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Milano, 12 marzo 2012 IMPRESA FORMATIVA SIMULATA LEGGE 28 marzo 2003, n.53 Art. 4. DL 15 aprile 2005 n. 77 (Alternanza Scuola-Lavoro) Barbara Nebuloni.

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1 Milano, 12 marzo 2012 IMPRESA FORMATIVA SIMULATA LEGGE 28 marzo 2003, n.53 Art. 4. DL 15 aprile 2005 n. 77 (Alternanza Scuola-Lavoro) Barbara Nebuloni Francesco Caruso

2 Milano, 12 marzo 2012 L’IFS e i suoi processi Processi Attività di processo Prestazioni OUTPUT Business Plan -Elaborazione Business Idea -Analisi di fattibilità di mercato -Individuazione struttura logistica organizzativa -Analisi e connotazione prodotto servizio -Comunicazione prodotto servizio -Elaborazione previsioni economiche finanziarie -Individuare la Business idea -Effettuare l’analisi del territorio e del mercato( domanda/ offerta) -Connotare la business idea in termini di prodotto servizio offerto -Definire la struttura logistico organizzativa (localizzazione, forma, ruoli ) -Elaborare il piano comunicazionale -Costruire il piano economico finanziario previsionale Documento BP ( obbligatorio) Allegato Business Idea ( non obbligatorio) Allegato Analisi territorio (non obbligatorio) Allegato Organigramma (obbligatorio) Costituzione Analisi forme giuridiche e iter documentale costitutivo - Definire la forma giuridica scelta in funzione attività IFS -Redigere i documenti costitutivi Atto Costitutivo e Statuto(obbligatori) WEB Creazione Spazio WEBElaborare la pagina WEB connotativa dell’attività IFS Pubblicazione Sito Web IFS (obbligatorio)

3 Milano, 12 marzo 2012 Partendo dal Business Plan Business Plan (fasi di lavoro ) Ruoli operativi Metodologie e strumenti Tempi StudentiDocenti/ Consulenti Il piano di marketing Il prodotto servizio e la sua analisi La comunicazione e commercializzazione Definiscono il prodotto servizio ( attività principale e aggiuntiva ) Formulano in dettaglio la sua articolazione ( struttura attività, servizi base e complementari offerti Listino prezzi, …) Individuano modalità e strumenti pubblicitari e promozionali Definiscono il messaggio comunicazionale dell’attività IFS Formulano il piano di comunicazione ( target, modi, luoghi, tempi, costi) Individuano modalità di distribuzione del prodotto servizi Svolgono attività di consulenza e coordinamento Forniscono criteri e modalità di lavoro Effettuano il monitoraggio lavori ( rispetto tempi e modalità) Controllano il risultato prodotto e indicano eventuali interventi correttivi Lavoro di gruppo Mappe di sintesi/connotazi one Briefing Logo e materiale pubblicitario Format piano comunicazione Sito WEB IFS Periodo durata

4 Milano, 12 marzo 2012 Cosa deve contenere un sito ORGANIGRAMMA DOCUMENTI STRUTTURA LOGISTICA OFFERTA PRODOTTI/SERVIZIO NEWS MANIFESTAZIONI CONCORSI LINK UTILI

5 Milano, 12 marzo 2012 La struttura di una pagina web HEADER Informazioni utili VOCE1VOCE2VOCE3VOCE4VOCE5VOCE6VOCE7 BODY MENU' SECONDARIO VOCE1 VOCE2 VOCE3 VOCE4 VOCE5 VOCE6 VOCE7 FOOTER

6 Milano, 12 marzo 2012 La progettazione del Sito web Presentazione (chi siamo, con quali motivazioni, esperienze, competenze, etc.) Sintesi dell’idea di impresa (come è nata e con quali obiettivi) Il piano di marketing (quale target, quale prodotto- servizio, quale prezzo, quali modalità distributive e comunicazionali ) Il processo lavorativo e le sue fasi (come si acquista, come si produce, come si commercializza) La struttura organizzativa (quali dimensioni, dove si opera, quale modello organizzativo e quali ruoli) Il prodotto/servizio CREARE LA MAPPA DEL SITO ORGANIZZANDONE IL CONTENUTO E DEFINENDONE LA GERARCHIA INFORMATIVA

7 Milano, 12 marzo 2012 La mappa del Sito web

8 Milano, 12 marzo 2012 Gli standard di navigazione Gli elementi strutturali vanno messi dove le persone si aspettano di trovarli. Le interfacce web sono diventate uno standard e i link strutturali dei siti andrebbero posizionati in questo modo: Contenuti principali: centro pagina Barre di navigazione primarie: orizzontalmente nella parte superiore della pagina Barre di navigazione secondarie: verticalmente sulla sinistra Ritorno alla home/intestazione del sito: in alto a sinistra Ogni riferimento al contenuto della pagina (intestazione) deve essere sempre ben chiaramente visibile, in genere sotto il menu di navigazione.

9 Milano, 12 marzo 2012 BASTA POCO PER ELIMINARE LE BARRIERE ANCORA MENO PER NON CREARLE

10 Milano, 12 marzo 2012 Le Motivazioni SOCIALI Progettiamo e creiamo portali SUPERABILI e non SUPER-ABILI, ricordiamoci che ogni disabile ha una sua specificità e quindi è necessario declinare tutti gli aspetti della diversità. ECONOMICHE La possibilità della tecnologia di soddisfare un numero sempre maggiore di utenti ci spinge verso un concetto di progettazione universale. LEGALI D.l. 4/2004

11 Milano, 12 marzo 2012 DIFFICOLTA’ MOTORIE DIFFICOLTA’AUSILI · precisione del puntatore· tastiera più grande · mantenimento del puntatore· emulatori di mose · trascinamento· NO scrollbar · doppioclick· NO popup, banner · NO menù con sottomenù che richiedono precisione di puntamento NON VEDENTI o IPOVEDENTI IMMAGINI ACCESSIBILIAUSILI Si clicca sull’immagine per ascoltare un breve testo.· Screen Reader Si inserisce un testo equivalente dello stesso colore dello sfondo leggibile, stampabile ma invisibili. · Uso barra/tab TABELLE solo per strutturare dati e non per impaginare. Usare il tag SUMMARY per inserire il sommario di una tabella. · Stampante Braile ACRONIMI devono essere sempre esplicitati. IPOVEDENTI INGRANDITORIAUSILI Pagine web in grado di riadattarsi modificando il FONT ( 14-18 pixel verdina) e bilanciare il contrasto cromatico (sfondo scuro-caratteri chiari). Non usare il corsivo, Sì il grassetto. Monitor di almeno 17” a bassa risoluzione 640X480 NON UDENTI Affiancare ai suoni opportune segnalazioni visive. ESEMPI DI BARRIERE VIRTUALI

12 Milano, 12 marzo 2012 Alcuni esempi 3PCOLOR S.r.l. S.E.F. S.r.l. ADVISORYWEB42 S.r.l.

13 Milano, 12 marzo 2012 IMPRESA FORMATIVA SIMULATA Grazie per l’attenzione


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