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Autoregolazione e Attività di Studio

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Presentazione sul tema: "Autoregolazione e Attività di Studio"— Transcript della presentazione:

1 Autoregolazione e Attività di Studio
Università degli Studi di Milano-Bicocca - Facoltà di Scienze della Formazione Autoregolazione e Attività di Studio Docente Barbara De Marco

2 Studiare all’università
Nuovo ruolo: studente universitario Obiettivo: studiare in modo efficace per essere in grado di applicare in futuro nel mondo del lavoro le nuove competenze acquisite Cosa vuole dire studiare? Quali sono le differenze nell’attività di studio a livello di scuola superiore e a livello universitario? Come si può studiare bene all’università?

3 Come si diventa uno studente di successo?
Esperti di settore = persone che hanno particolari competenze e conoscenze relative al campo in cui operano Studenti esperti = studenti che hanno particolari conoscenze e competenze relative all’attività di studio Apprendere richiede qualcosa in più che semplicemente assistere alle lezioni o leggere i libri Come si diventa uno studente di successo? essere in grado di identificare comportamenti specifici che influenzano il successo accademico mettere in atto processi che consentano di autogestire la propria attività di studio

4 Scuola superiore / Università un esempio pratico
Il mio professore, al termine di una lezione di storia sulla prima unità del corso e chiese se avevamo domande. Dovevamo studiare gli argomenti in diversi capitoli su tre libri differenti e avevamo oltre 40 pagine di appunti. Mi venne in mente di chiedergli: “quali sono secondo lei le cose più rilevanti che dobbiamo tenere a mente in vista dell’esame?”. Mi guardò, sorrise, e rispose: “sta a voi stabilirlo!”

5 Scuola superiore / Università
Gli insegnanti guidano gli studenti spiegando cosa studiare, quando e in che modo apprendere un dato contenuto Gli insegnanti monitorano il livello di apprendimento degli studenti con frequenti prove su porzioni ridotte del programma Gli insegnanti dedicano tempo specifico per motivare gli studenti Università Gli studenti devono essere autonomi nel capire cosa studiare, quando e in che modo apprendere un dato contenuto Gli studenti devono monitorare il livello di apprendimento in itinere e vengono spesso valutati dal docente solo al termine del corso Gli studenti devono essere in grado di mantenere una adeguata motivazione in modo autonomo

6 Principali cause di insuccesso
Lo studente può possedere false credenze circa le sue capacità, l’apprendimento e la motivazione Lo studente può non essere consapevole dei suoi comportamenti disfunzonali nell’attività di studio Lo studente può non essere in grado di mantenere una motivazione adeguata all’adozione di comportamenti di studio e di apprendimento efficaci Lo studente può non essere ancora pronto a cambiare il proprio comportamento nei contesti di studio e apprendimento

7 Gestire l’apprendimento in modo autonomo: Componenti dell’apprendimento autoregolato
Cognitiva-metacognitiva Strategie cognitive: Ripetizione Elaborazione Organizzazione Strategie metacognitive: Pianificazione Monitoraggio Regolative Affettivo-motivazionale Autoefficacia = percepire sé stessi come persone in grado di portare a termine in modo adeguato il compito assegnato Obiettivi di studio = essere in grado di stabilire obiettivi realistici e funzionali al compito Emozioni rispetto al compito = gestire le emozioni negative e supportare le emozioni positive Motivazione intrinseca = trovare interessante la disciplina, provare il desiderio di saperne di più, avere voglia di studiare i contenuti Ambientale-comportamentale Gest. comportamento: Tempo Sforzo Gest. ambiente: Caratteristiche del compito Caratteristiche dello spazio fisico

8 Esempi di comportamenti funzionali
Motivazione e obiettivi: Ogni semestre mi annoto gli obiettivi che intendo perseguire Quando mi sento giù parlo con me stesso e mi incito ad andare avanti per riuscire nel compito Strategie cognitive e metodo di studio: Mentre leggo il libro di testo segno a margine le domande cui dovrò saper rispondere al termine del paragrafo Utilizzo disegni muti per ricordare aspetti che devo memorizzare, come i principali organi del corpo umano

9 Esempi di comportamenti funzionali
Strategie metacognitive e metodo di studio: Valuto i risultati di ciascuno dei miei esami e cosa ho fato nel prepararmi per capire come prepararmi meglio in futuro Se mi accorgo che non ho capito quanto sto leggendo mi fermo e rileggo tutto il paragrafo Analizzo la difficoltà del libro per decidere quanto tempo dedicarvi Uso del tempo Tengo un calendario settimanale delle attività da svolgere Distribuisco i contenuti di studio nel tempo Gestione dell’ambiente fisico e sociale Prima di studiare spengo TV e radio Organizzo gruppi di studio prima dell’esame Se ho difficoltà chiedo ai colleghi o contatto il docente o gli assistenti

10 Un primo passo…. Per essere buoni studenti bisogna conoscere le caratteristiche personali che influiscono sull’attività di studio: Intelligenza (concezioni) Stili cognitivi attribuzioni

11 La domanda cos’è l’intelligenza è ancora senza risposta.
E’ importante rilevare le credenze che le persone hanno sulla propria intelligenza dato che possono avere conseguenze sui comportamenti e sull’atteggiamento che si assume nell’apprendimento.

12 Misconcezioni sull’intelligenza
L’intelligenza è un’abilità cognitiva unitaria L’intelligenza è una abilità cognitiva generale L’intelligenza è una abilità cognitiva innata L’intelligenza è una abilità cognitiva statica

13 L’intelligenza non è monolitica
Approccio psicometrico: Thurstone (7 componenti) Guilford (120 componenti) Gardner (2002), suggerisce che ognuno di noi ha una molteplicità di intelligenze: logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, corporea, interpersonale, intrapersonale, naturalistica esistenziale.

14 L’intelligenza non è un’abilità cognitiva generale
Abilità intellettive dominio specifiche Studi sul transfer Studi sull’expertise Studi sull’apprendimento disciplinare Anche competenze trasversali (es. pianificazione) sono in realtà dominio- specifiche

15 L’intelligenza non è innata e statica
Galton sostiene che le abilità mentali si distribuiscono secondo la curva normale Gli studi sull’apprendimento dei processi cognitivi dominio specifici, delle strategie e delle euristiche dimostrano che le abilità considerate indice di intelligenza sono educabili Non è statica: Campione e Borwn: intelligenza come capacità di apprendimento

16 Cosa pensa il singolo? Concezione innatista Concezione costruttivista
Le possibili concezioni tenderebbero verso due poli di un unico continuum, in cui da un lato si situano gli individui che pensano l’intelligenza come ad una entità definita sin dalla nascita, non modificabile (innatismo) e dall’altro quelli che considerano l’intelligenza potenziabile attraverso l’apprendimento (costruttivismo)(Dweck, 2000). Concezione innatista Concezione costruttivista

17 Quali conseguenze di fronte all’insuccesso?
Concezione innatista Concezione costruttivista Non sono abbastanza intelligente Devo rivedere le mie strategie di studio È inutile che mi impegni Posso imparare demotivazione impegno

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19 Ognuno ha un proprio stile…anche nello studio
Con il termine stile cognitivo (Stenberg, 1985; 1998) si intende una predisposizione, una tendenza che porta a preferire certe modalità di apprendimento. Nella scelta del proprio stile e nel suo mantenimento si è influenzati da Le caratteristiche personali (essere impulsivi, procedere a piccoli passi nello studio,…) Il risultato che ottengo (se ho successo utilizzando un certo stile, in futuro tenderò ad utilizzarlo di nuovo)

20 Non esiste uno stile migliore dell’altro
Non esiste uno stile migliore dell’altro. A volte, però a seconda del tipo di compito e del contesto, è opportuno privilegiarne uno rispetto ad un altro. Inoltre ognuno di noi utilizza contemporaneamente più stili e, a seconda delle situazioni, preferisce stili diversi.

21 Alcune tipologie di stili
Stile cognitivo intuitivo= parto da un’ipotesi generale e cerco di confermarla o confutarla Stile cognitivo sistematico= procedo a piccoli passi, prendo in considerazione tutte le variabili in gioco …se ho un triangolo con un lato di 2 cm e gli altri di 4 cm… Stile cognitivo globale= quando osservo, studio…mi soffermo sugli aspetti d’insieme Stile cognitivo analitico= quando osservo, studio…mi soffermo sui particolari

22 Stile cognitivo impulsivo= rapidità nelle decisioni
Stile cognitivo riflessivo= soffermarsi a pensare prima di agire Stile cognitivo verbale= preferenza per il codice linguistico Stile cognitivo visuale= preferenza per le immagini Gatto,…

23 E’ dunque importante: Prendere coscienza di quale stile adottiamo nelle diverse situazioni, in particolare nello studio. Riconoscere quando sarebbe utile utilizzare uno stile piuttosto che un altro.

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25 Attribuzioni e stili attributivi
Attribuzioni = insieme di ragioni che l’individuo riconosce come cause dei suoi successi/insuccessi Stile attributivo = schema individuale tendenzialmente stabile utilizzato da un individuo per spiegare I risultati propri e altrui Attribuzioni corrette richiedono di valutare la costanza nel tempo, la specificità è il consenso su un dato comportamento

26 Cause: interno vs esterno
Si è notato che in generale di fronte ai fallimenti, alcuni studenti tendono ad attribuire le cause a fattori esterni a sé, quali la difficoltà del compito, la sfortuna, la “cattiveria” dei professori,...e sono poco propensi ad attribuirne le cause a fattori interni come le difficoltà di studio. Non ho memorizzato bene i concetti Lo so, sono sfortunato!!!! ?????

27 Cause: stabili vs instabili
Alcuni attribuiscono inoltre i loro succassi e fallimenti a cause STABILI, cioè difficilmente modificabili nel tempo (ES. Abilità, caratteristiche del compito), altri a cause INSTABILI, cioè in continua fluttuazione (ES. Impegno, fortuna, aiuto) Oggi è andata così Non ce la farò mai!!!! ?????

28 Cause: controllabili vs non controllabili
Infine le cause di succassi e fallimenti possono essere CONTROLLABILI dall’individuo ,(ES. Impegno, aiuto), altri a cause NON CONTROLLABILI (ES. Fortuna, capacità innate) Se riesco dipende da me!!!! ????? Che ci posso fare io????

29 Attribuzioni e stili attributivi
Cause degli stili attributivi: esperienze pregresse di successi e fallimenti, influenza socioculturale, emozioni trasmesse in caso di successo e fallimento, lo Lo stile utilizzato per spiegare le cause dei propri risultati può differire da quello utilizzato per spiegare i risultati altrui Sè: Successi  interne Insuccessi esterne Altri:Successi  esterne Insuccessi  interne

30 Principali stili attributivi
Impegno/mancanza di impegno: Fallimento: ricerca di soluzioni strategiche e mantenimento di aspettative di riuscita Insuccesso è interpretato come parte del processo di apprendimento MOLTO FUNZIONALE

31 Principali stili attributivi
Abilità/cause esterne: Mancato riconoscimento di responsabilità dei propri insuccessi Poca riflessione sugli errori e scarsa ricerca di soluzioni positive e strategiche al fallimento Convinzione che le cose riescano anche senza impegnarsi e se non si riesce non è colpa propria POCO FUNZIONALE

32 Principali stili attributivi
Abilità/Mancanza di abilità: Convinzione che la riuscita o il fallimento riflettono le capacità possedute piuttosto che l’impegno prodigato Di fronte a ripetuti insuccessi in un compito sviluppo dell’idea di non essere portati Poca persistenza e tendenza a evitare compiti in cui si è precedentemente falliti Convinzione che un impegno eccessivo riflette scarsa abilità NON FUNZIONALE

33 Principali stili attributivi
Cause esterne/Mancanza di abilità: Se ripetuti fallimenti si sviluppa impotenza appresa, assenza di controllo, rassegnazione, passività, vergogna Convinzione di non essere capace, poco impegno, non studio, quindi risultati scarsi che confermano l’iniziale convinzione Ansia da prestazione e tendenza a svilupare forme depressive NON FUNZIONALE + RISCHIO MALESSERE PSICOLOGICO

34 Principali stili attributivi
Cause esterne/cause esterne Tendenza al fatalismo, scarso impegno, passività Rabbia (attribuzione alla mancanza di aiuto) o rassegnazione (attribuzione alla sfortuna) NON FUNZIONALE

35 Studio e non passo l’esame
Diversi autori (Weiner, 1985; Borkowski e Day, 1995) nell’ambito dell’apprendimento, hanno dimostrato che le attribuzioni delle cause degli eventi possono avere un ruolo causale sul comportamento. Studio e non passo l’esame PERCHE’ ????

36 Il successo nello studio è invece più determinato dall’impegno e dall’applicazione delle proprie capacità. Inoltre attribuire la riuscita accademica ai propri sforzi, controllabili e stabili, conduce a ritenere di avere un maggior controllo sulla situazione e a non sentirsi “in balia” di fattori non controllabili!!!

37 Modificare le cause, se possibile
Quindi è importante: Riconoscere le attribuzioni, cioè le cause che hanno determinato il successo o il fallimento (nello studio dare importanza all’impegno e all’esercizio) Modificare le cause, se possibile Confrontare le proprie attribuzioni con quelle degli altri Evitare di credere in attribuzioni non plausibili


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