I.T.I.S. ETTORE MAJORANA SOMMA VESUVIANA (NA) PRESENTA:
Progetto Fiume Sarno
Inquinamento dell’acqua Un' acqua si dice inquinata quando la sua qualità è compromessa dall'immissione di sostanze quali prodotti chimici e scarichi industriali e urbani, fino al punto di renderla inadatta agli abituali usi (potabile, agricolo, industriale). Ogni acqua a seconda delle proprio condizioni di temperatura, possiede una percentuale di ossigeno e, grazie anche alla presenza di flora batterica ha la capacità di assimilare una certa quantità di sostanze scaricate, generalmente di natura organica, trasformandole in sostanze minerali semplici attraverso il processo di biodegradazione. Questo processo tenta di alterarsi a causa dell'esubero di sostanze o di attività industriali, artigianali o agricole.
L’inquinamento delle acque viene definito come l’effetto dell’immissione nei corpi idrici di sostanze o di energie tali da compromettere la salute umana, da nuocere alle risorse viventi e, più in generale, al sistema ecologico idrico e da costituire un ostacolo a qualsiasi legittimo uso delle acque. Esso può derivare da cause naturali ma, soprattutto, dall’attività dell’uomo. L’inquinamento naturale ha luogo quando l’acqua piovana viene a contatto con sostanze del mondo minerale e biologico, mentre quello dovuto all’attività dell’uomo deriva dalla massiccia antropizzazione e industrializzazione. Tra questi rientrano gli scarichi di fognature civili non depurati, lo scarico nell’ambiente idrico dei residui delle materie prime e dei prodotti intermedi e finali dell’industria. La grande industria inoltre determina anche un inquinamento di tipo termico che va ad alterare gli equilibri chimici e biochimici dei corpi idrici e produce la diminuzione dell’ossigeno disciolto, direttamente diminuendone la solubilità, o indirettamente causando un aumentato metabolismo della flora acquatica. Un altro grave problema sono le piogge acide, frutto della ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e precipitazioni acide. Le conseguenze sono numerose e vanno tutte a gravare direttamente o indirettamente sugli organismi acquatici: tossicità delle acque, scomparsa dei vegetali, alterazione della catena alimentare. I danni si riscontrano inoltre anche nella salute umana. Infatti è facile ingerire alimenti provenienti da acque acide e contaminate, come i pesci o molluschi.
Le acque di scarico urbano ed industriale rappresentano una delle fonti principali di inquinamento idrico. Altre sostanze che influiscono sull'inquinamento delle acque sono i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche, i pesticidi, svariate sostanze chimiche, il petrolio e i suoi derivati. Altrettanto inquinanti posso essere i batteri , poiché tendono ad alterare lo stato dell'acqua consentendo diverse malattie. Spesso anche il petrolio è causa non solo dell'inquinamento idrico, ma anche della morte di numerosi animali.
Effetti dell’inquinamento Idrico Le sostanze contaminanti contenute nell'acqua inquinata possono provocare innumerevoli danni alla salute dell'uomo e all'equilibrio degli ecosistemi. I principali inquinanti contenuti nelle acque reflue sono i componenti dell' azoto, il fosforo, i metalli, i batteri e i virus. Il fosforo e i composti d'azoto sono molto pericolosi soprattutto per i laghi; in quanto se presenti in abbondanza causano il fenomeno dell' eutrofizzazione, originato anche dall'eccessivo apporto di fertilizzanti, dilavati dai terreni agricoli. Attraverso il processo di eutrofizzazione si vieni a determinare una crescita smoderata della flora acquatica. La presenza di metalli nella acque reflue è dovuta soprattutto alle attività industriali. I metalli presenti nei corpi idrici possono essere ingeriti dai pesci e di conseguenza entrare nella catena alimentare contaminando anche l'uomo. I metalli sono sostanze tossiche che possono causare malattie molto gravi ( esempio tumori).
Soluzioni Con l’obiettivo di ridurre o limitare l’inquinamento delle acque, sono state stabilite premesse per un cambiamento radicale e sostenibile nell’uso delle risorse idriche, affermando che l’uso delle stesse deve essere compatibile con l’ambiente e devi rispondere alle necessità delle generazioni future. Tra queste rientrano la realizzazione e l’adeguamento delle reti fognarie e degli impianti di trattamento delle acque superflue urbane, anche degli agglomerati di minori dimensioni E in corso anche una nuova proposta: quella del riciclaggio delle acque depurate. Infatti in Italia le esperienze in questo campo sono assai scarse e minori di quelle egli altri paesi, anche se vi è una tendenza positiva che vedrà aumentare in questi anni i progetti. L’obiettivo è quello di limitare il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, ridurre l’impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori e favorire il risparmio idrico mediante l’utilizzo delle acque reflue. La normativa prevede che queste acque possano essere utilizzate per scopi irrigui, civili e industriali e considera il riutilizzo delle acque reflue uno degli strumenti con cui attuare una razionale e sostenibile gestione delle risorse idriche.
COME SI RILEVA L'INQUINAMENTO DELL'ACQUA? L'inquinamento dell'acqua viene rilevato in laboratori, in cui piccoli campioni di acqua sono analizzati per differenti agenti inquinanti. Allo stesso scopo si possono anche usare organismi viventi, come alcuni pesci. cambiamenti nel loro comportamento o crescita furori da dovuto ci mostrano che l'acqua in cui vivono è inquinata. Proprietà specifiche di questi organismi possono fornire informazioni sul tipo di inquinamento del loro ambiente naturale. Laboratori usano anche modelli di calcolo per determinare quali pericoli ci possono essere in determinate acque: si importano i dati posseduti sull'acqua nel calcolatore ed esso determina se l'acqua ha qualche tipo di impurità.
QUANDO LE ACQUE SONO POTABILI? Un'acqua è potabile quando è limpida, incolore, inodore, di sapore gradevole a temperatura compresa tra 7 e 15°C ; inoltre deve rispondere a determinati requisiti all'analisi chimica e batteriologica. In particolare non devono essere presenti in quantità superiori a certi limiti sostanze che possano far sospettare un inquinamento da prodotti di rifiuto animali o di tipo industriale e devono essere assenti residui di pesticidi. Le acque impiegate a scopo potabile sono generalmente sia quelle del sottosuolo, che risultano molto spesso (in particolare se di falda profonda) già potabili, e quindi possono essere direttamente immesse nella rete idrica di distribuzione (ACQUEDOTTO), sia quelle superficiali di fiumi, laghi e bacini artificiali. In questi ultimi casi sono di norma necessari trattamenti di depurazione.
Il Sarno nella storia
A seguito dell’eruzione del 79 d. C A seguito dell’eruzione del 79 d.C., buona parte della valle fu ricoperta di materiale vulcanico e il risultato fu che sotto questo strato scomparvero terreni coltivati, case, strade e corsi d’acqua. Oltre alla pesca, all’irrigazione e al trasporto delle merci, sin dal Medioevo, lungo il corso del fiume, vi erano numerosi mulini. Tuttavia l'attività più praticata fu quella delle fusare, una sorta di laghetti artificiali destinati alla coltivazione della canapa.
Agli inizi del 1600 Alfonso Piccolomini fece costruire uno sbarramento su un tratto del fiume. Questo comportò una riduzione della navigabilità del corso d’acqua e l’allagamento di vaste aree a monte della diga. Nel 1855, Ferdinando II decise di rendere navigabile il fiume da Scafati alla foce. Il progetto richiese la rettifica del corso del basso Sarno, la cui lunghezza fu ridotta da 12 km a soli 5 km, ciò nonostante comportò la bonifica dei terreni a monte.
IL Fiume Il bacino del Sarno ha un’ estensione complessiva di 438 km², interessanti 39 comuni tra le province di Salerno, Napoli ed Avellino. Il Sarno nasce alle pendici del monte Saro. Un tempo, le sue acque alimentavano l’Acquedotto Campano. Il fiume continua ad avere tre sorgenti: la più importante di queste è denominata Foce, a nord-ovest della città. La seconda si trova alle spalle del centro abitato ed è chiamata Palazzo. La terza è la sorgente Santa Marina e si trova nei pressi di Lavorate. Dopo circa 24 chilometri il Sarno sfocia nel Tirreno di fronte al pittoresco scoglio di Rovigliano.
La foce del Sarno con vista dello scoglio di Rovigliano
Emergenza Fiume Sarno Negli ultimi tempi, a partire dagli anni Sessanta, il fiume Sarno è stato molto studiato, soprattutto dal punto di vista ambientale. Tali studi hanno permesso di accertare lo stato di grave inquinamento in cui versa la quasi totalità del corso d'acqua con l'eccezione delle acque sorgentizie. Il Sarno compie un percorso di circa 24 Km. e attraversa un territorio comprendente 38 comuni, suddivisi tra le province di Avellino, Napoli e Salerno, perciò densamente popolato e con una forte presenza di industrie conciarie, conserviere e vetrarie. Questo fiume riceve le acque di numerosissimi affluenti minori e di due affluenti maggiori, il torrente Cavaiola e il torrente Solofrana. Per la brevità del suo corso e l’intensa urbanizzazione del suo bacino, il fiume subisce un notevole sfruttamento. L'uso indiscriminato in agricoltura di fertilizzanti ed antiparassitari chimici (pesticidi, insetticidi, erbicidi, funghicidi), rappresenta nella valle del Sarno un considerevole fonte di inquinamento non solo delle acque superficiali del fiume, ma soprattutto delle falde. Dalle ultime indagini emerge che la situazione più grave si registra a valle dell'immissione dell'alveo comune di Nocera, sia per l'enorme carico di reflui urbani, sia per il massiccio inquinamento industriale, caratterizzato dalla presenza di reflui altamente tossici e nocivi anche per le popolazioni residenti. Indagini epidemiologiche riguardanti il bacino del fiume Sarno hanno evidenziato inoltre che le patologie accertate presentano due principali veicoli di trasmissione: le gocce aereosolitiche e l'ingestione diretta o indiretta delle acque del fiume. Malattie: brucellosi, febbre tifoidea, diarrea infettiva, epatite virale.
Soluzioni per il risanamento del fiume sarno Il problema Sarno era centrale, ritenuto anzi responsabile del degrado e dell'inquinamento del golfo. Furono esaminate le varie cause dell'inquinamento, definito di tipo industriale. A tale proposito è stato affermato che : "Nelle acque vengono scaricate grosse quantità di cromo, piombo e pesticidi. La presenza di tali agenti tossici è biocida, nel senso che essi hanno la capacità di eliminare molti batteri presenti naturalmente nelle acque fluviali e capaci di eliminare, in condizioni normali, le sostanze tossiche. La mancanza di tali elementi ha trasformato il Sarno in un fiume quasi morto". Oltre all'analisi dello stato malato ed agonizzante del fiume e delle relative cause, sono state fatte anche delle proposte di varia natura. Tali proposte si possono così raggruppare: a) separare le portate reflue di tempo asciutto dalle portate sorgentizie, rispetto alle prime biologicamente sane; b) non esclusa la realizzazione di un depuratore per il trattamento fisico-chimico delle acque sporche; c) istituzione di una commissione di controllo per lo smaltimento dei rifiuti tossici delle industrie; d) istituzione nella polizia di Stato di un corpo specializzato, marittimo e terrestre per la prevenzione e la repressione dei reati ecologici;
Analisi delle acque
COD MR Anno 2010 Anno 2012 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA COD 0 – 1500 mg/l 11 mg/l 115 mg/l Anno 2012 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA COD 0 – 1500 mg/l 22 mg/l 93 mg/l
AMMONIACA MR Anno 2010 Anno 2012 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA ESAME Ione ammonio (NH4+) 1-60 mg/l n. r. 2,9 mg/l Anno 2012 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA Azoto ammoniacale (NH3-N) 0 – 10 mg/l 0,08 mg/l 0,39 mg/l Ammoniaca (NH3) 0,10 mg/l 0,47 mg/l Ione ammonio (NH4+) < 0,50 mg/l 0,50 mg/l
Pentossido di fosforo (P2O5) FOSFATI HR Anno 2010 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA Ione fosfato (PO43-) 0,02 - 1,1 mg/l 0,16 mg/l 0,425 mg/l Anno 2012 ESAME SCALA RAGIONERIA VIA ROMA Ione fosfato (PO43-) 0 – 30 mg/l 1,6 mg/l n. r. Fosforo (P) 0,5 mg/l Pentossido di fosforo (P2O5) 1,2 mg/l
Ecco come il nostro fiume è ridotto dagli “scarichi controllati”
Ideato ed Elaborato da: Auriemma Luca De Vivo Errico Bosone Biagio Con la partecipazione di: Di Palma Francesco Giuliano Antonio Sorrentino Felice Merone Davide La Pietra Giuseppe Finelli Michele Coordinatori : prof.ssa Santorelli Giovanna e prof. Crescenzo Antonio