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BIOGRAFIA IL MISTERO DELLA MORTE ARCHIMEDE FISICO ARCHIMEDE MATEMATICO ARCHIMEDE INVENTORE ARCHIMEDE SCIENZIATO Ricerca a cura della classe 1^A geo.

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Presentazione sul tema: "BIOGRAFIA IL MISTERO DELLA MORTE ARCHIMEDE FISICO ARCHIMEDE MATEMATICO ARCHIMEDE INVENTORE ARCHIMEDE SCIENZIATO Ricerca a cura della classe 1^A geo."— Transcript della presentazione:

1 BIOGRAFIA IL MISTERO DELLA MORTE ARCHIMEDE FISICO ARCHIMEDE MATEMATICO ARCHIMEDE INVENTORE ARCHIMEDE SCIENZIATO Ricerca a cura della classe 1^A geo

2 BIOGRAFIA TORNA AL MENU’ Archimede nasce a Siracusa nel 287 a.C. Egli si recò ad Alessandria d’Egitto dove conobbe alcune delle più grandi menti del tempo. Archimede ebbe modo di osservare meccanismi complessi come l’organo ad acqua. Tornato a Siracusa, Archimede, scopre il valore del Π. In seguito Archimede definisce il primo principio della leva, scrisse un libro fingendo di contare i granelli di sabbia di una spiaggia dimostra che i numeri possono essere finiti. Re Gerone, dopo aver affidato all’orafo diversi pezzi d’oro per farsi creare una corona nuova, si vede consegnare una corna dello stesso peso corrispondente all’oro consegnato. Ovviamente Gerone ordina ad Archimede di smascherare la truffa; l’idea gli venne proprio mentre faceva il bagno “Eureka!!!..Eureka!!!…”. Un altro viaggio ad Alessandria per Archimede e questa volta a borda della Siracusia. Durante il viaggio la nave ha imbarcato acqua ma grazie alla colea la stiva è stata svuotata. Quando ritorna a Siracusa, il grande inventore, crea una vera meraviglia: il planetario. Geronimo, erede di Gerone, dichiara guerra a Roma, intanto i romani inviano un esercito guidato da Marcello che assedia la città. Archimede studia catapulte, lancia dardi, artigli mobili, gru girevoli e specchi ustori, sono terribili strumenti al servizio di Siracusa.

3 IL MISTERO DELLA MORTE “Ad un tratto entrò nella stanza un soldato e gli ordinò di andare con lui da Marcello. Archimede rispose che sarebbe andato dopo aver risolto il problema e messa in ordine la dimostrazione. Il soldato si adirò, sguainò la spada e lo uccise”. Le ultime sue parole furono: “noli, obsecro, istum disturbare” cioè “non rovinare, ti prego questo disegno”. Cicerone racconta di aver trovato la tomba grazie ad una sfera inscritta in un cilindro. Ci sono altre teorie sulla morte di Archimede. Secondo Tito Livio e Plutarco, Marcello, sarebbe stato profondamente addolorato per la sua morte. Questi autori raccontano che fece dare onorevole sepoltura allo scienziato.sepoltura PRESUNTA TOMBA DI ARCHIMEDE

4 LA TOMBA Dopo la morte di Archimede, il console Marcello, avrebbe fatto eseguire una cerimonia ufficiale e avrebbe dato una degna sepoltura al siracusano. Prima di morire, Archimede, espresse il desiderio che sulla tomba venissero scolpiti un cilindro circoscritto ad una sfera, ed un iscrizione la quale indicava il rapporto esistente fra i volumi e le superfici di questi due solidi. Marcello venne a conoscenza del volere di Archimede, così, fece incidere sulla pietra ciò che il defunto desiderò. TORNA AL MENU’ SFERA INSCRITTA IN UN CILINDRO, SIMBOLO SULLA TOMBA DI ARCHIMEDE

5 PESO SPECIFICO LA VITE LE LEVE LA SPINTA DI ARCHIMEDE TORNA AL MENU’

6 PESO SPECIFICO Gerone II, tiranno di Siracusa, volle offrire nel tempio una corona d’oro, ma l’orafo sostituì una parte dell’oro con dell’argento, che combinò con la restante parte d’oro in una lega. All’apparenza la corona risultava perfetta ma, essendo sorto il sospetto della contraffazione e non potendo far nulla per dare corpo a tale sospetto, Gerone pregò Archimede di risolvere il problema. Archimede iniziò a pensarvi intensamente, e mentre si accingeva a fare il bagno, osservò che entrando nella tinozza usciva acqua in proporzione al volume del corpo che entrava. Intuì così di colpo il sistema con cui avrebbe potuto accertare la purezza dell’oro della corona: avrebbe preparato due blocchi, uno d’oro e uno d’argento, ciascuno di peso uguale a quello della corona e li avrebbe immersi in acqua misurandone il volume spostato da ciascuno e la relativa differenza, poi avrebbe accertato se la corona avesse spostato un volume d’acqua uguale a quello spostato dal blocco d’oro. TORNA AD ARCHIMEDE FISICO

7 LA VITE È un dispositivo elementare usato per sollevare un liquido, o un materiale sabbioso, ghiaioso, o frantumato. La macchina è costituita da una grossa vite posta all’interno di un tubo. La parte inferiore del tubo è immersa nell’acqua, dopodiché ogni passo raccoglie un certo quantitativo di liquido. L’energia per la rotazione può essere fornita dalla rotazione di una maniglia, da animali, da eliche di mulini a vento o da un trattore agricolo. TORNA AD ARCHIMEDE FISICO LA VITE

8 LE LEVE Macchina semplice che consiste in un asta rigida che ruota intorno a un punto fisso detto "fulcro". A un'estremità dell'asta si applica la forza che deve essere vinta, "resistenza" e all'altra estremità la forza vincitrice, "potenza". La distanza dal fulcro alla resistenza è detta: "braccio della resistenza" (br). La distanza tra la potenza e il fulcro è detta: "braccio della potenza" (bp). TORNA AD ARCHIMEDE FISICO LEVA DI 1° GENERE

9 SPINTA DI ARCHIMEDE La spinta di Archimede è una legge fisica, dove egli enunciava: “Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume di fluido spostato”. TORNA AL MENU’ DUE ESEMPI DI CORPI CHE SUBISCONO LA SPINTA DI ARCHIMEDE

10 QUADRATURA DEL CERCHIO MISURA DEL CERCHIO QUADRATURA DELLA PARABOLA POLIEDRI SEMIREGOLARI “CONTA GRANELLI DI SABBIA” TORNA AL MENU’

11 QUADRATURA DEL CERCHIO La quadratura del cerchio è un classico problema della geometria greca. L’obiettivo è quello di costruire, solo con riga e compasso, un quadrato con la stessa area del cerchio. Soltanto nel 1882 venne dimostrata rigorosamente la sua impossibilità. Risolvere il problema della quadratura del cerchio significa trovare il valore algebrico di π, il che è impossibile. E’ invece possibile costruire un quadrato con area molto simile a quella del cerchio dato. TORNA AD ARCHIMEDE MATEMATICO SCHEMA DELLA QUADRATURA DEL CERCHIO

12 LA MISURA DEL CERCHIO Nel breve lavoro “La misura del cerchio” viene dimostrato che un cerchio è equivalente a un triangolo con base uguale alla circonferenza e altezza eguale al raggio. Tale risultato è ottenuto approssimando arbitrariamente il cerchio, dall'interno e dall'esterno, con poligoni regolari inscritti e circoscritti. Con lo stesso procedimento Archimede espone un metodo con il quale può approssimare arbitrariamente il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio dato, rapporto che oggi si indica con π. TORNA AD ARCHIMEDE MATEMATICO VARI POLIGONI REGOLARI INSCRITTI E CIRCOSCRITTI NEL CERCHIO

13 QUADRATURA DELLA PARABOLA Nell’opera quadratura della parabola è calcolata l’area di un segmento di parabola non necessariamente ortogonale all’asse della parabola, trovando che vale i 4/3 dell’area del massimo triangolo in esso iscritto. Si dimostra che il massimo triangolo iscritto può essere ottenuto mediante un determinato procedimento. Archimede dimostra che il massimo triangolo inscritto in un segmento di parabola può essere ottenuto mediante un determinato procedimento. Il segmento della secante compreso tra i due punti di intersezione è detto base del segmento di parabola. TORNA AD ARCHIMEDE MATEMATICO SCHEMA DELLA QUADRATURA DELLA PARABOLA

14 POLIEDRI SEMIREGOLARI I solidi archimedei sono in tutto 13 e traggono il loro nome da Archimede, che li ha trattati in un’opera ora perduta. Troncare un poliedro significa “limare” un suo vertice V fino a sostituirlo con un poligono che interseca tutti gli spigoli del poliedro che incidono sul vertice V. In parole più precise si definisce: il troncamento di un poliedro relativo a un suo vertice V è l’eliminazione dal poliedro stesso di una piramide che ha come vertice il punto V e come base il poligono ottenuto selezionando il poliedro con un piano che interseca tutti gli spigoli che incidono in V. Se il numero di tali spigoli è n, la base della piramide eliminata è un n-angolo e costituisce una faccia del nuovo poliedro; questo perde un vertice per acquistarne n e acquista anche n nuovi spigoli. TORNA AD ARCHIMEDE MATEMATICO

15 “CONTA GRANELLI DI SABBIA” L'opera è dedicata a una delle figure più importanti della vita dello studioso: il re di Siracusa Gerone II. Lo scopo dichiarato di Archimede è quello di dimostrare che il numero di granelli di sabbia esistenti non è infinito, e di darne anche un limite. Lo scienziato si servì delle ottadi per calcolare il numero dei granelli di sabbia necessari per riempire tutto l'Universo. Calcolò le dimensioni di un granello di sabbia, pari alla decima parte di un seme di papavero. Conoscendo poi, grazie agli studi di Aristarco di Samo e di Eratostene, la circonferenza della Terra e la sua distanza dal Sole, prese in esame il cielo delle stelle fisse ed arrivò alla conclusione che l'universo avesse un diametro di 9 miliardi di chilometri. Tale grandezza sarebbe stata riempita da un numero di granelli di sabbia pari a 1063, praticamente nemmeno 8 ottadi. L'opera, pur essendo la più semplice dal punto di vista delle tecniche matematiche tra quelle di Archimede, ha vari motivi di interesse.

16 THE END

17 LA BALESTRA SPECCHI USTORI CATAPULTA OROLOGIO AD ACQUA TORNA AL MENU’

18 LA BALESTRA La balestra è un arma da lancio costituita da un arco di legno o acciaio, montato su di una calciatura (fusto) denominata teniere e destinata al lancio di quadrelli, frecce, strali, bolzoni, palle, o dardi. La corda viene bloccata a un meccanismo chiamato noce. Lo scatto avveniva tirando giù un piolo. La corda veniva tesa grazie a un meccanismo a gancio chiamato crocco. la balestra è stata l'arma più devastante che un singolo soldato poteva utilizzare. Infatti, ha un potere di penetrazione tale da forare le armature dei cavalieri. TORNA AD ARCHIMEDE INVENTORE COMPONENTI DELLA BALESTRA

19 SPECCHI USTORI Archimede utilizò per la prima volta questa tecnica nell’assedio di Siracusa. Gli specchi ustori vengono descritti come composti da almeno 24 grandi specchi piani, disposti in una figura esagonale su un graticcio ruotante su un palo fissato al terreno. I raggi del sole concentrati dagli specchi in un unico punto sarebbero stati in grado di bruciare il legno delle navi romane. TORNA AD ARCHIMEDE INVENTORE IMMAGINE SPECCHI USTORI

20 CATAPULTA La catapulta fu inventata dai Greci nel IV secolo a.C. e perfezionata da Archimede. Era un’enorme costruzione di legno, provvista di ruote, con la quale si lanciavano grosse pietre. La forza della catapulta era fornita dalle corde ritorte. Prima si rilasciavano un po’ per porre il "braccio" della catapulta in posizione orizzontale. Una volta caricato il cucchiaio, si tendevano le corde e si sparava. Il "braccio" scattava in posizione verticale e il proiettile veniva lanciato. TORNA AD ARCHIMEDE INVENTORE

21 ANTICITERA TORNA AL MENU’

22 OROLOGIO AD ACQUA Un manoscritto arabo contiene la descrizione di un orologio ad acqua particolarmente ingegnoso progettato da Archimede. Nell’orologio il flusso dell’acqua uscente è reso costante grazie all’introduzione di una valvola galleggiante TORNA AD ARCHIMEDE INVENTORE IMMAGINE OROLOGIO AD ACQUA

23 ANTICITERA Le migliori informazioni su quest’oggetto sono fornite da Cicerone, il quale scrisse che nel 212 a.C. il console Marco Claudio Marcello portò a Roma un apparecchio costruito da Archimede che riproduceva la volta del cielo su una sfera e un altro che prediceva il moto apparente del sole, della luna e dei pianeti, equivalente quindi a un moderno planetario. La macchina di Antichitera è il più antico calcolatore meccanico. Trae il nome dall’isola greca di Anticitera (Cerigotto) presso cui è stata rinvenuta. Ora è conservata presso il museo archeologico nazionale di Atene. MECCANISMO ANTICITERA TORNA AL MENU’


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