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1 Dall’integrazione all’inclusione: evoluzione pedagogico-giuridica a livello nazionale, europeo e internazionale Prof. Domenico Milito TFA II ciclo (6.

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1 1 Dall’integrazione all’inclusione: evoluzione pedagogico-giuridica a livello nazionale, europeo e internazionale Prof. Domenico Milito TFA II ciclo (6 CFU) Insegnamento Didattica e Pedagogia speciale 5 marzo 2015

2 2 Prof. Domenico Milito - Principi e valori costituzionali - I significati di Inserimento, Integrazione e Inclusione - Modelli teorici: dall’integrazione all’inclusione Indice

3 Costituzione - art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". - art. 4: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società". - art. 38: "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale". 3 Prof. Domenico Milito Principi e valori costituzionali

4 4 I significati di Inserimento, Integrazione, Inclusione Prof. Domenico Milito

5 5 INSERIMENTO Prof. Domenico Milito

6 6 Il termine inserimento non pone ormai questioni interpretative: è diffusamente consolidata la tendenza a circoscrivere la questione alla fase storica che ha riguardato il passaggio degli alunni portatori di handicap dalle classi differenziali e scuole speciali alle classi di scuola comune

7 7 Preoccupazioni espresse in campo pedagogico Prof. Domenico Milito Rischio di realizzare un’operazione meramente burocratica che avrebbe corrisposto solo larvatamente a un processo di effettiva integrazione verso cui, invece, si sarebbe dovuto puntare con fermezza e determinazione

8 8 Prof. Domenico Milito Agire sul piano organizzativo e didattico, ricercando e sperimentando strategie e modalità di programmazione e di intervento sempre più efficaci ASSUNTO

9 9 Il paradigma culturale degli anni Settanta del secolo scorso che fu quello partecipativo Prof. Domenico Milito Punto di riferimento fondamentale da cui ripartire

10 10 INTEGRAZIONE Prof. Domenico Milito EXCURSUS NORMATIVO

11 11 Legge n. 118 del 30 marzo 1971 Prof. Domenico Milito Conferma l’impegno di tutela del diritto all’integrazione per lottare contro forme di emarginazione che apparivano sempre più evidenti. L’articolo 2 descriveva le persone con handicap in questi termini: “Cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenia di carattere organico e dismetabolico, insufficienza mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subìto una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età”.

12 12 Prof. Domenico Milito Legge n. 118 del 30 marzo 1971: Ha prefigurato il principio dell’abbattimento delle barriere architettoniche, anche se solo sette anni dopo sarebbe entrato in vigore il regolamento attuativo di cui al D.P.R. n. 348/78, che ha configurato, tra l’altro, i vari tipi di barriere.

13 13 Legge n. 517 del 4 agosto 1977 Prof. Domenico Milito Ha o sancito l’abolizione delle classi differenziali o avviato forme di integrazione in favore degli alunni portatori di handicap, attraverso l’inserimento nelle classi normali sostenuto dalla presenza di insegnanti specializzati o promosso nuove forme di gestione dei tempi, degli spazi, delle risorse scolastiche o prefigurato una diversa organizzazione della classe, prevedendo attività di gruppi a livello intra e inter-classe.

14 14 Prof. Domenico Milito Con la Legge n. 517/1977 fu avviato un processo di medicalizzazione dell’handicap lasciando prevalere, purtroppo, l’aspetto certificativo; ciò contribuì indirettamente a provocare un’inarrestabile deriva sul piano formativo per quegli alunni ai quali, pur presentando notevoli difficoltà, disturbi e svantaggi, non venivano rivolte forme di tutela in quanto privi di un’adeguata certificazione (1) 1. Milito D., Belsito F., Strategie metodologiche per l’integrazione e l’inclusione, Roma, Anicia, 2014

15 15 C.M. n. 258 del 22 settembre 1983 Prof. Domenico Milito Fornisce indicazioni per il raggiungimento di intese tra: Scuole Enti Locali Azienda Sanitaria in favore dell’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap

16 16 Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 Prof. Domenico Milito  Detta i principi dell’ordinamento in materia di: - diritti - integrazione sociale - assistenza della persona handicappata  Ha segnato una svolta politica e culturale a favore delle persone disabili  Ha focalizzato la situazione di handicap, proiettandola verso una condizione ben più ampia di svantaggio sociale

17 17 Prof. Domenico Milito Progetto globale di integrazione: - educativo - riabilitativo - sociale Art. 13 Tale tripartizione è stata effettuata dal legislatore non con la volontà di provocare compartimentalizzazioni (e, quindi, scissioni invalicabili fra le diverse programmazioni degli interventi al servizio delle persone in situazione di handicap), bensì essendo diversi gli attori intervenienti, titolari ognuno di determinate responsabilità e chiamati ad operare in un contesto sociale, istituzionale, politico molto complesso, si è voluto circoscrivere gli ambiti di competenza tenendo, sullo sfondo, comunque, lo scenario è tale da inquadrare i processi attivati seguendo un’ottica sinergica e ispirata da un unico scopo: la piena integrazione delle persone disabili nella famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro, nella società

18 18 D.P.R. 24 febbraio 1994 Prof. Domenico Milito Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle Unità Sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap. Declina dettagliatamente la configurazione degli strumenti di progettazione introdotti dalla Legge n. 104/1992: -Diagnosi Funzionale (DF) -Profilo Dinamico Funzionale (PDF) -Piano Educativo Individualizzato (PEI)

19 19 Legge-quadro n. 328 del 18 ottobre 2000 Prof. Domenico Milito Ha prefigurato la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali al fine di promuovere il “progetto globale di vita ” Il paradigma era quello di un sistema formativo integrato scuola-territorio, con nuove sinergie tra gli attori formativi, economici, culturali e sociali di una comunità, nuovi percorsi di alternanza scuola-lavoro, nuove risposte di formazione professionale funzionali al “progetto di vita” della persona disabile.

20 20 Prof. Domenico Milito Il processo di integrazione è stato lento, tanto che solo alla fine degli anni Novanta si poteva sostenere che l’integrazione stava entrando nella sua età adulta e che la sua funzione di stimolo e di arricchimento della qualità della scuola per tutti gli alunni si faceva sentire finalmente con forza

21 21 Prof. Domenico Milito Solo a seguito delle riforme che investirono l’intero quadro di sistema* venne diffusamente rivendicato il passaggio dall’uguaglianza delle opportunità (edifici, trasporti, mense, servizi, assistenza) all’uguaglianza degli esiti formativi per tutti _________________________ * Dalla Legge n. 104/1992 in poi si è andato affermando il paradigma culturale della valorizzazione dei territori da cui presero origine il federalismo amministrativo con la famosa Legge Bassanini 1 (Legge n. 59 del 1997) e il federalismo politico-istituzionale con la prima legge di riforma costituzionale della storia della Repubblica (Legge n. 3 del 2001)

22 22 Prof. Domenico Milito INCLUSIONE EXCURSUS NORMATIVO

23 23 Prof. Domenico Milito Il termine “inclusione” è stato reso ufficiale dalla Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità (New York – 13 dicembre 2006), ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009

24 24 Prof. Domenico Milito Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità (2006) Scopo: promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità promuovere il rispetto per la loro inerente dignità La Convenzione ha recepito quanto risultava formalizzato dall’OMS nel 2001 attraverso il superamento delle diverse concezioni di disabilità diffusamente in uso nelle epoche precedenti.

25 25 Prof. Domenico Milito La versione pienamente condivisa dall’OMS e recepita dalla Convenzione è stata quella che interpreta la disabilità come un’interazione fra caratteristiche funzionali della persona e contesto. Il modello che ne scaturisce è quello bio-psico-sociale posto alla base dell’ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute), secondo cui la disabilità sorge da un’interazione fra le caratteristiche funzionali di una persona e l’insieme di aspetti fisici, psicologici, attitudinali e sociali tipici dell’ambiente in cui essa si trova a vivere

26 26 Prof. Domenico Milito Finalmente risultava superata la visione radicalmente biomedica, secondo la quale la disabilità era da considerare come la conseguenza diretta di una menomazione o di una limitazione, collegando proprio a tali fattori, opportunamente certificati, gli interventi da porre in essere sul soggetto stesso per puntare ad un miglioramento della qualità della vita.

27 27 Prof. Domenico Milito Principi (a) Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale (compresa la libertà di compiere le proprie scelte) e l’indipendenza delle persone; (b) La non-discriminazione; (c) La piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; (d) Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; (e) La parità di opportunità; (f) L’accessibilità; (g) La parità tra uomini e donne; (h) Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità

28 28 Prof. Domenico Milito Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) Diramate con nota ministeriale n. 4274 del 4 agosto 2009, hanno fornito indicazioni in materia di integrazione scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado. Il testo normativo insiste molto sul valore dell’integrazione come frutto dello scambio relazionale fra alunni con disabilità e compagni e sull’importanza del senso pedagogico di questo rapporto che si realizza in classe.

29 29 Prof. Domenico Milito Introducono due elementi di riferimento importanti: -la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità -l’ICF (Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute introdotta nel 2001 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità), fondamentale indicatore da considerare nella Diagnosi Funzionale (DF), nel Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e nel Piano Educativo Individualizzato (PEI)

30 30 Prof. Domenico Milito È interessante rilevare che la citata normativa viene riletta alla luce : -del nuovo principio costituzionale dell’autonomia scolastica (Legge n. 59 del 15 marzo 1997) -della Convenzione mondiale sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009 -dell’ICF, tre fonti che permettono disuperare la visione unilaterale sanitaria della disabilità con l’adozione di un approccio bio-psico-sociale, proposto a tutti gli operatori della scuola

31 31 Prof. Domenico Milito Il subentrare e il diffondersi del termine "inclusione" ha posto importanti questioni all’interno del dibattito pedagogico e politico-istituzionale: basti pensare al superamento del concetto di integrazione come processo riferito esclusivamente alle persone disabili per effetto del subentrare di un’ottica rivolta a problematiche ben più ampie e complesse come quella riguardante i bisogni educativi speciali

32 32 BES Prof. Domenico Milito Macrocategoria riferita a qualsiasi difficoltà evolutiva in ambito educativo e/o istruzionale causata da un funzionamento problematico per il soggetto in termini di danno, ostacolo al suo benessere, limitazione alla sua libertà e stigma sociale, indipendente dall’eziologia e che necessita di educazione speciale individualizzata

33 33 Prof. Domenico Milito Il riconoscimento di tale macrocategoria, intesa come l’insieme di alunni esposti al rischio dell’insuccesso scolastico, ha implicato l’attribuzione di un particolare valore al termine inclusione, ritenuto più funzionale al riconoscimento del diritto alla diversità non soltanto identificata con la disabilità.

34 34 Prof. Domenico Milito Ad ampliare l’orizzonte, facendo anche per certi versi chiarezza, ha contribuito la classificazione effettuata dall’OCSE ( Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) con cui sono state individuate tre macrocategorie transnazionali a cui ricondurre tutti i BES: 1. disabilità o deficit, spesso ben definibili in termini medico- sanitari derivanti da carenze organico-funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici) 2. difficoltà emotive e comportamentali o specifiche difficoltà di apprendimento (DSA) 3. alunni svantaggiati che presentano problemi determinati dall’ambiente socio-economico, culturale e socio-linguistico di provenienza.

35 35 INCLUSIONE Prof. Domenico Milito Possibilità di accogliere le differenze e le diversità individuali in contesti ecologici a misura di persona umana dove ogni persona è una risorsa valorizzata da una cultura condivisa che riconosce l’importanza del rispetto delle peculiarità di ognuno e il valore dello star bene insieme.

36 Prof. Domenico Milito

37 IntegrazioneInclusione

38 Il focus viene spostato dalle situazioni della disabilità, alla ricerca nell’uguaglianza in termini di possibilità e scelte Il superamento della disabilità non coincide con l’adeguamento ad una "normalità", ma con l’ampliamento delle possibilità di scelta per l’individuo Prof. Domenico Milito

39 La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra: La condizione di salute di un individuo e I fattori personali da un lato E i fattori ambientali (che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo dall’altro) Prof. Domenico Milito

40 Ci si concentra sulle barriere che esistono all’interno del contesto sociale, Le quali impediscono a una persona di raggiungere lo stesso livello di funzionamento Di una persona che non abbia una menomazione. È la società a dover essere ridisegnata! Prof. Domenico Milito

41 I modelli della disabilità Individuale (Medico) Individuale (Medico) ICF Sociale (Disability Studies) Capacità (Capability Approach) Prof. Domenico Milito


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