CLASSE 2^B ( T.P ) D. SAVIO POTENZA , UNA REGIONE , DUE MARI E ... IL BASENTO CLASSE 2^B ( T.P ) D. SAVIO POTENZA , ANNO SCOLASTICO 2010 /2011
UFFA!!!! MA NON è INTERESSANTE OGGI RAGAZZI IMPAREREMO A CONOSCERE UN FIUME Più LUNGO DELLA BASILICATA: IL BASENTO Non c’è mai niente di bello da imparare a scuola UFFA!!!! MA NON è INTERESSANTE
SO Già QUELLO CHE PENSATE PER CUI HO DECISO DI ANDARE A FARE UNA GITA SU QUESTO FIUME EVVIVA !!
Si parte!!!
IL BASENTO è LUNGO 149KM. LA SUA PORTATA MEDIA è DI 12,2 METRI CUBI AL SECONDO E IL SUO BACINO IDROGRAFICO SI ESTENDE PER 1537 KM
LA SUA SORGENTE è SITUATA SUL MONTE ARIOSO (1722M) , SFOCIA NEL MAR IONIO E SCORRE NELLE PROVICIE DI POTENZA E MATERA.
riceve subito le acque di un primo torrente che nasce dal monte Sellata . Alle spalle di Pignola ne incontra un altro chiamato S. Michele, nella parte iniziale (Alto Basento) scorre tra le rocce modellate dall’erosione ed arriva alla città di Potenza.
Qui riceve due affluenti: il Tora, torrente proveniente dai monti Li Foi (1350 m) e il torrente Gallitello proveniente dalla zona di Monticchio (1173 m). Dopo la zona industriale di Potenza incontra un altro affluente, il Rio Freddo a carattere torrentizio. Proseguendo il suo percorso nei pressi della stazione di Vaglio raccoglie le acque del torrente Tiera.
All’altezza di Brindisi Montagna il Basento incontra altri due affluenti ugualmente a carattere torrentizio: il Vallone del Monaco, proveniente dalla Serra la Neviera e il Caprarizza che nel suo tratto iniziale è chiamato Magagna (Monte Cute m. 1182). Lungo il suo corso, nel territorio di Trivigno, incontra il vallone San Giovanni-Brutto e l'Infantino nei pressi di Albano prima di ricevere le acque del torrente CAMASTRA che rappresenta il suo maggiore affluenti suo letto si restringe formando una strozzatura profonda fin oltre le Dolomiti Lucane. In corrispondenza dello scalo di Grassano l’alveo si espande acquisendo caratteri morfologici alluvionali. Più a sud si arriva nell'ampia valle del Basento (Basso Basento) attraversando la zona industriale di Ferrandina e Pisticci, per poi giungere in corrispondenza della foce situata nel comune di Bernalda, dove, grazie alla presenza di impianti idrovori e tramite canali di bonifica, si ha il convogliamento verso il mare. Dal punto di vista geologico le formazioni affioranti sono poche. Si ritrovano rocce molto permeabili.
All’altezza di Brindisi Montagna il Basento incontra altri due affluenti ugualmente a carattere torrentizio: il Vallone del Monaco, proveniente dalla Serra la Neviera e il Caprarizza che nel suo tratto iniziale è chiamato Magagna (Monte Cute m. 1182). Lungo il suo corso, nel territorio di Trivigno, incontra il vallone San Giovanni-Brutto e l'Infantino nei pressi di Albano prima di ricevere le acque del torrente CAMASTRA
PRENDETE APPUNTI
Nella parte alta del bacino il fiume ha un percorso ripido, costretto com’ è dalle caratteristiche delle pendici: inciso nel substrato geologico, a volte, profondo e scavato in ripide gole, impetuoso perché forti sono le pendenze,capace di erodere le rocce e trasportare i sedimenti a valle. Successivamente, il fiume ha caratteristiche morfologiche alluvionali perché le correnti cominciano a depositare il loro contenuto sedimentario. Si formano ampie distese alluvionali ghiaiose (fiumare), appare come un unico canale, che serpeggia da una sponda all’altra, cercandosi la via tra massi e fini sedimenti; altre volte assomiglia ad una rete intersecata di canali pluricursali, 3-4 canali contemporanei e paralleli, che vanno alla ricerca di un percorso fino al mare. Il fiume ha un ampio letto ciottoloso, con deflusso intrecciato in fase di magra. Sempre in questo tratto del fiume predomina l’attitudine delle correnti idriche al deposito dei sedimenti nell’alveo piuttosto che la tendenza all’erosione. Infine prima della foce, il corso d’acqua assume un andamento curvilineo e meandriforme .I meandri sono generalmente instabili ed in rapida evoluzione per modifiche del percorso durante le piene e le erosioni. Qui il fiume è incassato nelle scarpate e talvolta l’ instabilità dei meandri è documentata da tracce di meandri abbandonati . Colpisce l’evidente insufficienza delle sezioni trasversali : a volte molto strette , sembrano tipiche di un piccolo canale di scolo piuttosto che di un corso d’acqua vero e proprio, che ha un esteso bacino idrografico,con una superficie di 1500 km2 , ed una lunghezza di 149 km . Così il fiume si avvia a mare con il letto unicursale prevalentemente rettilineo e pianeggiante con rari cambiamenti di direzione e con sezioni trasversali molto strette, che si rivelano insufficienti in occasione del deflusso di grandi piene.
CONTINUATE A CRIVERE LA STORIA DEL BASENTO
La Basilicata,bagnata da due mari a Sud lo Ionio ad Ovest il Tirreno, attraversata da quattro fiumi,implicava, comunque,la presenza di strade. I fiumi , infatti,hanno reso possibile l'incontro e l'integrazione di popoli diversi ed è lungo il fondo delle loro valli che furono tracciate le prime vie,i primi itinerari della transumanza. Le ricerche archeologiche sembrano confermare le relazioni esistenti tra le popolazioni stanziate nell'area pianeggiante (Siritide e Metapontino) con il Mediterraneo Orientale, e che, in epoche antecedenti ( prima metà dell'Età del Ferro IX-VIII sec.a.C.) alla fondazione delle colonie greche, relazioni e scambi si instaurarono tra le comunità ioniche, ( agglomerati come la Pandosia lucana), sia con i gruppi indigeni e delle zone costiere e quelle interne sia con i naviganti greci,che frequentavano le coste meridionali dell'Italia. La via più conosciuta e battuta era sicuramente,quella che seguiva il corso del Basento," importante arteria di comunicazione", con i suoi punti di riferimento per i centri dell'area più interna, sulle alture-Croccia Cognato sulla destra e Civita di Tricarico sulla sinistra . In epoca preromana, i prodotti arrivavano per via terrestre o per quella fluviale fino a Tricarico-Croccia Cognato,e nel punto in cui inizia lo"stretto alveo"(le Dolomiti Lucane)-Pietrapertosa-Campomaggiore - Castelmezzano-Albano di Lucania-Trivigno- per via terrestre lungo il costone,e prima di raggiungere Brindisi Montagna,dove i terreni diventano meno ripidi fino al torrente Gallitello (dai monti Li Foi) ,si potrebbe ipotizzare che,oltrepassata quella difficile strozzature,ancora per un buon tratto,il fiume poteva essere navigabile. Tappa obbligatoria del percorso era "Serra di Vaglio", importantissimo crocevia e centro di
riferimento e di comando tra gli altri abitati indigeni dell'area ,oltre a Croccia- Cognato e Civita di Tricarico ;e proseguendo oltre,deviando verso Nord, raggiungeva le sorgenti del Bradano,costeggiando torrenti e superando crinali,e dopo il Monte Carmine ,si dirigeva fino all'alto corso dell'Ofanto(Passo di Conza), incontrava la valle del Tanagro e del Sele e raggiungeva la sua foce. Il litorale dello Ionio con quello del Tirreno erano in contatto: Metaponto collegata all'antica Poseidonia,la Paestum dei Latini. Tutta la regione era attraversata , da Nord a Sud , da Est ad Ovest, da tratturi e tratturelli ,che completavano il collegamento di quelle arterie che partivano dai centri della Magna Grecia , lungo le valli dei principali fiumi , raggiungevano quella dell'Ofanto fino al mar Adriatico e quella del Sele fino al Tirreno e da qui, poi, verso le città situate più a settentrione . La rete viaria sicuramente dovette servire a smaltire un notevole flusso di traffico commerciale, principale fattore di sviluppo delle città situate lungo tali arterie; i reperti insediativi,con i loro ricchi corredi tombali, testimoniano la vita di relativo benessere in cui vivevano gli abitanti. Con l'arrivo dei Romani furono costruite delle vere e proprie strade, che attraversavano la regione : la Appia,la Popilia,la Herculèa. Nel momento in cui Roma apre un collegamento viario diretto con l'Oriente (la Appia), con l'Africa (la Popilia),le città della Magna Grecia sono tagliate fuori dal circuito"commerciale internazionale"( già dal III sec.a.C). Dopo la prolungata fase di conflitti,( le guerre sannitiche, la guerra con Pirro e con Annibale,le guerre sociali ) ormai, romanizzata la Lucania,la valle del Basento perde il suo antico splendore, non è più passaggio obbligato e via di transito per i centri del basso corso del Basento e quelli dell'area del Sele.Un tempo "protagonisti diretti del loro destino ora membri di un enorme organismo internazionale ,come l'Impero romano, vivono, senza grandi sussulti , ciascuno la propria storia".
Il dissesto idrogeologico e il trasporto solido Il bacino del Besento,come tutti i fiumi italiani è interessato da fenomeni di inquinamento idrico, arretramento della linea di costa e intrusione salina nella falda acquifera della piana costiera. Il passato equilibrio è venuto meno, nel corso dei secoli, voluto dall'uomo, dalle calamità e dal clima della regione. La rottura del suo equilibrio dinamico è iniziato nel secondo dopoguerra italiano e si è sempre più accentuato. Percorrendo il suo bacino si scoprono la storia dei luoghi,gli eventi estremi che continuamente colpiscono le popolazioni e le attività,i processi dinamici del fiume e del suo territorio, come frane e terremoti. Il Basento è ormai massicciamente interessato dalla presenza di opere idrauliche, invasi, diversivi,briglie ed è, inoltre, oggetto di attività estrattive: escavazioni di inerti, prelievi d'acqua che ne influenzano il regime idraulico, la quantità delle acque e la morfologia fluviale . La zona è interessata ampiamente dall'intensificazione di prelievi d'acqua freatica e già adesso si teme che questi prelievi superino la ricarica naturale degli acquiferi, quella che avviene per il contributo naturale delle piogge. Il dissesto idrogeologico e il trasporto solido La Basilicata è una delle regioni più instabili. I danni provocati dalle frane nelle zone antropizzate sono stati piuttosto gravi e pericolosi. Ben il 90% dei cittadini lucani sono minacciati da erosioni del terreno,il quale ha assoluto bisogno di interventi di consolidamento e di sistemazione.
Nel bacino del fiume Basento le frane sono molto diffuse e spesso imponenti, da rappresentare il principale "agente morfogenetico" dei versanti. La parte montana di un bacino è una fabbrica di produzione: di deflusso idrico che sarà sorgente di vita più a valle,ma causerà anche devastazioni;produzione del detrito che alimenterà le attività dell'uomo, ma sarà anche causa di danni e dissesti.
SI RITORNA IN CLASSE!!
GRAZIE PER AVERCI SEGUITI ALLA PROSSIMA !!!!