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Una dottrina soggettiva di una morale oggettiva

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Presentazione sul tema: "Una dottrina soggettiva di una morale oggettiva"— Transcript della presentazione:

1 Una dottrina soggettiva di una morale oggettiva
Interessante è la posizione di Hegel riguardo alla relazione fra etica e politica. Secondo il filosofo, dall’idea a priori di libertà consegue il dovere morale, oggettivo e non relativo, e che deve trovare la sua massima espressione nello Stato. La concezione hegeliana ci offre spunto per alcune riflessioni.

2 Si può davvero pensare ad un concetto di dovere che non entri in conflitto ma, anzi, derivi dall’idea immanente di libertà? «Io invece credo, o carissimo, che sarebbe meglio che la mia lira fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che io dirigessi, e che la maggior parte della gente non fosse d'accordo con me e mi contraddicesse, piuttosto che sia io, anche se sono uno solo, ad essere in disaccordo con me stesso e a contraddirmi. » Socrate, 399 a . C .

3 E’ istintivo pensare che i doveri limitino la nostra libertà e che i due concetti siano inconciliabili. Ogni dovere implica una limitazione della nostra scelta, il che, apparentemente, nega la libertà personale. Riconosciamo alla libertà un ruolo fondamentale nella determinazione e affermazione della propria dignità. Ma, evidentemente, la nostra vita si basa sulla nostra capacità di scegliere il nostro meglio. Millenni di storia ci hanno insegnato quanto sia pericoloso che alcune personalità si frappongano fra gli individui e la loro libertà, in nome di un autoproclamato bene superiore. Si guardi ai danni delle dittature novecentesche nazionalsocialiste le quali, talvolta sostenute anche dall’ardore del popolo, hanno rivoluzionato in modo negativo l’assetto politico europeo. Pianto d’amore, Giorgio De Chirico, Ettore sceglie liberamente di compiere il suo dovere nei confronti della patria.

4 Al di là delle forme di edonismo più semplicistiche, in molti hanno ritenuto giusto svincolarsi da ogni obbligo che non fosse finalizzato al soddisfacimento personale. Questo principio non è tuttavia valido se si ammette l’esistenza di un ideale più elevato. Il che significa sottoporsi a un ordine morale superiore all’individuo, slegato perciò dalle sue pulsioni. Chi sostiene tale concezione dunque, ammettendo che esista un qualcosa di più alto della propria istintualità, ritiene per sé bene uniformarsi a un bene superiore. Questo bene, si noti, non deve essere necessariamente esterno e trascendente, come ritenevano i pensatori cristiani, nonché Seneca e Cicerone i quali, in modo diverso, si rifacevano a un Dio o a un assoluto. Ad esempio Kant, come già Spinoza e altri, rintracciò quel bene non all’esterno ma all’interno, nella conoscenza. “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.” Immanuel Kant Il doppio segreto,Renè Magritte, 1927.

5 Hegel, escludendo qualsiasi relativismo etico, sostiene che la morale deve essere oggettiva e non soggettiva. Ma come ignorare l’infinita casistica dell’umanità? Il Bene è l’Utile "Devi perché devi" Protagora, 486 a.C a..C. Immanuel Kant,

6 Hegel dichiara che la morale è una, assoluta e non relativizzabile
Hegel dichiara che la morale è una, assoluta e non relativizzabile. Il suo pensiero si allinea con la più antica concezione della morale, spesso legata ad aspetti religiosi. Quella di Hegel è tuttavia una definizione di etica non condivisa universalmente. Nel mondo occidentale, i primi a mettere in discussione questa teoria furono i sofisti, i quali notarono che popoli diversi vantavano diversi sistemi etici e che il medesimo fatto è, nel contempo, bene e male secondo il punto di vista Alla concezione tradizionale opposero un relativismo culturale e morale, concludendo che l’unico metodo di giudizio condivisibile è l’utilità. La vita di ogni giorno e le relazioni sociali ci mostrano però le complicazioni pratiche di un relativismo morale, oltre alla difficoltà di giustificarlo teoricamente. Dipinto di Keith Haring. Rappresenta le numerose diversità che esistono tra le diverse popolazioni.

7 Viste le difficoltà che derivano da una morale assoluta e da un relativismo sofistico, l’uomo, nei secoli, ha inconsapevolmente trovato quella soluzione che Kant per primo ha teorizzato. Egli infatti ritiene etiche le massime dell’azione soggettiva solo se conformi una legge morale assoluta: l’imperativo categorico. Esso non è però una norma che prescrive un comportamento specifico, ma generale e per questo universalmente accettabile. Ecco esplicitata la soluzione già a fondamento dei sistemi giuridici: la dicotomia tra forma e sostanza della legge è risolta nella complementarietà tra normativa e giurisprudenza. Perchè non guardare alla morale con un’ottica simile ?

8 Per Hegel, se la libertà fonda la dottrina dei doveri, la morale è il fondamento dello Stato e delle sue istituzioni. Ma fino a che punto lo Stato e le leggi coincidono con la morale? Leonida alle Termopili,Jacques Louis David, 1814

9 Abbiamo visto come si possa individuare una certa somiglianza tra morale e legge dello stato. Non si può tuttavia parlare di un’identità. Infatti, i concetti di morale e libertà implicano dei doveri nei confronti della propria persona o della collettività. Lo stato, invece, pur rappresentando, se evoluto, la collettività, ha delle proprie necessità (“Ragione di stato”) e dinamiche che urtano contro la morale individuale. L’antichissimo e insolvibile conflitto tra legge del cuore e legge dello stato non è mai stato risolto, ma piuttosto affrontato in modo diverso. Nella tragedia di Sofocle, Antigone decide di violare la legge del padre e dello stato in nome del sacro affetto per il fratello. Chi potrebbe darle torto? “Antigone” di Sofocle.

10 Giuramento degli Orazi, Jacques Louis David, 1784

11 Neppure si può negare la nobiltà d’animo esaltata nel dipinto di Jacques Louis David, tela nella quale i fratelli Orazi sacrificano i loro affetti in nome dello stato. Il conflitto morale-legge è senza tempo e noi riteniamo poco realistico che i due concetti possano mai arrivare a coincidere. Non è pensabile che la morale sia regolata da norme. Tuttavia, sarebbe bene che la legge dello stato,ove possibile, sia modellata su un sistema etico condiviso, soggettivamente interpretabile.


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