala pervasa d’acqua, che rappresenterà il nodo cruciale dello spazio ipogeo. Da qui sarà possibile visitare le altre sale tematiche, non divise fisicamente tramite muri, ma attraverso declivi naturali del terreno o elementi mobili. Tutti gli spazi sottostanti, saranno, comunque, sovrastati dalla piazza, che rappresenterà l’elemento connettivo tra il fuori e il dentro, tra la città e la sala, tra il reale e il virtuale.

PIAZZA

SALA IPOGEA