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IL RISCHIO SISMICO.

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Presentazione sul tema: "IL RISCHIO SISMICO."— Transcript della presentazione:

1 IL RISCHIO SISMICO

2 Dove e perché avvengono i terremoti (nel mondo, in Italia)?
Cosa e’ un terremoto? Come si registra? Come si misura l’energia del terremoto e i suoi effetti?

3 DOVE avvengono i terremoti?
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4 i terremoti avvengono principalmente lungo i margini delle placche.
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6 Le placche sono in continuo movimento l’una rispetto all’altra.

7 Che cosa è un terremoto? 7

8 Dislocazione sul piano di faglia e magnitudo
Riepilogo sul discorso della faglia e lancio per Napino Questo oggetto oggi e’ noto ai sismologi; per determinarla è necessario avere dei dati…

9 Come si registrano i terremoti?
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10 Collaborazione con enti
La Rete Sismica Nazionale, costituita da circa 250 stazioni, garantisce il monitoraggio in tempo reale del territorio nazionale, per scopi di protezione civile e di ricerca. Collaborazione con enti Ogni terremoto di M>2.5 viene comunicato entro 2 minuti al DPC Ogni anno vengono localizzati in media circa terremoti, solo il 10% notificati 10

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12 Stazione sismica e geodetica
Esempio di STRUMENTAZIONE SISMICA: Sensore Trillium, prodotto da Nanometrics ( Hz); si tratta di un sismometro “larga-banda” a tre componenti adatto a registrare terremoti molto lontani (telesismi) e terremoti locali o regionali. EPISENSOR Esempio di STRUMENTAZIONE GPS: antenna ricevente il segnale GPS modello Choke Ring AT504 della casa costruttrice Leica Sistema di Trasmissione Satellitare Monumentazione GPS Strumentazione Sismica Alimentazione 12

13 Dagli anni ’80, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia svolge, per conto del Dipartimento della Protezione Civile, l’attività di sorveglianza della sismicità dell'intero territorio nazionale, attraverso reti di sismometri, accelerometri e GPS. I segnali acquisiti dalla Rete vengono trasmessi in tempo reale alla Sala di monitoraggio sismico di Roma, dove personale specializzato in turno 7H24 li elabora per ottenere i parametri dell'evento in atto e comunicare rapidamente al DPC. Dal 2001 sono stati fatti enormi progressi che hanno aumentato di un fattore 10 la nostra capacità di rilevazione e studio. 13

14 si misurano l’energia del terremoto
Come si misurano l’energia del terremoto e i suoi effetti? 14

15 o n d e S 2 s c Lo studio dei terremoti con dati strumentali Magnitudo Richter Sulla base della differenza dei tempi di arrivo delle onde P ed S registrati da più sismografi, possiamo calcolare l‘ipocentro del terremoto. Il sismogramma è la traccia disegnata dal sismografo durante il terremoto … Onde S Onde P L'oscillazione più ampia registrata dal sismogramma ci indica invece qual è stata l'energia del terremoto, chiamata magnitudo. 15

16 Intensità MCS Lo studio dei terremoti attraverso
osservazione dei danni Intensità MCS Gli storici studiano i terremoti del passato in base a testimonianze scritte come documenti, cronache, lettere, contratti […] ma anche in base a testimonianze visive come quadri, affreschi, ecc. Gli effetti descritti vengono confrontati con quelli previsti nelle scale macrosismiche per i vari gradi di intensità. Si stima così l’intensità del terremoto nelle varie località. La scala macrosismica più semplice tra quelle utilizzate in Europa, è la Mercalli Cancani Sieberg (MCS). 16

17 La sismicità in Italia I terremoti in Italia
I terremoti nella storia de L’Aquila Il terremoto del 6 aprile 2009

18 I terremoti storici indicano (quasi tutte) le zone attive

19 I terremoti recenti e i dati GPS indicano le caratteristiche delle zone sismiche e dove si accumula la deformazione

20 Magnitudo Mw=6.3 NE SW 18 km 12 km 50 cm
Dislocazione sul piano di faglia e magnitudo Riepilogo sul discorso della faglia e lancio per Napino Questo oggetto oggi e’ noto ai sismologi; per determinarla è necessario avere dei dati… 50 cm NE SW

21 Un terremoto atteso 21

22 Conosciamo abbastanza bene
DOVE e COME saranno i futuri terremoti… 22

23 Pericolosità: “stima dello scuotimento del suolo previsto in un certo sito durante un dato periodo di tempo a causa di terremoti” Metodi deterministici: valori di scuotimento del suolo atteso a seguito di un terremoto di riferimento definito per il territorio circostante il sito di indagine Metodi probabilistici: integrazione degli effetti legati a tutti i terremoti potenziali delle varie sorgenti ritenute in grado di influenzare un sito, con l’incertezza e le ipotesi alternative Valutazione della pericolosità sismica a scala nazionale: INGV_2004 23

24 Pericolosità sismica La pericolosità sismica è il parametro fisico [PGA “accelerazione di picco”] su cui si può basare la progettazione delle nuove costruzioni o il riadeguamento degli edifici pre-esistenti; La valutazione socio-economica dei danni attesi cade sotto il termine di rischio sismico; Entrambe le informazioni sono utili nella pianificazione e corretta gestione del territorio. 24

25 Carta di pericolosità sismica del territorio nazionale:
base della classificazione sismica del territorio italiano Ultimo aggiornamento: 2005 Mappa consultabile: 25

26 Anche nelle mappe globali (Progetto GSHaP)
L’Italia centrale è una di quelle a maggiore pericolosità

27 Un terremoto non previsto
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28 Per previsione deterministica a breve termine intendiamo conoscere (e dichiarare) in anticipo DOVE E QUANDO AVVERRA’ UN TERREMOTO E QUANTO SARA’ FORTE

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31 Conclusione La previsione a breve termine non è la risposta
Rispetto delle norme sismiche (ottime in Italia oggi) nella ricostruzione e in generale Adeguamenti antisismici nelle zone ad elevata pericolosità Studi di dettaglio della geologia locale e della risposta sismica (microzonazione)

32 CLASSIFICAZIONE SISMICA RT
La classificazione sismica attuale della Regione Toscana è approvata con Deliberazione di G.R. del , n. 431. Tale delibera recepisce l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del La Regione Toscana ha inoltre individuato  zone a maggior rischio sismico con deliberazione G.R.T. del , n. 841 per complessivi 81 comuni, nelle quali è massima la priorità per lo svolgimento delle attività di prevenzione sismica previste nei programmi regionali. Zona 2 = Comuni a media sismicità Zona 3S = Comuni che potrebbero andare in zona 3 (a bassa sismicità) ma anche restare nell’attuale. In questa zona non viene diminuito il livello di protezione precedente e le costruzioni devono essere progettate e realizzate con le azioni sismiche della zona 2 Zona 3 = Comuni a bassa sismicità

33 CLASSIFICAZIONE SISMICA RT

34 INQUADRAMENTO SISMICO
Dei dati ottenuti dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI, 1999), che include i principali terremoti italiani avvenuti dal 416 a.C. al 1997, 46 eventi, di intensità compresa tra IV e IX della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) hanno un epicentro ubicato all’interno della Provincia di Firenze. Molti sono i terremoti documentati nell’area mugellana, come l’evento del 1919, quello del 1542 e del 1597, mentre una abbondante densità di terremoti strumentali viene registrata nel Comune di Firenzuola e nei Comuni adiacenti, una fascia di media intensità tra i Comuni di Montespertoli, San Casciano e Certaldo. Le zone sismogenetiche più rilevanti sono quelle della fascia appenninica, in cui si riscontrano terremoti storici di elevata magnitudo e buona densità di terremoti registrati strumentalmente. Particolarmente distruttivi quello del 1542 e del 1919

35 EPICENTRI DEI PRINCIPALI TERREMOTI

36 TERREMOTI STORICI IN PROVINCIA DI FIRENZE CON INTENSITA’ ≥ AL VII GRADO
DIMOSTRARE CHE IL NOSTRO TERRITORIO E’ A RISCHIO E NON SOLO IL MUGELLO Tralasciamo i vecchi terremoti per i quali le fonti documentali sono incerte. E’ sufficiente soffermarsi su terremoti più recenti per capire che con il sisma dobbiamo convivere. Le slides successive chiariranno ulteriormente questo concetto fonte: Osservatorio Ximeniano di Firenze

37 TERREMOTI DEGLI ULTIMI ANNI SIGNIFICATIVI PER IL NOSTRO TERRITORIO (Appennino Forlivese - 2000)
La sequenza sismica compresa tra i comuni di Faenza e Forlì, iniziata il giorno 19 Aprile 2000 con una scossa di magnitudo 3.4 e una intensità all’epicentro del IV grado della scala Mercalli, è stata seguita nei giorni successivi da circa 300 scosse di magnitudo superiore a 2.0. Tra queste, 3 hanno superato 4.0 fino ad un massimo di 4.4. Alcuni terremoti significativi degli ultimi anni per il nostro territorio La cartina richiama quanto accaduto nella primavera del 2000 con coinvolgimento di una significativa area territoriale. La sequenza di aprile-maggio 2000 nel Faentino-Forlivese, pur nella preoccupazione diffusa di quei giorni a fronte del ripetersi stressante di numerose scosse, nel suo complesso ha prodotto danni generalmente leggeri, classificati di VI grado MCS in due casi (Faenza e Brisighella).

38 TERREMOTI DEGLI ULTIMI ANNI SIGNIFICATIVI PER IL NOSTRO TERRITORIO (Appennino Toscano - 2001)
Alcuni terremoti significativi degli ultimi anni per il nostro territorio Il 26 novembre 2001 si è verificato un evento sismico nell'Appennino Toscano di magnitudo 4.4 preceduto da una scossa di Md=2.9 e seguita da circa 10 scosse, la maggiore delle quali di Md=3.1. L'evento si è verificato nel bacino di Sansepolcro, in un'area sottoposta a deformazione distensiva. L'area è stata interessata da sismicità sia storica che strumentale. Per questo evento il DPC ha dichiarato lo stato di emergenza.

39 TERREMOTI DEGLI ULTIMI ANNI SIGNIFICATIVI PER IL NOSTRO TERRITORIO (Appennino Tosco-Emiliano - 2003)
Alcuni terremoti significativi degli ultimi anni per il nostro territorio E’ sicuro il md 5 ? Il 14 settembre 2003 alle ora locale, una scossa di Md 5.0 (Mw 5.3) ha interessato l'Appennino Bolognese, con epicentro in un'area compresa fra i comuni di Loiano e Monghidoro. L'evento è stato avvertito in un'area molto vasta, dalla Toscana, alle Marche, in tutta l'Emilia Romagna, in Lombardia, in Veneto e in Friuli. Da notare che l’epicentro è situato in area considerata non sismica dalla classificazione del Area che poi è stata inserita in 3° categoria dalla successiva classificazione del 2003.

40 ATTIVITA’ SISMICA IN TOSCANA NEL 2008
DIMOSTRARE CHE IL NOSTRO TERRITORIO E’ A RISCHIO E NON SOLO IL MUGELLO Non è necessario risalire al terremoto del 1919 o comunque ai terremoti storici che hanno interessato il Mugello per definire il rischio sismico una realtà. Sarebbe sufficiente vedere cosa è accaduto nel 2008 per rendersi conto che l’attività sismica nel nostro territorio è costante: dobbiamo quindi prendere atto della possibilità che un evento analogo al 1919 colpisca il Mugello con effetti che si faranno sentire in gran parte del territorio provinciale. Ed ora con riferimento al rischio idrogeologico Crisi sismica del Mugello 1-2 marzo 2008

41 L’EVENTO SISMICO DEL 14/9/2009
Una sequenza con caratteristiche analoghe a quella verificatasi nella stessa zona nel marzo 2008, quando vennero localizzati tre eventi di magnitudo tra 4.4 e 4.1 nell’arco di poche ore. Rispetto agli eventi del 2008, la sequenza si localizza circa 5 chilometri più a sudest, verso il bacino del Mugello. Negli ultimi mesi la zona ha fatto registrare una sismicità di bassa magnitudo, generalmente inferiore a 2.5, con una media di circa 10 terremoti ogni mese.  Per registrare scosse, prima della sequenza del 2008, di magnitudo > 4 bisogna risalire al 1973. Segno di una rinnovata attività, dopo 35 anni di relativa quiete sismica, che dovrà necessariamente essere tenuta sotto attento controllo. Ad oggi sono state registrate, oltre a quelle maggiori, ben 200 scosse strumentali (inferiori a M 2.0)

42 MAPPA DI SCUOTIMENTO (shake map)

43 I TEMPI DI RISPOSTA DEL SISTEMA DI P.C.
PRIMA SCOSSA ORE 22:04 22:05 - Attivata procedura e attivazione immediata del personale PC 22:15 - Attivazione sala operativa del CI Mugello SECONDA SCOSSA ORE 22:15 22:30 - Istituito PCA presso la sala operativa CI Mugello 22:35 - Attivazione squadre per verifiche sul territorio. Primi risultati rassicuranti 22:45 - Partenza sala operativa mobile (logistico) TERZA SCOSSA ORE 22:56 23:25 - Arrivo logistico al PCA 23:56 - Incontro tra gli Organi Istituzionali presso la sede della PA Bouturlin a Barberino di Mugello. Erano presenti il Presidente della Regione Toscana, Presidente della Provincia di Firenze, Prefetto, Questore, Comandante provinciale CFS, Comandante CC compagnia di Borgo San Lorenzo, Comandante provinciale VVF, Dirigente Difesa del suolo e protezione civile della Provincia, Dirigente protezione civile regione Toscana, Dirigente Servizio Sismico regione Toscana, Presidente Comunità Montana Mugello, personale Provincia e C.I. Mugello, personale ASL 10, sindaci e VVUU dei comuni interessati, Comandante Polizia Provinciale 00:30 – Le squadre attivate (25) per il controllo sul territorio comunicano che non ci sono criticità rilevanti, proseguono le attività di controllo 00:58 – Riunione tecnica presso il PCA a Borgo San Lorenzo, per concordare la strategia e le azioni da intraprendere. Come primo obbiettivo è stato concordato di effettuare le verifiche strutturali sugli edifici scolastici dei comuni interessati dall’evento prima della riapertura. Concordato il randez vous con i tecnici alle ore 6.30 presso gli edifici da verificare. In totale sono stati individuati 43 plessi scolastici. Presenti alla riunione il Comandante provinciale CFS, Comandante provinciale VVF, Dirigente Difesa del suolo e protezione civile della provincia, Dirigente Servizio Sismico regione Toscana, Presidente comunità montana mugello, personale provicnia e ci mugello, sindaci dei comuni interessati, personale Polizia Provinciale

44 LE PRIME VERIFICHE SUGLI EDIFICI SCOLASTICI
01:30 - Richiesta attivazione verificatori agibilità 05:55 - Partenza personale PC per verifiche stabilità 06:30 – Istituzione PCA, ritrovo squadre verificatori (70 operatori complessivi, tecnici e operatori VVF, tecnici verificatori della Regione, della Provincia e dei Comuni). L’attività di ricognizione sugli edifici scolastici si è conclusa in tempo utile per il normale inizio delle lezioni. Successivamente l’attività dei tecnici rilevatori si è concentrata su edifici pubblici o sensibili (ospedale di Borgo S. Lorenzo, uffici pubblici…). 07:00 – Inizio attività di ricognizione sugli edifici scolastici, che si è conclusa in tempo utile per il normale inizio delle lezioni. Successivamente l’attività dei tecnici rilevatori (70 operatori complessivi, tecnici e operatori VVF, tecnici verificatori della Regione, della Provincia e dei Comuni). si è concentrata su edifici pubblici o sensibili (ospedale di Borgo S. Lorenzo, uffici pubblici…). In seguito sono stati valutati numerosi edifici privati a seguito di segnalazioni pervenute ai vari comuni ed alla centrale 115. Grazie alle verifiche di agibilità (tutte con esito positivo) le lezioni hanno avuto inizio regolarmente in tutte le scuole di ogni ordine e grado

45 Per un totale di 245 verifiche
RIEPILOGO ESITI SOPRALLUOGHI EDIFICI PUBBLICI 1 edificio parzialmente inagibile 1 edificio parzialmente inagibile 1 edificio parzialmente inagibile EDIFICI PRIVATI Per un totale di 245 verifiche

46 Prevenzione non strutturale
LA PREVENZIONE Prevenzione non strutturale Consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi COSA DOVREMMO FARE A FRONTE DI QUESTO SCENARIO: LA PREVENZIONE STRUTTURALE E’ LA STRADA MAESTRA Prevenzione strutturale

47 LA PREVENZIONE STRUTTURALE
E’ legata ad opere pubbliche o ad interventi concreti sul territorio (difese spondali, consolidamento di argini, protezione di centri abitati, consolidamento di versanti, etc.) Citare il caso dell’opportunità sprecata di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio utilizzando le agevolazioni fiscale sulle ristrutturazioni edilizie.

48 INFLUENZA DELLA PREVENZIONE STRUTTURALE SUGLI EFFETTI DI UN EVENTO SISMICO
Sottolineare la sproporzione dei danni, soprattutto alle persone, fra casi simili (per magnitudo e/o intensità). Sottolineare il caso giapponese La Regione Toscana ha avviato fin dal 1998 le attività relative al programma di valutazione degli effetti locali (programma VEL) sia dei centri urbani che degli edifici strategici e rilevanti e dal 2000 il programma di riduzione del rischio sismico nelle aree produttive (programma DOCUP), nelle aree a maggior rischio sismico.

49 L’Aquila: abitanti

50 ASSENZA DI PREVENZIONE STRUTTURALE? UN CASO TRAGICAMENTE EMBLEMATICO
Il terremoto del Molise (2002) - Una scossa di terremoto particolarmente violenta (5.4 Richter) colpì, alle del 31 ottobre, i Comuni di San Giuliano, Bonefro, Castellino del Bifermo, causando 30 morti, di cui 27 bambini, circa 100 feriti e sfollati nella sola provincia di Campobasso. La scuola elementare fu l'unico edificio a crollare del tutto a San Giuliano di Puglia e questo, così si è detto, è probabilmente dovuto alla carenza di manutenzione e alla cattiva qualità della costruzione. Il processo istituito per determinare le responsabilità del crollo si era concluso il 13 luglio 2007, con un nulla di fatto e nessun responsabile individuato. verdetto ribaltato in appello (25 febbraio 2009) con la condanna di 5 dei 6 imputati (fra i quali anche il sindaco di allora) . L’evento si è trasformato in un tragico stimolo per interventi legislativi tesi al ridisegno delle mappe del rischio sismico ed alla definizione di quali edifici pubblici debbano essere sottoposti ad interventi di adeguamento alle norme di sicurezza antisismiche. Altro caso emblematico sull’assenza di prevenzione strutturale

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52 LA PREVENZIONE NON STRUTTURALE
Può essere ripartita in: Informazione (consapevolezza dei rischi) Formazione (educazione nel contrastare le situazioni di emergenza) Pianificazione di emergenza (individuazione di “chi fa che cosa” in relazione agli scenari di rischio) La prevenzione strutturale costa ma esiste un altro tipo di prevenzione c.c PREVENZIONE NON STRUTTURALE che costa poco: INFORMAZIONE (diluvio di opuscoli- pagine web….) FORMAZIONE PIANIFICAZIONE DELL’EMERGENZA (su questa ci soffermiano – innanzitutto il Piano provinciale e tutta una serie di pianificazioni collegate) ESERCITAZIONI Attività esercitative (addestramento sul campo)

53 Tale attività assume caratteristiche peculiari in caso di emergenza
INFORMAZIONE Solo con l’informazione si rendono i cittadini consapevoli dei rischi che li circondano, inducendoli ad assumere comportamenti responsabili (cultura dell’autoprotezione). Tale attività assume caratteristiche peculiari in caso di emergenza L’informazione in emergenza (sottolineare la differenza con l’altro tipo di informazione) è quella che si attua grazie alle informazioni fornite dai sistemi di monitoraggio e di preannuncio. Con riferimento al rischio idraulico essi sono sempre piu’ perfezionati ed è prossibile prevedere con largo anticipo onde di piena e possibili esondazioni. Un buon “Piano” deve prevedere una tempestiva informazione di emergenza. Questo consente rapide evacuazioni di cittadini (4/8 ore a firenze – 8/12 ore a Pisa). Decine di migliaia a Dresda in poche ore.

54 LA FORMAZIONE Formazione fa rima con educazione. Con l’informazione si acquisiscono nozioni, con la formazione si acquisisce, attraverso un processo educativo, il convincimento, la mentalità ad operare per la sicurezza propria e per quella degli altri. Quindi, non solo informare, ma convincere le persone ed addestrarle. Sottolineare questa attività se la si presenta in corsi di formazione.

55 LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
Attraverso essa si individuano, sulla base degli studi di previsione, gli scenari di rischio prevalenti sul territorio. Agli scenari possibili dovranno corrispondere dei "modelli di intervento" predeterminati, in cui sia chiaro e leggibile “chi fa che cosa“ in caso di evento. Scenario è la parola chiave: l’accuratezza dello scenario è condizione indispensabile per operare efficacemente. Sottolineare che lo scenario è la combinazione e la rappresentazione dei fattori PVE A questo punto introdurre la pianificazione. Di queste 4 attività afferenti la prevenzione non strutturale particolare importanza riveste per noi la Pianificazione DI EMERGENZA (la cui competenza ci è stata trasferita recentemente) ed allora parliamo di questa e soprattutto dello strumento attraverso il quale LA SI ATTUA : “Il Piano DI EMERGENZA ” . Quello che presenteremo è il modello ideale di “Pianificazione” c.d metodo augustus, che pero’ come tutti i tipi ideali è di difficile integrale applicazione e deve essere adattato alla realtà locale… il nostro piano provicniale, ad esempio, raccoglie molyte delle indicazioni del metodo ma in alcune parte se ne distanzia. Possiamo definire il Piano di emergenza:

56 LE ESERCITAZIONI Il logico e indispensabile corollario della formazione e della pianificazione è l'addestramento sul campo, cioè l'esercitazione, prezioso strumento attraverso il quale è possibile testare l’efficacia e la validità di un modello di intervento per fronteggiare una grande emergenza. A questo punto introdurre la pianificazione. Di queste 4 attività afferenti la prevenzione non strutturale particolare importanza riveste per noi la Pianificazione DI EMERGENZA (la cui competenza ci è stata trasferita recentemente) ed allora parliamo di questa e soprattutto dello strumento attraverso il quale LA SI ATTUA : “Il Piano DI EMERGENZA ” cHe possiamo definire:

57 LA PIANIFICAZIONE SUL RISCHIO SISMICO
Il rischio sismico, sulla base degli eventi storici e sulla base delle conoscenze acquisite in campo scientifico, rappresenta un rischio non residuale e per questo oggetto di particolare attenzione. Per tale motivo la Provincia di Firenze ha avviato e portato a termine, grazie ad una convenzione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, uno studio suI rischio sismico, contenuto in più ampio studio sui rischi geologici, effettuato analizzando le sue tre componenti: Pericolosità Vulnerabilità Elementi a Rischio

58 LA PIANIFICAZIONE – EVENTO ATTESO:
Evento sismico di Magnitudo 6.4 in Alto Mugello Fattore di amplificazione per effetti stratigrafici Fattore di amplificazione per effetti topografici

59 LA PIANIFICAZIONE – EVENTO ATTESO:
Evento sismico di Magnitudo 6.4 in Alto Mugello Densità elementi a rischio Fattore di amplificazione totale Edifici e centri abitati (abitazioni, edifici commerciali, scuole, ospedali) Linee di comunicazione (strade, linee ferroviarie, ponti, gallerie) Reti tecnologiche (energia elettrica, acqua, gas) Materiali pericolosi (inquinanti e infiammabili) Patrimonio artistico (chiese, monumenti)

60 MASSIMO EVENTO ATTESO:
LA PIANIFICAZIONE MASSIMO EVENTO ATTESO: Evento sismico di magnitudo 6.4 in Alto Mugello Distribuzione dell’Intensità Macrosismica MCS, tenuto conto dei fattori di amplificazione locale e della distribuzione degli elementi a rischio (edifici e centri abitati, linee di comunicazione, reti tecnologiche, materiali pericolosi, patrimonio artistico) “[...] I livelli più alti di pericolosità sono ubicati nell’area nord-orientale della Provincia, con una probabilità di superamento del 10% in 50 anni” (UNIFI Dipartimento Scienze della Terra)

61 SCENARIO IPOTESI DI DANNO
abitazioni

62 IL SISTEMA PROVINCIALE
COME RISPONDIAMO----

63 LA SALA OPERATIVA PROVINCIALE

64 ATTIVITA’ DI PIANIFICAZIONE
Piano Provinciale di Emergenza approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n° 8 del 26/01/2006. AREE DI EMERGENZA Aree di ammassamento Soccorritori e risorse Aree di ricovero della popolazione AGGIORNAMENTO Pianificazione Sanitaria Aree atterraggio strutturate PP.MM.AA. 1° Livello Attualmente in corso di aggiornamento con l’adeguamento alle ultime indicazioni normative e con l’inserimento delle attività di pianificazione (iniziate a partire dal 2006) concluse e/o in corso di completamento. Elisuperfici occasionali Messa in sicurezza Persone non autosufficienti Rischio Idrogeologico e Incendi Gestione delle Salme nei disastri Censimento Invasi con Sbarramento artificiale Rischio Incendi Rischio Ambientale Accordo di Collaborazione con ARPAT Censimento strutture ricettive a rischio AIB Rischio Trasporti Piano Emergenza Autostrada A1 Rischio Sismico Ricerca dispersi sotto macerie con unità cinofile e con strumenti tecnologici Pianificazione interventi di protezione civile in ambito ferroviario.

65 LE COMUNICAZIONI Apposita frequenza (UHF), ad esclusivo uso di protezione civile, rilasciata dal Ministero delle Comunicazioni, la quale si affianca alla frequenza utilizzata in ordinario dalla Viabilità e dalla Polizia Provinciale. Ponti radio Ponte Radio Mobile consente la gestione delle comunicazioni sul teatro dell’evento in caso di intervento fuori provincia o in zone impervie in cui l’orografia rende difficile l’utilizzo dei Ponti radio Collegamenti con le strutture sul territorio Collegamenti con i servizi interni

66 PONTI RADIO COMPOSIZIONE Immediatamente attivabili
Pal.Medici Riccardi (Firenze) Monte Carnevale (Marradi) Monte S.Michele (Greve in Chianti) P.sso del Giogo (Scarperia) Poggio Ciliegio (Carmignano) Monte Giovi (Vicchio) COMPOSIZIONE Immediatamente attivabili Poggio Firenze (Rignano sull’Arno) Monte Coroncina (Castiglion de’Pepoli-BO) Monte San Michele (Greve in Chianti)

67 LA TEMPESTIVITA’ DEI SOCCORSI
STATISTICA O.M.S ELABORATA IN SEGUITO ALL’ANALISI DEL TERREMOTO DELL’IRPINIA probabilità di mantenimento in vita , in relazione al numero dei giorni trascorsi, basata su 548 interventi I dati raccolti, basati sulla letteratura internazionale, evidenziano il brusco decremento delle percentuali di sopravvivenza trascorsi due giorni dall’evento, identificando la fase temporale dove è necessario fornire la massima risposta medicalizzata possibile. IN OCCASIONE DEL TERREMOTO DI BAM (IRAN – 2003), A FRONTE DI DECEDUTI, FURONO SALVATE SOLO 30 PERSONE NONOSTANTE L’INVIO DI SOCCORRITORI DA PARTE DI 43 NAZIONI. I SOCCORSI ARRIVARONO DOPO 72 ORE. IN ABRUZZO, L’INVIO IMMEDIATO DEI SOCCORSI HA CONSENTITO DI LIMITARE IL NUMERO DELLE VITTIME. Commentare bene: sull’importanza di soccorsi celeri. QUINDI , LO RIPETO, DOBBIAMO CONVIVERE CON IL RISCHIO E PREPARARSI AL MEGLIO PER FRONTEGGIARLO. Previsione e Prevenzione sono diventate, negli ultimi anni, le parole chiave in protezione civile. “Prevedere” e “Prevenire”: fare in modo che che le calamità E I DISASTRI NON ACCADANO E se proprio non si possono del tutto evitare (COME ABBIAMO VISTO) , limitiamo il loro impatto sulla popolazione, sulle cose, sulla natura. TUTTO CIO’ è POSSIBILE attraverso due tipi di attività strettamente correlati fra di loro : PREVISIONE e PREVENZIONE LA PREVISIONE E’ COSI DEFINITA DALLA LEGGE 225/1992 ISTITUTICA DEL SNPC AGGIUNGERE CHE IN OCCASIONE DEL TERREMOTO DI BAM IN IRAN (2003) IL TOTALE DEI MORTI FU DI inTERVENNERO 1600 SOCCORRITORI DA 43 NAZIONI MS RIUSCIRONO A SALVARE SOLO 30 PERSONE (PERCHE’ ARRIVARONO DOPO 72 ORE)

68 POSTI MEDICI AVANZATI: SUDDIVISIONE ZONALE
Legenda Limite amministrativo Provinciale Centri abitati Limiti comunali Zona 1: Firenze, Piana, Val di Pesa, Val di Greve Zona 2: Val di Sieve e Valdarno Superiore Zona 3: Mugello e parte Val di Sieve Zona 4: Circondario Empolese PMA di zona PMA Master Sala operativa PMA di zona PMA di zona L’accordo è stato sottoscritto dai soggetti coinvolti il 14 maggio 2007 ed è divenuto operativo a partire dal 1 ottobre 2007 PMA di zona La richiesta di attivazione dei PMA può essere formulata esclusivamente dal servizio 118

69 ESEMPI DI CONFIGURAZIONE
Edizione 2007 della manifestazione ITALIA WAVE (Osmannoro luglio 2007) P.M.A. in configurazione a 2 (master+tenda zonale) Esercitazione presso il distaccamento Firenze Ovest dei Vigili del Fuoco (16 febbraio 2008) P.M.A. in configurazione completa (master+4 tende zonali) Fasi del montaggio Fasi del montaggio P.M.A. in configurazione a 3 (master+2 tende zonali)

70 AREE DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE

71 AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI E RISORSE

72 AREE DI ATTERRAGGIO STRUTTURATE
Entro la fine dell'anno l'alto Mugello disporrà di due nuove piazzole per il servizio di elisoccorso, una realizzata a Firenzuola, l’altra a Marradi. Le due elisuperfici, che saranno attrezzate per essere abilitate anche al volo notturno, verranno impiegate in interventi di Protezione Civile (e non solo). Particolare attenzione a questa pianificazione perché la viabilità ordinaria verrebbe inevitabilmente compromessa…….

73 ELISUPERFICI OCCASIONALI
Dettaglio area nord-orientale del territorio provinciale

74 MEZZO AEREO ULTRALEGGERO (U.L.M.)
Nel corso del 2007 il DST (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze - Centro di Competenza per la Protezione Civile) ha acquistato un mezzo aereo ultraleggero (U.L.M.) del tipo Folder, per attività legate a progetti di ricerca del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. Immediatamente attivabili Si tratta di un mezzo adatto alla ricognizione visiva, equipaggiabile con sensori di varia tipologia, e quindi particolarmente utile nelle attività di rilevamento e monitoraggio. Un accordo di collaborazione sottoscritto da Provincia di Firenze e DST (novembre 2007) ne prevede l’utilizzo in occasione di emergenze e per lo svolgimento di attività istituzionali

75 GEOFONO Il geofono è uno strumento originariamente nato per la localizzazione di perdite d’acqua o di altri liquidi in pressione (non a caso è in dotazione a molti gestori di reti acquedottistiche). Proprio per le sue caratteristiche ha trovato applicazione anche nella ricerca di persone intrappolate in strutture collassate (a causa di problemi strutturali, eventi sismici, movimenti di massa, ecc.). In genere è utilizzato in abbinamento con le unità cinofile dopo che queste hanno individuato la presenza di un essere umano. Compito del geofono e del suo operatore è quello di percepire anche il minimo suono che possa dare informazioni sullo stato di vita della persona sepolta e indirizzare così i necessari interventi. Il dispositivo da noi acquisito (Delsar® LifeDetector™ LD3) converte essenzialmente l’intera struttura collassata in un grande e sensibile microfono capace di ricevere segnali dalle vittime sepolte. I sensori sismici ed acustici del sistema convertono le vibrazioni create dalle funzioni vitali delle vittime in segnali audio ed in segnali luminosi. La nostra attrezzatura è inoltre integrata da una telecamera che permette di effettuare ricognizioni audio-visive e da un’attrezzatura di foratura (una carotatrice prodotta da Husqvarna) per consentire il passaggio dei sensori acustici e della telecamera attraverso superfici compatte.

76 UNITA’ CINOFILE La Provincia di Firenze dispone, all’interno del proprio Coordinamento operativo volontariato P.C, di squadre di soccorso con unità cinofile adibite a ricerca sotto macerie o in superficie. Ad oggi, le disponibilità (H24) sono le seguenti: Misericordia Firenze SAST Akela Vab CRI

77 CENTRO OPERATIVO POLIVALENTE DI MARRADI
COMPOSIZIONE Immediatamente attivabili

78 I CORSI PER VERIFICATORI
La Regione ha formato nel biennio 2003/ esperti in materia di vulnerabilità degli edifici e verifiche di agibilità. Il personale che ha concluso positivamente il Corso è abilitato a collaborare nelle operazioni di censimento danni post sisma o ad interventi di solidarietà nell’ambito del territorio nazionale coordinati dalla Regione Toscana. I tecnici abilitati in provincia di Firenze sono 63 (15 della Provincia di Firenze e gli altri dipendenti di Comuni e Centri Intercomunali). Molti di questi tecnici hanno già avuto modo di operare in situazioni di emergenza legate agli eventi del Garda (2004), al recente terremoto in Abruzzo ed in occasione dell’ultimo evento in Mugello (2009). I tecnici toscani hanno effettuato oltre verifiche.

79 ATTIVITA’ ESERCITATIVA
Per testare la funzionalità del Piano provinciale di protezione Civile, le nuove pianificazioni prodotte, la qualità della risposta di tutte le componenti del soccorso e l’efficacia delle comunicazioni, anche alla luce dell’esperienza del sisma de L’Aquila, stiamo organizzando, per il mese di marzo 2010, una imponente esercitazione, denominata “Mugello 2010”, incentrata sulla simulazione di un evento sismico di magnitudo 5.2 con epicentro nel Comune di Vicchio di Mugello (Fi). L’esercitazione prevede attività sia per posti di comando (comunicazione tra componenti e strutture operative senza spostamento di uomini e mezzi) che per azioni (attività di protezione civile previste sul territorio: messa in sicurezza e soccorso della popolazione, attivazione dei centri operativi, allestimento di aree di emergenza, monitoraggio e controllo sul territorio, verifiche statiche, etc. ). Comunità Montana del Mugello Provincia di Firenze Provincia di Arezzo, Grosseto e Massa Regione Toscana Dipartimento della Protezione Civile Ministero dell'Interno Ministero della Difesa Ministero dell’Economia e delle Finanze Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Università di Firenze Ministero delle Comunicazioni ARPAT Organizzazioni di Volontariato Trenitalia Non serve fare i piani se questi non vengono periodicamente testati. Ecco perché abbiamo messo in cantiere…. (prima ancora del terremoto in Abruzzo)

80 Procedura di Sala – EVENTO SISMICO
DIPARTIMENTO II LAVORI PUBBLICI

81 Per ulteriori informazioni:
IL NOSTRO SPAZIO WEB All’indirizzo …..sono disponibili le pagine dedicate al rischio sismico corredate anche delle semplici norme comportamentali che ogni cittadino deve seguire prima, durante e dopo un evento sismico. Sia il Piano, che tutti gli allegati, e molte altre cose, normativa, mappature varie, ecc…. Possono essere consultate attraverso il nostro sito. Per ulteriori informazioni:

82 PRIMA DEL TERREMOTO INFORMATI SULLA CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL COMUNE IN CUI RISIEDI > Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza INFORMATI SU DOVE SI TROVANO E SU COME SI CHIUDONO I RUBINETTI DI GAS, ACQUA E GLI INTERRUTTORI DELLA LUCE > Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto EVITA DI TENERE GLI OGGETTI PESANTI SU MENSOLE E SCAFFALI PARTICOLARMENTE ALTI > Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso TIENI IN CASA UNA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO > una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti A SCUOLA O SUL LUOGO DI LAVORO INFORMATI SE È STATO PREDISPOSTO UN PIANO DI EMERGENZA > Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza                      

83 DURANTE IL TERREMOTO SE SEI IN LUOGO CHIUSO CERCA RIPARO NEL VANO DI UNA PORTA > inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave perché ti può proteggere da eventuali crolli RIPARATI SOTTO UN TAVOLO > È pericoloso stare vicino a mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso NON PRECIPITARTI VERSO LE SCALE E NON USARE L’ASCENSORE > Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire SE SEI IN AUTO, NON SOSTARE IN PROSSIMITÀ DI PONTI, DI TERRENI FRANOSI O DI SPIAGGE > Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami SE SEI ALL’APERTO, ALLONTANATI DA COSTRUZIONI E LINEE ELETTRICHE > Potrebbero crollare                                            

84 DOPO IL TERREMOTO ASSICURATI DELLO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE ATTORNO A TE > Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso NON CERCARE DI MUOVERE PERSONE FERITE GRAVEMENTE > Potresti aggravare le loro condizioni ESCI CON PRUDENZA INDOSSANDO LE SCARPE > In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci RAGGIUNGI UNO SPAZIO APERTO, LONTANO DA EDIFICI E DA STRUTTURE PERICOLANTI > Potrebbero caderti addosso STA’ LONTANO DA IMPIANTI INDUSTRIALI E LINEE ELETTRICHE > È possibile che si verifichino incidenti STA’ LONTANO DAI BORDI DEI LAGHI E DALLE SPIAGGE MARINE > Si possono verificare onde di tsunami EVITA DI ANDARE IN GIRO A CURIOSARE > e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale perché bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli EVITA DI USARE IL TELEFONO E L’AUTOMOBILE > È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi                      


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