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L’AZIENDA Insieme organizzato di UOMINI e MEZZI

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Presentazione sul tema: "L’AZIENDA Insieme organizzato di UOMINI e MEZZI"— Transcript della presentazione:

1 L’AZIENDA Insieme organizzato di UOMINI e MEZZI
il cui scopo è produrre un utile (un guadagno) dalla trasformazione di risorse in BENI e SERVIZI

2 LA STORIA del LAVORO LAVORO MANUALE (l’uomo esegue tutte le operazioni per la produzione di un oggetto) INVENZIONI + ENERGIA (il lavoro è eseguito parte dall’uomo e parte dalle macchine) AUTOMAZIONE (l’uomo effettua soltanto controlli sulle operazioni di lavoro eseguite interamente dalle macchine)

3 LA STORIA del LAVORO L’inizio della rivoluzione industriale
La necessità di una solida ed efficiente organizzazione è molto sentita in periodi di forte espansione e assorbimento dei volumi di produzione da parte del mercato. Assorbimento delle merci diventa prioritario individuare tecniche di produzione e controllo dei processi. E’ quanto avviene a partire dal1870.

4 ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE (SCIENZA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO)
STUDIARE PROCESSO PRODUTTIVO RENDERLO PIU’ EFFICIENTE DIMINUIRE I COSTI PER PRODOTTO AUMENTARE LA COMPETITIVITA’ BATTERE LA CONCORRENZA

5 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
TAYLOR - la produttività dipende da mezzi di lavoro e uomini -. - per le macchine utensili studia approfonditamente il loro sfruttamento razionale definendo i parametri che influenzano la durata degli utensili - per gli uomini analizza tutti i movimenti necessari per eseguire le operazioni, determinandone i tempi eliminando quelli inutili.

6 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Modelli di gestione - Taylor Taylor fu il teorizzatore della “Organizzazione scientifica del lavoro”, che si basa su: • Sviluppo di conoscenze su basi scientifiche • Selezione scientifica della manodopera • Preparazione e perfezionamento dei lavoratori su basi scientifiche • Intima e cordiale collaborazione fra dirigenti e manodopera Il rendimento tende sempre più ad essere influenzato dal coordinamento dei vari reparti, mansioni e gruppi, più che dalla qualità e dallo sforzo singolo individuale.

7 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Modelli di gestione – Taylor Gli elementi operativi sono: • Creazione di un centro di programmazione • Standardizzazione delle operazioni e dei movimenti • Studio dei tempi e introduzione delle tariffe differenziali di cottimo • Utilizzazione di strumenti di rilevazione e controllo Inoltre la necessità di controllare “scientificamente” il lavoro porta ad una rigida standardizzazione dello stesso. Il rendimento tende sempre più ad essere influenzato dal coordinamento dei vari reparti, mansioni e gruppi, più che dalla qualità e dallo sforzo singolo individuale.

8 - divide l’organizzazione industriale in
FAYOL - divide l’organizzazione industriale in 6 funzioni: tecnica, commerciale, finanziaria, sicurezza, contabile amministrativa

9 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
I principi di Fayol L’autorità e la responsabilità Chi ha responsabilità deve avere autorità. La disciplina Senza disciplina viene meno il principio di autorità, in quanto esso implica il diritto di dare ordini e di pretendere obbedienza

10 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
L’unità di direzione Per ogni gruppo di attività che condivide lo stesso obiettivo deve esserci un solo capo L’unità di comando Ognuno deve ricevere ordini da un solo superiore e riferire solo a lui La linea di comando e l’area di comando Le linee di comando devono essere chiare e definite (organigrammi) ed essere le più brevi possibile.

11 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Remunerazione equa La remunerazione deve, nei limiti del possibile, soddisfare gli interessi dell’organizzazione e del collaboratore. Subordinazione dell’interesse individuale a quello dell’organizzazione Il principio si può tradurre nella opportunità di stabilire obiettivi aziendali che evitino il contrasto fra interesse personale e aziendale.

12 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Elton Mayo LE RELAZIONI UMANE SONO IN GRADO DI CONDIZIONARE LA PRODUZIONE QUANTO L’ILLUMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO, LA FATICA E LA RETRIBUZIONE (HARVARD UNIVERSITY 1930/40 Equipe Prof. Elton Mayo) Modelli di gestione - Mayo Elton Mayo condusse studi sistematici presso lo stabilimento di Hawthorne della Western Electric ( ). Obiettivo è mettere in discussione l’assunto tradizionale che i lavoratori fossero come elementi di una macchina, sensibili solo al comando,alla gratificazione economica o alla punizione, alle condizioni fisiche del lavoro.

13 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Mayo e il suo gruppo, che prende il nome di “relazionisti”, compresero che la produttività è in correlazione con le relazioni sociali, con la motivazione e con l’attenzione di cui le persone si sentono oggetto. Egli osservò che l’adozione di incentivi di gruppo condiziona i comportamenti dei singoli.

14 Le conclusioni dei relazionisti sono:
L’impresa è un sistema sociale, non solo tecnico ed economico L’individuo è motivato da fattori psicologici e sociali, non solo economici I gruppi rivestono grande importanza La leadership dovrebbe avere un approccio più “democratico” e meno “autoritario” L’informazione interna ha rilevante importanza Il management richiede capacità sociali, oltre che tecniche La motivazione è correlata alle esigenze sociali delle persone

15 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
Le attività produttive devono essere al servizio della collettività I dipendenti devono percepire una retribuzione che garantisca la tranquillità sociale Tutto il pubblico è un consumatore, anche i dipendenti Introduce il lavoro a catena (ritmo o cadenza: tempo intercorrente tra due pezzi) FORD ALFORD Elabora le norme sulla specializzazione (poche operazioni – elevate produzioni riduzione costo prodotto – minime scorte operazioni in relazione alla capacità)

16 GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA
LA PERSONALITA’ DELL’INDIVIDUO EVOLVE DA UNO STATO PASSIVO AD UNO ATTIVO E DI PIENA COSCIENZA. LA RIGIDA GERARCHIA E SPECIALIZZAZIONE POSSONO INIBIRE LO SVILUPPO EQUILIBRATO DELLA PERSONALITA’ ( Argyris) SODDISFATTI I BISOGNI PRIMARI (alimentazione, riposo ecc.), L’UOMO HA BISOGNO DI AUTOREALIZZARSI EFFETTUANDO LAVORI ADEGUATI ALLE SUE CAPACITA’. (Maslow)

17 PROBLEMATICHE INDUSTRIALI
PROBLEMI RICHIESTA DI NUOVI PRODOTTI E MODELLI NUMEROSE VARIAZIONI PER MODELLO PRODOTTO (versioni) RAPIDO INVECCHIAMENTO DEL PRODOTTO DIFFICOLTA’ DI PREVISIONE DELLA DOMANDA COSA DEVE FARE L’IMPRESA? PRODURRE AMPIA GAMMA DI PRODOTTI RINNOVARE SPESSO I PRODOTTI (cambiare rapidamente modello da produrre) PERSONALIZZARE IL PRODOTTO ( design – marchio ecc.) PRODURRE IN TEMPI BREVI NUOVI PRODOTTI ELEVATA QUALITA’ OBBIETTIVI IMPRESA VELOCITA’ DI LANCIO DEL PRODOTTO PRODUZIONE FLESSIBILE (cambiare velocemente il modello da produrre) RIDURRE MANODOPERA ( automazione cioè integrazione tra meccanica+informatica+elettronica) Utensili, materiali ecc robot SISTEMA CONTROLLO QUALITA’

18 STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE
Generalmente viene rappresentata tramite un ORGANIGRAMMA (Rappresentazione grafica dei livelli e loro relazioni) ORGANIGRAMMA PER FUNZIONI ORGANIGRAMMA AZIENDALE

19 STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE
LA CONOSCENZA DEI BISOGNI DEL TERRITORIO E LA LORO EVOLUZIONE NEL TEMPO, SONO I FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO E CONSEGUENTEMENTE PER REMUNERARE IL CAPITALE INVESTITO IN UN’AZIENDA ORGANIGRAMMA AZIENDALE Individuazione del prodotto o servizio necessari al territorio Quantificazione nell’immediato e nel futuro MARKETING STUDI TECNICI Progettazione, tecnologie per una corretta produzione Ogni ruolo aziendale deve essere occupato dalla persona con le giuste competenze PERSONALE Realizzazione del prodotto facendo ricorso a risorse sia interne che esterne (indotto) PRODUZIONE

20 STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE
VENDITA Vendita dei prodotti: saper presentare – far conoscere – giustificare il costo FINANZA Controllo costante della resa del capitale investito – PIANIFICAZIONE E CONTROLLO Ottimizzazione delle funzioni – Risponde alla Direz. Gen.le

21 STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE
ORGANIGRAMMA PER FUNZIONI della PRODUZIONE REPARTO ‘A’ REPARTO ‘B’ REPARTO ‘C’ MONTAGGIO CAMBIO MONTAGGIO MOTORE COLLAUDO MOTORE PRODUZIONE

22 MODELLI ORGANIZZATIVI AZIENDALI
GERARCHICO PER PRODOTTO GERARCHICO- FUNZIONALE A MATRTICE DECISIONI PRESE SOLTANTO DA DIRIGENTI OGNI LIVELLO CONTATTA IL SUO SUPERIORE PERICOLO DI DERESPONSABILIZZAZIONE DEI SOTTOPOSTI CHE NULLA DECIDONO DIVISIONE IN PICCOLE AZIENDE SNELLEZZA DECISIONALE RISPETTO AL GRANDE GRUPPO PROBABILE CONFLITTI DI AUTORITA’ STAFF DI SPECIALISTI CONSIGLIANO I RESPONSABILI DELLA LINEA GERARCHICA N.B. Allo Staff non è riconosciuto alcun potere decisionale OGNI PRODOTTO HA UN SUO REFERENTE AZIENDALE IL CLIENTE E’ MESSO IN CONTATTO CON LA PERSONA COMPETENTE

23 STRUTTURE E COMUNICAZIONE AZIENDALE
DEVE ESSERE: CHIARA RAPIDA IDENTIFICABILE ALLA FONTE COINCISA – CORRETTA IMMEDIATA AL SORGERE CHI LA INVIA DEL PROBLEMA (Dirigente, Reparto, ecc.) LA STRUTTURA AZIENDALE NON DEVE ESSERE DI OSTACOLO ALLA COMUNICAZIONE OGGI SI PREDILIGE LA STRUTTURA SNELLA (numero minore di livelli, riduzione dei passaggi per la comunicazione)

24 METODOLOGIE PRODUTTIVE
PRODUZIONE SNELLA PRODUZIONE: Attività finalizzate alla realizzazione di beni o servizi FABBRICAZIONE: Attività di conversione di materiali e risorse in beni o servizi PRODURRE MIGLIORANDO LA QUALITA’ DEI PRODOTTI RIDURRE I COSTI TRAGUARDI SUPERIORITA’ PRODUTTIVA (RAGGIUNGERE SEMPRE IL MASSIMI TRAGUARDO) PRODUZIONE A VALORE AGGIUNTO (ATTIVITA’ CHE AUMENTANO IL VALORE INIZIALE DEL MATERIALE) MIGLIORAMENTO CONTINUO (PORRE ATTENZIONE AD OGNI PARTICOLARE NEL PROCESSO PRODUTTIVO) METODOLOGIE PRODUTTIVE JUST IN TIME (materiali disponibili alla produzione quando servono) TMQ (totale dei prodotti senza alcun difetto) TCI (apportare anche le grandi o piccole modifiche per migliorare il prodotto)

25 NUOVA MENTALITA’ INDUSTRIALE
- NON SEMPRE SONO NECESSARIE TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA, MA E’ OBBLIGATORIO INTEGRARE E MIGLIORARE TUTTE LE FUNZIONI AZIENDALI – SINCRONIZZAZIONE TOTALE ESEMPIO: MODELLO AUTOMOBILISTICO GIAPPONESE ANNI ’70 - REALIZZAZIONE DI PRODOTTI SUPERIORI Esempio di errata sincronizzazione Settore produzione: migliora la produttività con continui aggiustamenti ( più pezzi per ogni ora) creando più utile ( più € disponibili) Settore finanziario: investe in altre attività (diversifica gli investimenti), commette errori di valutazione, crea perdite che vanno ad annullare quanto costruito dal Settore Produzione.

26 CONTABILITA’ NELL’AZIENDA
INDUSTRIALE (ANALITICA) Serve all’interno dell’azienda per prendere decisioni GENERALE (FISCALE) Obbligatoria per legge DEFINIZIONE: INFORMAZIONI SULLO STATO ECONOMICO E FINANZIARIO DELLE ATTIVITA’ DELL’AZIENDA OBBIETTIVO aumentare gli utili: 1)Aumentare i Ricavi – 2) Diminuire i costi - Gli utili possono essere utilizzati per investimenti o accantonati come capitale DIREZIONE (MANAGEMENT): Persone che dirigono una azienda

27 CONTABILITA’ GENERALE
Bilancio di esercizio Conto Economico Stato Patrimoniale ATTIVITA’ PASSIVITA’ PATRIMONIO NETTO ricavi ® costi © giacenze di magazzino UTILE NETTO = (R+ Giac. Finali) – C+ Giac. Iniziali) CONTABILITA’ GENERALE

28 CONTABILITA’ GENERALE
CONTO ECONOMICO VENDITE RICAVI CAPITALE (Capannoni, Uffici,Azioni, ecc) PRODOTTI (Materie prime, personale, ecc. COSTI GENERALI ( Luce, Riscaldamento, affitti, ecc. IMPOSTE (Tasse) NETTO (Differenza ricavi-costi) UTILE INVESTITO (Macchinari, Struttura, ecc. AZIONARIO (utile che viene diviso tra gli azionisti)

29 Ad un maggior volume di vendita, corrisponde sempre un maggiore utile?
ESEMPIO: Anno Anno 2008 RICAVI Vendite € € 7350 Capitale € € 110 Totale € € 7450 COSTI Prodotto € € Spese Gen.€ € 1600 Imposte € € 1050 Totale € € 6950 UTILE € € 500 ATTENZIONE ALL’AUMENTO DEI COSTI VARABILI ALL’AUMENTO DELLA PRODUZIONE

30 BILANCIO DI ESERCIZIO Definizione: ELABORAZIONE DELLE SCRITTURE CONTABILI Si divide in due parti: RICAVI COSTI GIACENZE ATTIVITA’ PASSIVITA’ PATRIMONIO NETTO UTLE NETTO= (Ricavi + Giacenze finali) – (Costi + Giacenze iniziali)

31 CONTABILITA’ INDUSTRIALE
Obbiettivi Risorse Procedure Aquisire dati in continuo Confronto tra valori reali e valori preventivi PIANIFICAZIONE RILEVAZIONE CONTROLLO SONO RICHIESTE COMPETENZE ECONOMICHE E TECNICHE (specialisti in contabilità e procedure)

32 IL C O S T O C O S T I QUALI SONO I COSTI?
La voce più importante che si deve conoscere in una azienda sono i: C O S T I IL PREZZO DA PAGARE PER OTTENERE UN BENE O UN SERVIZIO (QUANDO IL COSTO VIENE PAGATO SI SOSTIENE UNA SPESA) MATERIE PRIME ENERGIA PERSONALE CONSULENZE FINANZIARI Ecc. QUALI SONO I COSTI?

33 È classificato in funzione di diversi fattori:
IL C O S T O È classificato in funzione di diversi fattori: TEMPO DESTINAZIONE INCIDENZA DIRETTA CONTROLLABILITA’ INFLUENZA SULLE DECISIONI

34 COSTO IN FUNZIONE DEL TEMPO
IL C O S T O COSTO IN FUNZIONE DEL TEMPO COSTO STORICO costo di acquisto iniziale ( anno 2007 – Acciaio € 3,50 al Kg. Cs) COSTO CORRENTE costo dello stesso prodotto se voglio acquistarlo oggi (anno 2009 – Acciaio € 3,68 al Kg.) COSTO FUTURO dovendo programmare per il primo semestre calcolo del prezzo: Calcolo del costo di una risorsa dopo n anni Cn=Cs(1+i)^n (i= incremento % prezzo - n= numero anni)

35 IL C O S T O COSTO IN FUNZIONE DELLA DESTINAZIONE
COSTI SOSTENUTI PER UN DETERMINATO SETTORE CANCELLERIA RAPPRESENTAZE COLLABORAZIONI COSTI CHE INCIDONO SULLA PRODUZIONE COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI ACQUISTI CHE SERVONO SOLTANTO NON ASSIMILABILI ALLA PRODUZIONE ALLA PRODUZIONE COSTI CONTROLLABILI: costi modificabili con interventi COSTI CHE INFLUISCONO SULLE DECISIONI:scelte delle modalità di produzione COSTI FISSI: affitti, manodopera, utensili ecc. ( non influiscono sulle decisioni)

36 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
Fondamentale per una azienda è la determinazione dei costi in funzione del prodotto I COSTI si dividono in: DIRETTI INDIRETTI Hanno relazione solo con il prodotto Hanno poca o nessuna relazione con il prodotto Stipendi impiegati, affitto, energia, tecnici, dirigenti ecc. (Coefficienti di ripartizione) MATERIE PRIME MACCHINE MANODOPERA

37 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
E’ NECESSARIO DETERMINARE QUANTO INCIDE OGNI VOCE SUL COSTO DEL PRODOTTO (COEFFICIENTE DI IMPIEGO) ESEMPIO: MATERIALE: 0,30Kg. Acciaio Costo € 3,50 al Kg. MANODOPERA 10 minuti Costo € 24,00 ora/lavoro MACCHINA 10 minuti Costo € 20,00 ora/lavoro CALCOLO COSTO PRODOTTO: Cp= (0,30*3,50)+(10/60*24)+(10/60*20) Cp= 1, ,34 = € 8,39 Costo per 100 pz. € 839,00 + tutti gli altri costi sono costi indiretti

38 ESERCIZIO CALCOLO DEL COSTO CORRENTE E FUTURO
Si deve preventivare un lavoro che prevede l’utilizzo di acciaio C40 per la produzione di alberi. La produzione deve avvenire nei seguenti periodi: Giugno – Dicembre 2010 Giugno - Dicembre 2011 Giugno – Dicembre 2012. Il materiale necessario per ogni anno è di Kg. Per il primo lavoro, l’acciaio è stato acquistato nel giugno 2009 ad € 4,80 al Kg. Per i successivi si prevede di acquistarlo in un unico stock, per convenienza, a giugno 2010. Determinare: Costo corrente (Cc)al primo lavoro; Costo futuro (Cf) al secondo ed al terzo lavoro. Tramite informazioni, è previsto un tasso bancario pari al 5,5% annuo. Consegna per VENERDì 5 febbraio su foglio protocollo.

39 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
VALORE AGGIUNTO (Wa) DIFFERENZA TRA RICAVO DALLA VENDITA DEL PRODOTTO E COSTO DELLA MATERIA PRIMA CALCOLO: Wa = RI – Cmp Wa = € 100,00 – € 10,00 = € 90,00 VALORE AGGIUNTO PERCENTUALE (indice di trasformazione che una risorsa ha subito) CALCOLO Wa in % (Wp) Wp = (Wa/Ri) *100 Wa= (90/100)*100= 90%

40 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Wp = 100 ATTIVITA’ INDUSTRIALI ATTIVITA’ COMMERCIALI Wa= 100 Quando il prodotto è comprato e venduto (non c’è trasformazione), il ricavo è vicino al costo Wa vicino a zero

41 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
ESERCIZIO: Costruire su carta millimetrata il diagramma “VALORE AGGIUNTO” nei due casi descritti ed eseguire i calcoli necessari su foglio protocollo. (è ammesso l’uso del computer) COMMERCIO Ricavo unitario prodotto 1 Ru1 62,50 prodotto2 Ru2 140 prodotto3 Ru3 210 prodotto 4 Ru4 290 prodotto 5 Ru5 380 prodotto 6 Ru6 450 prodotto 7 Ru7 700 Costo materia prima prodotto 1 Cmp1 50 prodotto 2 Cmp2 100 prodotto 3 Cmp3 150 prodotto 4 Cmp4 200 prodotto 5 Cmp5 250 prodotto 6 Cmp6 280 prodotto 7 Cmp7 450

42 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
INDUSTRIA Ricavo unitario prodotto 1 Ru1 50 prodotto2 Ru2 100 prodotto3 Ru3 150 prodotto 4 Ru4 200 prodotto 5 Ru5 300 prodotto 6 Ru6 450 Costo materia prima prodotto 1 Cmp1 10 prodotto 2 Cmp2 17 prodotto 3 Cmp3 20 prodotto 4 Cmp4 25 prodotto 5 Cmp5 30 prodotto6 Cmp6 40

43 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSTI - PRODUZIONE Generalmente una azienda aumenta il suo utile quando produce e vende una quantità maggiore di prodotto All’aumento della produzione si ha un aumento dei costi Tipo di costi in relazione alla produzione COSTI VARIABILI (dipendono dalla domanda e sono proporzionali all’aumento della produzione) COSTI SEMIFISSI ( non hanno un andamento costante, non sono proporzionali alla produzione aumentano quando la produzione è al disopra della capacità produttiva) COSTI FISSI (non variano al variare della produzione; esempio:stipendi, affitti, ecc.) N.B. Alcuni costi rimangono fissi entro certi limiti di produzione dopodichè subiscono variazioni e diventano semifissi.

44 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
Rappresentazione grafica dei tipi di costi A= variabili proporzionali COSTI B= variabili non sempre proporzionali C= fissi VOLUME DI PRODUZIONE PER PIANIFICARE CORRETTAMENTE UNA STRATEGIA AZIENDALE, SI DEVONO CONOSCERE I RICAVI, GLI UTILI, I COSTI CHE SONO DIPENDENTI DALLA PRODUZIONE E DALLE VENDITE. I RICAVI, GLI UTILI ED I COSTI VARAIBILI DIPENDONO DAL VOLUME DELLA PRODUZIONE. LA VARIAZIONE NEL TEMPO DEI COSTI UNITARI, NON PERMETTE LA COSTRUZIONE LINEARE DELLA VARIAZIONE

45 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
SI PUO’ ORGANIZZARE LA PRODUZIONE SOLO QUANDO C’E’ DOMANDA? NO, E’ ANTIECONOMICO – E’ NECESSARIO MANTENERE UN MINIMO DI CAPACITA’ PRODUTTIVA PER FARE CIO’ SI DEVONO SOSTENERE DETERMINATI COSTI FISSI: COSTI DI CAPACITA’ COSTI PROGRAMMATICI COSTI FISSI DI CAPACITA’ MANUTENZIONE IMPIANTI RISCALDAMENTO – ILLUMINAZIONE ECC. RICERCA – PUBBLICITA’ ECC. QUADRI DIRETTIVI E TECNICI (patrimonio dell’ azienda)

46 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSA SUCCEDE QUANDO SI VUOLE PRODURRE AL DISOPRA DELLA CAPACITA’ DELL’AZIENDA? ESEMPIO: UNA MACCHINA UTENSILE SI FA LAVORARE 16 ORE INVECE DI 8 ORE; AUMENTANO I COSTI FISSI (RISCALDAMENTO, ILLUMINAZIONE, SORVEGLIANZA ECC. DIVENTANO SEMIFISSI O SEMIVARIABILI AD UNA MAGGIORE PRODUZIONE, NON SEMPRE CORRISPONDE UN UTILE MAGGIORE N.B. E’ IMPORTANTE PRODURRE FINO A CHE I COSTI RIMANGONO FISSI QUESTO INTERVALLO DI PRODUZIONE E’ CHIAMATO INTERVALLO OPERATIVO

47 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEGLI INTERVALLI OPERATIVI COSTI V V2 V3 VOLUMI DI PRODUZIONE

48 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSTRUZIONE DELLA RETTA DELLA VARIABILITA’ DEI COSTI , N. COSTO UNIT. € Della materia prima nel tempo VOLUME PRODOTTO 1 10 15.000 2 8,5 20.000 3 7,7 25.000 4 6,9 30.000 5 7,2 35.000 6 6,8 40.000 7 7,1 45.000 COSTI PER PRODUZIONE RETTA COSTO-VOLUME VOLUME PRODOTTO Rappresenta la variazione nel tempo dei costi

49 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
ANALISI COSTI-PROFITTI CON QUALE VOLUME DI PRODUZIONE L’AZIENDA FARA’ UTILI? N.B. Il ricavo della vendita di un prodotto deve comprendere tutti i Costi Totali + Margine di guadagno Quando l’utile sara’ uguale a zero, il ricavo e’ pari alle spese sostenute Rt = ricavo totale Ru = ricavo unitario Vp= volume vendita Vb= volume pareggio Ct = costi totali = (Ctu+Cvu)*V Ctu= costo totale per unità di prodotto Cf = costi fissi (l’azienda sostiene sempre dei costi fissi indipendenti dalla produzione) Cvu = costi variabile per unità prodotta

50 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA U T I L E Concludendo possiamo dire che: V<Vp perdita V=Vp pareggio V>Vp utile VOLUME DI PAREGGIO Cf VOLUME PRODUZIONE CONSIDERAZIONI: L’azienda sostiene sempre dei costi fissi indipendenti dalla produzione Produzione nulla, azienda in perdita Produzione in crescita, ai costi fissi si aggiungono i variabili I ricavi cominciano a compensare i costi L’utile si sposta verso valori sempre più elevati

51 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
PUNTO DI EQUILIBRIO (Break Even Point BPE) RICAVI MARGINE DI SICUREZZA Ms = Vp-Vb U UTILI COSTI / RICAVI Cv BEP COSTI VARIABILI PERDITE Cf Vb Vp VOLUME PRODUZIONE BEP indica il volume di produzione per il quale i ricavi sono pari ai costi N.B. A PARITA’ DI RICAVI, PRIMA SI INCONTRA IL PUNTO BEP MAGGIORI SONO GLI UTILI LE AZIENDE CHE HANNO UN BASSO BEP SONO PIU’ STABILI, HANNO PIU’ Ms

52 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
ESERCIZIO Prodotto Q.ta’ prodotta Lampadine 100W Ru= € 1,25 al pz Cf= € ,00 totali Cv= € 0,75al pz. QUANDO SI ARRIVERA’ ALLPAREGGIO E QUANTO SARA’ L’UTILE FINALE? DETERMINARE: PUNTO DI PAREGGIO ( BEP) - UTILE FINALE COSTRUIRE IL DIAGRAMMA RELATIVO

53 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
VARIAZIONI TRA PROCESSI DI PRODUZIONE Esempio degli effetti della diminuzione dei costi fissi U1 U2 COSTI / RICAVI BEP1 LEGENDA Cv Rt1 Cv1 Rt2 Cv2 Cf2 Cf1 BEP2 Cf Vb2 Vb1 Vp VOLUME PRODUZIONE Abbassando i costi fissi si crea più utile, Si aumenta il margine si sicurezza

54 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
VARIAZIONI TRA PROCESSI DI PRODUZIONE Esempio degli effetti della diminuzione dei RICAVI per effetti della concorrenza U1 U2 U2 COSTI / RICAVI LEGENDA BEP1 BEP3 Cv Rt1 Cv1 Rt2 Cv2 Cf2 Cf1 BEP2 Cf Vb2 Vb1 Vb3 Vp VOLUME PRODUZIONE Diminuzione degli utili Diminuzione del Margine di Sicurezza Spostamento verso Dx del BEP

55 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
ESERCIZIO: CONFRONTARE I DATI DI DUE PRODOTTI E RICAVARE LE CONCLUSIONI. PRODOTTO 2 Pezzi prodotti 2000 Materia prima € ,00 Manodopera € ,00 Costi fissi € ,00 Ricavo unitario € ,00 PRODOTTO 1 Pezzi prodotti 2000 Materia prima € ,00 Manodopera € ,00 Costi fissi € ,00 Ricavo unitario € ,00 Determinare analiticamente: Punti BEP – Utili 1 e 2 – Volumi di pareggio - Ricavo totale COSTRUIRE I RELATIVI DIAGRAMMI SULLO STESSO PIANO CARTESIANO

56 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
Una azienda che produce televisori LCD presenta la situazione rappresentata in tabella. Determinare analiticamente e graficamente il punto di equilibrio (BEP) sapendo che sono stati venduti 6000 pz. ESERCIZIO: DATI: Materie prime € ,00 Manodopera € ,00 Spese generali € ,00 Spese vendita € ,00 Spese amministrative € ,00 Spese ricerca € ,00 Ricavi totali € ,00 Costruire tabella costi fissi - costi variabili - costi totali - ricavi Sapendo che: Spese generali, Spese di vendita, Spese amministrative sono in piccola percentuale variabili (detta percentuale è a piacere) Nella seconda parte l’esercizio deve contemplare un aumento dei costi fissi del 2,5% ed i ricavi del 4,5%. Con i nuovi dati costruire il nuovo diagramma sullo stessa piano cartesiano e trarre le dovute conclusioni

57 ORGANIZZAZIONE DLLA PRODUZIONE
CLASSIFICAZIONE DEI COSTI Alcuni esempi di classificazione dei costi: COSTI PER VOLUME Costi sostenuti per il volume di produzione stabilito ( Fissi – Semifissi – Variabili) COSTI PER PRODOTTO Costo sostento per produrre un singolo prodotto (Diretti – Indiretti) COSTI PER SETTORE Costo riferito al settore funzionale per il quale è stata sostenuta la spesa (Produzione – Amministrazione – Distribuzione ecc.)

58 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSTO MEDIO UNITARIO FISSO Cfu= Cf/V COSTO MEDIO UNITARIO VARIABILE Cvu= Cv/V RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Costo Medio Unitario Cfu Cvu V Produzione minima, Costo Fisso medio è massimo, Produzione massima Costo Fisso medio minimo, dipende dal volume della produzione Produzione minima oppure Produzione massima, il Costo Variabile è costante non dipende dal volume della produzione

59 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSTO DELLE PRINCIPALI RISORSE DI PRODUZIONE Costo della materia prima (materiali provenienti dall’esterno che serve a completare un prodotto) da dare al materiale che va alla produzione. Fattori di costo: giacenza di magazzino costo di fornitura ( mai costante nel tempo) METODI: MEDIA PONDERALE (somma dei costi delle partite in giacenza diviso la loro quantità) – Cu=ΣQi*Cui/ΣQi FIFO (primo entrato, primo uscito ) LIFO (ultimo entrato, primo uscito) COSTO STANDARD (costo attribuito indipendentemente dal costo storico) COSTO FINE MESE (alla fine del mese, si determina il costo medio del mese e si applica nel mese successivo) (Il valore delle giacenze è superiore rispetto agli altri metodi) (Il valore delle giacenze è inferiore rispetto agli altri metodi)

60 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
FIFO ENTRATE USCITE GIACENZE Giorno Q.tà Pr.Uni. Valore 1 300 500 75 68 56.500 2 200 15.000 100 76 41.500 3 700 83 58.100 99.600 4 550 38.100 50 61.500 5 600 87 52.200 6 800 CALCOLARE

61 LIFO ENTRATE USCITE GIACENZE Q.tà Pr.Uni. Valore 1 300 500 75 68
Giorno Q.tà Pr.Uni. Valore 1 300 500 75 68 56.500 2 200 15.000 76 42.900 3 700 83 58.100 4 550 38.100 150 55.350 5 600 87 52.200 6 800 CALCOLARE

62 ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
COSTO DELLE PRINCIPALI RISORSE DI PRODUZIONE Costo della manodopera Composta da: Retribuzione diretta (stipendio percepito dal lavoratore) Retribuzione indiretta (ferie, mensa ecc.) Oneri sociali (INPS – INAIL ecc.) A carico del datore di lavoro

63 PROCESSI PRODUTTIVI FASI CICLO DI VITA DI UN PROCESSO PRODUTTIVO
TASSO DI INNOVAZIONE CONTENUTO TECNOLOGICO PRODOTTO PROCESSO TECNOLOGICO Fase fluida di ricerca Maturità tecnologica e produttiva Fase stabile quando non sono possibili modifiche di processo tecnologico e produttivo FASE FASE DI FASE FLUIDA TRANSIZIONE STABILE FASI All’inizio un prodotto ha un alto tasso tecnologico – Più passa il tempo e più il tasso di innovazione diminuisce, infine non si riesce più a produrre innovazione sul prodotto

64 PROCESSI PRODUTTIVI EVOLUZIONE TECNICA NO CESSAZIONE NO
Alla fine della fase statica occorre capire per tempo quando è necessario cambiare prodotto o affrontare la sua evoluzione tecnologica EVOLUZIONE TECNICA NO CESSAZIONE NO SINDROME DEL VELIERO Quando si rimane attaccati per lungo tempo legati ad una produzione obsoleta

65 PROCESSI PRODUTTIVI DIVERSIFICHIAMO! (rimanendo nello stesso campo)
Problematiche del cambiamento: COSA VUOLE LA GENTE? CHE PROBLEMI O CHE ASPETTATIVE DEVE SODDISFARE IL NUOVO PRODOTTO? INDAGINE DI MERCATO – PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO - Soluzioni possibili (quale la migliore?) Affidabilità Problematiche future (manutenzione) Durata (per quanto tempo deve grantire le prestazioni per cui è stato progettato) PRELIMINARE FINALE Prototipo Processo produttivo Problemi del Processo Disegni complessivi e particolari

66 PROCESSO PRODUTTIVO PROCESSO DI FABBRICAZIONE
In base a quanto definito si passa alla scelta del PROCESSO DI FABBRICAZIONE (potenzialità dell’impianto: continuo, discontinuo, inertmittente Prima di decidere è importante definire la scelta dei fattori che lo influenzano La domanda prevista (quantità in unità tempo stabilita) La standardizzazione dei componenti (parti con processo produttivo simile) Il ritmo di produzione (pezzi per unità di tempo) La ripetitività dei cicli (da discontinuo a continuo?) La difficoltà di lavorazione (innovazione tecnologica presente)

67 PROCESSO PRODUTTIVO IL PROCESSO DI FABBRICAZIONE può essere:
OCCASIONALE DISCONTINUO RIPETITIVO CONTINUO LOTTI LOTTI RIPETUTI GRANDE SERIE GRANDISSIMA (dipende dal mercato) SERIE (Pochi esemplari)

68 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA TIPO DI PRODOTTO/TIPO DI PROCESSO
PROCESSO PRODUTTIVO RAPPRESENTAZIONE GRAFICA TIPO DI PRODOTTO/TIPO DI PROCESSO Processo CONTINUO RIPETITIVO DISCONTINUO OCCASIONALE D C B A LOTTI LOTTI Ripetuti GRANDE serie GRANDISSIMA serie Produzione Sale sopra la linea: investimenti attrezzature specializzate, scarsa flessibilità, incidenza sui costi unitari piccola. Scende sotto la linea: investimenti fissi limitati, struttura flessibile, costi unitari elevati, attrezzature non specialis. A= Navi B= Auto serie limitate C= Frigoriferi D= Viterie

69 AUTOMAZIONE: meccanica+elettronica+informatica
PROCESSO PRODUTTIVO AUTOMAZIONE: meccanica+elettronica+informatica La scelta del livello di automazione, dipende dal processo produttivo scelto. Per la sua scelta si devono considerare vari fattori: VELOCITA’ E QUALITA’ FACILITA’ E SICUREZZA FLESSIBILITA’ TIPO DI MANODOPERA RICHIESTA TEMPI DI ATTREZZAGGIO RISCHIO DI OBSOLESCENZA FACILITA’ E FREQUENZA DI MANUTENZIONE COSTO DELLE SOLUZIONI Per livello di automazione si intende l’insieme di macchine flessibili e specializzate

70 TIPIOLOGIE DI AUTOMAZIONE
PROCESSO PRODUTTIVO TIPIOLOGIE DI AUTOMAZIONE CENTRO DI LAVORO (MC) entri polifunzionali – controllo automatico della macchina e cambio automatico utensile o attrezzature ROBOT INDUSTRIALI (IR) manipolatori programmabili governato automaticamente Industrial Robots si muovono nella direzione desiderata SISTEMI FLESSIBILI (FMS) integrano le caratteristiche dei centri di lavoro e dei robot per la movimentazione automatica – consente la produzione di piccoli lotti a costi contenuti – produzioni variabili – diversi tipi di produzione PRODUZIONE INTEGRATA DA COMPUTER (CIM) integrazione tra informazione e processo produttivo le informazioni commerciali sono comunicate al processo che varia la quantità ed il modello in funzione della vendita Machining Center Flexible Manifacturing Systems Computer Integrated Manifacturing

71 PROCESSO PRODUTTIVO PIANO DI PRODUZIONE
QUANDO E’ STATO DEFINITO IL PRODOTTO DA COSTRUIRE, SI ORGANIZZA IL: PIANO DI PRODUZIONE (Tutte le operazioni necessarie a realizzare il prodotto nuovo in una fabbrica esistente o da costruire) COSA prodotto indagine di mercato QUANDO periodo stagionale o altre situazioni QUANTO quantità prev. comm.ne ricerche di mercato COME processo tecnologico + efficiente e - costoso DOVE località in funzione dei costi e strutt.

72 PROCESSO PRODUTTIVO PRODUZIONE (INSIEME DI AZIONI DA COMPIERE PER AVERE IL PRODOTTO FINITO) DOVE TUTTA INTERNA PARZIALMENTE INTERNA TUTTA ESTERNA COME IN SERIE A LOTTI JUST INN TIME

73 PROCESSO PRODUTTIVO PRODUZIONE IN SERIE
COSTRUIRE ELEMENTI DI UN COMPLESSIVO UNO INDIPENDENTEMENTE DALL’ALTRO ASSICURANDONE L’INTERCAMBIABILITA’ TIPI: piccola serie; media serie; grande serie NECESSITA DI INVESTIMENTI COSTOSI IN MACCHINARI (Elevati costi di ammortamento che sono COSTI FISSI (Cf) inversamente proporzionali al volume di produzione) Costo Unitario Cu = Cf / V Produzione conveniente per un elevato volume di produzione

74 PROCESSO PRODUTTIVO PRODUZIONE A LOTTI PRODUZIONE A LOTTI RIPETIBILI
FABBRICAZIONE DI UN LIMITATO NUMERO DI ESEMPLARI (min.2) (Generalmente è una produzione su commessa) Non è garantita l’intercambiabilità tra lotti diversi Le dimensioni della commessa indicheranno il ciclo di produzione appropriato E’ necessario ricorrere ad attrezzature ad ampia flessibilità La produzione di un determinato articolo può ripetersi e avremo PRODUZIONE A LOTTI RIPETIBILI N.B. La produzione a lotti ripetibili assomiglia molto alla produzione in serie

75 Un solo ciclo di produzione a tempo indeterminato
PROCESSO PRODUTTIVO LE PRODUZIONI IN SERIE O A LOTTI POSSONO ESSERE: CONTINUA INTERMITENTE …. Un solo ciclo di produzione a tempo indeterminato Quando l’impianto è predisposto per produrre prodotti simili contemporaneamente

76 PRODUZIONE PRODUZIONE CONTINUA Produzione Continua:
Per questo tipo di produzione è importantissimo lo studio preventivo del processo produttivo Produzione Continua: A ciclo tecnicamente obbligato A ciclo libero Macchine non modificabili nella loro successione ( es. Impianto siderurgico) Macchine che posono svolgere anche altre operazioni ( es. industria meccanica) VANTAGGI SVANTAGGI Scarsa flessibilità dell’impianto Elevati costi dell’impianto Stop per qualsiasi inconveniente Costi unitari (Cu) contenuti – Operazioni ottimizzate Rendimenti elevati Controlli standardizzati

77 PRODUZIONE PRODUZIONE INTERMITTENTE
A ciclo tecnicamente obbligato A ciclo libero Il processo di produzione può variare le attrezzature ed il materiale in lavorazione in funzione delle richieste di mercato ( intermittenza di carattere temporale ( Ind. Automatizzata) Macchine che posono produrre contemporaneamente più prodotti (più cicli produttivi es. industria meccanica con più commesse contemporaneamente) VANTAGGI Adattare la produzione alle richieste di mercato Elevato grado di saturazione produttiva delle macchine SVANTAGGI: Costi produttivi più elevati Trasporti interni più difficili Controllo prodotti più laboriosi

78 PRODUZIONE PRODUZIONE PER REPARTI PRODUZIONE IN LINEA
Stabilito, il tipo di produzione in funzione del prodotto e del mercato, si decide Sul tipo di dislocazione interna alla fabbrica del processo produttivo. PRODUZIONE PER REPARTI PRODUZIONE IN LINEA Reparto è quella zona all’interno della fabbrica, dove si svolgono le lavorazioni uguali o simili. ( saldatura, fresatura, tornitura ecc.) Linea di produzione è una successione consecutiva di posti di lavoroche eseguono una operazione in tempi uguali UF.1 M1 REP.1 REP.2 UF.2 M.U. 1 M.U.2 M.U.3 M.U..4 M2 REP.3 REP4 UF.3

79 PRODUZIONE PER REPARTI
I reparti possono essere dislocati anche in fabbriche diverse Gli operai hanno esperienza e possono controllare su più macchine Attrezzi e utensili comuni rimangono nel magazzino del reparto I pezzi passano da un reparto all’altro in modalità FLUSSO TOTALE DEL LOTTO FLUSSO DI SOTTOLOTTI

80 PRODUZIONE DIAGRAMMI CARICO-MACCHINA (o di Gantt)
REPARTI Torni Fresatrici Trapani Rett.ci FLUSSO TOTALE DEL LOTTO A B TEMPI FLUSSO DEL SOTTOLOTTO REPARTI Torni Fresatrici Trapani Rett.ci Legenda Tempo preparazione macchine Tempo Lav.ne lotto Tempo lav. sottolotti A B TEMPI AB = TEMPO TOTALE

81 Tempo che intercorre tra l’uscita di un pezzo e il successivo
PRODUZIONE PRODUZIONE IN LINEA Esempio: Magazzini interoperazionali (utili per eventuali interruzioni di flusso) TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIF.CE Semi lavorati Pezzi torniti Pezzi fresati Pezzi forati Pezzi finiti Nella produzione in linea occorre mantenere il ritmo o cadenza Tempo che intercorre tra l’uscita di un pezzo e il successivo

82 PRODUZIONE PRODUZIONE IN LINEA Saturazione delle macchine utensili
N.B. La produzione va organizzata in modo tale che macchine utensili vanno fatte lavorare al massimo della loro capacità produttiva Per produrre un pezzo sono necessarie lavorazioni di tornitura, fresatura, trapanatura, rettificatura. Per ogni lavorazione necessita un tempo di lavorazione diverso. Esempio: TEMPO Tempi per lavorazione: tornitura 10 min. fresatura 12 min trapanatura 8 min. rettificatuara 14 min. 20 MIN. 15 MIN. 10 MIN. 5 MIN. TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

83 PRODUZIONE Cadenza delle operazioni 14 minuti (lavorazione più lunga)
TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA CALCOLO % DI LAVORO (saturazione) Tornio = 100*(10/14) = 71% Fresatrice = 100*(12/14) = 85% Trapano = 100*(5/14) = 35% Rettifica = 100*(14/14) = 100% UTILIZZO NON OTTIMALE DELLE MACCHINE UTENSILI Cadenza delle operazioni 14 minuti (lavorazione più lunga) Le altre macchine producono lo stesso numero di pezzi della rettificatrice

84 Calcolo della percentuale di saturazione
PRODUZIONE SOLUZIONI: AUMENTO DEL NUMERO DI MACCHINE CHE HANNO UN TEMPO Più ALTO ORE STRAORDINARIO PER MACCHINE CHE HANNO UN MAGGIO TEMPO DI LAVORO UTILIZZO DELLE MACCHINE CON MINOR TEMPO DI LAVORO PER ALTRE PRODUZ. UTILIZZO PER MENO ORE AL GIORNO DELLE MACCHINE CON MINOR TEMPO DI LAVORO Se si vuole arrivare alla massima produzione si incrementa il numero di macchine utensili che hanno tempi di lavoro maggiori (in questo caso mettendo in linea due rettificatrici. 20 MIN. 15 MIN. 10 MIN. 5 MIN. Calcolo della percentuale di saturazione TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA IL NUOVO RITMO E’ ORA IMPOSTATO SULLA FRESATRICE

85 PRODUZIONE Due fresatrici in linea Il Ritmo è dato dal tornio
20 MIN. 15 MIN. 10 MIN. 5 MIN. Due fresatrici in linea Il Ritmo è dato dal tornio TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA Calcolo della percentuale di saturazione dei due casi 20 MIN. 15 MIN. 10 MIN. 5 MIN. Due torni in linea Il Ritmo è dato dal trapano TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

86 PRODUZIONE Se l’aumento della capacità produttiva riguarda brevissimi periodi mentre normalmente la produttività soddisfa le richieste del mercato, si può pensare di aumentare le ore lavorative di alcune M.U. Per variazioni di produzione più consistenti (occupano un periodo molto lungo) si interviene aumentando il numero delle M.U., in questo caso in fase di progettazione si deve lasciare spazio laterale per la loro allocazione. Se si prevedono variazioni di prodotto, occorre una modifica della linea, lavoro del quale occorre determinarne i costi e calcolare se i maggiori ricavi compensano con un utile le spese che si sosterranno

87 PRODUZIONE PRODUZIONE PER MAGAZZINO
Questa produzione riguarda prodotti con richiesta di mercato medio-alta La produzione viene determinata su analisi previsionali La produzione presenta perciò un certo margine di incertezza. Questo sistema comporta un immobilizzo di capitale dovuto all’immagazzinamento dei prodotti I magazzini devono contenere il minor materiale possibile ma soddisfare tutte le richieste.

88 PRODUZIONE Tipi di Magazzino
Materie Prime (Materiali che servono alla realizzazione del prodotto, laminati, ecc.) Materiali ausiliari (non fanno parte del prodotto finito ma aiutano la realizzazione, oli, utensili) Materiali di consumi (non entrano a far parte del prodotto finito, tipo cancelleria ecc.) Semilavorati (Accumulo intermedio di pezzi delle varie lavorazioni) Prodotti finiti (pronti alla vendita o all’invio presso i mag. Periferici) Periferici (prodotti finiti vicino ai mercati locali) Attualmente la tendenza è di ridurre al minimo le giacenze di magazzino – Si va verso una gestione “a domanda”, attivata su un ordine

89 PRODUZIONE PRODUZIONE PER COMMESSA
Quando una lavorazione viene attivata su ordine di un cliente Vantaggi: assenza di magazzino Svantaggi: - produzione flessibile ( M.U.costose)- - manodopera polivalente- - programmazione in tempi brevi – - decisioni rapide e adattamento alle richieste del cliente

90 PRODUZIONE JUST IN TIME
Modello produttivo che coniuga minimo investimento e costi di produzione ( minime scorte) Soddisfacendo le richieste di mercato “ produrre quantità giusta al momento giusto” CONDIZIONI: - Fabbricare gli stessi prodotti e più tipi al giorno - - lotti di produzione ridotti – - riduzione dei tempi di attrezzaggio e ridotto tempo fermo macchina - - qualità del prodotto eccellente - - i fornitori devono fornire semilavorati senza difetti (non ci sono scorte) - - riduzione del LAND TIME (tempo necessario a cambiare produzione) -


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