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Giovannino Guareschi un umorista dai mille volti

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Presentazione sul tema: "Giovannino Guareschi un umorista dai mille volti"— Transcript della presentazione:

1 Giovannino Guareschi un umorista dai mille volti
ITIS “G. Galilei”, S. Secondo P. se Classi II B e III E Prof.sse Ilaria Berra e Sandra Sgarabotto

2 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Il nostro lavoro vorrebbe essere una riflessione sull’attività poliedrica di Giovannino Guareschi, in quanto è un personaggio, anche se molto noto, ancora abbastanza frainteso e banalizzato. Dato il radicamento dell’Autore nel territorio della Bassa parmense, la sua Opera ci è sembrata un’utile chiave di conoscenza delle nostre radici e delle nostre più intime e profonde origini. Guareschi, infatti, pur vivendo per anni lontano dai luoghi che lo avevano visto bambino, riesce a portare dentro di sé la verità e l’essenza dell’uomo della Bassa (come del resto farà anche Giuseppe Verdi). In questo noi abbiamo scoperto una profonda risonanza interiore, una corrispondenza che travalica la differenza generazionale e che, con grande immediatezza e spontaneità, ci ha avvicinato all’uomo Guareschi e alla sua Opera. Questo ci ha portato a capire che l’uomo Giovannino non è stato soltanto lo scrittore di Don Camillo: il suo lavoro è stato immenso e ha come colonna portante un’etica e una morale esemplari. Per la nostra presentazione in Power Point abbiamo scelto solo alcuni degli argomenti trattati dall’Autore, rielaborando gli aspetti più significativi del Volume “Storia di Parma. Le Lettere”. Abbiamo cercato di confrontare ciò che è presente on line con i testi e con la Bibliografia tradizionale abbiamo cercato le sue tracce nel nostro territorio e raccolto una testimonianza diretta di chi Guareschi lo ha conosciuto e lavorato su alcuni video e film, mantenendo, attraverso un lavoro di editing, le parti che ci sembravano più rappresentative, ed aggiungendo immagini e la nostra voce narrante. Ci siamo così resi conto dell’importanza della lettura diretta dei testi e abbiamo compreso la difficoltà di sintetizzare in modo esaustivo il percorso creativo e artistico di questo Autore. Prof.sse Ilaria Berra, Sandra Sgarabotto e gli alunni della IIB e della IIIE dell’ITIS “G. Galilei”

3 Indice: 1. La vita ed il contesto storico 2. Guareschi vignettista
3. L’esperienza della guerra 4. “Favola di Natale” 5. Il Mondo piccolo 6. “Corrierino delle famiglie” 7. Guareschi e il cinema 8. A tavola con Guareschi 9. Il Verdi di Guareschi 10. La (s)fortuna di Guareschi 11. Guareschi tra la gente della Bassa 12. Bibliografia

4 Vita e contesto storico
Indice

5 Guareschi vignettista

6 Cos’è una vignetta? Per l'Enciclopedia Treccani: "Illustrazione, figura stampata per ornamento nelle pagine di un libro, soprattutto all’inizio o alla fine di un capitolo, o anche in giornali. In partic., v. umoristica, e più spesso semplicem. vignetta, disegno, integrato per lo più da un breve testo, che esprime, spec. in giornali e riviste, una battuta di spirito, ironica, sarcastica o satirica ( Per Guareschi: nei suoi lavori la poesia e la prosa di carattere satirico si intrecciano in modo sapiente e arguto. Le storie si snodano attraverso un doppio binario narrativo (immagine e parola) ed è evidente la volontà di rendere l’effetto comico passando magistralmente e con la stessa forza dalla parola alla vignetta. Come afferma Casamatti Guareschi riesce a muoversi tra diversi linguaggi, stando attento alle funzioni dell’Opera. Nel volume “Storia di Parma. Le Lettere” si parla di “una comicità iper-realistica, di un’aggressività diretta e salace, che si propagano, in certa misura, alla raffigurazione del Mondo Piccolo.” Indice

7 Il percorso artistico di Guareschi vignettista
I primi disegni di Guareschi sono quelli che si vedono sui quaderni del Ginnasio; sono principalmente caricature dei suoi professori e dei compagni di classe. Poi, quando inizia l'attività di scrittore, le sue vignette illustrano quasi tutti i suoi pezzi pubblicati sui numeri unici. Si tratta di incisioni su linoleum e illustrazioni, attraverso un percorso che dipinge Parma negli anni Trenta; la città dei Caffè letterati e dei grandi scrittori a cui Guareschi ha guardato con grande ammirazione (Nullo Musini, Erberto Carboni, Cesare Gobbo e Latino Barilli). Guido Conti in “Giovannino Guareschi . Biografia di uno scrittore” afferma che “Guareschi plasma e modella le testate dei giornali con un tratto grasso e deciso ma elegante, privilegiando le linee curve”. Successivamente diventa direttore del “Bazar”, vero giornale umoristico: si tratta di grandi pagine pubblicitarie con racconti, vignette, caricature e poesie in cui la vena satirica e la caricatura si fondono. Successivamente inizia la collaborazione con “Bertoldo” a Milano e poi la direzione di “Candido” al 1957. Indice

8 Casamatti segnala la pubblicazione sul “Bertoldo” del Regolamento per i disegnatori scritto da Guareschi, che si può considerare una sorta di manifesto e di cui si sottolineano la parti decisive per comprendere lo stile dell’Autore: “Non lavorate mai [...] in punta di penna. Il rotocalco ha bisogno di un segno piuttosto robusto, di un tratto pesante. Eliminate le mezze tinte. Eliminate ogni particolare non necessario [...]. Effetti di luce eccetera toglieranno al vostro disegno ogni chiarezza e ogni efficacia ai fini della battuta. [...] Non imitate nessuno: cercate una vostra espressione personale. Cercate di risolvere tutto a bianco e nero, usando il nero piatto: sfruttate il bianco del contorno ai fini dell’eleganza della vignetta. Accentrate, con l’impostazione dei disegni, l’attenzione di chi guarda sui personaggi o sulle cose che servono ai fini della battuta. Semplificate, sguarnite, pulite: il disegno umoristico [...] non dev’essere legato a nessuna velleità pittorica. Eliminate il tratteggio: fate dei pupazzetti puliti e carini e non delle illustrazioni farraginose e brutte”. Indice

9 L’esperienza di “Candido” e la satira politica
Dopo la ripresa dell’attività da giornalista, Guareschi nel 1945 fonda il giornale “Candido” (che nella politica era molto più radicato rispetto al vecchio “Bertoldo”). Dopo le elezioni del 1948 nascono diversi slogan per contrastare il Fronte Popolare tra questi: -“Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no”. (tratto dal manifesto della campagna elettorale del 1948). - “Mamma votagli contro anche per me”. Quest’ ultimo e’ lo slogan che ha colpito maggiormente i lettori di Guareschi perché raffigura uno scheletro di un soldato morto in Russia. Questo per ricordare i soldati morti in Russia e quelli che non ne sono più tornati. Indice

10 “Obbedienza cieca, pronta e assoluta” e’ il titolo della serie di vignette pubblicate su “Candido” in cui Guareschi si dedica alla satira politica. Il nome "Obbedienza cieca, pronta e assoluta" fu scelto perché Guareschi voleva sbeffeggiare i militanti comunisti, avversari politici, giocando con le rettifiche che venivano pubblicate sulle pagine dell’Unità e che, nella parodia di Guareschi, i militanti comunisti prendevano alla lettera, compresi gli errori di stampa. Indice

11 Indice

12 Trinariciuti In questa vignetta di “Obbedienza cieca pronta e assoluta” appaiono gli uomini con tre narici, i trinariciuti, un neologismo coniato da Giovannino Guareschi, apparso per la prima volta sulla rivista "Candido" il 5 Aprile del ‘47. Per queste vignette Togliatti lo insultò con l'appellativo di "tre volte idiota moltiplicato tre”. La terza narice servirebbe infatti a far uscire il cervello, permettendo alle direttive di partito di entrare e occuparne il posto. Guareschi disse : “Perché nel mio concetto base, la terza narice ha una sua funzione completamente indipendente dalle altre due: serve di scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e permette nello stesso tempo l’accesso al cervello delle direttive di partito che, appunto, debbono sostituire il cervello. Il quale cervello, lo si vede, appartiene oramai ad un altro secolo” (Candido del Aprile 1947) . Indice

13 Questa é una tra le prime vignette dove apparvero i trinariciuti.
Indice

14 L’esperienza della guerra
“A noi è concesso soltanto sognare. Sognare è la necessità più urgente perché la nostra vita è al di là del reticolato, e oltre il reticolato ci può portare solamente il sogno.” da “Diario clandestino”

15 Viene imprigionato per il suo rifiuto di aderire all’RSI.
: la prigionia Nel 1943 Giovannino Guareschi viene fatto prigioniero dai tedeschi nella caserma di Alessandria. Viene imprigionato per il suo rifiuto di aderire all’RSI. Con l'arresto inizia una lunga serie di spostamenti da un campo di prigionia all'altro, dalla Germania alla Polonia. Durante la prigionia, nel 1944, viene pubblicato il romanzo “Il marito in collegio”. Viene rimpatriato il 29 Agosto del ‘45 e arriva a Parma il 4 Settembre dello stesso anno. Dopo il rientro a Marore, dove la famiglia era stata sfollata durante la guerra, i Guareschi si trasferiscono ancora una volta a Milano. Nel 1945, Giovannino Guareschi, pubblica “La favola di Natale”, nata durante la prigionia, creata da lui stesso nel Lager. Pubblica “Diario Clandestino” nel Il libro parla della sua esperienza nel Lager, è stato pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, a Milano. Indice

16 Guareschi raccontato da un compagno di prigionia:
“Era la fine di ottobre del 1943 quando conobbi per la prima volta, in una stube del IV blocco della North-Kasermen di Czestochowa, il tenente Giovanni Guareschi. Quel giorno, nella stube che ci ospitava, Guareschi lesse l’abbozzo della favola di Natale”. “Guareschi fu una bandiera per noi; egli fu una sferzata di coraggio e di fede quando l’uno e l’altra vacillavano. Ora Giovannino è lassù certamente accanto a quel Cristo che vide nel dipinto di Spalmach, in prigionia.” “Guareschi faceva nascere il sorriso entro i cupi “verboten” dei reticolati. Freddo, fame, angherie sarebbero stati meno pesanti, con lui a «tenerci su». Ma tra quanti hanno passato l’inverno nei Lager di Polonia, non pochi ancor oggi ascoltano il tamtam che, da una lontanissima contrada, dà notizia del baffuto scrittore, capace di far nascere il sorriso anche entro i cupi «verboten» dei reticolati.” di Gino Malaspina, dalla «Gazzetta di Parma», 29 Agosto 1979. Indice

17 Nel campo Giovannino scrisse una canzone per sua figlia,
che nacque quando lui era prigioniero. Chiamò la canzone “Carlotta”, come la figlia. Il motivetto, con musica di Arturo Coppola, era cantato da tutti gli italiani a Sandbostel, tanto da essere diventato un po' l'inno del lager. “La mamma l’ha annunciato con estrema serietà Il babbo tornerà Ma certo tornerà Però lei deve stare buona buona sul balcon Guardando sempre là, verso il canton. Seduta sul balcone la Carlotta se ne sta E aspetta quel papà Che visto mai non ha”. Da “Carlotta” – Giovannino Guareschi Indice

18 “Sono ormai diciotto mesi che soffro la fame, ma ogni giorno sembra una cosa nuova. da “Diario Clandestino”.

19 “Neppure in sogno i bambini debbono entrare laggiù, promettimi che non verrai mai” da “Favola di Natale”. “Favola di Natale”

20 Cos’è una favola? Il termine “favola” deriva dalla parola latina "fabula” (dal verbo “fari” che significa “parlare”). Le favole sono racconti molto antichi, all'inizio tramandati solo a voce. Durante il Medioevo, nella lingua parlata, si sono differenziati i termini “faula” e “flaba” da cui le moderne favola e fiaba. Le favole nacquero presso i popoli semiti del Medio Oriente e poi si diffusero in Grecia e nel mondo romano. Indice

21 Caratteristiche di una favola. Analogie e differenze con la fiaba
I protagonisti sono animali parlanti che incarnano virtù ed effetti degli uomini. Lo spazio e il tempo sono ridotti al minimo. La struttura è lineare e semplice: la situazione iniziale presenta i protagonisti, segue una scena di solito dialogata in cui si svolge un’azione e poi la conclusione con la vittoria di uno dei due contendenti. Il finale raramente è lieto: spesso qualcuno muore, il debole soccombe, a volte il prepotente viene punito. Il linguaggio è semplice. La morale quasi sempre è semplice, espressa in una frase in cui l’autore spiega l’insegnamento che se ne deve ricavare. Analogie: -Sono racconti fantastici. -Il luogo ed il tempo sono indeterminati. -Il linguaggio è semplice. Differenze: - Le fiabe sono più lunghe. - La morale non sempre esplicita. - Ricche di elementi fantastici e meravigliosi. - Il finale solitamente lieto. Indice

22 FAVOLA Quando è nata? Dove è nata?
Cos’è? -Nasce durante il Medioevo. - All'inizio venivano tramandate solo a voce. - Nella lingua parlata si sono differenziati i termini "faula" e "flaba" da cui le moderne favola e fiaba Le favole nacquero presso i popoli semiti del Medioriente. Genere di racconto breve molto antico. Caratteristiche: -I protagonisti sono animali parlanti che incarnano virtù ed effetti degli uomini. -Lo spazio e il tempo sono indeterminati. -La struttura è lineare e semplice. -Il finale raramente è lieto. -Il linguaggio è semplice. -La morale quasi sempre è semplice, espressa in una frase in cui l’autore spiega l’insegnamento che se ne deve ricavare. FAVOLA Differenze e analogie tra favola e fiaba: Analogie: -Sono racconti fantastici. -Il luogo ed il tempo sono indeterminati. -Il linguaggio è semplice. Differenze: - Le fiabe sono più lunghe. - La morale non sempre esplicita - Sono ricche di elementi fantastici e meravigliosi - Il finale solitamente è lieto.

23 “Favola di Natale” La “Favola di Natale” narra del sogno di Albertino, figlio di Giovannino Guareschi, che di notte vuole portare una poesia al suo papà, rinchiuso in un campo di prigionia tedesco. Albertino, triste per la mancanza del padre, guardando il posto vuoto a tavola, sogna che la poesia, trasportata dal vento, arrivi al padre con un “magico” uccellino. Ma, arrivato al campo, l’omone della censura cancella alcune parti della poesia, rendendola così illeggibile. L’uccellino torna indietro e dà la triste notizia ad Albertino che, nel sogno, si alza e cerca di raggiungere il padre insieme alla “nonnina”, al cane Flik e ad una lucciola. Durante il viaggio, questa strana e fantasiosa combriccola, incontra meravigliose creature: funghi parlanti, cornacchie canterine, oggetti animati, angeli e alla fine anche il papà di Albertino che stava andando da lui insieme ai suoi compagni di prigionia. La favola termina con un povero quanto miracoloso pranzo di Natale, al termine del quale i compagni di viaggio si devono nuovamente separare per tornare ciascuno al proprio destino.

24 “Favola di Natale”. Intreccio: La “Favola di Natale” narra del sogno di Albertino, figlio di Giovannino Guareschi, che di notte vuole portare una poesia al suo papà , rinchiuso in un campo di prigionia tedesco. Albertino, triste per la mancanza del padre, guardando il posto vuoto a tavola, sogna che la poesia, trasportata dal vento, arrivi al padre con un “magico” uccellino. Ma, arrivato al campo, l’omone della censura cancella alcune parti della poesia, rendendola così illeggibile. L’uccellino torna indietro e dà la triste notizia ad Albertino che, nel sogno, si alza e cerca di raggiungere il padre insieme alla “nonnina”, al cane Flik e ad una lucciola. Durante il viaggio, questa strana e fantasiosa combriccola, incontra meravigliose creature: funghi parlanti, cornacchie canterine, oggetti animati, angeli e alla fine anche il papà di Albertino che stava andando da lui insieme ai suoi compagni di prigionia. La favola termina con un povero quanto miracoloso pranzo di Natale, al termine del quale i compagni di viaggio si devono nuovamente separare per tornare ciascuno al proprio destino. Morale: La favola ci insegna che la lontananza può essere superata dall’affetto e dall’amore reciproco; per affrontare le situazioni difficili è necessario avere un po’ di fantasia e di creatività, sognare e ritrovare gli affetti nel nostro cuore. Sistema dei personaggi: Il sistema dei personaggi è molto semplice. Troviamo, infatti, come personaggi principali soltanto Albertino e il suo papà. I personaggi secondari sono la nonnina, Flik e la lucciola, che si possono considerare gli aiutanti positivi che permettono il raggiungimento dell’oggetto del desiderio. Troviamo, inoltre, tanti altri personaggi marginali,che ricoprono il ruolo di aiutanti oppure di “cattivi”,come i funghi,gli alberi,le cornacchie. Indice

25 Il Mondo piccolo

26 Indice

27 Che cos’ è il mondo piccolo?
RACCONTI APPARSI SUI GIORNALI INTORNO AL 1946, RACCOLTI IN OTTO LIBRI, TUTTI DEDICATI ALLE AVVENTURE NEL MONDO PICCOLO. “MONDO “: descrive il luogo in cui si svolge il racconto. Cioè un mondo costituito dalla proprie leggi, cultura, modi di pensare e costumi. Tutto ciò è separato del mondo esterno. “PICCOLO “: non ci sono grandi imprese o importanti personaggi, si tratta di persone normali di paese; perfino il sindaco Peppone o il parroco Don Camillo rientrano in questa categoria dei “piccoli”. I libri della serie “Mondo Piccolo”  - DON CAMILLO 1948 - DON CAMILLO E IL SUO GREGGE 1953 - IL COMPAGNO DON CAMILLO 1963 Opere postume completate - L’ANNO DI DON CAMILLO1986 - CIAO DON CAMILLO1996 - DON CAMILLO E DON CHICHÌ 1996 - DON CAMILLO DELLA BASSA 1997 - TUTTO DON CAMILLO 1998 Indice

28 I protagonisti fissi DON CAMILLO Don Camillo è un personaggio creato dallo scrittore italiano Giovannino Guareschi, come protagonista in una serie di racconti nei quali è il parroco di un piccolo paese in riva al Po. Al centro dei pensieri di don Camillo c'è il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone, capo della locale sezione del Partito Comunista Italiano. PEPPONE: Giuseppe Bottazzi, soprannominato Peppone, è il sindaco del paesello dove Don Camillo è parroco. Peppone è fieramente iscritto al Partito Comunista e come tale disprezza la Chiesa e tutti i suoi ministri, soprattutto i preti. CROCIFISSO Il terzo personaggio principale è il crocifisso della chiesa di Don Camillo, la sua voce interviene quando il parroco si confida o chiede consiglio. Le opinioni del Cristo rispecchiano il parere dell’Autore che attraverso queste rivelazioni esprime la sua idea rifacendosi alla sua fede cristiana. Indice

29 Analisi di “Don Camillo”
Titolo: “Don Camillo” Autore: Giovanni Guareschi Tempo: dal Dicembre 1946 al Dicembre Luogo: Bassa Pianura Padana Trama e commento Stile narrativo Tematiche 1. Il clima politico Il progresso e la natura Indice

30 TRAMA COMMENTO Il libro si apre con un'introduzione, che ha lo scopo di avvicinare il lettore all'ambiente in cui si svolge la narrazione e presenta tre brevi racconti ambientati nella bassa pianura padana I protagonisti sono due rivali: Don Camillo e il sindaco Giuseppe Bottazzi, detto Peppone. Il racconto è formato da una serie di episodi: alcuni legati da un filo conduttore altri solo dalla presenza dei personaggi principali. Le storie coprono il tempo di un anno, dal Dicembre del 1946 al Dicembre del 1947 con diversi richiami a temi d’attualità. Per poter comprendere questo libro, bisogna conoscere a fondo i temi che guidano l'autore: il clima sociale e politico dell'epoca. L'autore stesso è consapevole di questi rischi e infatti premette al libro un capitolo di introduzione. Indice

31 STILE NARRATIVO Il ruolo dell‘Autore: Guareschi adotta il ruolo da cronista e racconta le vicende descrivendo anche il luogo, il tempo e le persone, così da poter dare un effetto di realismo nella sua storia. b) Le descrizioni: Il discorso è scarno ed essenziale, non ci sono parole complesse, alcune parti della vicenda vengono omesse e tocca al lettore dedurle. Nel libro non c'è nessuna descrizione dettagliata. Guareschi vuole far comprendere al lettore la storia attraverso l'intuito e il sentimento. c) La lingua: Guareschi utilizza un linguaggio vicino a quello parlato. Si fa ampio uso di modi di dire popolari e di termini usati nella lingua quotidiana, senza mai servirsi del dialetto vero e proprio. La lingua usata è l'italiano, semplice e ricco di vocaboli popolari. d) Il giudizio dell‘Autore: Guareschi non inserisce quasi mai direttamente i suoi commenti nel racconto, ad accezione di alcune occasioni. Il suo parere emerge indirettamente, attraverso le parole del Cristo, che è il terzo protagonista. Questo è un elemento originale di Guareschi , che riesce a inserire a pieno la sua voce senza utilizzare metodi tradizionali. Il lettore deve intuire il parere dell’Autore attraverso la presentazione diretta dei fatti. Indice

32 I TEMI DEL RACCONTO 1. Il clima politico
Democristiani e Comunisti: l'argomento politico anima la rivalità di Don Camillo e Peppone, infatti spesso è proprio il motivo politico a dare inizio a scontri personali. Emergono così i punti di vista di entrambi i personaggi sui partiti rivali. Guareschi ha raccontato gli scontri che avvengono nel paese tra gli uomini di sinistra, guidati da Peppone, i cattolici , guidati da Don Camillo. Sono contrasti forti dove la violenza ha spazio, come per esempio quando la discussione finisce in rissa o si ricorre a ricatti. Lo scopo è quello di rivendicare le proprie idee e non di imporle a tutti i costi. I moderati: Guareschi fa riferimento al comportamento dei moderati davanti ai bisogni generali. I proletari non sono istruiti quindi sono più ribelli mentre il ceto medio è istruito e sa gestire le situazioni, pertanto moderati e proletari non potranno mai unirsi contro le ingiustizie. La posizione di Guareschi: attraverso le sue storie l’Autore vuole dimostrare che bisogna stare attenti a non esagerare nella discussione politica, che potrebbe degenerare in lotta violenta come spesso accaduto nell’Italia del Dopoguerra. Indice

33 2. Il progresso e la natura
L'uomo: Cerca di capire la vita con la scienza. Perde i veri valori. Crede di potersi sostituire a Dio. Fermerà il progresso perché sarà causa di troppa sofferenza. Troverà l’amore per la natura. Vivrà in simbiosi con la natura. Il campanilismo: Forte amore per la sua terra. Per lui il Po è l’unico fiume rispettabile in Italia ed inizia da Piacenza perché inizia il “Mondo Piccolo” che lui ama. Opposizione tra gli uomini di città e quelli di campagna. Afferma che gli uomini di campagna rispettano di più i valori della vita mentre quelli di città hanno valori negativi e adorano lo sviluppo del progresso . Indice

34 I luoghi del Mondo Piccolo
Indice

35 “Mondo piccolo”: un esempio di storia.
“La febbre dell’oro” e “Il ricatto” da “Il compagnoDon Camillo” SINTESI DELLE TRAME Il racconto narra la vicenda in cui Peppone gioca al Totocalcio, e, non volendo farlo sapere, utilizza l’anagramma del suo nome. Quando vince ha il problema di incassare la vincita in incognito. Nonostante la copertura, viene scoperto da Don Camillo… Don Camillo riceve una visita di Peppone, il quale non sa come investire i soldi vinti precedentemente. Don Camillo consiglia a Peppone diverse modalità, ma Peppone rifiuta tutti i consigli chiedendo a Don Camillo di fargli conoscere il commendatore. Dopo vari tentennamenti Don Camillo accetta, così Peppone riesce ad investire i propri soldi. Dopo due anni Peppone, per motivi politici, espone dei manifesti attaccando in modo violento la chiesa, incolpandola di svolgere affari loschi, al fine di porla in cattiva luce. A questo punto Don Camillo, infervorato, ricatta Peppone. PERSONAGGI E IDEOLOGIE Peppone pur essendo comunista,di fronte a una grossa somma di denaro, vinta tramite un gioco, la riscuote con l’idea di tenersela per sé nonostante la modalità di guadagno non corrisponda alla ideologia comunista. Don Camillo rappresenta la coscienza di Peppone, cerca quindi di distoglierlo dall’idea di tenere per sé il denaro, rifacendosi alle idee fondamentali nella quali crede (o pensa di credere Peppone.) Indice

36 (da “Corrierino delle famiglie”).
“Ho una voglia matta di mangiare cicciolata […]. L’unica cosa che mi interessa in modo particolare è la cicciolata perché si tratta di una questione di principio. E’ un mese che in casa chiedo cento grammi di cicciolata e non riesco ad averla. La imporrò a chili! Sacrifica tutto quel che si può sacrificare a favore della cicciolata: è una cicciolata che non ha un semplice significato gastronomico ma che ha anzitutto un significato morale!” (da “Corrierino delle famiglie”). “Corrierino delle famiglie”

37 “Corrierino delle famiglie”
"Corrierino delle famiglie" è un libro scritto nel  E’ una raccolta di racconti, sketch e bozzetti che parlano della vita quotidiana dell’Autore. Protagonista è la famiglia Guareschi: papà Giovannino, mamma Margherita e i piccoli Alberto e Carlotta. Una particolarità di questo libro è che le vicende vissute da Guareschi vengono romanzate. Un racconto degno di nota è “Cicciolata”, nel quale traspare l'amore di Guareschi verso il cibo della sua terra. Ma allora perché questo libro si chiama “Corrierino delle famiglie” e non “Corrierino della famiglia di Guareschi”? Nella premessa, l‘Autore offre una chiara spiegazione: “perché parlo sempre di me e della gente di casa mia? Per parlarvi di voi e della gente di casa vostra. Perché i problemi base della mia famiglia son gli stessi di milioni di famiglie. Per consolare me e voi della nostra vita banale di onesta gente comune. Per sorridere assieme dei nostri guai quotidiani”. Indice

38 I personaggi I personaggi principali sono bene caratterizzati:
Giovannino è il padre di famiglia. E' anche il narratore e la storia è narrata dal suo punto di vista. E’ il componente più razionale della famiglia che dimostra comunque un pizzico di ironia e surrealismo. Margherita è la moglie ed ha un carattere particolare. Fa riflessioni profonde e coinvolge i familiari: un esempio è nel primo capitolo del libro, dove immagina di morire e fa partecipi dei propri pensieri anche Carlotta e Albertino. Lei vive in un suo mondo apparentemente illogico, ma sostanzialmente logico, umano, pieno di poesia. Albertino è il figlio. E' spietatamente logico, realista (per quanto lo possa essere un bambino), implacabile verso le debolezze dei genitori, ma in fondo schietto, buono, legato al padre e alla madre . Carlotta, detta la Pasionara, è la figlia. Per la Pasionaria papà Giovannino ha veramente un gran debole. La marmocchia ha una bella personalità e lo dimostra a partire dal lessico, e dalla rivendicazione dei suoi errori: è “più 'io' dire 'me'” - afferma, categorica. Perché 'io' si scrive, 'me' si dice . “Ai miei affari ci penso me”, borbotta. Guareschi racconta che la Pasionaria ha una personalità davvero ben definita, e che sa “dominare perfettamente i suoi otto anni”. Indice

39 Analisi e commento Leggendo il libro è impossibile non pensare quanto Giovannino e la sua famiglia siano tipi strambi. Questa sensazione viene resa soprattutto grazie allo stile di scrittura, che unisce un'ironia pungente ad aneddoti inventati da Giovannino stesso. Come dice Margherita al marito: “non si capisce mai quando parli sul serio o quando scherzi, quando racconti dei fatti veri o dei fatti inventati”. “I suoi racconti vivono difatti come sospesi fra la fantasia e la realtà, ed è ben difficile che egli valichi i limiti del reale e del possibile. È proprio questo intrecciarsi di realtà e sogno, di fantasia e verosimiglianza il fascino di questo libro.” (Testo di Gian Galeazzo Biazzi Vergani e pubblicato su «La Provincia» di Cremona il 5 gennaio 1955.). Una tematica che viene integrata alle vicende familiari è la satira politica, presente in molti libri di Guareschi. “Essa non è mai cattiva, mai feroce, mai distruttiva, sempre sbarazzina e dispettosa: ad esempio Giovannino racconta la “sua” rivoluzione d'ottobre, ossia quando fa marinare la scuola alla sua bambina, perché non vuole che sia lo Stato ad educarla.” (Testo di Gianfranco Franchi nel Maggio 2010) Indice

40 Guareschi e il cinema

41 Il 1950 fu l’anno di debutto di Giovannino
Il 1950 fu l’anno di debutto di Giovannino. “Gente così” è l’anticipazione del film di Don Camillo con regia di Fernando Cerchio. Qui ritroviamo le situazioni, le ambientazioni e i personaggi che poi daranno vita alla saga cinematografica italiana che ha segnato il dopoguerra. Dai celebri libri di Giovannino sono stati tratti diversi film, che poi hanno avuto molto successo, usciti tra il 1952 e il 1965 e un ultimo nel 1983. I primi cinque episodi sono stati prodotti della Cineriz, una casa produttrice cinematografica italiana. Indice

42 Personaggi PEPPONE Giuseppe Bottazzi, soprannominato Peppone, è il personaggio perennemente in lotta con Don Camillo. Fu rappresentato come uomo forte, rozzo, violento, ignorante, ma galantuomo. Giovannino lascerà al personaggio una caratteristica fondamentale: i baffi uguali ai suoi. Peppone è stato interpretato da Gino Cervi, Lionel Stander, Colin Blakely. DON CAMILLO Giovannino disegna Don Camillo alto, corpulento, ben piantato, sempre pronto a menare pugni e ad usare parole grosse ma alla fine capace di essere simpatico e agire pensando alla propria coscienza. L'attore scelto per interpretare Don Camillo è molto diverso da come Guareschi se lo era immaginato ma all’Autore la scelta andò bene ugualmente. Don Camillo viene interpretato da: Fernandel, Gestone Moschin e Terence Hill. CROCIFISSO Voce Crocifisso: Interpretato da Jean Debucourt. . Indice

43 “Don Camillo e l’onorevole Peppone”
Regia di Julien Duvivier, “Cose che succedono in quel paese, dove il sole picchia come un martello sulla testa della gente, dove spesso si ragiona con i pugni, ma dove almeno si rispettano i morti”. “Don Camillo e l’onorevole Peppone” Regia di Carmine Gallone, “Ecco … ricomincia l’eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però, se uno dei due s’attarda, l’altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita.” Indice

44 “Don Camillo monsignore … Ma non troppo”
Regia di Carmine Gallone, “Questa è un’altra delle storie che il rande fiume raccoglie sulle rive della Bassa e porta al mare. Favole che sembrano storie vere o storie vere che sembrano favole? Difficile poterlo stabilire … Difficile”. “Il Ritorno di Don Camillo” Regia di Julien Duvivier, “… e tutti i vecchi del paese si trattennero dal morire, i bimbi rifiutarono di nascere e gli innamorati di sposarsi, senza l’ aiuto di Don Camillo”. Indice

45 “Il compagno Don Camillo” Regia di Luigi Comencini, 1965
“Il compagno Don Camillo” Regia di Luigi Comencini, “E soprattutto non vi azzardate a raccontarmi un’ altra delle vostre stramaledette calunnie sulla vostra Russia. Io voglio continuare … a credere alla mia!”. “Don Camillo” Regia di Terence Hill, È un remake dal titolo “The world of Don Camillo”, con Terence Hill nel ruolo di sacerdote e Colin Blakely nella sua controparte di comunista. Indice

46 A tavola con Guareschi

47 Giovannino Guareschi si è sempre definito un umorista ed espresse questa sua qualità in diverse forme e campi, interpretando nella sua vita varie attività. Attratto dalle cose genuine, dedicò gran parte della sua vita al piacere della tavola, prediligendo le pietanze caserecce e i vini delle sue terre. La Fortana del Taro era il vino che produceva dalle uve dei suoi vitigni e che portava in tavola nel suo ristorante. Nei suoi racconti troviamo molti richiami ai piatti tipici della sua amata Bassa Parmense che confermano che era effettivamente un buon gustaio. Indice

48 Guareschi del resto testimoniò il suo amore per la buona tavola, aprendo un ristorante a Roncole Verdi nel 1964, passato poi nelle mani dei figli. La chiave della sua dispensa apre gli scrigni di una gastronomia umile sì, ma verace. Uova, salumi, la rustica micca. Alberto e Carlotta raccontano: “La cucina era quella tipica della Bassa: salumi, in particolare il culatello, paste fatte in casa, trippe... insomma cose semplici. Come secondi servivamo maiale, brasato di manzo, bolliti misti. Una delle specialità erano i cotechini in maschera, cioè cotechini fasciati con polpa di vitellone. Era un’antica ricetta di casa Verdi. Due volte alla settimana facevamo anche il pane, cotto in un forno a legna disegnato dal papà. La farina veniva da un tipo particolare di frumento, il “gentilrosso”, coltivato nei nostri poderi, senza concimi chimici. Lo macinavamo in un vecchio mulino a palmenti. Il papà amava moltissimo il profumo del pane. Ma producevamo anche del vino. Dalla cantina uscivano circa 15mila bottiglie all’anno di Fortanella del Taro e di Lambrusco”. Da: Indice

49 Racconti di vita… Giovannino, come oste viene descritto così:
“Bruno, che quando ti guarda in tralice dagli spigoli di quei baffoni, il cipiglio indomito segna lo sguardo e le nervosità della segnatura: l’occhio che intimorisce dall’etichetta del rosso Lambrusco Home made lascia moniti senza parole e allarga, il campo visivo, sulla figura di un manifestante in camicia a quadri che, esausto e un po’ brillo, si addormenta sotto una pianta, lasciato l’elettivo mezzo di locomozione bassaiolo, la bicicletta e un cartello che recita, pane e lavoro. Praticamente il motto del nostro oste”. (Sisti, A. Grignaffini G., Grignaffini I. “Nella dispensa di Don Camillo”). Una sera Giovannino sconvolto dalla scomparsa di suo fratello, si ubriacò di grappa, e imprecò contro il regime di Mussolini. Una persona sentì tutto e denunciò Giovannino che rischiò il carcere. Alcuni amici lo aiutarono, ma nonostante ciò viene richiamato alle armi. A causa dell’eccessivo consumo di alcool , guadagna una solenne ulcera gastrica. Il 13 settembre 1943 parte da Alessandria per un Lagher polacco dove resterà per due anni. (Sisti, A. Grignaffini G., Grignaffini I. “Nella dispensa di Don Camillo”). Indice

50 Etichette disegnate da Guareschi
“Da Guareschi, è universalmente riconosciuto, si mangiava davvero bene. In sala, lui e l’oste, servivano, oltre ai validissimi salumi, paste fatte in casa, tortelli di erbette stracotti, trippa, anatra arrosto, crostata di mandorle, oltre che un buonissimo pane.” (Sisti, A., Grignaffini, G., Grignaffini, I. “ Nella dispensa di Don Camillo”). Etichette disegnate da Guareschi “Avevamo due vigne: una, quella del Fortanella, a Pavarara di San Secondo, l’altra, quella del Lambrusco, a Corticelli di San Secondo. Erano vitigni di 40 anni e passa: poca uva ma un buon vino”. (Cereda M, “Guareschi e il vino”, Il vino è uno dei protagonisti dei racconti di Guareschi come “La terra ai muratori”, “Lo storico discorso”, “Lambrusco con Garibaldi“ e, soprattutto, “La Malvasia del re”. In questo racconto, che è apparso sul “Candido” ’53, si narra di una Malvasia così buona che l’oste che la produce decide di offrirla solo al re. Alla fine, però, quando cade la monarchia, se la scolano anche Peppone e i suoi compari. (Cereda M, “Guareschi e il vino”, Indice

51 Il vino però fa passare anche qualche guaio a Guareschi: una condanna, in appello, a otto mesi di carcere con la condizionale, per aver offeso, a mezzo stampa, il presidente della Repubblica. Siamo nei primi anni ’50, al Quirinale c’era Luigi Einaudi. Guareschi, in quanto direttore responsabile del Candido, fu condannato per una vignetta di Carletto Manzoni, che ironizzava sul Nebbiolo prodotto dalle viti del Presidente. Sull’etichetta c’era scritto vino proveniente dai “tenimenti del senatore Einaudi”. Ecco la vignetta: intitolata “Al Quirinale”, ritraeva alcune bottiglie disposte in fila come dei corazzieri. Indice

52 Il Verdi di Guareschi

53 Gureschi ha dedicato a Verdi un gran numero di vignette ed articoli
Gureschi ha dedicato a Verdi un gran numero di vignette ed articoli. Guareschi amava Verdi, un uomo illustre della sua amata Bassa. Giovannino Guareschi ha pubblicato in “Candido” n.11 del 18 marzo un’intervista immaginaria con Giuseppe Verdi in cui per far parlare il Maestro usa brani tratti dalle sue lettere. Il Verdi di Guareschi appare una persona scontrosa, pessimista e abbastanza testarda. Guareschi, probabilmente ritrovava nel carattere e nelle idee del Maestro molti punti i comune con se stesso. Guareschi non ci vuole mostrare il Verdi ‘pubblico’ ma il Peppino ‘privato’, l’uomo di Sant’Agata. Ci racconta ad esempio che il suo amore per la campagna era diventato mania. Si alzava quasi con il giorno per andare a controllare il grano, il mais, la vigna, ecc. Indice

54 E idee politiche che sicuramente Giovannino apprezzava ed approvava:
Proprio l'amore per la campagna è un elemento che unisce Verdi e Guareschi: Verdi: “Tu dirai cosa diavolo vado a fare in campagna? Ma tu sai che sono in fabbriche, che l’anno passato ho fabbricato una cascina, quest’anno due ancor più grosse e che sono là circa un duecento operai che hanno lavorato fino ad oggi, ed ai quali ho dovuto dare disposizioni per lavorar in avvenire appena il gelo lo permetterà. Sono lavori inutili per me, perché queste fabbriche non faranno che i fondi mi diano un centesimo più di rendita; ma tanto tanto, la gente guadagna, e nel mio villaggio la gente non emigra”. Il Maestro descritto da Guareschi ha idee chiare sulla politica e sulla Provvidenza: Verdi: “Ho speso qualche soldo che ha dato da mangiare a molti poveri operai, perché dovete sapere, voi abitanti delle capitali che la miseria nelle classi povere è grande, grandissima: e se non ci sarà una Provvidenza sia dall’Alto o dal basso, una volta o l’altra succederanno guai gravissimi. Vedete se io fossi il Governo non penserei tanto al partito, al bianco, al rosso, al nero: penserei al pane da mangiare!” E idee politiche che sicuramente Giovannino apprezzava ed approvava: Verdi: “Io non parlo di rossi, di bianchi, di neri. Poco mi importa la forma o il colore. Guardo la storia e leggo grandi fatti, grandi delitti, grandi virtù nel Governi dei Re, dei Preti, delle Repubbliche! Non m’importa, ripeto: ma quello che domando si è che quelli che reggono la cosa pubblica siano cittadini di grande ingegno e di specchiata onestà... Ho un tristo presentimento sul nostro avvenire! I Sinistri distruggeranno l’Italia!» Indice

55 Come Gureschi anche Verdi ha momenti di difficoltà con la critica e il pubblico.
Guareschi: “In tutti i maggiori teatri , il pubblico accoglie con entusiasmo le sue opere. Lei è ancora l’idolo del pubblico. Il pubblico le vuole bene.” Verdi: “Il pubblico!.. All’età di venticinque anni avevo delle illusioni e credevo nella sua cortesia: un anno dopo mi cadde la benda e vidi con chi avevo a che fare. Mi fanno ridere taluni quando, con una specie di rimprovero, hanno l’aria di dirmi che io devo molto a questo od a quel pubblico.” Guareschi: “Maestro, cosa ne dice dei compositori d’oggi?” Verdi: “Son ciechi che giocano al bastone. Dove capita capita. Non sanno cosa vogliono né dove vanno. Che bella novità! So anch’io che vi è una musica dell’avvenire, ma io penso che per fare una scarpa ci vuole del corame e delle pelli!.. Per fare un’opera bisogna avere in corpo primieramente della musica. Dichiaro che sono e sarò un amministratore entusiasta degli avveniristi a una condizione: che mi facciano della musica.. qualunque ne sia il genere, il sistema eccetera, ma musica! E che il pubblico s’occupi dei mezzi di che l’artista si serve! Non abbia pregiudizi di scuola! Se è bello applauda, se è brutto fischi. Ecco tutto. La musica è universale”. Indice

56 La (s)fortuna di Guareschi

57 Giovannino fu sminuito dai critici di idee politiche opposte alle sue, che affermavano che il suo lavoro fosse inutile e che, come scrittore, fosse morto con l’apertura del suo ristorante. Quando Guareschi morì l’Unità scrisse: “E’ morto Guareschi, così, tra una vignetta e l’altra, aprì un ristorante tipico a Busseto. La battaglia finiva ancora una volta in pastasciutta. Melanconico tramonto dello scrittore che non era mai sorto”. (G. Conti “La nascita del personaggio”). Guareschi fu molto apprezzato dal grande pubblico ma la critica non gli fu favorevole, molti lo dipinsero come fascista per le sue idee conservatrici. Addirittura su Wikipedia si è diffusa la falsa notizia che egli sia stato uno dei firmatari delle leggi razziali. In altre fonti viene citato con il nome di “Giovanni” come se “Giovannino” fosse un semplice diminutivo. Indice

58 Il pubblico però non ha mai smesso di amare Guareschi che è tra gli autori più conosciuti e tradotti anche all'estero. Anche i più giovani, grazie soprattutto alla serie di film che vengono costantemente trasmessi in televisione, conoscono questo autore. Recentemente anche la critica ha riscoperto Guareschi dedicandogli studi ed articoli. Indice

59 Le traduzioni del Mondo Piccolo
Guareschi è tra gli autori italiani più tradotti e annovera in catalogo numerosi long seller. Il complesso delle traduzioni delle opere di Giovannino Guareschi, costituito da 311 edizioni, è conservato presso l'Archivio del Club dei Ventitré di Roncole Verdi. Sono presenti diversi esemplari di alcuni volumi che portano il totale a quasi 500 documenti. Il fondo (l’insieme dei volumi) si è creato a partire dai primi anni 50’ grazie anche al periodico invio di traduzioni da parte di Rizzoli, editore di Guareschi, prima all‘Autore e in seguito ai figli Alberto e Carlotta. Da oltre sessant'anni, lettori ed estimatori di Guareschi contribuiscono all'incremento del fondo inviando copie di traduzioni, spesso trovate sia sul mercato antiquario sia dell’usato. Indice

60 Guareschi tra la gente della Bassa
Tra la gente della Bassa l'affetto per Guareschi è più vivo che mai; tra coloro che si impegnano per diffondere la conoscenza e la memoria di questo Autore c'è il Gruppo Amici di Giovannino Guareschi di Fontanelle. Nella testimonianza riportata di seguito Francesco Dioni, uno dei soci fondatori dell'associazione, spiega i motivi che hanno portato alla nascita del Gruppo e offre una serie di racconti di prima mano su com'era la Bassa ai tempi di Guareschi e sul rapporto tra Guareschi e il suo territorio. Il video è diviso in tre sezioni: 1. Le origini del Mondo Piccolo: la Bassa di inizio ‘900 e Giovanni Faraboli. 2. Le attività dell’Associazione. 3. Il Mondo Piccolo. Un itinerario nei ricordi. (Racconto raccolto dagli alunni il 27 Marzo 2015)

61 ITIS “G. Galilei”, S. Secondo P. se Classi II B e III E

62 Bibliografia Libri e articoli
“Storia di Parma. Le lettere”, a cura di G. Ronchi, MUP Editore. “La scuola del racconto. Vol 4. La nascita del personaggio”, a cura di G. Conti, Rcs Mediagroup.  G. Lugaresi, “Guareschi fede e libertà”, Monte Università Parma Editore.  G. Conti, “Giovannino Guareschi. Biografia di uno scrittore, Rizzoli.  Giovannino Guareschi, Don Camillo, Rizzoli Giovannino Guareschi, Il compagno Don Camillo, Rizzoli Sisti E., Grignaffini A., Grignaffini G., “Nella dispensa di Don Camillo. L'oste Giovannino Guareschi e la cucina della Bassa”, Guido Tommasi Editore-Datanova. Casamatti G., “Il segno artistico di Giovannino Guareschi ”, da “La parola all’Immagine / due – Il segno satirico di Giovannino Guareschi ”, Catalogo della mostra omonima esposta al Museo Amedeo Bocchi di Parma dal 21 maggio al 28 novembre 2994, MUP Editore, Parma, 2004.  “Corrierino delle famiglie”, Biblioteca parmigiana del Novecento, MUP Editore.  Guareschi G., “Mondo. Candido ”, Rizzoli.  Guareschi G., “ Chico e altri racconti”, I grandi libri dei piccoli, Mup Editore. Testo scritto da Gian Galeazzo Biazzi Vergani e pubblicato su «La Provincia» di Cremona il 5 gennaio 1955. Video Per la sezione “ Vita e contesto storico “ , solo per finalità didattiche sono stati elaborati i seguenti video e film, mantenendo, attraverso un lavoro di editing, le parti che sembravano più rappresentative, aggiungendo e sovrapponendo immagini e la voce narrante degli alunni. F. Barilli, “La vita di Giovannino Guareschi”, Mup Editore. (

63 Sitografia www.giovanninoguareschi.com
(Locandine film) (Citazioni film) (Locandine film) (Locandine film) (Favola di Natale) (Recensione Mondo Piccolo)


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