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INSEGNANTI ALLO SPECCHIO

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Presentazione sul tema: "INSEGNANTI ALLO SPECCHIO"— Transcript della presentazione:

1 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Istituto d’Istruzione Superiore IPSS “Leonardo da Vinci” - ITAS “Nitti” Aprile 2015 Attività formativa sulle dinamiche relazionali interpersonali e sulle relazioni di apprendimento centrate sullo studente INSEGNANTI ALLO SPECCHIO

2 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Il progetto nasce attorno al fenomeno della dispersione scolastica Gli obiettivi muovono in due direzioni, legate intimamente tra loro: a) Contrastarla, facendo leva sul livello delle … b) … Motivazioni, di insegnanti e studenti.

3 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
I soggetti-persone coinvolti sono gli Insegnanti nelle vesti di: Persone, con il loro bagaglio di vissuti (dimensione dell’Essere); Professionisti, con le competenze, in evoluzione (la dimensione del Sapere); Educatori, leader dei propri studenti (dimensione del saper far divenire); gli studenti, con il loro bagaglio di esperienze e saperi, ancora alla ricerca di una propria Identità.

4 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Il percorso formativo è centrato su questo Incontro, invitando gli insegnanti a “mettersi allo specchio” poiché, istituzionalmente, artefici di questo con-tatto, al fine di rendere via, via, gli studenti protagonisti- intenzionali del proprio divenire (almeno per ciò che concerne l’impegno scolastico)

5 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
COS’È CHE FA FUNZIONARE L’APRENDIMENTO? L’incontro tra Insegnante e Studente? MODELLO DI LEADERSHIP SIGNIFICATIVO 2. AZIONI CENTRATE SU/CON LO STUDENTE SECONDO UNA VISIONE UMANISTICA DELLA PERSONA L’INCONTRO DI UN “IO – TU”

6 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
MODELLO DI LEADERSHIP SIGNIFICATIVO LEADER PERSONA DIMENSIONE DELL’ESSERE INSEGNANTE FORMATORE DEL SAPERE EDUCATORE DEL SAPER FAR ESSERE DIVENIRE

7 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
MODELLO DI LEADERSHIP SIGNIFICATIVO L’INSEGNANTE PERSONA (Accettazione incondizionata – Congruenza – Empatia – Emozioni – Comunicazione efficace – Ascolto attivo – Stile assertivo)

8 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
2. L’APPRENDIMENTO CENTRATO SU/CON LO STUDENTE L’INSEGNANTE FORMATORE (Saperi – Il metodo della Ricerca-Azione) L’INSEGNANTE EDUCATORE (Stili di apprendimento – Imparare ad imparare – Osservazione fenomenologica - Autostima – Autoefficacia – Progetto di vita)

9 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Uno strumento offerto, agli insegnanti Piano d’Azione Individuale (favorisce la consapevolezza del sé, partendo dalle proprie risorse, limiti, aree d’impegno, obiettivi concreti, ostacoli al raggiungimento degli stessi obiettivi)

10 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO 22-04.2015
L’immagine, metaforica, dell’incontro con l’altro è simile ad una danza. Un con-tatto in cui avviene qualcosa che nasce dall’intesa tra due soggetti, uno dei quali ha il compito di “condurre” l’altro

11 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
La scelta del tango pre-contatto contatto contatto pieno uscita

12 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
METTIAMOCI ALLA PROVA L’ABBRACCIO LA DANZA feedback: cosa è accaduto? Soffermandoci sul vissuto – oggettivo descrittivo – e non sul “sentito” – rappresentativo QUALI RIFLESSIONI – CONSIDERAZIONI?

13 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
OSSERVIAMO QUESTA SCENA

14 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Nelle fasi del tango c’è, in metafora, l’arte dell’educare  ex-ducere, verbo latino che esprime movimento: il tirar fuori, portare, guidare.

15 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Se-ducere  tirar fuori in disparte; fuori dalla massa; Con-ducere  non dirigere, ma riunire, collegare: l’unità della persona attraverso i suoi vissuti; In-ducere  suscitare; mettere in movimento nuove proposte, riflessioni; stimolare la curiosità; far partire liberando da ogni condizionamento; Ab-ducere  promuovere il distacco, la scelta. Non tutto può essere accolto; Tra-ducere  Far passare oltre; condurre avanti; De-ducere  togliere, sottrarre; Pro-ducere  accrescere, presentare, esporre.

16 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
NELL’INCONTRO INSEGNANTE – STUDENTE C’è un condurre, come nel tango, ma anche un “sentire insieme” e lasciarsi accompagnare dalla musica danzando insieme

17 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
NELL’INCONTRO INSEGNANTE – STUDENTE Quali i movimenti, con quali strumenti/azioni, quelli vissuti in classe con gli studenti?

18 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’INTEGRAZIONE COGNITIVA Cosa ho provato Cosa ho vissuto Cosa ho imparato Cosa ho capito Cosa mi ha “colpito”

19 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
“Un insegnante ha due compiti: riempire di sapere le menti dei giovani ma, soprattutto, dare a quelle menti un orientamento perché quel sapere non vada sprecato”. (Goodbye Mr. Holland)

20 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Qual è la “temperatura” di partenza: la consapevolezza del proprio stato emotivo, nel “qui e ora”; consente e offre la “misura” del proprio essere ed esser-ci nel contesto relazionale. Esercizio: “in questo momento sono consapevole che …"

21 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
LE EMOZIONI IN GIOCO Gioia, Paura, Tristezza, Rabbia Variabili per intensità Non esistono emozioni positive o negative Spesso negate, accade quando la mente prevale sulle stesse

22 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’ingresso in aula è la fase del pre-contatto (l’epoca dei primi due mesi dell’anno scolastico): la consapevolezza di sé, la congruenza con il proprio stato emotivo, l’accettazione incondizionata dell’altro, l’empatia, costituiscono la premessa affinché possa accadere il contatto/l’incontro con l’altro

23 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’accettazione incondizionata È l’opposto dell’atteggiamento di valutazione condizionata presumibilmente applicato, a suo tempo, dai genitori. Essa è necessaria per lasciare all’individuo, rispetto a ciò che va emergendo durante la relazione, la libertà di scelta che lo conferma soggetto.

24 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’empatia la comprensione empatica: sentire il mondo personale dell’altro “come se” fosse nostro, senza però mai giungere alla totale identificazione ed essere capace di trasporlo e rimandarlo a livello verbale (verbalizzazione).

25 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’empatia Duplice è la funzione di questa modalità relazionale: fa sì che l’altro si senta compreso fino in fondo, (Buber: «L’uomo desidera venire confermato nel suo essere da un altro uomo e desidera avere una presenza nell’essere dell’altro. Gli uomini hanno bisogno di conferma proprio perché sono tali»; simbolizzando correttamente ciò che, momento per momento, è presente nel campo esperienziale, contribuisce al primario obiettivo di aumento della congruenza.

26 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
La congruenza Prevede che «la persona sia, nell’ambito della relazione, autentica e ben integrata. Nella relazione, cioè, la persona è liberamente e profondamente se stessa e la sua esperienza reale è fedelmente rappresentata nella coscienza. Non assume perciò in nessun caso atteggiamenti di circostanza» (Rogers). Sarebbe infatti poco plausibile che egli si adoperasse per aumentare la congruenza dell’altro senza essere lui stesso in questa situazione.

27 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
osservare e descrivere fenomenologicamente, quanto osservato, comporta inoltre una comunicazione efficace, priva di valutazioni/giudizi.

28 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Esercizio.: (trance del film “Scent of woman”, scena 9) cosa è accaduto? (in forma descrittiva e non rappresentativa) quali i movimenti suscitati (l’uno con l’altro?) quali gli aspetti di congruenza, accettazione incondizionata, empatia? Feedback

29 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Fase del Con-tatto L’agire queste qualità (legate alla dimensione dell’Essere) favoriscono il passaggio alla fase del contatto e l’accadere di quella intenzionalità pedagogica (educativa e formativa insieme) che mettono in moto l’apprendimento (dimensione del Saper fare e Saper far divenire).

30 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Esercizio.: emotività e verbalizzazione (formulare un messaggio che coinvolga dal punto di vista emozionale). Obiettivo, far sperimentare l’uso della tecnica della verbalizzazione.

31 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’INTEGRAZIONE COGNITIVA Cosa ho provato Cosa ho vissuto Cosa ho imparato Cosa ho capito Cosa mi ha “colpito”

32 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
“Ogni nozione ha origine nella sua sensazione”. (Leonardo) “Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. (De Saint’Exupery)

33 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
ci accingiamo ad entrare nella fase del “contatto pieno”: quella dell’incontro con la persona-studente. Si tratta di un incontro nel quale l’insegnante è coinvolto nella triplice dimensione del suo Essere, Sapere e Saper far divenire (educatore).

34 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Alla base di questo incontro, la consapevolezza di trovarci di fronte una Persona. Simile, non identica, alla Persona-Insegnante: fatta di sentimenti, capacità riflessiva, mente, corpo (visione olistica rogersiana).

35 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
In quanto Persona ciascuno è un mistero! Potenziale portatore (sano) di conflitti! I movimenti dell’insegnare e dell’apprendere sono contrapposti tra loro.

36 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Andare incontro all’altro comporta … mettere in gioco l’accettazione incondizionata, la congruenza, l’empatia, sospendendo: V  valutare; I  interrogare; S  soluzionare; S  sostenere/consolare; I  interpretare.

37 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Andare incontro all’altro comporta … Adottare l’osservazione descrittiva; - la riduzione fenomenologica “lasciar vedere da sé solo ciò che si mostra, così come si mostra da sé”; - l’Epoché: diventare “spettatore ingenuo e disinteressato di una particolare esperienza di vita”. (Husserl)

38 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Andare incontro all’altro comporta … Osservare oltre ciò che appare Descrivendo fatti e non elaborando opinioni.

39 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Chi è l’altro da me ?

40 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
È persona che, come noi, vive dei nostri stessi bisogni protesa, più o meno consapevolmente, verso l’autorealizzazione

41 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Secondo la psicologia umanistica rogersiana trattasi di: una persona nella sua totalità, 1. UN AGENTE DI SCELTE in quanto non può sottrarsi ad operare delle scelte nel corso della propria vita; 2. UN AGENTE RESPONSABILE in quanto risponde personalmente delle proprie scelte; 3. UN AGENTE LIBERO in quanto stabilisce liberamente i propri obiettivi.

42 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Nelle vesti di educatore che dà aiuto, lascia all’educando la responsabilità delle proprie scelte: «Rispettare la personalità significa (...) aiutare un individuo a crescere, in base ad un impegno attivo e personale, verso l’io più elevato che potenzialmente è in lui; significa in particolare aiutarlo a compiere, in base al proprio volere, delle scelte in direzione dei fini migliori». (Kilpatrick) Questo è ciò che intendo quando parlo di accompagnamento intenzionale verso la consapevolezza.

43 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Le condizioni rogersiane favorevoli alla crescita: Un contatto sulla relazione interpersonale (l’uno provoca una qualche differenza sul piano esperienziale dell’altro); Una delle parti è in uno stato di incongruenza: discrepanza tra il concetto di sé e l’esperienza da lui vissuta; Deve avvenire la comprensione empatica e la considerazione positiva incondizionata.

44 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’obiettivo sarà, tra gli altri: L’autopercezione; L’autodeterminazione; L’autoefficacia.

45 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Strumenti e concetti chiave saranno: L’empowerment; Il cambiamento come processo (il Piano d’Azione Individuale); Un clima facilitante; L’autoesplorazione delle risorse utili a soddisfare un bisogno; I vissuti emotivi e motivazionali.

46 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Al centro di questo incontro la relazione Con la premessa di conoscere dapprima il proprio stile relazionale.

47 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE COS’E’ LA COMUNICAZIONE? E’ la modalità per metterci in relazione con … … altre persone che a loro volta comunicano … Conoscere =/= Comprendere non solo parole! Parole 7% Tono della voce 38 Linguaggio del corpo 55% La vera comunicazione non è il messaggio in sé, ma come lo percepisce l’altra persona. Da come parliamo, ci esprimiamo, ci muoviamo, comunichiamo noi stessi agli altri offrendola conoscenza e la comprensione di noi stessi.

48 LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE
COMUNICARE E’ ASCOLTARE CON … EMPATIA!  cos’è l’empatia Percepire i sentimenti degli altri “come se”; essere capaci di adottare la loro prospettiva e coltivare fiducia e sintonia emotiva con un’ampia gamma di persone fra loro diverse “patos” è passione! Ascoltare, allora, è l’esercizio di comprendere fino in fondo ciò che il nostro interlocutore sta comunicando

49 LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE
AD IMPARARE AD ASCOLTARE NON LO INSEGNA NESSUNO! ASCOLTARE PARLARE LEGGERE SCRIVERE Appresa 1^ 2^ 3^ 4^ Usata 45% 30% 16% 9% Insegnata Per niente poco abbastanza Molto

50 LA COMUNICAZIONE COME RELAZIONE
PERCHE’ E’ IMPORTANTE ASCOLTARE È il modo più appropriato per INCONTRARE l’altro … È un comunicare per mettere in relazione … È l’incontro di due storie L’ascolto è la relazione di aiuto! “resistere alla tentazione di consigliare o dare risposte immediate. L’ascolto diventa attivo, riuscendo a far aprire l’altro che eserciterà l’ascolto di se stesso!”

51 L’ASCOLTO E’ UN’OPPORTUNITA’ PER CONOSCERE E CONOSCERSI E PER FAR EVOLVERE E ARRICCHIRE LA PROPRIA SOGGETTIVITA’ ATTIVITA’ CORRELATA A VISSUTI ALTERNANTI CHE FAVORISCONO O BLOCCANO L’ATTIVITA’ STESSA SOSPETTO FIDUCIA Timore di perdita del proprio punto di vista, della propria originalità. Genera PREGIUDIZI basati sulla certezza di sapere già cosa l’altro dirà e quindi una sordità che blocca ogni possibilità di scambio Consapevolezza dei propri limiti e della capacità di percepire gli altri come risorsa utile per il loro superamento. Alimenta curiosità verso le relazioni, costruisce l’idea di “Far Parte”

52 LA COMUNICAZIONE COME PROCESSO
I Processi dell’Ascolto RISPOSTA (manifesto) MESSAGGIO (manifesto) ELABORAZIONE (latente) RECEZIONE (latente) VISIONE UNIDIREZIONALE DELLA COMUNICAZIONE

53 LA COMUNICAZIONE COME PROCESSO
I Processi dell’Ascolto RISPOSTA (manifesto) MESSAGGIO (manifesto) ELABORAZIONE (latente) RECEZIONE (latente) SONO DUE ASPETTI FONDAMENTALI DEL PROCESSO DI ASCOLTO

54 LA COMUNICAZIONE COME PROCESSO
NELLA FASE DI RECEZIONE DEL MESSAGGIO La PERCEZIONE non è la realtà Scrive Petermann (1938) "Il nostro mondo non è costituito, in verità, dalle cose, ma piuttosto dalle nostre prospettive sulle cose … ad es. il bosco è per il contadino un insieme di alberi, per il perseguitato un rifugio, per un cacciatore una riserva di caccia, per il viandante un posto d'ombra..“ ATTENZIONE! Ai nostri “occhiali” interni: TEORIA IMPLICITA DELLA PERSONALITA’ All’EFFETTO ALONE Agli STEREOTIPI All’EFFETTO PRIMACY-RECENSY

55 LA COMUNICAZIONE COME PROCESSO
NELLA FASE DI ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO ATTENZIONE ! ALLA DECODIFICAZIONE DEL MESSAGGIO TENENDO PRESENTI LE DIVERSE DIMENSIONI COMUNICATIVE: di CONTENUTO di AUTOPRESENTAZIONE (o di Autorivelazione) di RELAZIONE di APPELLO

56 STILI INEFFICACI DI RISPOSTA
Giudizio morale che si basa sul proprio sistema di valori MORALIZZARE “Giusto”, “Sbagliato”, “Buono”, “Cattivo”, “Dovrebbe essere….” DOGMATIZZARE La constatazione dogmatica di fatti inevitabili “E’ così e così!” Giudizio sulla situazione dell’altro fatto con distanza “La tua situazione è questa” DIAGNOSTICARE Lista di cause che spiegano la situazione INTERPRETARE “Questo è così perché” GENERALIZZARE Descrivere le difficoltà di una persona e/o situazione in modo generale “Questo accade a molti”

57 STILI INEFFICACI DI RISPOSTA
IDENTIFICARE La persona parla delle proprie difficoltà “Succede anche a me” PUSHING Spingere verso una soluzione determinata con consigli prematuri “Come soluzione propongo”

58 RISPONDERE IN MODO EFFICACE
Producono l’effetto di far meglio esprimere l’interlocutore PARAFRASI O RIFORMULAZIONE VERBALIZZAZIONE CHIARIFICAZIONE SOMMARIO SAPER PORRE DOMANDE

59 VISIONE CIRCOLARE DELLA COMUNICAZIONE
Messaggio trasmesso Messaggio ricevuto Destinatario Mittente Feedback OGNI FEEDBACK DATO DIVENTA UN NUOVO MESSAGGIO

60 RIUSCIAMO A FARCI COMPRENDERE E A COMPRENDERE L’ALTRO?
DUE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Paul Watzalawick Non si può non comunicare Qualsiasi comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione Pertanto, ogni comportamento è comunicazione ed ogni comunicazione è comportamento

61 ASPETTI DELLA COMUNICAZIONE
In ogni messaggio emesso è possibile “osservare” (metacomunicando) quattro aspetti: CONTENUTO RIVELAZIONE DI SE’ RELAZIONE APPELLO

62 ALLO STESSO MODO … IL DESTINATARIO DEL MESSAGGIO …
Contenuto Il Quadrato di Schultz Autorivelazione MESSAGGIO Appello Relazione CONTENUTO = che dice la persona? AUTORIVELAZIONE = che dice di sé la persona? RELAZIONE = che tipo di relazione mettiamo in atto? APPELLO = cosa mi sta chiedendo con questa comunicazione?

63 (il destinatario) E’ COME SE DISPONESSE DI 4 ORECCHIE!
Contenuto Appello che dice la persona? Autorivelazione MESSAGGIO cosa mi sta chiedendo con questa comunicazione? Relazione che dice di sé la persona? che tipo di relazione mettiamo in atto?

64 L’UTILIZZO DI UN SOLO ORECCHIO PRODUCE DISTORSIONI NELLA COMUNICAZIONE
Madre: “che cos’è quello scarabocchio sul quaderno di matematica?” Figlia: “se non ti piace il modo con il quale tengo il quaderno, puoi anche evitare di guardarlo!” PER QUALE MOTIVO QUESTA COMUNICAZIONE E’ FALLITA?

65 L’UTILIZZO DI UN SOLO ORECCHIO PRODUCE DISTORSIONI NELLA COMUNICAZIONE
Contenuto oggettivo: “C’è uno scarabocchio” Contenuto oggettivo: “C’è uno scarabocchio” Messaggio trasmesso Messaggio recepito Rivelazione di sé: “non so cosa sia” “dimmi cos’è” Appello: “non farlo più” Appello: Rivelazione di sé: “non mi piace” Relazione: “Tu certo lo saprai” Relazione: “sei una pasticciona”

66 L’UTILIZZO DI UN SOLO ORECCHIO PRODUCE DISTORSIONI NELLA COMUNICAZIONE
Madre:”Metti la giacca; fuori fa freddo!” Figlia (con tono insolente): “Ma perché? Non fa per niente freddo!” Madre: “Ma cara, ci saranno appena 10 gradi e c’è anche vento.” Figlia (con tono aspro): “se avessi guardato il termometro … ci sono 11,5 gradi!” Madre: “Fai quello che ti dico o non esci!” Figlia (arrabbiata): “Io esco!” e va via sbattendo la porta e … senza giacca! Contenuto oggettivo: “Fuori fa freddo” Perché questa comunicazione è fallita? A cosa reagisce la figlia? In quale altro modo poteva esprimersi? Quale/i significato/i ne avrebbe tratto la madre? Messaggio della madre “mi preoccupo della tua salute” Rivelazione di sé: “metti la giacca” Appello: Relazione: “da sola non sei in grado di prendere la decisione giusta”

67 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
“Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene”. (Henry Roth) “Parlare oscuramente lo sa fare ognuno. Chiaro pochissimi”. (Galileo Galilei)

68 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Pre-contatto  il primo mese di scuola: quello utile alla formazione del gruppo classe Contatto  secondo mese: l’insegnante è parte integrante di quel gruppo classe Contatto  secondo/terzo mese: il tempo del “contratto formativo” rivolto a quella classe e ad ogni singolo studente; Contatto pieno  dal terzo mese in poi: la realizzazione del piano di studi Uscita  l’ultimo mese: la preparazione al conseguimento/raggiungimento dell’obiettivo finale e la gestione della “separazione”.

69 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’INSEGNAMENTO CENTRATO CON E SULLO STUDENTE ARTISTI Visione d’assieme PENSATORI Teorie Prassi Schemi L’ASPETTO PSICOLOGICO, MA CONCRETO, PER METTERE IN AZIONE L’APPRENDIMENTO

70 Progetto, programma e persona
Una storia Progetto, programma e persona

71 Progetto e Programma erano due amici per la pelle
Progetto e Programma erano due amici per la pelle. Stavano sempre insieme e amavano andare spesso in montagna per godere le magnifiche vedute dall’alto e beneficiare dell’aria buona che là si può respirare. Progetto era un tipo creativo, aveva sempre bellissime idee, faceva e prospettava al suo amico Programma affascinanti visioni e escursioni ogni volta più avvincenti. Programma, dal canto suo, pur condividendo e assecondando le idee di Progetto, era un tipo più concreto e realista. Quando usciva con Progetto era lui a consultare le cartine per individuare gli itinerari migliori da percorrere, a predisporre l’occorrente per le scalate, a sviluppare la tabella di marcia, a calcolare i tempi di percorrenza, a fissare le soste dopo aver individuato i rifugi dove pernottare.

72 Un giorno, mentre i due si apprestavano a partire per l’ennesima escursione, s’imbatterono per caso in un tipo che sembrava particolarmente disorientato, sicuramente non del posto. Si accostarono e gli dissero: «Salve, ha bisogno di qualcosa? Serve aiuto?». Il tipo, un po’ imbarazzato, rispose: «Mah... veramente... sono arrivato qui per caso. Percorrendo con l’auto la valle giù in fondo osservavo queste belle montagne e ho pensato di venire a vedere più da vicino. Oh, scusate, continuò, non mi sono ancora presentato: io sono Persona». «Piacere. Noi siamo Progetto e Programma», risposero. «Senti, stavamo appunto partendo per un’escursione di due giorni. Che ne pensi di venire con noi?».

73 Persona rispose: «Mah. veramente. non lo so
Persona rispose: «Mah... veramente... non lo so. Ero venuto qui solo per fermarmi qualche ora. Certo, sarebbe bello arrivare fin lassù, magari vedrei cose che non ho mai visto». Progetto e Programma, un po’ incalzando, continuarono: «Caro amico, non ci pensare troppo. Noi abbiamo la proposta che fa per te. Seguici e ti faremo sperimentare ciò che non avresti mai potuto immaginare». Tra il dubbioso e l’incuriosito, Persona accettò di unirsi alla coppia. In un baleno gli rimediarono un bel bastone per il viaggio e uno zainetto con qualche panino e un po’ d’acqua.

74 La marcia iniziò tra i sentieri della valle che progressivamente si inoltravano nella boscaglia. La strada risultava abbastanza accessibile e durante il cammino Programma e Progetto parlarono a Persona delle loro precedenti escursioni, di ciò che avevano fatto e visto, della loro bravura e capacità di inoltrarsi su sentieri impervi e inaccessibili ai più. Persona ascoltava con ammirazione. A volte provava a parlare anche lui. Voleva raccontare di sé, della sua terra e delle sue lunghe nuotate con gli amici, delle grotte marine esplorate all’insaputa dei genitori, della sua destrezza a individuare zone di pesca: lui, infatti, proveniva da una città di mare. Appena, però, accennava a dire qualche parola, ecco un altro magnifico episodio delle avventure di Progetto e Programma.

75 Ben presto l’amena passeggiata cominciò a presentare qualche inconveniente. Progetto, che fino a quel momento si era fidato ciecamente della competenza di Programma nell’individuare i sentieri adatti, cominciava a dubitare della sua bravura visto che da circa mezz’ora giravano sempre intorno alla stessa zona senza riuscire ad avanzare. Programma rimproverava a Progetto di averlo disorientato e distratto col suo continuo proporre nuove mete. Persona, dal canto suo, era provato: il quasi ininterrotto racconto dei suoi amici l’aveva stancato e le scarpe da ginnastica ai piedi, del tutto inadeguate, facevano male e si erano anche squarciate in più punti.

76 Progetto e Programma si accorsero che Persona faceva fatica a proseguire e provarono a incoraggiarlo e a sostenerlo con qualche energica pacca sulla spalla. Ben presto, però, si stancarono di questo continuo supportare Persona e si rinfacciarono reciprocamente la decisione di averlo portato con loro. In realtà Persona non aveva mai raggiunto quelle altitudini e non era allenato ai ritmi che la montagna richiede.

77 Intanto la sua stanchezza si era fatta insostenibile
Intanto la sua stanchezza si era fatta insostenibile. Un moto tra l’irato e il rassegnato lo prese improvviso e violento, anche a causa di quel continuo rimbeccarsi dei due occasionali compagni di viaggio. Si fermò e si sedette su un sasso maledicendo ad alta voce il momento in cui aveva accettato di andare con i due. Progetto, con fare sprezzante, rispose: «Ma perché non se ne stanno a casa le persone come te, che non sono capaci di camminare e sopportare un minimo di fatica? Restatene lì a poltrire, smidollato! Noi proseguiremo da soli. Al massimo recupereremo quel che resta di te al nostro ritorno, sempre che tu non abbia già provveduto a ridiscendere a valle da solo». I tre non si incontrarono mai più.

78 Persona tornò a valle distrutto sperando di non rivedere mai più tipi come quelli, rimpiangendo il sole e il mare della sua terra e conservando una naturale avversità verso la montagna e le sue bellezze. Gli altri due arrivarono a una meta, una meta non prevista, ma per loro comunque bella. Ritornarono a valle sperando di incontrare un giorno qualcuno che avrebbe apprezzato le loro capacità e fosse riuscito a condividere con loro i brividi delle mete ardite. Intanto continuavano a uscire in coppia, incrociando saltuariamente gente e volti sconosciuti su sentieri isolati battuti quasi sempre in una triste solitudine.

79 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
FATTORE IMPORTANTE PER MOTIVARE L’APPRENDIMENTO È UN RAPPORTO AFFETTIVO INTENSO! PER POTER PERCEPIRE, L’ESSE UMANO DVE TRASFORMARE QUALSIASI STIMOLOIN UN’ESPERIENZA SIGNIFICATIVA È ALLA BASE DIOGNI FORMA DI ATTACCAMENTO Sicuro - Insicuro - Ambivalente – Evitante È NELLA RELAZIONE CHE SI STRUTTURA IL MODELLO OPERATIVO INTERNO FUNZIONALE ANCHE ALL’APPRENDIMENTO

80 l’APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA-STUDENTE
LA RELAZIONE DI AIUTO E’ IL RAPPORTO IN CUI SI CERCA DI PROMUOVERE NEGLI ALTRI LO SVILUPPO, LA MATURAZIONE, IL FUNZIONAMENTO OTTIMALE E LA CAPACITA’ DI AFFRONTARE LA VITA; LE RELAZIONI SI PONGONO TUTTE COME OBIETTIVO FINALE QUELLO DI AIUTARE, PROMUOVERE, FACILITARE LA CRESCITA E LO SVILUPPO DELLE PERSONE;… … RESE IN QUESTO MODO ARTEFICI/PROTAGONISTE DEL PROPRIO DIVENIRE.

81 L’NSEGNAMENTO CENTRATO CON-SULLO STUDENTE LO SCOPO DELL’ISTRUZIONE
LO SCOPO DELL’ISTRUZIONE, IL FINE DI UN’EDUCAZIONE DEMOCRATICA, E’ QUELLO DI AIUTARE GLI STUDENTI A DIVENIRE INDIVIDUI CHE: SONO CAPACI DI AGIRE DI PROPRIA INIZIATIVA E SONO RESPONSABILI DELLE AZIONI CHE COMPIONO; SONO CAPACI DI FARE SCELTE INTELLIGENTI E DI AUTORIENTARSI; APPRENDONO IN MODO CRITICO E SONO CAPACI DI VALUTARE I CONTRIBUTI DEGLI ALTRI; HANNO ACQUISITO CONOSCENZE UTILI ALLA SOLUZIONE DEI PROBLEMI; SONO SOPRATTUTTO IN GRADO DI ADATTARSI CON FLESSIBILITA’ E CON INTELLIGENZA A NUOVE SITUAZIONI PROBLEMATICHE;

82 L’NSEGNAMENTO CENTRATO CON-SULLO STUDENTE LO SCOPO DELL’ISTRUZIONE
HANNO INTERIORIZZATO UN APPROCCIO FLESSIBILE AI PROBLEMI, CHE UTILIZZI IN MODO LIBERO E CREATIVO TUTTE LE ESPERIENZE CHE A QUEI PROBLEMI SI RIFERISCONO; SONO CAPACI DI COLLABORARE EFFICACEMENTE CON ALTRI IN TUTTE QUESTE ATTIVITA’; NON AGISCONO PER L’APPROVAZIONE DEGLI ALTRI MA PER I PROPRI SCOPI.

83 L’NSEGNAMENTO CENTRATO CON-SULLO STUDENTE LE IPOTESI A SOSTEGNO
Non possiamo insegnare ad una persona direttamente; possiamo solo facilitare il suo apprendimento; Una persona impara in modo significativo solo le cose che percepisce come strettamente connesse con la conservazione o i miglioramento della struttura del sé; Le esperienze la cui assimilazione implicherebbe un cambiamento nell’organizzazione del sé tendono ad essere evitate attraverso il rifiuto o la distorsione del loro contenuto simbolico;

84 L’NSEGNAMENTO CENTRATO CON-SULLO STUDENTE LE IPOTESI A SOSTEGNO
La struttura e l’organizzazione del sé diventano più rigide in condizioni minacciose, mentre le barriere si allentano in condizioni completamente prive di minaccia. Le esperienze che sono concepite come incongruenti rispetto al sé possono essere assimilate solo se la struttura del sé in quel determinato momento è rilassata e tanto flessibile da espandersi in modo da includerle; La situazione educativa che più efficacemente promuove un apprendimento significativo è quella in cui: A) La minaccia del sé di colui che apprende è ridotta al minimo; e B) Viene facilitata una percezione differenziata del campo dell’esperienza.

85 L’INSEGNAMENTO CENTRATO SULLO STUDENTE LE CONDIZIONI PER UN INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO EFFICACE. L’APPROCCIO INTEGRATO DI GORDON

86 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
«NUOVE CONSAPEVOLEZZE» CIASCUNA PERSONA PREDILIGE UNO STILE DI APPRENDIMENTO - (ne consegue) IL BISOGNO DI UNA DIDATTITA CENTRATA SULLO STUDENTE - (vale a dire) DI LAVORARE SUI PROCESSI CHE CONSENTONO L’ACCESSO AD UN SAPERE SENSATO/INTENZIONALE … - … E FORMATIVO PER LA PERSONA (SECONDO L’ETA’ E IL CONTESTO DI VITA E SECONDO LE ESIGENZE DELLA PERSONA CHE APPRENDE)

87 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
STILI DI APPRENDIMENTO L’ATTIVITA’ CHE RIGUARDA L’APPRENDIMENTO E LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI PUO’ ESSERE VISTA COME LA RISULTANTE DI UN PROCESSO CIRCOLARE TUTTI HANNO LO STESSO “PESO” IL PROCESSO E’ RICORRENTE TUTTO L’APPRENDIMENTO DIVENTA RIAPPRENDIMENTO LA DIREZIONE E’ DATA DALLE ESIGENZE E DAGLI SCOPI DELLA PERSONA PERTANTO GLI STILI DIVENTANO INDIVIDUALI SIA NELLA DIREZIONE CHE NEL PROCESSO TUTTO CIO’ GENERA STILI COMPLESSI CON ASPETTI CONTEMPORANEAMENTE POSITIVI E NEGATIVI

88 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
UN APPRENDIMENTO EFFICACE STA NELLA FLESSIBILITA’: SAPER USARE IL MODO ADATTO PER UNA DETERMINATA SITUAZIONE O PER GLI SCOPI CHE SI VOGLIONO RAGGIUNGERE

89 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
- esperienza concreta da avvio al modello e fornisce il materiale grezzo, dati, sentimenti, reazioni, utili al secondo stadio; osservazione riflessiva consente di verificare le reazioni di ciascuno e quelle dell’intero gruppo; concettualizzazione astratta offre le indicazioni e gli elementi comuni ai quali far riferimento per valutare le successive esperienze (sperimentazione attiva); sperimentazione attiva Lo strumento per valutare il risultato dell’applicazione dei concetti scoperti

90 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
L’Esperienza Concreta diventa nell’immediato base per l’Osservazione Riflessiva; l’osservazione viene integrata in una teoria o Concettualizzazione Astratta da cui possono derivare implicanze per l’azione; le implicanze, o ipotesi, servono come guida nella Sperimentazione Attiva per creare nuove esperienze.

91 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Ciascuno nel tempo sviluppa STILI DI APPRENDIMENTO PERSONALI stabilendone uno preferenziale inteso anche come modalità di approccio alla vita: CONVERGENTE DIVERGENTE ASSIMILATIVO ACCOMODATIVO

92 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Tipo e.c. Tipo Adattivo Divergente s.a o.r. Tipo Convergente Tipo Assimilativo c.a.

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CONVERGENTE Usa preferenzialmente la Concettualizzazione Astratta e la Sperimentazione Attiva; ha come manifestazione dominante l’attuazione pratica delle idee, tende a preferire le cose alle persone; è poco incline all’espressione delle emozioni; sa usare le sue capacità ipotetico deduttive su problemi specifici; preferisce le scienze applicate.

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DIVERGENTE Usa preferenzialmente l’Esperienza Concreta e l’Osservazione Riflessiva; ha una elevata abilità immaginativa o fantastica; tende ad essere interessato alle persone; ad avere ricca fantasia e accetta le emozioni; gli piace l’arte e la letteratura.

95 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
ASSIMILATIVO Usa preferenzialmente la Concettualizzazione Astratta e l’Osservazione Riflessiva; ha la capacità di creare modelli astratti; è forte nel ragionamento induttivo e nei processi sintetici; tende ad interessarsi poco alle persone e molto all’uso pratico delle teorie; preferisce la matematica e le scienze di base.

96 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
ACCOMODATIVO Fa uso della Esperienza Concreta e della Sperimentazione Attiva; Gli piace fare le cose, attuare progetti ed esperimenti e coinvolgersi in esperienze nuove. Tra tutti i tipi è probabilmente quello che più facilmente sa rischiare per incontrare ciò che è nuovo; sa adattarsi a nuove situazioni più facilmente di altri. Si appoggia molto alle persone per l’informazione piuttosto che sulle proprie capacità analitiche.

97 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Ambienti di apprendimento: il gruppo classe POSSIBILI AZIONI: CREARE GRUPPI ORGANIZZATI PER SCOPI DI APPRENDIMENTO (il fine è quello di creare per ciascun componente del gruppo le condizioni ottimali per raggiungere i propri obiettivi) COME RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI? DALLE REGOLE CHE IL GRUPPO SI DA (CLIMA ORGANIZZATIVO) B) DAL MODO IN CUI IL GRUPPO SI STRUTTURA (ORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO)

98 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Ambienti di apprendimento: il gruppo classe Noti gli stili di apprendimento di ciascuno, noti gli obiettivi, note le risorse OCCORRE DEFINIRE LE REGOLE (IL CLIMA ORGANIZZATIVO) FATTORI CHE INFLUISCONO SULL’APPRENDIMENTO Facilitano l’apprendimento Intralciano l’apprendimento 1…………………………………… …………………………………….. …………………………………….. 3…………………………………… …………………………………….. …………………………………….. …………………………………….. 6…………………………………… …………………………………….. 7…………………………………….. 7…………………………………….. 8…………………………………….. 8…………………………………….. ATTENZIONE LE REGOLE CAMBIANO DA GRUPPO A GRUPPO

99 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
Ambienti di apprendimento: il gruppo classe QUESTIONARIO PER VALUTARE IL GRUPPO/ORGANIZZAZIONE Un gruppo inefficiente Un gruppo efficiente per l’apprendimento per l’apprendimento 1………nessuno ascolta…… ……tutti ascoltano.……….. …………………………………….. 3…………………………………… …………………………………….. …………………………………….. …………………………………….. 6…………………………………… …………………………………….. 7…………………………………… …………………………………….. La valutazione globale si ottiene sommando tutti i numeri segnati e dividendo la somma per il numero delle frasi valutate. Valori > di 4 indicano una valutazione positiva dell’esperienza

100 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
IL “PROBLEMA” DELLA MOTIVAZIONE DEGLI STUDENTI

101 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
IL “PROBLEMA” DELLA MOTIVAZIONE DEGLI STUDENTI

102 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
IL “PROBLEMA” DELLA MOTIVAZIONE DEI DOCENTI

103 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
POSSIAMO TORNARE A BALLARE IL TANGO! CON QUALI NUOVE CONSAPEVOLEZZE? QUALI INTEGRAZIONI?

104 INSEGNANTI ALLO SPECCHIO
“Ogni uomo è un universo di dignità”. (Lorenzo Milani) “Per vivere bene nella società della conoscenza è necessario che le persone imparino a collegare ciò che sono con ciò che fanno”. (Savickas)


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