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LA CONTABILITA’ GESTIONALE

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Presentazione sul tema: "LA CONTABILITA’ GESTIONALE"— Transcript della presentazione:

1 LA CONTABILITA’ GESTIONALE
Cont.Anal.Gest. 1

2 Scopi della Contabilità Gestionale
Calcolare i costi e la struttua dei costi produttivi Calcolare i risultati parziali Accertare la remuneratività dei prezzi di vendita Supportare le decisioni aziendali Valutare le rimanenze di prodotti Valutare l’efficacia della gestione e l’efficienza dei fattori produttivi Classificazione dei costi Costi fissi e variabili Diagramma di redditività e break even oint 2

3 ORIENTAMENTO STRATEGICO
Pianificazione di medio-lungo periodo Controllo dei Risultati Formulazione di Politiche specifiche Attuazione Concreta dei Piani e delle Politiche Programmazione di Breve Periodo 3

4 Aspetto Qualitativo e Quantitativo del Patrimonio
Insieme dei beni economici a disposizione del soggetto aziendale in un dato momento 1 2 Aspetto Quantitativo del Patrimonio Aspetto Qualitativo del Patrimonio Attivo immobilizzato Costituisce la struttura dell’impresa Attivo circolante Beni a breve ciclo di utilizzo – investimenti finanziari a breve – crediti a breve

5 Immobilizzazioni Materiali
Attivo immobilizzato Immobilizzazioni Materiali Immobilizzazioni Immateriali Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali e commerciali Arredamenti – automezzi ecc. Immobilizzazioni Finanziarie Oneri pluriennali (costi di Impianto – Ricerca e sviluppo – pubblicità patrimonializzata) Beni Immateriali (Diritti di brevetto – di utilizzazione di opere dell’ingegno – concessioni - licenze – marchi) Avviamento Crediti di natura finanziaria (a medio e lungo termine) Partecipazioni (in imprese collegate – controllate ecc.) Altri titoli (azioni proprie)

6 Rimanenze Materiali e contabili
Attivo circolante Rimanenze Materiali e contabili Crediti a breve (scadenza < anno) Scorte di materie prime – sussidiarie – prodotti ecc. Risconti attivi (costi sospesi) Attività finanziarie non immobilizzate Verso clienti –società controllate, collegate, crediti tributari Azioni – Obbligazioni (a condizione che non costituiscano immobilizzazioni) Disponibilità liquide Valori in cassa Assegni c/c bancari e postali

7 Aspetto Quantitativo del Patrimonio
Insieme di valori espressi nella stessa moneta di conto Valori Finanziari (sono espressi in moneta) Valori Economici (non sono espressi in moneta devono essere valutati) Valori in cassa Crediti e debiti Ratei – fondi rischi e oneri futuri Costi di competenza e Pluriennali Ricavi pluriennali (contributi e aggio su prestiti) Ricavi e costi sospesi

8 Struttura Elementare Adottata da imprese che operano in un solo mercato e producono un solo prodotto IMPRENDITORE Impiegati e Operai Nucleo Operativo Impiegati e Operai Nucleo Operativo Impiegati e Operai Nucleo Operativo 8

9 Struttura per Funzioni
Adottata da imprese che non presentano una gamma di prodotti eccessivamente differenziati, ma attuano una produzione sostanzialmente standardizzata Struttura per Funzioni DIREZIONE GENERALE Servizio Segreteria Pianificazione Strategica Servizio Legale Servizio Organizzazione e Sistema Informativo Pubbliche Relazioni DIREZ. RICERCA E SVILUPPO DIREZ. PRODUZ. DIREZ. LOGIST. DIREZ. MARK E COMMERC. DIREZ. AMMIN. FINAN. E CONTR. DIREZ. PERS. Finanziamenti Tesoreria Controllo di gestione Contabilità fornitori e clienti Contabilità generale e bilancio Rapporti con il fisco Gestione del Personale Amministrazione del Personale Formazione del Personale Relazioni Industriali Ricerca di Base Ricerca Applicata Studi e Progetti Investimen. e nuove Tecnologie Produzione Prototipi Manutenzione Impianti Programmazione della Produzione Reparti Produzione Controllo Qualità Acquisti Magazzino Materiali Magazzino Prodotti Depositi decentrati Trasporti e spedizioni Vendite Assistenza clienti Rete commerciale Pubblicità e promozioni Analisi di mercato 9

10 Struttura per Divisioni
Adottata da imprese di grandi dimensioni che operano su più mercati servendo talvolta alcuni segmenti, ovvero offrendo un Mix qualitativamente e quantitativamente differenziato di prodotti Struttura per Divisioni Pro- decentramento e specializzazione Contro-Duplicazione uffici con funzioni uguali Affari Legali Segreteria DIREZIONE GENERALE Centro elaborazione dati Direzione Organizzazione Direzione Ricerca e Sviluppo Direzione Amministrativa Direzione Finanziaria DIVISIONE FARMACEUTICA DIVISIONE DIETETICA DIVISIONE COSMETICA Personale Produzione Marketink Vendite Investimenti Impiantistica Pubbliche relazioni Logistica Personale Produzione Marketink Vendite Investimenti Impiantistica Pubbliche relazioni Logistica Personale Produzione Marketink Vendite Investimenti Impiantistica Pubbliche relazioni Logistica 10

11 Mix Struttura per Funz-Divis.
Adottata poco dalle imprese per la sua complessità. È utilizzata solo da grandi imprese che hanno carattere internazionale o tecnologia avanzata Industrie Telematiche-Aeronautiche-Ricerca Scientifica-Grandi Costruzioni che realizzano contemporaneamente più Progetti Mix Struttura per Funz-Divis. Struttura a Matrice DIREZIONE GENERALE Organizzazione e sistema Informativo Affari Legali Segreteria Direzione Finanziaria Direzione Amministrativa Direzione Ricerca e Sviluppo Direzione Produzione Direzione Personale Direzione Commerciale Direzione Progetto A A A A A A Direzione Progetto B B B B B B Direzione Progetto C C C C C C 11

12 Alleanze strategiche basate sulla fiducia rapporti permanenti
continuo scambio di informazioni con imprese sub fornitrici altamente specializzati Lavori di Gruppo Organizzazione a Rete Stessa comp. UTE Analizzano i problemi inerenti al loro lavoro e presentano proposte di migl. o camb. alla direz. Snellimento procedure Riduz. Costi Maggiore rapidità di realizzaz. del prodotto Lavori di Gruppo interni CIRCOLI DI QUALITA’ UTE Formata da oper. Gen. E spec. Responsabili della produzione di parti compiute del prodotto finale. Segnalano ai vertici aziendali eventuali errori e\o migliorie da effettuare Oggi Imprese in “Squadra” 12

13 Costo di un fattore Produttivo Acquisito
Concetto di costo CO.GE.. Costo di Competenza Costo di un fattore Produttivo Impiegato Costo di un Prodotto Cessanti Emergenti Differenziali (incremento o decremento in seguito alla decisione presa) Concetto di costo CO.GEST Costi Specifici Evitabili Inevitabili Costi Diretti Costi Indiretti Costi Effettivi Consuntivi Previsti Costi Comuni Reali Figurativi Preventivi Consuntivi Costi Generali Costi Standard

14 COSTI DELLA COMPLESSITA’ Costi di Ispezione
Idoneità di un prodotto o servizio a soddisfare le aspettative dei clienti (negatività sono rappresentate con il riscontro di difetti o nella non conformità alle esigenze) COSTI DELLA QUALITA’ Sostenuti per evitare la fabbricazione di prodotti difettosi o inferiori agli standard prefissati (selezione dei fornitori – scelta impianti e macchinari – addestramento del personale ecc.) Costi di Prevenzione COSTI DELLA COMPLESSITA’ Costi di Ispezione Sostenuti per verificare la qualità dei materiali da impiegare e dei prodotti ottenuti – accertare il rispetto delle procedure stabilitè dall’impresa Maggiori costi che l’impresa deve sostenere in seguito alla differenziazione dei prodotti e\o dei mercati di sbocco (es. costi indiretti che variano non in funzione della produzione, ma in rapporto al grado di complessità dei processi produttivi e distributivi) Costi di Non Conformità Costi che si subiscono in caso di fabbricazione di prodotti difettosi Costi per Perdite di Opportunità Riguardano i danni all’immagine dell’impresa e le vendite che si perdono per la “non qualità” – sono invisibili

15 Livello dei Costi e Volumi di Produzione
2 1 Incidenza dei costi fissi e dei costi variabili sul costo unitario di prodotto 7 Costi Standard Costi Fissi 1 Costi Variabili 2 Diagramma di Redditività e Break Even Analysis Rapporti tra : Livello dei Costi e Volumi di Produzione 3 La Contabilità Gestionale Diverse modalità di tenuta 3 Costi Semivariabili o Semifissi 4 La Localizzazione dei Costi 5 Activity Based Costing 6 Costi Congiunti

16 Costi Variabili Variano al variare delle quantità prodotte
Proporzionalmente – più o meno – Si sostengono solo se si produce Incidono sul costo unitario in misura costante Costi Variabili costo CV= cv x q 200 10 15 q CV = costo variabile progressivo Q = quantità prodotta Cv = costo variabile unitario 16

17 Si sostengono anche in assenza di produzione, sono costi di struttura
Non variano al variare delle quantità prodotte (entro i limiti della capacità produttiva) Il loro ammontare dipende dalla struttura tecnico-organizzativa e dalla capacità produttiva Si sostengono anche in assenza di produzione, sono costi di struttura Incidono sul costo unitario in misura decrescente rispetto alla quantità prodotta Costi Fissi costo CF q CF = costi fissi q = quantità prodotta 17

18 Costi Semifissi o Semivariabili
Sono formati da: Una parte fissa – si sostiene anche in assenza di produzione Una parte variabile – si sostiene in funzione delle quantità prodotte Semifissi se prevale la parte fissa Semivariabili se prevale la parte variabile Costi Semifissi o Semivariabili Attualmente tutti costi aziendali, anche quelli della struttura produttiva, tendono a modificarsi rapidamente; pertanto la distinzione tra costi fissi e costi variabili è valida solo nel breve periodo e con riferimento a ogni specifica realtà aziendale

19 Un’impresa industriale ha:
Capacità produttiva annua di unità di prodotto Sostiene costi fissi per € Costi variabili unitari € 40 Calcoliamo il costo unitario dei prodotti ipotizzando i seguenti volumi di produzione A) unità B) unità C) unità CT= CF + cv x q 19

20 Economie di Scala Si realizzano incrementando i volumi di produzione, perché i costi fissi vengono spalmati su una quantità maggiore di prodotti Se l’obbiettivo è quello di ridurre i costi? Il responsabile settore produzione cerca di sfruttare al massimo la capacità produttiva Ciò può causare l’accumulo di scorte che possono risultare di difficile smercio Logica del JUST IN TIME La Domanda guida la Produzione 20

21 Logica del Just in Time e calcolo dei Costi
Il reparto Beta della Francis S.p.A. ha una capacità produttiva di prodotti (tute sub) e costi fissi per € Il costo unitario variabile del prodotto (tuta sub) ammonta a € 90 Obiettivo Ottimizzare i COSTI DI PRODUZIONE Obiettivo Ottimizzare il COSTO DEI PRODOTTI VENDUTI CF + cv x q p CF + cv x q p Costo Unitario = Costo Unitario = q p q v q p quantità prodotta q p = quantità prodotta q v = quantità venduta 21

22 Diagramma di Redditività e analisi Costi-volumi-risultati
La Tigullio s.r.l. produce giubbotti subacquei ed ha una capacità produttiva di unità e costi fissi annui per € ,00. I costi variabili ammontano a € 45,00 per unità di prodotto, venduto al prezzo di € 60,00. Presentiamo: Diagramma di redditività Calcolo del punto di equilibrio Calcolo del risultato economico derivante dalla vendita di unità q = unità di prodotti cv = costo variabile unitario p = prezzo unitario di vendita CF (costi fissi) = € ,00 CV (costi var. Progres.) cv x q = € 45 x q CT (costi totali) CF + CV = € x q RT (ricavi totali) p x q = 60 x q RT = CT p x q = CF + cv x q

23 RT = CT p x q = CF + cv x q 60 x q = 607.500 + 45 x q
= unità 15 (p-cv) margine unitario di contribuzione – in che misura ogni prodotto partecipa ala copertura dei costi fissi

24 quantità di Equilibrio
€ costo RT CT= CF + CV Area di Utile Area di perdita q 40.500 quantità di Equilibrio Volume di Equilibrio 40.500 Break even point X 100 = = 33,75% Capacità Produttiva

25 Risultato Economico Produzione di 108.000 unità
Vendita di unità Risultato Economico RE = RT - CT RE = p x q – (CF + cv x q) RE = 60 x – ( x )

26 Osservazioni tratte dal Diagramma di Redditività
Per coprire i costi è necessario raggiungere un volume di attività pari a quello indicato dal punto di equilibrio Osservazioni tratte dal Diagramma di Redditività Le imprese che hanno elevati costi fissi presentano un punto di equilibrio molto alto e una gestione rigida quantità quantità quantità Imprese Commerciali Imprese Industriali Imprese di Servizi L’analisi C.V.R. indica come si modifica il risultato aziendale se varia l’importo dei: Costi variabili unitari La quantità prodotta e venduta Il livello dei prezzi di vendita La struttura organizzativa e produttiva (variazione dei costi fissi) COMPATIBILITA’ TRA POTENZIALITA’ DEL MERCATO E STRUTTURA PRODUTTIVA

27 E’ utile individuare il pareggio Economico ?
Se collegato alla dimensione temporale della gestione è molto utile Consente di individuare l’epoca più idonea per attuare operazioni di: Incentivazione Sconti Promozioni RT CT Quando nel corso dell’anno si è certi di aver raggiunto il punto di equilibrio, si possono attuare politiche commerciali aggressive CF Settembre Qantità prodotte nel tempo mesi dell’anno 27

28 Non sempre i costi variabili e i ricavi variano linearmente, se ciò non avviene devono essere studiate fnzioni diverse dalle rette Limiti di applicazione impiego diagramma di redditività per il calcolo del punto di equilibrio La distinzione tra costi fissi e variabili non sempre è facile e le difficoltà crescono al crescere della complessità aziendale Le quantità prodotte sono ipotizzate uguali a quelle vendute, prescindendo dalle esistenze e rimanenze Non è utilizzabile dalle imprese multiprodotto, infatti non è costante nel tempo il rapporto tra le vendite dei vari prodotti

29 - = - = Direct costing (a costi diretti) Calcolo Pregi e Difetti
Oggetto di costo 6 Esercitazione Direct e Full Costing: calcolo del Risult. Lordo di tre produzioni Prodotto Centro Reparto La Contabilità Gestionale può essere tenuta 1 2 Direct costing (a costi diretti) Calcolo Pregi e Difetti 4 3 Full costing (a costi pieni) Attribuisce all’oggetto di costo sia i costi variabili sia i costi fissi specifici 5 Procedimenti di Imputazione dei Costi indiretti Nella cont. a direct costing vengono calcolati due Margini di Contribuzione Margine di Contribuzione di 1° Livello Ricavi netti di Vendita - Costo Variabile Industriale del Venduto (costi diretti riferiti ai prodotti) = Margine di Contribuzione di 2° Livello Margine di Contribuzione di 1° Livello Costi Fissi Specifici - = 29

30 Margine lordo di Contribuzione
Margine di Contribuzione di 1° Livello Evidenzia in quale misura le vendite sono in grado di coprire tuti i costi fissi Margine di Contribuzione di 2° Livello Margine netto di Contribuzione Margine di Contribuzione Unitario Misura il contributo delle diverse produzioni alla copertura dei costi fissi comuni e generali E’ opportuno calcolarlo quando si devono compiere delle scelte, rapportando il margine di contribuzione di primo livello alle vendite espresse in quantità fisiche o monetarie 30

31 Calcolo dei Margini di Contribuzione di due produzioni
La Tigullio s.r.l. produce una tuta tipo classica e una tipo sportiva, per i quali sostiene costi fissi generali comuni per € La produzione della tuta classica, presenta i seguenti dati: Vendite annue unità a € 9,50 ciascuna; Costi variabili di produzione € 5,12 per unità; Costi fissi specifici € 9,800,00 La produzione della tuta sportiva, presenta i seguenti dati: Vendite annue unità a € 13,70 ciascuna; Costi variabili di produzione € 9,00 per unità; Costi fissi specifici € ,00 Margine di Contribuzione di Primo e Secondo livello Calcoliamo L’impresa è in grado di aumentare il fatturato producendo 1,500 unità in più Dobbiamo decidere quale delle due produzioni è più opportuno incrementare 31

32 32

33 Metodologia del Direct Costing per calcolare il costo dei prodotti
Pregi E’una metodologia semplice ed oggettiva Difetti E’ utile se l’oggetto di misurazione sono i segmenti dell’attività aziendale E’ poco significativa nelle imprese complesse (mix di prodotti-forti investimenti in ricerca, sviluppo e qualità) dove prevalgono i costi comuni e generali a scapito dei costi specifici variabili e fissi

34 Costo Primo + Costo Industriale + + Costo Costo Complessivo
Si perviene a differenti Configurazioni di Costo La Contabilità Gestionale a costi pieni (Full Costing) attribuisce all’oggetto di calcolo sia i costi variabili sia i costi fissi Una Configurazione di costo è: graduale addensamento di oneri diretti e indiretti riferibili a un determinato oggetto di calcolo Materie Prime Manodopera Diretta Altri Costi Diretti Quote di costi generali di produzione imputati indirettamente Costo Primo + È utilizzato per la valutazione dei prodotti Quote di oneri figurativi (stipendio direzionale e interesse di computo) imputati indirettamente Costo Industriale + + Costo Economico -Tecnico Quote di costi generali di amministrazione e di vendita, di oneri finanziari e tributari, imputati indirettamente Costo Complessivo

35 Imputazione SU BASE AZIENDALE
BASE UNICA 1 Imputazione SU BASE AZIENDALE Calcolo del Costo Industriale di tre Commesse 3 (dall’Impresa all’Oggetto di Costo) 2 BASE MULTIPLA I risultati variano a seconda dei procedimenti di imputazione e delle basi usate Imputazione A GRADINI (dall’Impresa ai Centri di Costo, dai centri di Costo all’Oggetto di Costo)

36 Imputazione su Base Unica Aziendale
Si sommano tutti i costi indiretti da ripartire in modo da ottenere un unico importo che viene suddiviso tra i vari oggetti di calcolo scegliendo una sola base di riparto Materia prima Manodopera diretta Costo primo Fra i primi due si sceglie chi maggiormente incide sul costo primo Sono più razionali i procedimenti a base multipla perché è difficile trovare una fondata relazione di proporzionalità tra un complesso non omogeneo di costi indiretti e un’unica base

37 BASI DI RIPARTO DEI COSTI COMUNI E GENERALI
Si classificano i costi da ripartire in gruppi omogenei. Per ciascun gruppo si sceglie la base di riparto ritenuta più razionale e opportuna Imputazione su Base Multipla BASI DI RIPARTO DEI COSTI COMUNI E GENERALI Per i costi generali di produzione: quantità fisiche materia consumata ore di manodopera diretta impiegate ore di funzionamento delle macchine kilowattora consumati quantità di produzione ottenute quantità monetarie costo delle materie consumate costo di manodopera diretta impiegata costo primo Per i costi generali commerciali – amministartivi – figurativi: costo Primo costo Industriale costo Complessivo ricavo Presunto

38 La Francis S.p.A. ha in lavorazione tre commesse di cui si vuole conoscere il costo industriale. Dalle schede di lavorazione risultano i seguenti costi diretti: Calcoliamo il Costo Industriale su base aziendale nelle due seguenti ipotesi 38

39 Criterio della Base Multipla, adottando come base di imputazione:
Criterio della Base Unica Aziendale – adottando come base unica le ore di funzionamento delle macchine Criterio della Base Multipla, adottando come base di imputazione: costo delle materie prime consumate per le materie sussidiarie costo della manodopera diretta per la manodopera indiretta e i costi generali di produzione ore di funzionamento delle macchine per i costi di forza motrice e per gli ammortamenti

40 Ripartizione su Base Unica (ore di funzionamento macchine)
Totale Costi da Ripartire Quota Costi Comm. Gen. Industriali = = = 182,50 Totale Ore funzion. Macchine 2.500 = 182,50 X 1.800 = 2.260 =

41 Ripartizione su Base Multipla
Totale Costi Mat. Sussid. Imputazione Costi Mat. Sussid. = = Totale Costo Materia Prima

42 La Localizzazione dei Costi
Attribuzione dei Costi ai Centri nei quali o per i quali sono stati sostenuti Centri di Costo 2 Costi Diretti Costi Indiretti Reali Di Comodo Localizzazione per Centri di Costo Reparto – Magazzino “Centro Esercizio Fabbricati” (per es. l’insieme dei fitti passivi di fabbricati - i costi di manutenzione -pulizia dei fabbricati- Oggetti di Calcolo Esercitazione 1

43 Localizzazione dei costi per Centri di Produzione
L’impresa industriale Tigullio s.r.l. produce due prodotti 1)Fucili subacquei 2) Coltelli subacquei. I costi variabili unitari di produzione ammontano rispettivamente a € 160 e € La lavorazione dei fucili è effettuata nel solo reparto M e se ne ottengono pezzi; i coltelli sono invece lavorati sia nel reparto M sia nel reparto F e se ne ottengono pezzi. Nel periodo considerato la Tigullio s.r.l. ha sostenuto costi per ammortamenti, personale, energia e manutenzione per € nel reparto M e per € nel reparto F. Calcoliamo il costo di ogni pezzo dei due prodotti ripartendo i costi comuni in base alle unità prodotte, dato che queste richiedono un uguale tempo di lavorazione nel reparto M. I costi nel reparto F sono riferibili solo ai prodotti Coltelli, mentre i costi del reparto M sono comuni ad entrambi le produzioni. Prodotto Fucili Reparto M Prodotto Coltelli Reparto F

44 44

45 Tipologia di Centri di Costo in Relazione all’attività svolta
6 Centri di Responsabilità 4 1 Centri Funzionali Centri Produttivi 3 2 Centri Comuni di Servizi alla Produzione Produttivi Centri Ausiliari 5 Come si effettua l’imputazione ?

46 Centri Produttivi Reparti in cui si effettuano le trasformazioni delle materie prime o l’assemblaggio delle parti componenti i prodotti I reparti produttivi possono essere distinti a seconda della fase di lavorazione che vi si svolge

47 Centri Ausiliari Forniscono servizi ad altri centri
Le prestazioni possono essere misurate in unità fisiche Es. Reparti che producono energia elettrica, calore, ecc. 47

48 Centri Comuni di servizi alla Produzione
Forniscono prestazioni agli altri centri Le attività non possono essere misurate in unità fisiche Centri Comuni di servizi alla Produzione Es. Ufficio studi e ricerche – ufficio collaudi e controllo qualità – reparto manutenzioni e riparazioni impianti e macchinari

49 Es. Ufficio ragioneria – servizi finanziari, ecc.
Sono aggregazioni a cui si riferiscono i costi sostenuti per le funzioni comuni Centri Funzionali Es. Ufficio ragioneria – servizi finanziari, ecc. 49

50 I costi dei centri ausiliari
Sono ripartiti tra i centri che ne hanno utilizzato i servizi I costi dei centri comuni di servizi alla produzione Sono ripartiti tra i centri produttivi I costi dei centri produttivi Sono ripartiti tra le commesse, i processi o i lotti di produzione che in essi vengono svolti e ottenuti

51 Centro di Responsabilità
Unità organizzativa dove si svolge una certa attività sotto la direzione e il controllo di un capo che ne è il responsabile Centri di Ricavo Centri di Profitto Unità organizzativa dotata di ampia autonomia decisionale autorizzata a gestire un ramo aziendale a ciclo completo “acquisto fattori produttivi – li trasforma – li colloca sul mercato” (es. una sede all’estero, una divisione per prodotto). Essa è responsabilizzata per i risultati economici ottenuti. Unità organizzativa commerciale in grado di influenzare in modo diretto e significativo l’ammontare dei ricavi di vendita (es. una filiale). Generalmente detta unità è responsabilizzata oltre che per i ricavi, anche per alcuni costi inerenti strettamente all’attività di collocamento dei prodotti sul mercato

52 La Francis S.p.A. fabbrica tre serie di prodotti:
Esercitazione Direct e Full Costing: calcolo del Risultato Lordo di tre produzioni La Francis S.p.A. fabbrica tre serie di prodotti: A – B – C relativamente ai quali dispone dei dati racoolti nella seguente tabella: Calcoliamo: In base a Direct Costing Margine di Contribuzione di 1° e 2° livello e il Ris. Econ. Lordo di ciasc. Prod. e complessiva; Il Margine Unitario In Base alla Contabilità a Full Costing il Costo Industriale di ciascuna produzione e il risultato economico lordo( si procede alla localizzazione dei costi fissi specifici e al riparto su base unica dei costi comuni industriali in proporzione al costo primo delle tre produzioni); Utile Unitario 52

53 Zone in rosso: area di contribuzione 1° livello
Produzione. A Produzione. B Produzione. C Val. Val. Val. 936 RT Zone in rosso: area di contribuzione 1° livello RT 514,80 448,98 CV RT 422,50 CV 315,725 CV 228,96 q q q 2.000 900 53

54 La produzione A consente di realizzare i ricavi e il margine di contribuzione assoluti più elevati.
La produzione B è la più redditizia ( che varrebbe la pena di incrementare, mercato e capacità produttiva permettendo) Il Margine di Contribuzione Unitario mette in evidenza la diversa redditività delle tre produzioni La produzione C presenta invece un margine di contribuzione unitario inferiore produzione A = 243,51 2000 produzione B = 317,60 Margine 1° liv. 900 Quantità prodotta produzione C = 213,55 500 54

55 Contabilità a Full Costing con imputazione su base unica
La contabilità a full costing evidenzia i seguenti risultati lordi delle tre produzioni e dell’impresa nel complesso L e produzioni A e B danno un risultato lordo positivo, mentre la C genera un risultato lordo negativo I costi comuni industriali, non localizzati per centro di costo, sono stato imputati alle tre produzioni in base al costo primo: = ,76 = 0,3525 X = 72.396,45 = ,31 55

56 Contabilità a Full Costing con imputazione su base unica
Risultati Unitari: Contabilità a Full Costing con imputazione su base unica produzione A = 327,42 2000 ,45 produzione B = 370,49 Costo industriale 900 = Costo industriale Unitario Quantità prodotta ,31 produzione C = 879,76 500 In base al Full Costing la produzione C genera una perdita. Se esaminiamo i dati che emergono dalla contabilità a Direct Costing notiamo che anche il prodotto C partecipa alla copertura dei costi fissi e quindi concorre alla formazione del risultato positivo finale. Sarebbe quindi un errore sopprimere la produzione Considerazioni Finali

57 Per adottare il metodo ABC l’impresa cosa deve fare?
Il Costo Pieno (full costing) dell’oggetto di calcolo è dato dalla somma Costi Diretti Per adottare il metodo ABC l’impresa cosa deve fare? Costi Indiretti delle attività svolte per realizzarlo e collocarlo sul mercato

58 L’impresa deve procedere a:
Per fare ciò è necessario disaggregare i processi aziendali in ATTIVITA’ ELEMENTARI (es. programmazione della produzione – assistenza tecnica al cliente – controllo della completezza degli ordini) Individuare le attività svolte per realizzare l’oggetto di misurazione Individuare gli elementi che generano il costo di tali attività ( Cost Driver) I Cost Driver( sono gli elementi nei quali si manifesta l’attività produttiva e spiegano il consumo delle attività da parte dell’oggetto (es. l’assistenza tecnica ai clienti si espleta in interventi a supporto del cliente; dunque il numero di interventi è il Cost Driver di tale attività, maggiore è il numero di interventi richiesti per un prodotto, più quel prodotto “assorbe” l’attività di assistenza tecnica L’impresa deve procedere a: Determinare il costo di ogni attività elementare (sommando i costi delle risorse utilizzate per realizzarla es. personale – ammortamenti – forza motrice ecc.) Dividendo il costo dell’attività per il numero di volte in cui il cost driver è stato attivato (es. nel mese di maggio l’attività di assistenza tecnica ai clienti è costata € e ha richiesto 150 interventi, il costo unitario del cost driver “intervento al cliente” è di € 50 Calcolare il costo unitario dei cost driver di ogni attività

59 I costi imputati ai prodotti sono COSTI VARIABILI
L’imputazione dei costi indiretti delle varie attività agli oggetti di calcolo avviene moltiplicando il costo unitario di ciascun cost driver per il numero di cost driver assorbiti da ogni oggetto es. se nel mese di maggio il prodotta A ha richiesto 80 interventi ai clienti, gli verranno imputati € 400 (50 x 80) di costo dell’attività di assistenza tecnica I costi imputati ai prodotti sono COSTI VARIABILI Alcuni in funzione del volume di produzione Altri in funzione della complessità delle produzioni (costi indiretti) Esercitazione

60 Calcolo del costo di lotti di produzione con il metodo ABC
La Francis S. p. A. produce maschere subacquee in tre varianti (B1 – B2 – B3) che ottiene rispettivamente in , , unità. Ogni unità prodotta richiede due Kg di materia primaa € 1,50 il Kg. La lavorazione delle tre varianti di prodotto è realizzata in una cella produttiva a cui sono imputati costi di manodopera, manutenzione, attrezzaggio macchine, trasferimento materie, controllo qualità, ecc., per € Calcoliamo Calcoliamo il costo industriale delle tre varianti di prodotto nelle seguenti ipotesi: il costo di produzione della cella è ripartito in base alla quantità di materia prima: il costo di produzione della cella è ripartito, con il metodo ABC, in base ai cost driver individuati per ciascuna attività svolta. 60

61 Costo per Kg materia prima
79.700x2 = 19.925 Costo da imputare A 39.850 = 0,125 X 49.800x2 = 12.450 Costo da imputare B ( )X2 29.900x2 = 7.475 Costo da imputare C Costo per Kg materia prima 61

62 Considerazioni finali sul metodo ABC
Riparto del costo dell’attività di lavorazione della materia prima € 72 x 210= € Costo lavorazione materia prima assorbito da A € 72 x 160= € Costo lavorazione materia prima assorbito da B € 72 x 130= € Costo lavorazione materia prima assorbito da C Allo stesso modo si effettua il riparto dei costi delle altre attività svolte dall’impresa per ottenere le tre produzioni 62

63 Il calcolo effettuato in base ai volumi produttivi,
sottovaluta la complessità della produzione della variante C evidenziata invece dall’ ABC mediante i costi driver che misurano le risorse assorbite dalle attività necessarie (in diversa misura) per la fabbricazione dei tre lotti A B C. La metodologia ABC,( richiedendo la scomposizione dei processi gestionali in attività elementari) consente di migliorare la conoscenza dei fenomeni aziendali e quindi di ottimizzare la gestione. Per es., individuando le attività che non creano valore si possono valutare la possibilità e l’opportunità di eliminarle oppure si può cercare di ridurre il costo dei Cost Driver delle attività troppo costose Il limite della metodologia ABC complessità costo del suo avvio richiede infatti molto tempo e molte elaborazioni per individuare e valutare i cost driver

64 Costi comuni ai prodotti ottenuti
Costi Congiunti Costi comuni ai prodotti ottenuti La Comunanza deriva da esigenze Tecniche - non è possibile produrre certi prodotti senza ottenerne altri - Modi di determinazione del costo di ogni prodotto Es. Aziende chimiche - petrolchimiche

65 Criteri di Riparto dei Costi Congiunti
Costo Industriale del processo produttivo Costo di ogni prodotto = Esempio Vari prodotti congiuntamente ottenuti Criteri di Riparto dei Costi Congiunti Indice quantitativo Quando tutti gli articoli possono essere espressi in un’unica unità di misura fisica, si sceglie come base di riparto tale unità di misura fisica (metri, litri, grammi, ecc.) Ricavi Quando tuttigli articoli ottenuti hanno la medesima importanza commerciale (non ci sono sottoprodotti o prodotti secondari), si possono utilizzare come base di riparto i ricavi di vendita effettivi o presunti. Presunto Ricavo al Prodotto Secondario Quando si ottengono prodotti principali e secondari si può attribuire al prodotto secondario un costo pari al presunto ricavo di vendita. Il rimanente costo industriale del processo è ripartito fra i prodotti principali con uno dei precedenti criteri. Imputazione al Prodotto Principale Quando il prodotto secondario uno scarto di lavorazione o comunque ha un trascurabile importanza commerciale, il costo del processo produttivo è interamente attribuito al prodotto principale

66 Riparto di Costi Congiunti
La Tigullio s.r.l. attua un processo di trasformazione avente un costo di € ,00 dal quale ottiene tre prodotti congiunti. Il prodotto 3A ha un peso unitario di 100 Kg, il suo prezzo di vendita è di € 68,00 per unità ed è ottenuto in unità. Il prodotto 3B ha un peso di 120 Kg, prezzo unitario di € 60,00 ed è ottenuto in unità. Il prodotto 3C ha un peso unitario di 120 Kg, prezzo unitario di vendita di € 50,00 e se ne ottengono unità. Calcoliamo il costo industriale dei tre prodotti in base a un indice quantitativo (peso) e in base al presunto ricavo di vendita.

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69 Costi predeterminati con riferimento a: dati oggetti
La Contabilità Gestionale diviene un valido strumento informativo (per il controllo e la valutazione delle performance) se si elaborano Costi Standard da confrontare con i Costi Effettivi Costi predeterminati con riferimento a: dati oggetti date quantità prodotte Determinate ipotesi prese a base della loro costruzione Costi Standard Sono: Parametri di riferimento (con i quali vanno confrontati i costi effettivamente sostenuti) Costi-Obiettivo (rappresentano il livello di costi che l’impresa dovrebbe sostenere per operare in condizioni di efficienza) Costi che l’impresa sosterrebbe qualora operasse nelle condizioni ipotizzate per il loro calcolo

70 Determinazione dei costi standard
Scopi Controllo e Riduzione dei costi di produzione attraverso la costruzione di “modelli di efficienza. 1 Costi Standard 2 Tipologia 3 Fasi Determinazione dei costi standard Confronto fra costi consuntivi e costi standard (individuazione di eventuali scostamenti) Indagini sulle cause che hanno provocato gli scostamenti Azioni correttive per evitare che in futuro le differenze riscontrate abbiano a ripetersi Fase Preventiva Fase Consuntiva Fase di Controllo Determinazione dei dati standard Determinazione dei dati effettivi Calcolo e analisi degli scostamenti 2 Azioni correttive 70

71 Tipologia di Costi Standard in relazione al livello di efficienza
Caratteristiche Standard teorici o ideali Costruiti con riferimento al massimo livello di efficienza operativa, per cui non è prevista la possibilità di sprechi e tempi morti. Costituiscono il livello minimo di costo teoricamente ipotizzabile, perciò non sono praticamente realizzabili Standard normali-realistici-possibili Costruiti con riferimento a livelli di efficienza superiori a quello corrente, ma inferiori a quello massimo; sono quindi soppressi solo gli sprechi e i tempi morti per i quali vi è la possibilità effettiva di eliminazione. Sono realizzabili e migliorabili, quindi di utilizzo più consigliabili al fine di ottenere la riduzione dei costi Standard di base Costruiti con riferimento a un grado di efficienza presunto normale, calcolato tecnicamente attraverso prove di laboratorio e di officina. Vengono modificati solo in seguito a variazioni nei prodotti o nei metodi produttivi Standard Correnti Costruiti con riferimento a un livello di efficienza normalmente riscontrabile nell’impresa; quindi implica l’accettazione dei metodi presenti e di possibili inefficienze. Sono i meno rigorosi, quindi i meno consigliabili in quanto non si pongono come obiettivi di efficienza futura. Standard Attesi Calcolati con riferimento ailivelli di efficienza previsti per la realizzazione degli obiettivi programmati. Non sono veri e propri costi standard, bensì costi previsti o costi di Budget 71

72 individuare l’eventuale responsabile intraprendere azioni correttive
Se dal confronto fra costi effettivi e costi standard emergono delle differenze, queste devono essere analizzate per: scoprirne le cause individuare l’eventuale responsabile intraprendere azioni correttive Revisione degli standard (se sono stati determinati in modo errato); Aggiornamento degli standard (per renderli meglio rispondenti a eventuali variazioni intervenuti) Richiamo ai responsabili che non hanno operato, o fatto operare, le persone loro sottoposte gerarchicamente, in conformità alle pratiche operative standard 72


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