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DIGNITA’ DELLA PERSONA Il problema morale è un problema antropologico

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Presentazione sul tema: "DIGNITA’ DELLA PERSONA Il problema morale è un problema antropologico"— Transcript della presentazione:

1 DIGNITA’ DELLA PERSONA Il problema morale è un problema antropologico
ASL Sa 1 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA PER L’ISTRUZIONE SCOLASTICA SECONDARIA DI SECONDO GRADO II lezione CENTRO DI CULTURA BIOETICA DIOCESI DI NOCERA-SARNO DIGNITA’ DELLA PERSONA Il problema morale è un problema antropologico CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

2 Il cammino evolutivo dell’uomo
Diamo uno sguardo rapido al cammino evolutivo dell’uomo per cogliere meglio la singolarità dell’essere umano in natura e anche per gettare alcune basi che ci aiuteranno a comprendere meglio quello che diremo in questa relazione. La storia dell’uomo, dunque, inizia certamente con l’avvento delle prime microscopiche forme di vita sulla Terra, tuttavia in senso stretto la storia dell’Homo sapiens inizia con la comparsa, circa cinque milioni di anni or sono, quasi certamente in Africa, della famiglia Hominidae .Nell’accingerci a ripercorrere la nostra storia evolutiva, giova ricordare come il 99, % di essa è in comune con le attuali antropomorfe africane il cui patrimonio genetico è simile al nostro in una percentuale superiore al 90% ( 98% nello scimpanzé ). Una differenza del 2% ha reso, dunque, l’Homo sapiens una specie unica. I resti fossili più antichi di ominide sono stati ritrovati di recente (1994) in Etiopia ed in Kenya. Dal sito etiopico di Aramis proviene Ardipithecus ramidus,risalente a 4,4 myr (1 myr = 1 milione di anni). Trattasi di frammenti di cranio e di ossa di arto, più alcuni denti; in particolare i frammenti cranici, pur mostrando una affinità con lo scimpanzé, mostrano una posizione più avanzata del foro occipitale (attraverso il quale il midollo spinale dal cranio si continua nel canale vertebrale). Ciò rende verosimile che la postura di A. ramidus fosse eretta, con locomozione bipede. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

3 Homo neanderthalensis e H.sapiens
Il primo fossile attribuibile a H. neanderthalensis è datato a 200 kyr ed è costituito da frammenti di calotta cranica ritrovati a Ehringsdorf in Germania; H. neanderthalensis era più robusto ma più basso di H. sapiens, con una faccia più estesa e pronunciati rilievi sopraorbitari; la volta cranica era più bassa ed allungata ed il cervello, di dimensioni vicine alle nostre, presentava un ridotto sviluppo della corteccia frontale (sede dei processi logici ed associativi). Essi vissero nel Paleolitico medio in un periodo di violente oscillazioni climatiche e la loro organizzazione sociale, per quanto efficiente, non li preservò da una vita breve (in media 40 anni) segnata da numerosi traumi fisici e stress alimentari, com’è documentato nei loro resti ossei. Erano artigiani abilissimi nel lavorare la pietra, ma non risulta che abbiano utilizzato altre materie prime (es. osso) per realizzare i loro strumenti; i loro siti erano semplici, concepiti per gruppi non molto numerosi ed in modo molto meno strutturato di quelli di H. sapiens. H. neanderthalensis, inoltre, a differenza dei nostri più diretti antenati, non ha lasciato testimonianze archeologiche di comportamento simbolico; nonostante avesse coscienza della morte, tanto da seppellire i propri morti con gli arti flessi in piccole buche, tuttavia l’assenza di un corredo funerario (oggetti, cibo, ecc. come simboli di una vita futura) rivela l’incapacità di accedere a rappresentazioni mentali. E ancora, il modesto arrotondamento della base del cranio depone contro la possibilità, per quest’ominide, di esprimersi con un linguaggio articolato. Homo sapiens ebbe origine in Africa intorno a kyr or sono e qui si differenziò a lungo prima di migrare. Fino a 40 kyr fa l’Europa era dominio dei Neandertaliani; non è stato ancora del tutto chiarito se i Cro-Magnon siano riusciti in qualche modo a fondersi con essi o se ne abbiano causato l’estinzione per eliminazione diretta e/o attraverso una competizione vincente nello sfruttamento delle risorse disponibili. Una cosa comunque è certa: con Homo sapiens compare sulla terra una specie qualitativamente nuova, capace di essere l’artefice del proprio mondo, modellato su un progetto frutto di rappresentazione mentale; non così i Neandertaliani, i più evoluti dopo i Cro-Magnon, che "subirono" l’habitat fornito loro dalla Natura. Per evidenziare la radicale diversità di Homo sapiens rispetto agli ominidi che lo hanno preceduto, ci soffermeremo su alcuni aspetti comportamentali che caratterizzarono la vita di questi uomini del Paleolitico superiore. A Sungir’, in Russia, è stato ritrovato un sepolcro risalente a 28 kyr fa, contenente i resti di tre individui (due ragazzi e un uomo di ca. sessant’anni) riccamente vestiti e numerosi oggetti facenti parte del corredo funerario, tra cui molti ottenuti da avorio di mammut intagliato. Oltre a suggerire l’esistenza di classi sociali differenziate (non tutti i sepolcri trovati sono così lussuosi), questo ritrovamento testimonia della fede in una vita oltre la morte (religiosità) e dell’esistenza di un’organizzazione sociale stratificata in cui l’artista aveva una propria collocazione (gli oggetti ritrovati presuppongono un lungo e laborioso impegno). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

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Dallo studio degli accampamenti di queste due specie risulta che i Neandertaliani migravano in massa dopo che le risorse del territorio occupato, indiscriminatamente sfruttate, si erano esaurite (raccoglitori opportunisti); H. sapiens, invece, pianificava l’uso delle risorse, sfruttandole con l’ausilio di piccoli accampamenti periferici, periodicamente visitati da individui specializzati (raccoglitori sistematici). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

5 CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE
E ancora, il modesto arrotondamento della base del cranio depone contro la possibilità, per quest’ominide (Neanderthal), di esprimersi con un linguaggio articolato. Ciò che peculiarizza l’Homo sapiens è il linguaggio, inteso non solo come capacità anatomo-funzionale (linguaggio articolato), ma come attitudine mentale a produrre simboli, elaborati dal pensiero, organizzati in precise strutture cerebrali (area di Broca) e poi espressi in suoni . Dal momento che il pensiero non può essere scisso dal linguaggio, poiché i simboli mentali coincidono con i simboli linguistici sia quando riflettiamo che quando colloquiamo, ne deriva che i Cro-Magnon, i soli della famiglia degli Hominidae che ci hanno lasciato diffuse testimonianze simboliche, erano in possesso del ragionamento simbolico complesso e ciò li rende specie unica ed individui assimilabili, non solo per le caratteristiche anatomiche, all’attuale razza umana. L’uomo non è solo "più" intelligente delle altre specie viventi, ma lo è in "modo diverso", poiché, mentre è capace di riflettere su se stesso, riesce a manipolare l’ambiente che lo circonda in modo qualitativamente unico, modellandolo, cioè, secondo un progetto frutto di rappresentazione mentale. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

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Grazie Alle raffigurazioni rupestri dei Cro-Magnon sappiamo, ad esempio, del rinoceronte lanoso europeo dell’Era Glaciale, del Megaloceros giganteus, un cervo dalle grandi corna e dalla grossa gobba, ecc. C’è un preciso riscontro tra i mammut riprodotti e quelli ritrovati nei ghiacciai; inoltre questi artisti conoscevano bene l’aspetto e le modificazioni stagionali degli animali dipinti: la muta estiva del bisonte, la deformazione boccale del salmone maschio nel periodo riproduttivo, il bramire del cervo maschio durante il periodo degli amori, ecc. Ricca è la documentazione archeologica di una vera vena artistica espressa attraverso intagli e raffigurazioni. A Vogelherd in Germania è stata ritrovata una serie di piccole figure di animali intagliata in avorio; in particolare colpisce la figura di un cavallino scolpito su una medaglia di cinque centimetri: esso non ricalca la tozza figura dei cavalli dell’epoca, ma esprime in modo elegante e simbolico l’essenza dell’animale. Nella grotta Stadel di Hohlenstein in Germania è venuta alla luce una statuetta di trenta centimetri raffigurante un uomo con la testa di leone; l’interpretazione più ovvia è che si tratti di una figura mitologica che rivela tutto un retroscena di tradizioni e di miti. Tra le decorazioni pervenuteci particolare menzione meritano quelle ritrovate nella grotta di Lascaux nella Francia occidentale, dove disegni geometrici accompagnano bellissime figure di animali resi con particolare forza evocativa, facendo ricorso anche a mezzi prospettici. Queste raffigurazioni denotano profonda capacità di osservazione, padronanza di mezzi tecnici ed espressività simbolica che non ha molto da invidiare a quella delle generazioni future. A differenza dei Neandertaliani, i Cro-Magnon vivevano in gruppi numerosi in accampamenti di variabile dimensione e complessità. Le capanne presentavano spesso un’architettura elaborata, non rispondente a criteri di pura necessità. Conoscevano bene l’uso del fuoco, utilizzato per illuminare, per riscaldare gli ambienti e l’acqua (scaldata con pietre roventi in buche scavate nella terra e rivestite di pelli), ma anche per cuocere statuette di argilla (quelle ritrovate nella repubblica Ceca risalgono a 26 kyr fa e sono state cotte a T° > 400°C). Ci sono pervenuti strumenti litici di varie fogge da essi costruiti, molti dei quali sono provvisti di manici di legno o di osso; inoltre sono state ritrovate, come novità peculiare, punte d’osso e corna di cervo raddrizzate per farne dei propulsori. Oltre alle armi, come già si è detto erano capaci di realizzare oggetti artistici (statuine), ma anche strumenti musicali, come attestato dal ritrovamento di flauti a più fori risalenti a 30 kyr or sono. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

7 CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE
Il termine “persona” Il termine persona deriva dal greco p r o s w p o n La traduzione latina di p r o s w p o n è persona Con le dispute conciliari dei primi secoli del cristianesimo venne adottato il termine persona che, perso il significato di maschera, si identificò con  Severino Boezio definì la persona come "sostanza individuale di natura razionale" Prosopon significa volto, faccia, ma anche personaggio, caratterizzato da una specifica maschera; persono = suonare in tutte le direzioni (megafono). Si tratta, dunque, di una rappresentazione teatrale di un qualcosa che va al di la delle apparenze: la maschera è segno visibile di un modo di essere del personaggio, col suo mondo, con ciò che lo caratterizza. L’uomo, quindi, è persona in quanto maschera, cioè segno visibile della sua realtà ontologica (fondamentale): capacità di percepire l’istanza morale, capacità di pensiero, capacità di conoscere, nella libertà. Iupostasis = substantia = fondamento, essenza (al di là delle apparenze). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

8 Perché l’uomo è persona ?
La sostanza “persona” è un individuo concreto, una persona al singolare che è individuum in se, divisum a quolibet alio. L’individuo, come persona, è unico ed irripetibile Ciò che caratterizza la persona umana è la natura ragionevole, carattere peculiare dell’uomo che implica una reditio completa attraverso autocoscienza e autodeterminazione Con l’intelligenza essa sa cogliere e collegare il finito all’infinito, mentre è spinta a conoscere sempre più e meglio (il vero); con la volontà essa persegue in modo illimitato ciò che può pienamente realizzarla (= ciò che è bene per lei) CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

9 Dove c’è la cultura c’è l’uomo
Una peculiarità dell’uomo Il comportamento culturale: • progettualità • simbolizzazione La cultura trascende il determinismo biologico (scelte di valore) La cultura trascende le leggi biologiche, pur avendo stretti rapporti con esse: si realizza fuori da un determinismo biologico sul piano comportamentale (a differenza degli animali), grazie alla libertà e all’autodeterminazione, come si evidenzia soprattutto nel simbolismo spirituale e sociale. La trascendenza dell’uomo è legata a ciò che definiamo cultura, carattere peculiare dell’uomo, in discontinuità col resto del mondo fisico e biologico. Potremmo affermare con certezza che dove c’è la cultura c’è l’uomo Il comportamento culturale, nato con l’Homo sapiens sapiens, è definito dai parametri della progettualità e della simbolizzazione. Progettare vuol dire elaborare in modo originale ed innovativo una strategia per raggiungere un fine; presuppone la nozione di tempo, poiché il progetto parte da conoscenze già acquisite per proiettate nel futuro, ma presuppone pure libertà ed autodeterminazione. Il simbolo è il significato che l’uomo sa attribuire ad un oggetto, un’azione, ecc. Tale significato va oltre il segno visibile, come caratteristicamente avviene in campo artistico o religioso (sacramentum = segno). Anche gli strumenti tecnici sono segno della loro funzione (simbolismo funzionale). La cultura, dunque, pur essendo legata alla sfera biologica, la trascende, si proietta oltre i limiti del determinismo biologico. Con l’uomo compare per la prima volta in natura un essere vivente il cui comportamento non è regolato solo da leggi biologiche, ma, soprattutto, da scelte di valore in virtù della capacità di autodeterminarsi. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

10 Il problema morale è un problema antropologico
Sotto ogni concezione etica c’è una concezione antropologica Alla base di ogni considerazione c’è l’interrogativo: la persona è sostanza, cioè essere stabile e permanente? Essa, cioè, si identifica in “ciò che è” o in “ciò che fa”? La persona è solo materia o è sintesi di materia e spirito? CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

11 CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE
La teoria attualista Rifiuto della persona come“sostanza”, considerata statica, e concezione dinamica dell’uomo, identificato col “continuo fare” della sua vita (egli sempre cambia perché continuamente “si fa”). Affermazione della libertà totale dell’uomo: nel libero esercizio delle sue azioni egli “crea se stesso” (le azioni non svelano la realtà dell’uomo ma la creano). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

12 PARLARE DEI MODELLI ETICI?
Chi è persona? Teoria funzionalistico-attualistica •Caratteristiche biologiche (individualità – SNC – aspetto – dolore/piacere) •Caratteristiche psico-sociali Teorie monofattoriali (razionalità – relazionalità – riconoscimento sostitutivo - intenzione di procreare) Teorie multifattoriali (Es. Singer – Engelhardt) Teoria sostanzialista (personalismo ontologico) Pur essendo univoca l’etimologia del termine persona, ci sono divergenze se ci si chiede cosa sia la persona (=Soggetto di diritti). Teoria f.attualistica: è negata la trascendenza. Con il termine persona si fa riferimento ad una serie di proprietà e funzioni, per cui non si cerca di definire una realtà preesistente (l’uomo), ma si vuole stabilire se e quando l’uomo (o un altro essere vivente) rientri in questa definizione, al di là della natura ontologica. Rispecchia l’approccio utilitaristico o relativista che tende a sottolineare la relatività del valore della vita umana o alla società o alle condizioni del suo vivere, o alla qualità della sua vita. Spesso le due posizioni vengono identificate la prima come posizione cattolica, la seconda come posizione laica. Individualità: ricombinazione dei 2 patrimoni genetici a ore dalla fecondazione; perdita della totipotenzialità al 14° g. (7°); annidamento completo al 14° g con distinzione tra embrione ed annessi (placenta, amnios, ecc.); differenziazione dei 3 foglietti embrionali al 14° g. (ecto-meso-endo derma); comparsa della stria primitiva. Attività unificante del SNC: come per la morte, così per l’inizio della vita “umana”. Morfologia umana solo dal 7° mese. Alcuni negano il concetto stesso di persona e giudicano gli esseri viventi in base alla capacità di provare dolore/piacere. Razionalità: si è persona in rapporto all’inizio o alla fine della capacità di razionalizzare. Relazionalità: idem per la capacità di relazionarsi. Inizio: coinciderebbe con l’impianto in utero (dialogo madre-figlio); perdita: cessazione attività cerebrale (es. nello stato vegetativo persistente, con conservata attività del tronco cerebrale). Riconoscimento sostitutivo: persona in rapporto al comportamento: il comportamento materno svelerebbe l’esistenza di un nuovo essere umano. Intenzione di procreare: riconoscimento da parte dei genitori. Non è persona l’embrione non voluto o concepito dopo violenza sessuale. PARLARE DEI MODELLI ETICI? Singer: autocontrollo + rapporto interpersonale + comunicazione + curiosità + senso del tempo. Senso del dolore come criterio di intervento sull’uomo come sull’animale. Per Engelhardt, filosofo contrattualista, la morale origina dalla stipulazione di un contratto cui può accedere solo il soggetto adulto, autonomo, capace di intendere e di volere. Solo questi è persona, e lo diventa solo dopo anni dalla nascita, così come può non esserlo più qualche tempo prima di morire. In questa ottica feti, fanciulli, ritardati mentali, soggetti in coma, ecc. non sono persone e non possono godere di diritti. Per il filosofo utilitarista Singer la funzione qualificante è la sensibilità. Tutti gli esseri viventi senzienti hanno il diritto di non soffrire inutilmente; l’uomo, in quanto essere razionale e autocosciente, ha diritto ad un riguardo maggiore perché soggetto a maggior sofferenza; quando tuttavia la coscienza è assente, come negli embrioni, nei soggetti in coma, ecc., non si parla più di persona ed essi hanno meno diritti degli animali senzienti (possono essere, quindi, oggetto di qualsiasi sperimentazione). Feti, neonati, bambini, anziani, cerebrolesi, dementi, malati terminali, ecc. sono definiti esseri umani marginali e godono degli stessi diritti degli animali senzienti. CONTRATTUALISMO DI ENGELHARDT (percezione della comunità morale + elaborazione, con altri, degli orientamenti comunitari), che non propone il criterio costo/beneficio, ma il criterio del consenso: l’utilità sociale è in ragione del consenso sociale. E’ proposto un contratto sociale alla maniera del Rousseau, con un’etica pubblica che dev’essere concordata fra le parti in causa (es. medico-paziente). Le conseguenze sono: . 1) Relativismo ed utilitarismo. 2) Distinzione degli esseri umani in tre categorie: persone, capaci di scegliere; non ancora persone (embrioni, feti, bambini) perché non ancora capaci di scegliere; non più persone (es. ammalati mentali gravi- Alzeimer), non più capaci di scegliere. Sulle idee di questo autore è stata fondata da molti l’odierna etica laica. IL PERSONALISMO ONTOLOGICO rifiuta: il giudizio sull’uomo in base a ciò che appare e non su ciò che è; visione dell’uomo come somma di atti; la discriminazione degli esseri umani in base sulla base di capacità o funzioni che non possono esaurire tutte le dimensioni e caratteristiche umane. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

13 Personalismo ontologico
L’essere persona è in relazione alla natura ontologica (essenza) dell’uomo La natura ontologica della persona non è riducibile a capacità, attività e funzioni che la manifestano (persona e personalità) Ogni persona ha uguale valore La persona si identifica con l’uomo nella globalità delle dimensioni (fisica – psichica – spirituale) La sostanza “persona” è un individuo concreto, una persona al singolare che è individuum in se, divisum a quolibet alio. L’individuo, come persona, è unico ed irripetibile On ontos è part. pres. Di einai (essere). L’UOMO è PERSONA DAL CONCEPIMENTO ALLA MORTE (cambio naura). Cfr. Tertulliano. Teoria sostanzialistica Non fa riferimento a funzioni, ma all’essenza stessa dell’uomo. Ogni uomo è persona in virtù della sua essenza che egli ha e non può acquistare o perdere. Sottolinea il valore intrinseco della persona in ogni momento del suo esistere al di là delle condizioni del suo vivere e quindi i doveri che dobbiamo assumere verso di essa. La persona umana non può mai essere piegata o usata per interessi che non siano il suo bene globale. S. Boezio definì la persona “sostanza individuale di natura razionale”, definizione che racchiude i due aspetti fondamentali della persona: l’individualità e la trascendentalità. Non spirito rivestito di carne o legato ad essa, ma formante col corpo una sola sostanza, un solo essere; la dimensione spirituale va sempre riferita ad un uomo concreto che pensa, vuole, si apre agli altri e all’Altro Nell'uomo lo spirituale è sempre carnale e il carnale è sempre spirituale. Ciò vuol dire che il carnale, il corpo, il legame col mondo della materia è parte integrante della persona umana e, come tale, va rispettato. Psiche= processi e funzioni della vita sensoriale ed emozionale, cosciente e individuale della persona. Personalità= progressiva acquisizione di qualità che sono proprie della persona, ma che non necessariamente sono presenti all’inizio della sua esistenza. Pertanto ogni uomo è persona in atto fin dall’inizio della sua avventura terrena, ma per tutta la vita è personalità in potenza. Diventare persona non è un processo, ma un evento o atto istantaneo (fecondazione) per cui si è persona una volta per tutte. L’essere umano è persona perché nella sua essenza è di natura spirituale, non perché ha una maggiore o minore capacità di coscienza, relazionalità, emozionalità, avvertenza del dolore, autocontrollo, ecc. C’è l’attenzione al singolo individuo: il bene della società passa per il bene del singolo che non può mai essere istituzionalmente sacrificato per il bene comune (esempio degli esperimenti nucleari in USA, GB URSS – Stati totalitaristi). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

14 Personalismo ontologico (segue)
Ivan: Personalismo ontologico (segue) Ciò che caratterizza la persona umana è la natura ragionevole, carattere peculiare dell’uomo che implica una reditio completa (autocoscienza ed autodeterminazione). Questa capacità gli deriva dal fatto che egli, essere intelligente, sa “astrarre” L’uomo non è un “oggetto” tra gli altri, ma è “soggetto”; non è mai “mezzo”, ma sempre “fine” in se stesso, in quanto autonomamente realizza se stesso attraverso questa apertura e partecipazione: in ciò consiste la vera dignità dell’uomo Dall’astrazione alla concettualizzazione Il linguaggio L’acquisizione di nuove conoscenze La capacità di giudicare e di prendere decisioni Le attività tendenziali L’affettività L’uomo è capace di giudicare gli oggetti, distinguendoli da sé (obiectum è participio di obicio e significa “posto davanti”). Ha il primato assoluto su tutto il creato, quindi non può essere soggetto alle cose. Per il suo essere persona l'uomo emerge sul cosmo in tale maniera che non può essere posto nel mondo degli oggetti, né essere considerato un " pezzo " della natura, un elemento del cosmo, una funzione della società e dell'economia. Non può essere messo in discussione riguardo ai suoi diritti fondamentali. Ogni uomo è una novità, un essere assolutamente originale che non ha equivalente e che nessun altro può sostituire. Mezzo= cioè “usato”. Possiamo dunque affermare che la persona umana è aperta all’Assoluto. Nell’apertura all’essere, che si realizza in ogni conoscenza, si nasconde in modo mediato la tensione verso l’Essere Assoluto che racchiude in sé la totalità della conoscenza: è questa la costituzione fondamentale dell’uomo. L’uomo, dunque, è essere spirituale in quanto per natura costantemente in tensione ed apertura verso l’Essere Assoluto. Nonostante egli abbia la facoltà di rifiutarla, questa natura non potrà mai essere annullata, ridotta a sola materia. La persona nasce con la pienezza della sua dignità, ma spetta poi a lei crescere verso la piena realizzazione dell’autocoscienza e dell’autodeterminazione (crescita psichica e morale: formazione della personalità) La reditio completa cioè la capacità di “ritornare su se stesso” (= essere sempre presente a se stesso in modo consapevole) attraverso l’autocoscienza e l’autodeterminazione. Questa capacità è attestata in tutte le attività umane e si manifesta nel giudizio e nell’agire umano. L’uomo ha l’intelligenza, cioè la capacità di intus-legere Un individuo possiede la natura razionale anche senza manifestare autocoscienza e autodeterminazione (ma non viceversa). Questa capacità gli deriva dal fatto che egli sa “astrarre”, cioè estrarre dal particolare l’universale e, quindi, di farsi un’opinione, di giudicare (sa cogliere dal particolare/limitato le caratteristiche essenziali che, in quanto tali, sono applicabili a tutta la gamma dei particolari simili, cioè sono universali/illimitate.). Astrazione vuol dire estendere in modo illimitato una conoscenza limitata, cioè trascendere la conoscenza particolare. In altre parole, vuol dire cogliere ciò che caratterizza un soggetto particolare per applicarlo ad altri soggetti: in tal modo, attraverso il limitato, si tende alla conoscenza dell’illimitato (apertura all’essere).Questa caratteristica, legata all’intellectus agens (lo spirito umano), è propria dell’uomo e rende ragione della sua natura spirituale. E’ attività collegata alla corporeità (encefalo) ma che non si identifica con esso. Egli è spirituale in quanto intelligente, libero e padrone del suo agire. La mente umana ha la capacità di intus legere, cioè leggere dentro la realtà per astrarne il concetto, cosa che la sola conoscenza sensitiva non consente; quest’attività, non riducibile a sola materia, è vista dai vitalisti come prova della spiritualità dell’uomo. La concettualizzazione è istantanea, ma implica diversi passaggi. Essa è un "concepire dentro" quel nuovo essere che è il concetto (dal latino conceptus = il contenere, ma anche concezione in riferimento alla maternità), contenuto specifico elaborato a partire dall’esperienza del reale. Una volta concepito, questo contenuto sopravvive alla materia cui si riferisce, poiché esso è immateriale; inoltre è universale, cioè riferibile a tutte le realtà fisiche che contengono le stesse caratteristiche essenziali; infine è astratto, non ha cioè i particolari propri di ciascuna delle realtà fisiche cui si riferisce. I concetti, che possono riguardare cose materiali, ma anche cose immateriali (es. libertà, giustizia), sono manifestati col linguaggio. Pur essendovi una varietà di lingue che continuamente si evolvono, la comunicazione verbale è tuttavia sempre concettuale, analoga, simbolica e permette ad uomini di culture diverse di comunicare tra loro. Con gli animali, invece, non è possibile comunicare, e ciò vale a distinguere l’intelligenza umana da quella animale ed artificiale. Anche animali che comprendono fino a 200 parole e sanno rispondere a domande non raggiungono l’intelligenza umana; dopo tutto, ci sono convegni umani sull’intelligenza animale e non viceversa. Se definiamo l’intelligenza umana solo come capacità di ricevere e dare informazioni non riusciamo a coglierne l’essenza; essa è anche questo, ma ha la capacità peculiare di costruire le informazioni; prima di concretizzare un’opera, l’uomo l’ha già realizzata nella sua mente. Egli cioè, elabora le informazioni ricevute e prende decisioni ponendosi sul piano superiore dei fini e dei valori (economici, sociali, ecc. o anche valori superiori) che non provengono sic et sempliciter dall’ambiente; chiedendosi dei "perché" a catena l’uomo può fare delle generalizzazioni sempre più ampie fino a giungere a domande di tipo esistenziale. Non c’è dubbio che comportamenti animali indicano in essi una qualche intelligenza e capacità decisionali: il leone, ad es., caccia la preda ed il castoro costruisce dighe. Ma gli animali rispondono sempre a stimoli ambientali (i castori erigono dighe anche davanti ad altoparlanti che riproducono il rumore dell’acqua), mentre l’uomo è capace anche di prevedere e decidere in base a parametri astratti. Sia il ragionamento che il giudizio sono generati da un processo discorsivo-razionale che, per tappe, genera l’acquisizione di nuove conoscenze; ciò è legato alla dimensione organica dell’uomo. Accanto alle attività descritte, che sono di tipo conoscitivo, ci sono le attività tendenziali. La realtà entra nell’uomo con la conoscenza, poi questi, a sua volta, tende verso la realtà (che desidera). Distinguiamo tendenze sensitive, che seguono la conoscenza sensitiva, e tendenze intellettuali che implicano la volontà liberamente espressa. La volontà è la capacità dell’uomo di tendere verso un bene presentatogli dalla conoscenza intellettiva; a differenza degli animali, nell’uomo la tendenza sensitiva prepara quella intellettuale. Ma l’uomo non è solo dotato di attività tendenziali: in lui c’è anche affettività, uno stato soggettivo che non ha un oggetto diverso da quello sensitivo-tendenziale-conoscitivo, ma che è semplicemente spoglio di tutte le componenti oggettive; essa è sempre legata alla conoscenza e alla tendenza. Ad esempio: so (conoscenza sensitiva) di aver vinto un premio (conoscenza intellettiva) e gioisco (affettività). 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15 Personalismo ontologico (segue)
Le leggi, nel regolamentare le attività degli uomini, sono ordinate al bene delle persone e, attraverso queste, al bene della società La persona nasce con la pienezza della sua dignità, ma spetta poi a lei crescere verso la piena realizzazione dell’autocoscienza e dell’autodeterminazione (crescita psichica e morale) Tocca alla società garantire questo processo di crescita CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

16 Personalismo ontologico e trascendenza dell’uomo
La trascendenza dell’uomo è legata alla reditio completa, cioè la capacità di “ritornare su se stesso” (= essere sempre presente a se stesso) attraverso l’autocoscienza e l’autodeterminazione. Questa capacità gli deriva dal fatto che egli sa “astrarre”, cioè estrarre dal particolare l’universale e, quindi, di farsi un’opinione, di giudicare. Astrazione vuol dire estendere in modo illimitato una conoscenza limitata, cioè trascendere la conoscenza particolare per tendere alla conoscenza dall’illimitato attraverso il limitato (apertura all’essere). Questa caratteristica, legata all’intellectus agens, è propria dell’uomo e rende ragione della sua natura spirituale CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

17 Trascendenza dell’uomo (segue)
La trascendenza dell’uomo è legata anche a ciò che definiamo cultura, carattere peculiare dell’uomo, in discontinuità col resto del mondo fisico e biologico. Potremmo affermare con certezza che dove c’è la cultura c’è l’uomo Il comportamento culturale, nato con l’Homo sapiens sapiens, è definito dai parametri della progettualità e della simbolizzazione. Progettare vuol dire elaborare in modo originale ed innovativo una strategia per raggiungere un fine; presuppone la nozione di tempo, poiché il progetto parte da conoscenze già acquisite per proiettate nel futuro, ma presuppone pure libertà ed autodeterminazione. Il simbolo è il significato che l’uomo sa attribuire ad un oggetto, un’azione, ecc. Tale significato va oltre il segno visibile, come caratteristicamente avviene in campo artistico o religioso (sacramentum = segno). Anche gli strumenti tecnici sono segno della loro funzione (simbolismo funzionale). La cultura, dunque, pur essendo legata alla sfera biologica, la trascende, si proietta oltre i limiti del determinismo biologico. Con l’uomo compare per la prima volta in natura un essere vivente il cui comportamento non è regolato solo da leggi biologiche, ma, soprattutto, da scelte di valore in virtù della capacità di autodeterminarsi. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

18 Trascendenza dell’uomo (segue)
Nell’apertura all’essere, che si realizza in ogni conoscenza, si nasconde in modo mediato la tensione verso l’Essere Assoluto che racchiude in sé la totalità della conoscenza: è questa la costituzione fondamentale dell’uomo. L’uomo, dunque, è essere spirituale in quanto per natura costantemente in tensione ed apertura verso l’Essere Assoluto. Nonostante egli abbia la facoltà di rifiutarla, questa natura non potrà mai essere annullata, ridotta a sola materia. Il discorso sulla trascendenza dell’uomo conduce a Dio. L’uomo tuttavia va visto nella sua globalità di corpo e spirito, dove la corporeità è parte integrante della spiritualità. Quest’ultima, infatti, non va vista in modo astratto, ma sempre riferita ad un uomo concreto che pensa, vuole, si apre agli altri e all’Altro Unità, identità, finitudine, temporalità, coscienza e libertà sono le caratteristiche che, con la spiritualità, caratterizzano la persona umana CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

19 Il materialismo CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA II lezione
ASL Sa 1 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA PER L’ISTRUZIONE SCOLASTICA SECONDARIA DI SECONDO GRADO II lezione (2° parte) CENTRO DI CULTURA BIOETICA DIOCESI DI NOCERA-SARNO Il materialismo CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

20 CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE
Il materialismo Il concetto di base di questa corrente filosofica è che l’uomo non è che un prodotto più evoluto della materia. Le correnti materialiste: L’UMANESIMO DI FEUERBACH IL M. STORICO-DIALETTICO DI MARX IL M. PSICOANALITICO DI FREUD IL MATERIALISMO UMANISTA IL M. DEL BENESSERE ECONOMICO CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

21 L’umanesimo di Feuerbach
Si riassume nella frase homo homini Deus est Non la religione, ma il lavoro e la politica possono soddisfare le esigenze dell’uomo, mentre all’amore di Dio si sostituisce l’amore dell’uomo per l’uomo (Umanesimo) un’alimentazione sana ed abbondante è posta alla base della cultura e del sentimento, poiché "l’uomo è ciò che mangia" (identificazione dell’uomo con la natura). Distinguiamo con Feuerbach un umanesimo materialista che si riassume nella frase homo homini Deus est. Nell’opera "L’essenza del cristianesimo" Feuerbach dice che l’uomo ha proiettato fuori di sé le sue migliori qualità (bontà, intelligenza, ecc.) in un essere immaginario, perfetto, chiamato Dio. Questa proiezione diventa alienazione, perché Dio impoverisce l’uomo sottraendogli le forze necessarie al suo impegno nel mondo. Quindi per Feuerbach l’essenza della teologia è l’antropologia, il mistero di Dio è la realtà dell’uomo che è essenzialmente individuo biologico le cui necessità vanno soddisfatte. Non la religione, ma il lavoro e la politica possono soddisfare queste esigenze, mentre all’amore di Dio si sostituisce l’amore dell’uomo per l’uomo (Umanesimo); in particolare, un’alimentazione sana ed abbondante è posta alla base della cultura e del sentimento, poiché "l’uomo è ciò che mangia" (identificazione dell’uomo con la natura). CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

22 Il materialismo storico-dialettico
Marx proclama l’assoluta immanenza dell’uomo che è tanto più uomo, quanto più produce beni materiali ed economici: la dignità dell’uomo nasce dal lavoro La realtà storica soggiace alle leggi dell’economia, capolinea di tutte le esigenze dell’uomo La trascendenza è alienazione che ha le radici nell’alienazione economica. La religione è "oppio dei popoli“ La famiglia "produce" i figli che sono "capitale umano" che rende possibile il lavoro; il numero dei figli va pianificato dallo Stato in funzione di un superiore valore economico Nel suo materialismo storico-dialettico Marx proclama l’assoluta immanenza dell’uomo che è tanto più uomo, quanto più produce beni materiali ed economici. Marx parte dall’umanesimo di Feuerbach cui applica la dialettica hegeliana che ne risulta "rovesciata". In altre parole questa dialettica egli non la applica alle idee, ma alla realtà storica il cui sviluppo dialettico, per Marx, soggiace alle leggi dell’economia, capolinea di tutte le esigenze dell’uomo. La trascendenza è alienazione che ha le radici nell’alienazione economica: il lavoratore dipendente non si realizza attraverso il prodotto del suo lavoro, poiché esso non è sua proprietà; inoltre il padrone impone al prodotto ultimato un valore aggiunto o plusvalore per arricchirsi. Il lavoratore, quindi, schiavizzato dal capitale, cade nella povertà e nell’alienazione psicologico-sociale che è essenzialmente alienazione economica. Con la religione l’operaio pensa di essere ripagato in un’altra vita delle miserie che soffre: cosicché la religione diventa fattore alienante ed "oppio dei popoli" perché blocca l’agitazione popolare contro i capitalisti. Parlando nel Capitale della famiglia, Marx dice che essa "produce" i figli che sono "capitale umano" che rende possibile il lavoro; tuttavia anche la gravidanza può diventare un ostacolo per il necessario lavoro della donna, per cui famiglia e numero dei figli vanno pianificati dallo Stato in funzione di un superiore valore economico. Queste idee sono state applicate in Russia, primo paese dove, nel 1920, è stato legalizzato l’aborto. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

23 Il materialismo psico-analitico
S. Freud riduce l’uomo a puro istinto, considerandolo un insieme di impulsi repressi L’istinto, sottoposto alla censura della vita sociale, viene rimosso verso l’inconscio, da dove emerge sotto forma di nevrosi o sotto le forme sublimate dell’arte, della filosofia, della religione, ecc. Quest’impulso represso è la libido, che domina ciò che chiamiamo spirito e coscienza, condizionandone le scelte La psicoanalisi, che ha una sua validità autonoma, viene da Freud utilizzata come prova della sua visione materialistica, tesa a demitizzare la spiritualità dell’uomo Nel cosiddetto materialismo psicoanalitico S. Freud considera l’uomo un insieme di impulsi repressi. Per Feud la vita psichica non è che riflesso di processi corporei e materiali; la spiritualità dell’uomo è forma, sovrastruttura di un impulso represso (libido, soprattutto libido sessuale) che, non potendosi manifestare direttamente, lo fa attraverso altre forme, tra cui la religione. L’istinto, infatti, sottoposto alla censura della vita sociale, viene rimosso verso l’inconscio, da dove emerge sotto forma di nevrosi o sotto le forme sublimate dell’arte, della filosofia, della religione, ecc. L’uomo è così ridotto a puro istinto. Da notare che la psicoanalisi, che ha una sua validità autonoma, viene da Freud utilizzata come prova della sua visione materialistica. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

24 Il materialismo umanista
Libertà, giustizia, fraternità, ecc. possono essere realizzati dall’uomo solo a partire da valori e beni materiali. Anche il dolore e la sofferenza possono trovare risposta solo in un orizzonte puramente umano Esponente di questo materialismo è l’esistenzialista francese Albert Camus (1913 – 1960), scrittore, nel 1957 premio nobel per la letteratura. Altri esponenti sono J.P.Sartre e André Gilde Ricordiamo ancora il materialismo umanista, così come lo ritroviamo nell’esistenzialista Albert Camus (1913 – 1960), scrittore, nel 1957 premio nobel per la letteratura, esponente dell’esistenzialismo francese. (L’Esistenzialismo nasce in Europa fra le due guerre mondiali e si afferma nei decenni successivi. Esso rispecchia lo stato d’animo di chi ha vissuto le realtà devastanti della guerra e dell’asservimento ai regimi totalitari. Di fronte a queste esperienze laceranti viene negata la visione positiva della storia (cioè di un sicuro progresso storico) proclamata dall’Idealismo, dal Positivismo e dal Marxismo e, affermando che la razionalità non si identifica con la realtà, sostiene la centralità dell’esistenza dell’uomo, del singolo uomo considerato come "essere finito", continuamente in balia delle incertezze della vita nella quale è stato come "gettato". L’esistenza, inoltre, è concepita come carattere peculiare dell’uomo che è il solo capace di filosofare; ma l’esistenza è anche ex-sistere, cioè possibilità di venir fuori, poter essere ciò che l’uomo stesso ha deciso di essere. Questa decisione è rischio, incertezza, ma anche slancio verso ciò che può qualificare l’esistenza (Dio, la libertà, il nulla, ecc. nelle varie correnti dell’esistenzialismo). Le origini di questa corrente filosofica risalgono a Kierkegaard ed alla più recente Fenomenologia. Kierkegaard, rimproverando alla sintesi hegeliana di aver distrutto i valori etici ( la mediazione operata dallo Spirito Assoluto elimina, in senso cristiano, la distinzione tra peccato e Grazia e, quindi, impedisce all’uomo la salvezza che nasce dall’angoscia del peccato), afferma l’irripetibile individualità dell’uomo contro l’astrattezza dello Spirito. La Fenomenologia (Husserl, Scheler) ha l’intendo di costruire una filosofia come scienza rigorosa basata sull’analisi delle "essenze". Queste si presentano in modo intuitivo ed immediato alla coscienza, dopo che si è operata una sospensione del giudizio (epochè) su tutto ciò che, del soggetto (convinzioni e pregiudizi) come dell’oggetto (analisi scientifiche), non sia chiaro ed inconfutabile. Ciò che residua all’epochè sono appunto le essenze o "residui fenomenologici" che riguardano, quindi, le idee universali (es. la moralità) e non gli eventi particolari (es. l’azione morale di una persona). Quest’analisi dell’essenza delle esperienze umane è ereditata dall’Esistenzialismo.) Il suo è un materialismo-ateismo paradossale perché la trascendenza, sempre negata, è implicitamente sempre presente. Camus, che nega Dio perché non sa spiegarsi il perché della sofferenza, mostra una vera religiosità che si esprime nella ricerca di una santità senza Dio, espressione di un umanesimo vero ma immanente. Tra i suoi romanzi ricordiamo "L’uomo in rivolta" (ribellione dell’uomo contro la propria condizione e contro il Creato), "Lo straniero" (storia di un delitto assurdo, denuncia dell’assurdità di vivere e dell’ingiustizia universale), "La peste". Quest’ultimo romanzo è emblematico del pensiero di Camus che cerca di trovare nel mondo una salvezza all’uomo. In Algeri, città ridente e prospera, gli ammalati sono messi da parte per non disturbare la realtà fiorente, finché arriva la peste a sconvolgere tutto. Nel romanzo viene analizzato il comportamento di quattro personaggi-chiave di fronte all’epidemia: un medico che, pur potendo fuggire, resta per aiutare i concittadini; un sacerdote che cerca di dare un’interpretazione di fede all’avvenimento; un giudice cui muore il figlio; un delinquente. La peste, nell’intenzione dell’autore, è un simbolo che acquista vari significati: è epidemia fisica, malattia che uccide innocenti e bambini; è l’oppressione nazista (gli abitanti della città rappresentano gli oppressi d’Europa); è la sofferenza del mondo, soprattutto la sofferenza degli innocenti (simboleggiati dal figlio del giudice), di fronte alla quale Dio tace; è il male morale, poiché nel romanzo la peste colpisce gli innocenti, ma non i delinquenti. La conclusione di Camus è che, di fronte alla sofferenza, o Dio non esiste e perciò non può intervenire, o se esiste è crudele, perciò è meglio che non esiste. I personaggi del romanzo, quindi, cercano concretamente la salute più che la salvezza, cioè si sforzano di raggiungere da soli quella compiutezza che un Dio che non c’è non può dare. CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

25 Materialismo del benessere economico o materialismo etico
I valori che contano sono quelli tangibili (status socio-economico, amici, riposo, vacanze) La dignità e la realizzazione dell’uomo si identificano nel “possedere” Si può riassumere nella frase : "Vivere come se Dio non esistesse“ E’ un materialismo che non ha confini, pur essendo più diffuso in Occidente. Esso è diffuso nelle società cosiddette liberali , dove gli eccessi del capitalismo (liberalismo puro), che non trova ostacoli morali, rende l’uomo oggetto e strumento del meccanismo di produzione (consumismo): il capitale è tutto ed ogni cosa deve servire ad accrescerlo In queste società, che si vestono insidiosamente del vessillo della libertà assoluta, il consumismo sfocia facilmente nel permissivismo e nel libertinaggio, poiché, pur di ottenere, facilmente si calpestano i diritti altrui. Mali come la delinquenza organizzata e la droga vi attecchiscono facilmente CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

26 CARATTERI DEL MATERIALISMO
Scientismo: ogni verità può essere ottenuta solo tramite le scienze Ateismo: l’uomo si comprende e si realizza nei fatti della storia. La trascendenza è negata Dogmatismo: l’affermazione della sola dimensione materiale ha carattere dogmatico CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

27 Aspetti positivi del materialismo
Certamente l’uomo appartiene anche al mondo materiale Il benessere materiale, coniugato con la giustizia, non può essere disatteso per una vera realizzazione dell’uomo Traspare, nella maggioranza delle correnti materialiste, uno spiccato desiderio di giustizia ed un’accentuata attenzione all’uomo. Ciò rende ragione del successo di queste correnti CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE

28 Critiche al materialismo
Le scienze sono utili per indagare e comprendere le leggi che regolano la natura, ma non offrono un quadro completo di tutti i significati che la natura può avere per l’uomo Ma la comprensione empirica è esauriente della realtà ? E’ giusto rinnegare la dimensione spirituale dell’uomo solo perché essa non è "misurabile" ? Il materialismo, negando il trascendente, vuol fare emergere e difendere l’uomo dalla tirannia di Dio. Al posto di Dio, tuttavia, esso insedia varie forme ideologiche (marxismo, nazismo, liberalismo, ecc.), tutte a carattere totalizzante, che privano il singolo uomo della sua identità ed unicità Disperso nell’anonimato della massa, l’uomo, anziché essere liberato, diventa vittima dell’uomo stesso, ovvero viene sacrificato sull’altare dell’interesse superiore dell’ideologia. Abolita la legge trascendente, ogni azione sull’uomo diventa lecita, poiché manca il parametro universale cui far riferimento per dirimere il bene dal male CORSO DI AGGIORNAMENTO IN BIOETICA - MODULO BASE


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