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Decima Conferenza nazionale di statistica

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Presentazione sul tema: "Decima Conferenza nazionale di statistica"— Transcript della presentazione:

1 Decima Conferenza nazionale di statistica
SCENARI Visualizzazione per la conoscenza In questi 5 minuti parleremo di dati, informazioni e conoscenza e soprattutto come le rappresentazioni grafiche entrano in gioco in questo ambito Vorrei iniziare la mia presentazione intaccando un problema che è da tempo nella discussione degli esperti. dietro e dopo i dati c’è sempre la conoscenza dei fenomeni? e se sì come facciamo a renderle esplicita? Come possono i racconti di storie aiutarci a farlo? Dietro il titolo ci potrebbe essere Stefano De Francisci Istat – Direzione centrale per le esigenze degli utilizzatori, integrazione e territorio

2 Quanta conoscenza c’è dentro i dati?
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3 Intanto, come sono fatti i dati?
Regioni Anni Indicatori Valori 3 3

4 Multidimensionalità TEMPO INDICATORI TERRITORIO
Saldo Migratorio Interregionale Saldo popolazione straniera Indice di vecchiaia Indice di indipendenza economica Tasso di natalità Numero asili nido x 1000 ab. Indice di percezione criminalità Piemonte Sardegna . . . 2009 1999 INDICATORI TERRITORIO TEMPO 4

5 Multidimensionalità Piemonte Sardegna . . . 2007 1999 INDICATORI TERRITORIO TEMPO Saldo popolazione straniera Saldo Migratorio Interregionale Tasso di natalità Indice di indipendenza economica Indice di vecchiaia Indice di percezione criminalità Numero asili nido x 1000 ab. “Possiamo legittimamente supporre che la conoscenza comporti in sé diversità e molteplicità. . . . . . La conoscenza è quindi proprio un fenomeno multidimensionale ” (E. Morin) 5

6 Jessica Hagy “Needles and haystacks and such.”
Tanto, troppo, anzi troppo poco “Ciò che succede qui è che si ha un'enorme massa di informazioni, anzi non soltanto una massa, un flusso di informazioni, ma un vero e proprio diluvio. Ho un amico, Royan Scott, che dice: stiamo vivendo il secondo diluvio. Il primo diluvio è stato di acqua, il secondo è il diluvio dell'informazione” P. Lèvy, “Il diluvio informazionale” Ci inondano e scivolano via, come un diluvio Jessica Hagy “Needles and haystacks and such.” Sono difficili da trovare, come un ago in un pagliaio Tutti sono d’accordo nel considerare la conoscenza molteplice e sfaccettata… cioè multidimensionale, che noi sappiamo trattare con i data warehouse In secondo luogo, se vi è una certezza a proposito della conoscenza è che essa si basa su due condizioni tipiche: molteplicità e sfaccettatura. E in questo senso, una buona organizzazione dei dati aiuta. Perché si può dar loro una forma multidimensionale che consente agevoli operazioni di analisi e sintesi Multimensionale con variabili indicatore= gli indicatori possono essere conseiderati come parametri di distribuzioni uniidimensionali eventualment econdizionati (qui al territorio) Multimensionale con variabili congiunte (matrimoni x età, stato civile, anno celebrazione, rito) Nel DW: matrimoni = fatto, stato civile + rito + anno celebrazioni = dimensioni, età = misura, prod. Cartes = ipercubo In stat.: matrimoni = collettivo (insieme u. statistiche), stato civile + rito + anno celebrazioni = caratteri ualitativi che danno luogo a una distribuz qualitat. Congiunte, età = car. Quantitat che dà luogo a una distribuz quantiva condizionata, che nella tabella aggragata diventa un parametro (media) della var.. Questo può essere calcolato (se collettivo è esaustivo) o stimato (se deriva da campione) Multivariato solo quantitativo: 6

7 Tanto, troppo, anzi troppo poco
“Gli intasamenti di informazione sono assai più gravi di quelli di macchine e utensili. . . . . .Le indigestioni di segni sono più gravi delle intossicazioni alimentari” (R. Ruyer) Sono troppi e ci intossicano, come il troppo mangiare The term informavore characterizes an organism that consumes information. It is meant to be a description of human behavior in modern information society, in comparison to omnivore, as a description of humans consuming food. Non ci bastano mai, come una bulimia informativa Tutti sono d’accordo nel considerare la conoscenza molteplice e sfaccettata… cioè multidimensionale, che noi sappiamo trattare con i data warehouse In secondo luogo, se vi è una certezza a proposito della conoscenza è che essa si basa su due condizioni tipiche: molteplicità e sfaccettatura. E in questo senso, una buona organizzazione dei dati aiuta. Perché si può dar loro una forma multidimensionale che consente agevoli operazioni di analisi e sintesi Multimensionale con variabili indicatore= gli indicatori possono essere conseiderati come parametri di distribuzioni uniidimensionali eventualment econdizionati (qui al territorio) Multimensionale con variabili congiunte (matrimoni x età, stato civile, anno celebrazione, rito) Nel DW: matrimoni = fatto, stato civile + rito + anno celebrazioni = dimensioni, età = misura, prod. Cartes = ipercubo In stat.: matrimoni = collettivo (insieme u. statistiche), stato civile + rito + anno celebrazioni = caratteri ualitativi che danno luogo a una distribuz qualitat. Congiunte, età = car. Quantitat che dà luogo a una distribuz quantiva condizionata, che nella tabella aggragata diventa un parametro (media) della var.. Questo può essere calcolato (se collettivo è esaustivo) o stimato (se deriva da campione) Multivariato solo quantitativo: 7 7

8 “A me non dice nulla. Non mi parla”
Tanto, troppo, anzi troppo poco “Nulla c’è; se anche qualcosa c’è, non è conoscibile all’uomo; se anche è conoscibile, è incomunicabile all’altro” Forse ha ragione Gorgia O potremmo dire le parole di Atahualpa quando ricevette dagli spagnoli una cosa che non aveva mai visto… un libro “A me non dice nulla. Non mi parla” Gorgia era un sofista (Gorgia, V sec. A.C.). La creazione principale dei sofisti fu l’eristica, l’arte di vincere nelle discussioni confutando le affermazioni dell’avversario senza riguardo alla loro verità o falsità… persuadere, indipendentemente dalla validità delle ragioni addotte. Nella citazione riportata c’è la tesi principale di Gorgia: tutto è falso. Noi, con l’esperienza che abbiamo condotto, sappiamo 8

9 Dati da raccontare, storie da vedere
Ma allora la conoscenza cos’è? E cosa c’entra con la visualizzazione? Che succede quando le mettiamo insieme? Può uno strumento software dare una risposta a domande alle quali intere generazioni di pensatori e filosofi hanno dibattuto e stanno ancora dibattendo? Di certo non può rispondere ma altrettanto certamente può offrire un contributo… …se da una parte vediamo la produzione grafica come la possibilità di superamento di immagini cliché, di stereotipi e soprattutto di staticità informativa; …se dall'altra parte vediamo il racconto di storie come una delle basi tradizionali della trasmissione del sapere 9

10 Cominciamo con la conoscenza
“La nozione di conoscenza ci sembra Una ed evidente. Ma non appena la si interroga, ecco che esplode, si diversifica, si moltiplica in innumerevoli nozioni, ognuna delle quali pone un nuovo interrogativo” (E. Morin) 10

11 Wordcloud della conoscenza
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12 “Si può mangiare senza conoscere le leggi della digestione,
I rischi “Si può mangiare senza conoscere le leggi della digestione, respirare senza conoscere le leggi della respirazione, pensare senza conoscere le leggi e la natura del pensiero, conoscere senza conoscere la conoscenza. Ma mentre l’asfissie e l’intossicazione si fanno immediatamente sentire […] l’errore e l’illusione […] non si manifestano [e restano] errore e illusione” (E. Morin) 12 12

13 I punti di vista Accettiamo lo smembramento e la sclerotizzazione della conoscenza in punti di vista chiusi? Che ne fanno… un prodotto sociale (il sociologo) un prodotto psicologico (lo psicologo) un puro prodotto del cervello (il neuro-scienziato) una tecnica di indagine su un oggetto (il filosofo) l’arte del classificare e la classificazione come forma della conoscenza (il classificatore) una tecnica di deduzione… induzione, abduzione, ecc. (il logico) azione e informazione agita (l’ingegnere della conoscenza) 13

14 G. Bellinger et al. Data, Information, Knowledge, and Wisdom
DIKW G. Bellinger et al. Data, Information, Knowledge, and Wisdom dati informazioni conoscenza saggezza H. Cleveland "Information as Resource", The Futurist, December E oltre la saggezza? Perché, se sul passaggio dai dati alla conoscenza si discute da sempre Per prima cosa occorre sottolineare che questa storia della progressiva trasformazione dei dati in conoscenza ha molti sostenitori e alcuni scettici. Chissà perché i sostenitori sono gli esperti e gli scettici i poeti 23,81cm S. Wurman 14

15 Oltre il DIKW “Information is not knowledge. Knowledge is not wisdom. Wisdom is not truth. Truth is not beauty. Beauty is not love. Love is not music. Music is THE BEST.” Perché, se sul passaggio dai dati alla conoscenza si discute da sempre Per prima cosa occorre sottolineare che questa storia della progressiva trasformazione dei dati in conoscenza ha molti sostenitori e alcuni scettici. Chissà perché i sostenitori sono gli esperti e gli scettici i poeti 23,81cm 15 15

16 Il mondo perduto dell’informazione
“L’informazione diviene informazione solo in rapporto ad una computazione ed è, altrimenti, solo un segno o una traccia” (E. Morin) “Il sapere può circolare nei nuovi canali solo, e divenire operativo, solo se si tratta di conoscenza traducibile in quantità di informazione ” (J-F. Lyotard) “Dov’è la saggezza che abbiamo perduto nella conoscenza, dov’è la conoscenza che abbiamo perduto nell’informazione?” (T. S. Eliot) “Our networks are awash in data. A little of it is information. A smidgen of this shows up as knowledge. Mix in experience, context, compassion, discipline, humor, tolerance, and humility, and perhaps knowledge becomes wisdom” (Jonathan G. Koomey) 16

17 Il trattamento grafico dell’informazione
1786: Il primo (forse) grafico statistico della storia (W. Playfair) 1983: Il primo (o meglio il secondo) teorico della grafica statistica 2003: L’era (estinta) dei cruscotti Grafici in miniatura 2003 Small multiple 1990 (Axiom Systems) (E.Tufte) 17

18 Il trattamento grafico dell’informazione
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19 Chartjunk, ovvero come non fare i grafici
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20 Statistics eXplorer: GAV e Storytelling
GAV = GeoAnalytics Visualization Framework …it is a component toolkit for dynamically exploring time-varying, geographically referenced and multivariate attributes simultaneously AND to enable the capture of the interactive visual process into information packages that allow the analysts to communicate their discovery and decision recommendations 20

21 Statistics eXplorer: Storytelling e Vislet
Cartografia interattiva Grafica dinamica Grafici integrati Storytelling Vislet 21

22 Statistics eXplorer: GAV e Storytelling
Motore spaziale Storytelling Strumenti di pubblicazione Motore multidimensionale Dati 22

23 Statistics eXplorer Scegliendo di volta in volta i dati e i grafici che mi servono a raccontare la mia storia 23

24 Statistics eXplorer: Vislet e Storytelling
Vislet: embeddable interactive motion visual representations based on statistical data including choropleth map, scatter plot, parallel coordinates (profile plot), table lens and metadata for publishing in blog, wikis etc. HTML code that characterizes the story-to-be-told is automatically created by the eXplorer authoring tool E dentro ci possono mettere mappe tematiche, diagrammi che si muovono, grafici integrati, serie storiche… ma tutto avendo dietro i dati delle nostre tabelle multidimensionali GeoAnalytics Visualization (GAV) is a component toolkit for dynamically exploring time-varying, geographically referenced and multivariate attributes simultaneously AND to enable the capture of the interactive visual process into information packages that allow the analysts to communicate their discovery and decision recommendations . . . it allows the analyst to extract complex patterns in large information spaces via visual interaction, inquiry and thinking, and then communicate assessment and gained knowledge for action The GAV Framework integrates data transformation tools with innovative interactive techniques and visual representations to enable human-information communication, where design of the interaction and visual inquiry techniques is based on cognitive and perceptual principles and finally communicate any discovery effectively for action through interactive documents and integrated storytelling. I framework GAV integrano strumenti di analisi dei dati con innovative tecniche interattive e rappresentazioni visuali. Favoriscono una efficace interazione uomo-informazione, Nei GAV, l’interazione e le tecniche di interrogazione visuale sono basate su principi cognitivi e percettivi e consente di comunicare in modo efficace qualsiasi scoperta attraverso documenti interattivi e meccanismi di storytelling integrati. Integrano strumenti di analisi dei dati con innovative tecniche interattive e rappresentazioni visuali L’interazione e le tecniche di interrogazione visuale sono basate su principi cognitivi e percettivi consente di comunicare in modo efficace le scoperte cognitive attraverso documenti interattivi e meccanismi di storytelling integrati. 24

25 Alla base dei GAV Linguaggio della visione (rappresentazioni del mondo) Analisi vs. sintesi Storytelling, agire comunicativo, la crisi delle metanarrazioni Realtà e virtualità, materialità e immaterialità, dinamismo e interazione Ciò che può fare delle tecnologie per il trattamento grafico dell’informazione, in particolare nel campo dei tool di visualizzazione geo-analitica, strumenti per produrre conoscenza, può essere ritrovato attingendo ad aree disciplinari diverse. Se lo si fa, si scoprono connessioni sorprendenti 25 25

26 rappresentazione visiva
Il nodo semiotico significazione La semiotica è lo studio del linguaggio in termini di comunicazione rappresentazione visiva Picture theory of language (Wikipedia) The picture theory of language, also known as the picture theory of meaning, is a theory of linguistic reference and meaning articulated by Ludwig Wittgenstein in the Tractatus Logico-Philosophicus. Wittgenstein suggested that a meaningful proposition pictured a state of affairs or empirical fact.[1][2] Wittgenstein compared the concept of logical pictures with spatial pictures.[3] The picture theory of language is considered an early correspondence theory of truth.[4] 3. A logical picture of facts is a thought. The central thesis of 1., 2., 3. and their subsidiary propositions is Wittgenstein’s picture theory of language. This can be summed up as follows: * The world consists of a totality of interconnected atomic facts, and propositions make "pictures" of the world. * In order for a picture to represent a certain fact it must in some way possess the same logical structure as the fact. The picture is a standard of reality. In this way, linguistic expression can be seen as a form of geometric projection, where language is the changing form of projection but the logical structure of the expression is the unchanging geometric relationships. * We cannot say with language what is common in the structures, rather it must be shown, because any language we use will also rely on this relationship, and so we cannot step out of our language with language. 26 26

27 Il linguaggio visivo “La mente umana abita il linguaggio, vive di linguaggio e si nutre di rappresentazioni” “Le parole e le immagini sono a un tempo indicatori, che designano le cose, ed evocatori, che suscitano la rappresentazione della cosa indicata” “Si possono quindi individuare due sensi della rappresentazione: un senso indicativo e strumentale in cui predomina l’idea di segno un senso evocatorio e concreto in cui predomina l’idea di simbolo” (E. Morin) 27 27

28 Il linguaggio visivo “Il linguaggio è uno strumento che ci permette di ordinare la nostra esperienza, combinando i dati dal fluire della realtà circostante con unità linguistiche: parole, frasi, proposizioni” “Ciò che è vero per i linguaggi verbali lo è anche per i linguaggi visuali: combiniamo i dati derivanti dall’esperienza visiva con immagini-clichés, con stereotipi di un tipo o dell’altro a seconda del modo in cui ci è stato insegnato a vedere.” “Questi sistemi di astrazioni, prodotti della nostra mente, li chiamiamo spiegazioni o filosofie quando sono verbali, rappresentazioni del mondo quando sono visivi.” E avendo combinato i dati di esperienza con le nostre astrazioni, visuali o verbali, le manipoliamo, con o senza ulteriore riferimento ai dati stessi, e ne facciamo sistemi. (s. i. hayakawa) 28 28

29 Diagrammi in serie storica
Vedere l’invisibile “Prima che ci partiamo dal ragionamento del veder l’imagine pendente nell’aria, insegnaremo come si possa fare che veggiamo le imagini pendenti nell’aria di qualsivoglia cosa; il che sarà cosa mirabile più di tutte le meravigliose,principalmente senza specchio, e senza l’ogetto visibile” (G. B. Della Porta, 1589) “Nella visione vi è molto di più di quanto non colpisca l’occhio” (N. R. Hanson) Gli strumenti grafici sono – pure loro – tanti, troppi. Hanno dietro le teorie della visione che va oltre la percezione dell’occhio, della smaterializzazione-rimaterializzazione della reltà e dei fenomeni da rappresentare Scatter plot Cartografia tematica Diagrammi in serie storica 29

30 La lezione di Bertin Non è un aumento della quantità di informazione ma al contrario una riduzione di questa quantità in raggruppamenti pertinenti L’informazione utile alla decisione è quella ricavata dall’esame delle relazioni intercorrenti dentro l’insieme da analizzare per generare una riduzione pertinente della dimensione dell’insieme L’informazione è una relazione 30

31 Trattamento grafico dell’informazione? Di cosa parliamo?
La lezione di Bertin Grafica d’arte? Graphic design? Visual communication? Trattamento grafico dell’informazione? Di cosa parliamo? 31

32 La lezione di Bertin “Contrariamente al grafismo, la grafica non è un arte: è un insieme di segni, rigoroso, semplice e facile da imparare, che permette di capire meglio per decidere meglio.” “La grafica di comunicazione è un mezzo per fissare e per dire agli altri ciò che si è scoperto... Il suo imperativo è la semplicità” “La grafica di elaborazione serve per trovare le relazioni in un insieme di dati – ancora sconosciute – ‘per scoprire cosa si deve dire e fare’” Ma quale grafica ci serve? Quella dei simboli (segnali stradali), quella dei segni immediati (che tempo fa?) o quella dei grafici complessi? Il suo scopo è di consentire una percezione rapida e una memorizzazione dell’informazione d’insieme Ma quale grafica? Grafica d’arte? Graphic design? Visual communication? Trattamento grafico dell’informazione? (J. Bertin) 32

33 La lezione di Bertin Cosa manca qui? Informazione esterna
(la natura del problema e le relazioni che l’informazioni interna ha con tutto il resto esterno) Informazione interna (relazioni interne che l’immagine rivela) metadati e contesto In un grafismo tutta l’informazione utile è percepita senza la necessità di una decodifica esplicita Cosa manca qui? W. Kandinsky, 9 punti in ascesa 33

34 I linguaggi visivi Isotype (International System of Typographic Picture Education) è un sistema basato su pittogrammi. Ideato da Otto Neurath come un vero e proprio linguaggio visivo internazionale è stato alla base dei metodi formativi visuali e delle moderne icone al tratto. 34

35 Analisi - sintesi Sono quindi le qualità organizzatrici (stabilità, coerenza, costanza) che permettono allo sguardo, cioè alla mente, […] di effettuare a ogni istante delle analisi (distinzioni, selezioni, focalizzazioni) e delle sintesi (totalizzazione, globalizzazione, contestualizzazione) (E. Morin) E quindi devo utilizzarli con criterio: fa’ una panoramica, zoomma e filtra, poi dettagli a richiesta 1 Come analizzare le serie di dati singolarmente e in complesso? Come metterle in relazione tra loro nello spazio e nel tempo? Come interpretare i fenomeni? Come visualizzare in modo efficace i dati? 2 Le tecniche classiche di analisi e visualizzazione non sembrano più rispondere ai requisiti di complessità che la vasta offerta di informazione statistica possiede. 3 Le nuove tecniche di visualizzazione dinamica di dati statistici, assieme all’uso di ambienti collaborativi e all’adozione di nuovi approcci al disegno dell’informazione e all’organizzazione della conoscenza aprono, per i produttori di informazione statistica e per gli utilizzatori, prospettive nuove nel campo dell’integrazione e della produzione di conoscenza. 35

36 Il mantra dell’analista dati
“Overview first, zoom and filter, then details-on-demand” (Ben Shneiderman) E quindi devo utilizzarli con criterio: fa’ una panoramica, zoomma e filtra, poi dettagli a richiesta 1 Come analizzare le serie di dati singolarmente e in complesso? Come metterle in relazione tra loro nello spazio e nel tempo? Come interpretare i fenomeni? Come visualizzare in modo efficace i dati? 2 Le tecniche classiche di analisi e visualizzazione non sembrano più rispondere ai requisiti di complessità che la vasta offerta di informazione statistica possiede. 3 Le nuove tecniche di visualizzazione dinamica di dati statistici, assieme all’uso di ambienti collaborativi e all’adozione di nuovi approcci al disegno dell’informazione e all’organizzazione della conoscenza aprono, per i produttori di informazione statistica e per gli utilizzatori, prospettive nuove nel campo dell’integrazione e della produzione di conoscenza. 36

37 Lo storytelling Arendt e la condizione umana Lyotard e il postmoderno
Habermas e l’agire comunicativo E ancora una volta da soli non bastano. Occorre raccontarli, come a dire con un altro mantra “se questi dati potessero parlare” Non solo, ma ecco l’importanza della narrazione, perché, dietro la scena dei dati, ci può essere uno storyteller dei dati, che magari ci racconta una cosa che comincia con “se questi dati potessero parlare” a storyteller tells us more about their subjects, the ‘hero’ in the center of each story, than any product of human hands ever tells us about the master who produced it behind the scene stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory Allo storytelling chiede solo di conservare la memoria di ciò che è accaduto, perché nulla è più fragile dell’azione compiuta e delle parole pronunciate. Spetta allora alla memoria, e dunque al racconto della storia, conservare e tramandare il significato degli avvenimenti. E come l’opera garantisce la permanenza del mondo, così la storia è quel particolare tipo di artificio che, testimoniando dell’esistenza di un passato, diventa condizione della permanenza di unmondo comune Storytelling, or the weaving of a narrative out of the actions and pronouncements of individuals, is partly constitutive of their meaning, because it enables the retrospective articulation of their significance and importance, both for the actors themselves and for the spectators Storytelling, o la tessitura di una narrazione fuori delle azioni e pronunciamenti degli individui, è in parte costitutiva del loro significato, perché consente l'articolazione retrospettiva del loro significato e importanza, sia per gli attori stessi e per gli spettatori behind the actor stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory 37 37

38 Lo storytelling, o la tessitura di una narrazione
“Io spero che ogni cortese uomo leggendo il libro non mancherà di riconoscere, che l'Autore può affermare col buon Petrarca: Io parlo per ver dir, Non per odio d'altrui ne per disprezzo“ (Stefano Franscini, Statistica della Svizzera, 1827) “Originariamente la scienza è in conflitto con le narrazioni. Misurate col suo metro, la maggior parte di queste si rivelano favole. Il sapere non si identifica con la scienza e non si riduce alla scienza, né alla conoscenza, in esso convergono le idee di saper fare, saper vivere, saper ascoltare.” (J-F. Lyotard) E ancora una volta da soli non bastano. Occorre raccontarli, come a dire con un altro mantra “se questi dati potessero parlare” Non solo, ma ecco l’importanza della narrazione, perché, dietro la scena dei dati, ci può essere uno storyteller dei dati, che magari ci racconta una cosa che comincia con “se questi dati potessero parlare” a storyteller tells us more about their subjects, the ‘hero’ in the center of each story, than any product of human hands ever tells us about the master who produced it behind the scene stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory Allo storytelling chiede solo di conservare la memoria di ciò che è accaduto, perché nulla è più fragile dell’azione compiuta e delle parole pronunciate. Spetta allora alla memoria, e dunque al racconto della storia, conservare e tramandare il significato degli avvenimenti. E come l’opera garantisce la permanenza del mondo, così la storia è quel particolare tipo di artificio che, testimoniando dell’esistenza di un passato, diventa condizione della permanenza di unmondo comune Storytelling, or the weaving of a narrative out of the actions and pronouncements of individuals, is partly constitutive of their meaning, because it enables the retrospective articulation of their significance and importance, both for the actors themselves and for the spectators Storytelling, o la tessitura di una narrazione fuori delle azioni e pronunciamenti degli individui, è in parte costitutiva del loro significato, perché consente l'articolazione retrospettiva del loro significato e importanza, sia per gli attori stessi e per gli spettatori behind the actor stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory 38 38

39 Lo storytelling, o la tessitura di una narrazione
“Lo storytelling, o la tessitura di una narrazione fuori dell’azione degli individui, è parte del senso stesso dell’azione, perché consente l’articolazione retrospettiva della sua significazione e importanza” “…dietro la scena c’è lo storyteller, ma dietro lo storyteller c’è una comunità di memorie” (H. Arendt) E ancora una volta da soli non bastano. Occorre raccontarli, come a dire con un altro mantra “se questi dati potessero parlare” Non solo, ma ecco l’importanza della narrazione, perché, dietro la scena dei dati, ci può essere uno storyteller dei dati, che magari ci racconta una cosa che comincia con “se questi dati potessero parlare” a storyteller tells us more about their subjects, the ‘hero’ in the center of each story, than any product of human hands ever tells us about the master who produced it behind the scene stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory Allo storytelling chiede solo di conservare la memoria di ciò che è accaduto, perché nulla è più fragile dell’azione compiuta e delle parole pronunciate. Spetta allora alla memoria, e dunque al racconto della storia, conservare e tramandare il significato degli avvenimenti. E come l’opera garantisce la permanenza del mondo, così la storia è quel particolare tipo di artificio che, testimoniando dell’esistenza di un passato, diventa condizione della permanenza di unmondo comune Storytelling, or the weaving of a narrative out of the actions and pronouncements of individuals, is partly constitutive of their meaning, because it enables the retrospective articulation of their significance and importance, both for the actors themselves and for the spectators Storytelling, o la tessitura di una narrazione fuori delle azioni e pronunciamenti degli individui, è in parte costitutiva del loro significato, perché consente l'articolazione retrospettiva del loro significato e importanza, sia per gli attori stessi e per gli spettatori behind the actor stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory 39 39

40 Lo storytelling, o la tessitura di una narrazione
Hans Rosling e Gapminder Istat e NoiItalia “La condizione decisiva perché un’analisi dinamica sia buona, è che in essa ogni problema venga continuamente e sistematicamente riferito allo stato del sistema considerato come una totalità” (Talcott Parsons) Lo storytelling ha radici antiche, quasi come le fiabe o i poemi epici, e ora serve a scrivere sui fenomeni statistici, o a spiegare come si muovono i fenomeni nello spaziotempo, o a raccontare la crisi economica su youtube Allo storytelling chiede solo di conservare la memoria di ciò che è accaduto, perché nulla è più fragile dell’azione compiuta e delle parole pronunciate. Spetta allora alla memoria, e dunque al racconto della storia, conservare e tramandare il significato degli avvenimenti. E come l’opera garantisce la permanenza del mondo, così la storia è quel particolare tipo di artificio che, testimoniando dell’esistenza di un passato, diventa condizione della permanenza di unmondo comune Storytelling, or the weaving of a narrative out of the actions and pronouncements of individuals, is partly constitutive of their meaning, because it enables the retrospective articulation of their significance and importance, both for the actors themselves and for the spectators Storytelling, o la tessitura di una narrazione fuori delle azioni e pronunciamenti degli individui, è in parte costitutiva del loro significato, perché consente l'articolazione retrospettiva del loro significato e importanza, sia per gli attori stessi e per gli spettatori behind the actor stands the storyteller, but behind the storyteller stands a community of memory Oecd e Young people and the jobs crisis in numbers 40 40

41 Estrazione dati spazio-temporali Percorsi di analisi (storie)
Every picture tells a story Data Warehouse INDICATORI TERRITORIO TEMPO Ipercubi Estrazione dati spazio-temporali Regioni Anni Indicatori Valori E dentro ci possono mettere mappe tematiche, diagrammi che si muovono, grafici integrati, serie storiche… ma tutto avendo dietro i dati delle nostre tabelle multidimensionali GeoAnalytics Visualization (GAV) is a component toolkit for dynamically exploring time-varying, geographically referenced and multivariate attributes simultaneously AND to enable the capture of the interactive visual process into information packages that allow the analysts to communicate their discovery and decision recommendations . . . it allows the analyst to extract complex patterns in large information spaces via visual interaction, inquiry and thinking, and then communicate assessment and gained knowledge for action The GAV Framework integrates data transformation tools with innovative interactive techniques and visual representations to enable human-information communication, where design of the interaction and visual inquiry techniques is based on cognitive and perceptual principles and finally communicate any discovery effectively for action through interactive documents and integrated storytelling. I framework GAV integrano strumenti di analisi dei dati con innovative tecniche interattive e rappresentazioni visuali. Favoriscono una efficace interazione uomo-informazione, Nei GAV, l’interazione e le tecniche di interrogazione visuale sono basate su principi cognitivi e percettivi e consente di comunicare in modo efficace qualsiasi scoperta attraverso documenti interattivi e meccanismi di storytelling integrati. Integrano strumenti di analisi dei dati con innovative tecniche interattive e rappresentazioni visuali L’interazione e le tecniche di interrogazione visuale sono basate su principi cognitivi e percettivi consente di comunicare in modo efficace le scoperte cognitive attraverso documenti interattivi e meccanismi di storytelling integrati. Grafici Percorsi di analisi (storie) NoiItalia.eXplorer 41

42 Cassiopea (assemblage)
Conclusioni “I dati non sono intrinsecamente noiosi. Né intrinsecamente interessanti.” (S. Few) Authoring tool Storytelling Vislet La Storia di un Emigrante Ready-made Un po’ cantastorie, un po’ artista concettuale E come tutte le vicende raccontate dai cantastorie o le opere d’arte fatte con le cose di tutti i giorni, vivremo tutti felici e contenti “Overview first, zoom and filter, then details-on-demand” Joseph Cornell, Cassiopea (assemblage) 42

43 Conclusioni “La cosa più straordinaria sta nel constatare che il cervello, che ci sembra essere il governatore autocratico dell’organismo, è, come dice Von Foerster, un “organo democratico”. Tutto si produce e di decide per assemblee di neuroni” Dove risiede la vera democrazia della conoscenza? Negli hard-disk? Nelle biblioteche? Nella società? Nella storia? Un po’ cantastorie, un po’ artista concettuale E come tutte le vicende raccontate dai cantastorie o le opere d’arte fatte con le cose di tutti i giorni, vivremo tutti felici e contenti (E. Morin) 43 43

44 Conclusioni “Dobbiamo entrare nel regno del pensiero complesso e abbandonare lo sguardo semplificatore che acceca la conoscenza”. (E. Morin) Un po’ cantastorie, un po’ artista concettuale E come tutte le vicende raccontate dai cantastorie o le opere d’arte fatte con le cose di tutti i giorni, vivremo tutti felici e contenti 44 44

45 “ “ Conclusioni 45 Un po’ cantastorie, un po’ artista concettuale
E come tutte le vicende raccontate dai cantastorie o le opere d’arte fatte con le cose di tutti i giorni, vivremo tutti felici e contenti 45 45


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