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DALLA TEORIA ALLA PRATICA

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Presentazione sul tema: "DALLA TEORIA ALLA PRATICA"— Transcript della presentazione:

1 DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Celestina Martinelli Andria, 24 febbraio 2014

2 DECRETO 16 novembre 2012, n. 254 Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione, a norma dell'articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89. Art. 1 1. Le Indicazioni nazionali, allegate al presente decreto, sostituiscono le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati di cui agli allegati A, B, C e D del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 , e le successive Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 31 luglio 2007.

3 Come sOno nate le Indicazioni nazionali 2012
Paolo Seclì Come sOno nate le Indicazioni nazionali 2012 ESIGENZA GIURIDICA Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione 2007 SCADEVANO il 31 Agosto 2012 dopo 5 anni dall’entrata in vigore e dopo la «Sperimentazione» prevista 2 c onsultazioni: Novembre «Monitoraggio sulle Indicazioni» Questionario per conoscere il contesto di riferimento all'interno del quale le scuole hanno sperimentato Indicazioni [...] utilizzando gli strumenti offerti dall'autonomia scolastica. Giugno Consultazione telematica delle scuole sui nodi principali della bozza del nuovo testo

4 ISTITUTI COMPRENSIVI CURRICOLO DI SCUOLA / ISTITUTO
Criticità ISTITUTI COMPRENSIVI Risorsa La progressiva generalizzazione degli istituti comprensivi, che riuniscono scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, crea le condizioni perché si affermi una scuola unitaria di base che prenda in carico i bambini dall’età di tre anni e li guidi fino al termine del primo ciclo di istruzione e che sia capace di riportare i molti apprendimenti che il mondo oggi offre entro un unico percorso strutturante. (p. 15 A.P.I.) CURRICOLO DI SCUOLA / ISTITUTO [È sufficiente la norma per creare gli istituti comprensivi? È plausibile che la creazione del contenitore non sia riuscita, spesso, a produrre il nuovo contenuto]

5 ELEMENTI GENERALI DI NOVITÀ
Linguaggio più semplice e comprensibile. FINALITÀ della scuola nel «Quadro europeo delle competenze chiave» Definizione profilo 14enne come impegno comune di tutti i docenti coinvolti, Migliore organizzazione del curricolo Valorizzazione del ruolo dei docenti all’interno della comunità professionale Eliminazione di aree disciplinari predefinite, con la raccomandazione che siano le scuole a provvedere a «possibili» aggregazioni delle discipline in aree disciplinari nella predisposizione del curricolo d'istituto

6 L’impatto della valutazione sulla vita della scuola:
ELEMENTI GENERALI DI NOVITÀ L’impatto della valutazione sulla vita della scuola: Valutazione formativa, Rilevazioni nazionali, Certificazione delle competenze Utile introduzione di un quadro finale di competenze che “è ragionevole attendersi” al termine della scuola dell'infanzia; L'introduzione di un Profilo delle competenze dello studente al termine del primo ciclo [Un Profilo dello studente al termine del primo ciclo, in forma più discorsiva ed estesa, figurava nelle Indicazioni Nazionali del 2004, non più in quelle del 2007]

7 ELEMENTI GENERALI DI NOVITÀ
Sono assunti come importanti riferimenti dell'azione educativa e didattica delle scuole (in “L'organizzazione del curricolo”), tre documenti ministeriali significativi degli ultimi anni: La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri (2007); Le Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009); Le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento (2011). Direttiva Ministeriale , Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.[Ai precedenti documenti va aggiunta la presente Direttiva anche se pubblicata successivamente ma altrettanto strategica per la realizzazione del Curricolo di scuola/istituto]

8 PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE
COMPETENZE-CHIAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE Raccomandazione Consiglio d’Europa del 18 dicembre 2006 comunicazione nella madrelingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; competenza digitale; imparare a imparare; competenze sociali e civiche; spirito di iniziativa e imprenditorialità; consapevolezza ed espressione culturale. (pp API)

9 Obiettivi di apprendimento OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Organizzazione delle Indicazioni Discipline Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO NUCLEI TEMATICI Per alcune discipline quali ITALIANO, LINGUA INGLESE, STORIA, GEOGRAFIA, MATEMATICA, SCIENZE sono declinati anche al termine del III anno di sc,prim.

10 LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA STORIA GEOGRAFIA
DISCIPLINE Per la scuola dell’infanzia 5 campi di esperienza: Il sé e l’altro Il corpo e il movimento Immagini,suoni,colori I discorsi e le parole La conoscenza del mondo Per la scuola primaria e per la secondaria di I grado: ITALIANO LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA STORIA GEOGRAFIA MATEMATICA SCIENZE MUSICA ARTE E IMMAGINE EDUCAZIONE FISICA TECNOLOGIA RELIGIONE CATTOLICA

11 NUCLEI TEMATICI ITALIANO
ASCOLTO E PARLATO LETTURA SCRITTURA ACQUISIZIONE ED ESPANSIONE DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA E RIFLESSIONE SUGLI USI DELLA LINGUA

12 NUCLEI TEMATICI MATEMATICA
NELLA SCUOLA PRIMARIA: NUMERI SPAZIO E FIGURE RELAZIONI, DATI E PREVISIONI NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO RELAZIONI E FUNZIONI DATI E PREVISIONI

13 NUCLEI TEMATICI SCIENZE
NELLA SCUOLA PRIMARIA: OGGETTI, MATERIALI E TRASFORMAZIONI OSSERVARE E SPERIMENTARE SUL CAMPO L’UOMO I VIVENTI E L’AMBIENTE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO FISICA E CHIMICA ASTRONOMIA E SCIENZE DELLA TERRA BIOLOGIA

14 CAPACITA’ … SONO LE RISORSE PERSONALI, I TALENTI DI CUI OGNI ESSERE UMANO DISPONE: ESPRIMONO LA FORMA DEL NOSTRO ESSERE POTENZIALE. NON SI ACQUISISCONO, MA SI PROMUOVONO, SI SVILUPPANO, SI ESERCITANO, SI CONSOLIDANO..

15 CONOSCENZE … INDICANO IL RISULTATO DELL’ASSIMILAZIONE DI INFORMAZIONI ATTRAVERSO L’APPRENDIMENTO. LE CONOSCENZE SONO L’INSIEME DI FATTI, PRINCIPI, TEORIE RELATIVE A UN SETTORE DI STUDIO . Possono essere dichiarative (che cosa) procedurali(come), semantiche (significato) condizionali (perché).

16 ABILITA’ … INDICANO LE CAPACITA’ DI APPLICARE LE CONOSCENZE PER PORTARE A TERMINE COMPITI E RISOLVERE PROBLEMI. RIGUARDANO IL “SAPER FARE”. Possono essere cognitive comprendenti l’uso del pensiero logico o pratiche comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti.

17 COMPETENZE … INDICANO LA COMPROVATA CAPACITA’ DI USARE CONOSCENZE E ABILITA’ E CAPACITA’ PERSONALI IN SITUAZIONI DI LAVORO E DI STUDIO. Nelle Raccomandazioni del Parlamento Europeo del 2008, nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF), le competenze sono descritte in termini di RESPONSABILITA’ E AUTONOMIA.

18 PROVA NAZIONALE DI MATEMATICA Scuola secondaria di I grado classe III
D20. Il Signor Carlo scende dal tram all’incrocio di via Pietro Micca con via Antonio Giuseppe Bertola (nella mappa che vedi qui sotto il punto è contrassegnato da un asterisco). Ischia 2010 Damiano Previtali 18

19 Percorre 200 metri di via Bertola e all’incrocio con via 20 Settembre svolta a sinistra; dopo aver camminato per 150 metri, raggiunge l’incrocio con via Pietro Micca. Da lì decide di tornare al punto di partenza per via Pietro Micca. Quanti metri all’incirca percorre al ritorno? □ A. 200 m □ B. 250 m □ C. 350 m □ D. 600 m Ischia 2010 Damiano Previtali 19

20 Un modello di PROBLEM SOLVING matematico (Schoenfeld)
L’allievo Allievo “diligente” Risorse cognitive Lettura; comprensione; relazioni spaziali; orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata. Euristiche Si chiede: -Quando abbiamo fatto queste cose a scuola?- Controllo Non trova soluzione. Panico. Rinuncia a risolvere il problema (Non lo abbiamo trattato a scuola!) Belief system Le discipline sono chiuse - “edite” Allievo “competente” Lettura; comprensione; relazioni spaziali; orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata. Legge la situazione e si chiede: - Come “trasformo” le cose che conosco in questa situazione nuova? La trasformazione non porta subito alla soluzione, si applica, cerca trasformazioni alternative e innovative (il desiderio della scoperta) Interdisciplinarietà ed apertura “all’inedito” 20 Un modello di PROBLEM SOLVING matematico (Schoenfeld) Ischia 2010 Damiano Previtali

21 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE …
RAPPRESENTANO DEI RIFERIMENTI INELUDIBILI. INDICANO PISTE CULTURALI E DIDATTICHE. AIUTANO A FINALIZZARE L’AZIONE EDUCATIVA ALLO SVILUPPO INTEGRALE DELL’ALLIEVO. COSTITUISCONO CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE ATTESE. NELLA LORO SCANSIONE TEMPORALE SONO PRESCRITTIVI a garanzia dell’unità nazionale e della qualità del servizio

22 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO …
INDIVIDUANO CAMPI DEL SAPERE OSSIA CONOSCENZE E ABILITA’ PER RAGGIUNGERE I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE. SONO UTILIZZATI NELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA SONO ORGANIZZATI IN NUCLEI TEMATICI E DEFINITI IN RELAZIONE A PERIODI DIDATTICI LUNGHI. PER ITALIANO, INGLESE, STORIA, GEOGRAFIA, MATEMATICA E SCIENZE SONO INDICATI ANCHE ALTERMINE DELLA III CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.

23 PROFILO DELLO STUDENTE …
DESCRIVE IN FORMA ESSENZIALE LE COMPETENZE RIFERITE ALLE DISCIPLINE DI INSEGNAMENTO E AL PIENO ESERCIZIO DELLA CITTADINANZA AL TERMINE DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE. IL CONSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE DELINEATE NEL PROFILO COSTITUISCE L’OBIETTIVO GENERALE DEL SISTEMA EDUCATIVO E FORMATIVO ITALIANO.

24 IL QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO
IL COSTRUTTIVISMO VIENE A COSTITUIRE IL NUOVO QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO PEDAGOGICO: IL SOGGETTO APPRENDE IN QUANTO REALE PROTAGONISTA DI UN PROCESSO DI COSTRUZIONE DELLA PROPRIA CONOSCENZA

25 IL QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO
COSTRUTTIVISMO OPERATORIO DI PIAGET COSTRUTTIVISMO SOCIALE DI VYGOTSKIJ COSTRUTTIVISMO SOCIO-CULTURALE DI BRUNER

26 LA PROSPETTIVA COSTRUTTIVISTICA
La natura e la qualità del processo di costruzione della conoscenza dipendono da molteplici fattori: Variabili riferite al soggetto che apprende Variabili riferite a chi propone l’apprendimento Variabili riferibili alle tecnologie dell’apprendimento Variabili riferite al clima della classe

27 MULTIDISCIPLINARITA’ PLURIDISCIPLINARITA'
DALLE DISCIPLINE ALLA TRASVERSALITA’ MULTIDISCIPLINARITA’ PLURIDISCIPLINARITA' INTERDISCIPLINARITA’ TRANDISCIPLINARITA’

28 TIPOLOGIE DI TRASVERSALITA’
PEDAGOGICA DIDATTICA PER OMOLOGIA MATERIALE PER OMOLOGIA FORMALE OPERATIVA

29 TRASVERSALITA’ PEDAGOGICA
DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

30 DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE
TRASVERSALITA’ DIDATTICA DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO DIDATTICO DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

31 DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE
TRASVERSALITA’PER OMOLOGIA MATERIALE DISCIPLINE DISCIPLINE CONTENUTO DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

32 DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE
PROBLEMA DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

33 DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE
TRASVERSALITA’ PER OMOLOGIA FORMALE DISCIPLINE DISCIPLINE METODO DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

34 DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE
TRASVERSALITA’ OPERATIVA DISCIPLINE DISCIPLINE COLLEGIALITA’ DISCIPLINE DISCIPLINE OBIETTIVO FORMATIVO DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE DISCIPLINE

35 AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
PRINCIPI METODOLOGICI FORNITI DALLE INDICAZIONI valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni attuare interventi adeguati nei riguardi della diversità favorire l’esplorazione e la scoperta incoraggiare l’apprendimento collaborativo promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere realizzare percorsi in forma di laboratorio

36 C.M. n. 22 del «AVVIO DELLE MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE INDICAZIONI NAZIONALI PRIMI ADEMPIMENTI E SCADENZE» PROSPETTIVA PLURIENNALE: FASE DI INFORMAZIONE E RIFLESSIONE rivolta ai Collegi dei docenti FASE DI FORMAZIONE E DI RICERCA rivolta a gruppi limitati di docenti FASE DI DOCUMENTAZIONE DEGLI ESITI.

37 C.M. n. 22 del 26.08.2013 «UN MODELLO DI GOVERNANCE»
A LIVELLO CENTRALE: COMITATO SCIENTIFICO NAZIONALE A LIVELLO REGIONALE LO STAFF DELLA SINGOLA REGIONE A LIVELLO TERRITORIALE LE RETI DI SCUOLE E IL GLT (Gruppo di lavoro territoriale)

38 C.M. n. 22 del 26.08.2013 «LE INIZIATIVE IN RETE»
RIVOLGERSI AD UN NUMERO MEDIO DI ISTITUZIONI SCOLASTICHE ESSERE RAPPRESENTATIVE DEI TRE GRADI DI SCUOLA PREVEDERE EVENTUALI COFINANZIAMENTI CARATTERIZZARSI COME LABORATORI (da 1 a 4 laboratori di 20 docenti) PREVEDERE UN IRRINUNCIABILE LAVORO NELLE CLASSI INCLUDERE L’IMPEGNO A DOCUMENTARE GLI ESITI E A DIFFONDERLI.

39 DPCUMENTO DI LAVORO DEL C.S.N.
CULTURA SCUOLA PERSONA PROFILO DELLO STUDENTE CURRICOLO VERTICALE DIDATTICA PER COMPETENZE AMBIENTE DI APPRENDIMENTO VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE CITTADINANZA E COSTITUZIONE INCLUSIONE COMPETENZE DIGITALI COMUNITA’ EDUCATIVA E PROFESSIONALE CAMPI DI ESPERIENZA ITALIANO LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA STORIA GEOGRAFIA MATEMATICA SCIENZE MUSICA ARTE E IMMAGINE EDUCAZIONE FISICA TECNOLOGIA

40 C.M. n. 22 del 26.08.2013 «BISOGNI EMERGENTI DA PARTE DEI DOCENTI
BISOGNO DI FORMAZIONE NON TEORICA MA PRATICA BISOGNO DI IMPARARE A GESTIRE SITUAZIONI DIFFICILI BISOGNO DI IMPARARE AD UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA BISOGNO DI SAPERNE DI PIU’ SU VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE BISOGNO DI NON ESSERE LASCIATI SOLI

41 C.M. n. 22 del 26.08.2013 BISOGNI EMERGENTI DA PARTE DEGLI STUDENTI
CHE LA SCUOLA SIA PIU’ ATTRAENTE CHE «SI FACCIANO DELLE COSE E NON SI PARLI SOLTANTO»

42 C.M. n. 22 del 26.08.2013 SCHEMA DI U.A. / PERCORSO INTERDISCIPLINARE
TITOLO DESTINATARI RISORSE PROFESSIONALI COMPITO UNITARIO TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (CONOSCENZE E ABILITA’) ATTIVITA’ LABORATORIALE: DESCRIZIONE DELLE FASI MONITORAGGIO VERIFICA VALUTAZIONE DOCUMENTAZIONE

43 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
TITOLO IL TITOLO DEVE ESSERE BREVE E ACCATTIVANTE. DEVE SINTETIZZARE EFFICACEMENTE L’ARGOMENTO DEL PERCORSO LABORATORIALE.

44 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
DESTINATARI Si indicano: IL GRADO DI SCUOLA; LA CLASSE E LA SEZIONE DEGLI ALUNNI ai quali è rivolto l’intervento formativo.

45 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
RISORSE PROFESSIONALI Si indicano: i docenti e i rispettivi ambiti disciplinari nella scuola primaria o discipline nella scuola secondaria di I grado

46 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
COMPITO UNITARIO CORRISPONDE ALL’OBIETTIVO FORMATIVO TRASVERSALE ED INDICA CHE COSA CONCRETAMENTE I RAGAZZI DEVONO REALIZZARE DURANTE IL PROCESSO DIDATTICO.

47 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE Si indicano le COMPETENZE che si intendono perseguire scegliendo tra: le otto COMPETENZE CHIAVE del Consiglio Europeo le competenze del PROFILO DELLO STUDENTE in uscita i TRAGUARDI PER LO SVILUPPO delle competenze disciplinari.

48 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Si individano alcuni OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO tratti dalle INDICAZIONI NAZIONALI, che indicano le CONOSCENZE E LE ABILITA’ disciplinari da potenziare.

49 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
ATTIVITA’ LABORATORIALE Al centro di questa sezione c’è l’OPERATIVITA’ degli alunni. La descrizione delle attività è articolata in FASI con l’indicazione dei tempi e dei materiali necessari, Una fase delle attività ldi laboratorio è dedicata alla realizzazione del PRODOTTO che rappresenta la logica conclusione del percorso.

50 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
MONITORAGGIO Si sostanzia sull’osservazione sistematica e registrata dei comportamenti, sui processi di apprendimento e sugli ESITI A MEDIO TERMINE, sul contributo fornito al lavoro e sul GRADIMENTO DELL’ATTIVITA’ (autovalutazione) mediante opportune domande o stimoli di riflessione.

51 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
VERIFICA Trattasi della verifica del livello di acquisizione delle CONOSCENZE e delle ABILITA’ mediante prove e test di vario tipo nel corso delle attività laboratoriali.

52 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
VALUTAZIONE Trattasi dell’ACCERTAMENTO DELLE COMPETENZE conseguite e della loro certificazione, eventualmente attraverso RUBRICHE VALUTATIVE che tramite una serie di indicatori che evidenziano il livello raggiunto nello sviluppo delle competenze.

53 SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO
DOCUMENTAZIONE La pratica della documentazione va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei ragazzi, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e il cammino del gruppo. Vanno qui individuate le modalità di documentazione e il PRODOTTO FINALE.

54 Grazie per l’attenzione


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