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ALLOGGIARE I PELLEGRINI E AMMONIRE I PECCATORI in alcuni scritti di Don Guanella PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale.

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1 ALLOGGIARE I PELLEGRINI E AMMONIRE I PECCATORI in alcuni scritti di Don Guanella PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016

2 Guanella Luigi, Massime di spirito e metodo di azione (1888-1889), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p.26. Le nostre case «sono focolari di fede per i poveri innanzitutto, i più indifesi di fronte al pericolo della irreligiosità: le Congregazioni e gli istituti pii che il cielo assegna come oasi or qua or là nel deserto del mondo, sono quasi fonti copiose di alimento spirituale dove, accorrendo i pellegrini sitibondi e stanchi, che non sono pochi, abbiano ristoro e aumentino le forze per continuare sino al termine il cammino della perfezione cristiana». Nelle opere di don Guanella sono tanti i riferimenti all’opera di misericordia Alloggiare i pellegrini. Bisogna accoglierli provvedendo a tutte le loro necessità corporali e spirituali.

3 Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità (1905), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1113. «Si abbia cura degli emigranti all’estero, mediante apertura di chiese, di scuole, di ospedali e ricoveri: gravissimo dovere ai giorni nostri è quello di venire in soccorso spirituale e corporale di quei numerosi fratelli nostri costretti a emigrare in regioni estere, dove incontrano spesso la rovina della fede con la stessa rovina corporale». Don Guanella avrebbe molto da dire con il suo carisma in questo nostro tempo nei confronti dei fratelli che ci chiedono ospitalità e accoglienza. Per lui, lo straniero, l’emigrato, era un fratello da accogliere e metterlo a tavola con sé «Il primo e più abbandonato fra tutti, raccoglietelo voi e mettetelo a mensa con voi e fatelo vostro, perché questi è Gesù cristo».

4 Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1907, p. 118-119. «Dopo aver raccolto dalle vie del dolore gli uomini della povertà e della sventura per servirne e confortarne la stanca vecchiaia e dopo aver cercato di assottigliare le reclute del vizio e della rivoluzione col trasportare nei nostri asili di provvidenza i piccoli figli del disonore e dell’abbandono le nostre istituzioni, benchè umili, agognano a fondare il regno d’amore nel cuore di bisognosi». Per don Guanella l’ospitalità era una necessità ed era attuata nei confronti di tutti. La sua prima casa è stata biblicamente chiamata l’Arca di Noè, perché vi trovava alloggio tutti coloro che chiedevano ospitalità.

5 Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, gennaio 1911, p. 1. Don Guanella, caratterizzare i contenuti essenziali del compito educativo, ne esprime i due grandi settori con una chiarezza di formule molto semplici e chiare: «dar pane del corpo e pane dello spirito a quelli che bussano alle porte dell’Istituto; gli sventurati devono trovare nelle mie umili case ricovero e timor santo di Dio». Troviamo anche qui il riferimento all’opera di misericordia Alloggiare i pellegrini, attraverso quel binomio così caro a San Luigi Guanella: ‟ Dare Pane e Signore.

6 LUIGI GUANELLA, Vieni meco. Per le suore missionarie americane in uso nella Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Como (1913), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 796. «Le case della Congregazione devono riguardarsi come case di Dio, nelle quali la Provvidenza intende provvedere; anzi il comando di preferire i più abbandonati viene pure da Dio». Don Guanella voleva che le sue case fossero aperte e accoglienti per dare ospitalità a tutti, in particolare per i più abbandonati e svantaggiati.

7 Guanella Luigi, Massime di spirito e metodo di azione (1888-1889), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p.29. «Bisogna poi che a vicenda gli uni gli altri si incoraggiano, si ammoniscano, che soavemente, ma con forza, si spingano all’operare in modo che i membri della Casa, giorno dopo giorno, migliorino sé stessi e siano pure di giovamento agli altri per qualche buon progresso nella virtù». Ammonirsi con soavità e forza, esperienza sempre presente nel Sistema Educativo di San Luigi Guanella.

8 Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 923. «Un giovanetto che, ammonito, non tiene una buona condotta o potrebbe essere di scandalo agli altri, o lascia comprendere che crescerà tale da non farci onore, sarà, previo avviso, allontanato». Qui troviamo i tre passaggi necessari per attuare la correzione fraterna: Ammonire prima la persona da sola, poi con qualche testimone e per finire con tutta la comunità.

9 Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 976. «La natura dell’Istituto è di educare specialmente al buon costume e poi di concedere quanto si può di quella libertà familiare che normale delle buone famiglie cristiane, notando che la libertà vera è sciogliersi dai lacci delle passioni di superbia, di avarizia, di concupiscenza e praticare ogni sorta di virtù». Anche in questa affermazione di don Luigi Guanella possiamo intravedere un riferimento all’opera di misericordia Ammonire i peccatori: sciogliere dai lacci della superbia, dell’avarizia, della concupiscenza.

10 Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 968. «La confessione sacramentale è l’effetto del divino amore per i peccatori…vi si accostino con timore, perché compiono azione altissima, ma più ancora con confidenza e con amore, perché si accostano al tribunale della divina misericordia. Si esorti molte volte al sacramento della Confessione, per vincere pericolose tentazioni e perché crescano nel timor di Dio: all’offesa di Dio si fa guerra da tutti nella Casa, tutti devono dire ‟ morire, non peccare. Qui don Guanella si riferisce all’esperienza di San Domenico Savio. Lui diceva meglio ‟ morire, non peccare. La confessione è per don Guanella il farmaco divino per i peccatori…quel si esorti lo possiamo intendere stimolo di ammonizione verso coloro che avevano peccato.

11 LEONARDO MAZZUCCHI, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, Nuove Frontiere, Roma 2013, p. 479-480. «I tempi e le circostanze ci han fatti cadere in basso…Quanti ingannati e illusi. Le nostre piaghe sono specialmente tre. Prima è la superbia, per cui si rifiuta ogni soggezione: è uno spirito di rivolta si estende. Donde la smania di libertà, di godere, di divertirsi: la sfrenatezza dissoluta, il corrompimento del costume. E poiché l’uomo ha bisogno di tentare di giustificare razionalmente tali sentimenti, ecco il naturalismo, il paganesimo che intossica…Il mondo è un ospedale». Don Leonardo Mazzucchi riprendendo il pensiero di don Guanella mette in evidenza alcuni peccati di quell’epoca (ma anche di quella di oggi) che dovevano essere denunciati attraverso l’ammonimento evangelico.

12 Nelle opere di don Guanella sono tanti i riferimenti all’opera di misericordia Alloggiare i pellegrini. Bisogna accoglierli provvedendo a tutte le loro necessità corporali e spirituali. Secondo te questa opera di misericordia è ancora attuale? Come guanelliano condividi quello che ha detto don Guanella?

13 Don Guanella avrebbe molto da dire con il suo carisma in questo nostro tempo nei confronti dei fratelli che ci chiedono ospitalità e accoglienza. Per lui, lo straniero, l’emigrato, era un fratello da accogliere e metterlo a tavola con sé «Il primo e più abbandonato fra tutti, raccoglietelo voi e mettetelo a mensa con voi e fatelo vostro, perché questi è Gesù cristo». Hai mai ospitato uno straniero a casa tua? Pensi sia difficile oggi alloggiare uno straniero a casa nostra?

14 Don Guanella voleva che le sue case fossero aperte e accoglienti per dare ospitalità a tutti, in particolare per i più abbandonati e svantaggiati. Come cooperatori possiamo pensare a qualche segno in quest’anno della misericordia nei confronti dei nostri fratelli stranieri?

15 Ammonirsi con soavità e forza, esperienza sempre presente nel Sistema Educativo di San Luigi Guanella. Sai ammonire con soavità e forza?

16 Per don Guanella sciogliere dai lacci della superbia, dell’avarizia, della concupiscenza era sinonimo di ammonimento. Pensi di avere il coraggio di ammonire un fratello o una sorella se riconosci che sta peccando si superbia, di avarizia o di concupiscenza?

17 La confessione è per don Guanella il farmaco divino per i peccatori. Lui voleva che si esortasse il fratello, anche con l’ammonirlo, a confessarsi frequentemente. Come ti poni davanti a coloro che non si confessano mai?


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