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Programma SID Scientiam Inquirendo Discere ProgettoFibonacci L’esperienza della cooperazione con il Progetto Fibonacci dal punto di vista della dirigenza.

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Presentazione sul tema: "Programma SID Scientiam Inquirendo Discere ProgettoFibonacci L’esperienza della cooperazione con il Progetto Fibonacci dal punto di vista della dirigenza."— Transcript della presentazione:

1 Programma SID Scientiam Inquirendo Discere ProgettoFibonacci L’esperienza della cooperazione con il Progetto Fibonacci dal punto di vista della dirigenza scolastica Prof. Vincenzo Boccardi – Dirigente Scolastico II Circolo Didattico “De Amicis” di Pozzuoli (Napoli)

2 Cosa è successo? Nel settembre 2010, su proposta del D.S., il CDD della scuola decide di aderire al Progetto Fibonacci. 8 insegnanti (6 di scuola dell’infanzia e 2 di scuola primaria) iniziano la formazione presso il Centro Pilota di Napoli. Sin dall’inizio i docenti partecipanti rimangono positivamente colpiti dall’alto livello della formazione e dal forte aspetto laboratoriale.

3 Nel periodo ottobre – dicembre nascono due esigenze: 1.Organizzare nella scuola uno “spazio” adeguato per svolgere e diffondere le attività proposte. 2.Garantire una ricaduta della formazione agli altri insegnanti del Circolo. Nel frattempo gli insegnanti che partecipano alla formazione iniziano a sperimentare i kit … L’obiettivo è quello di creare una piccola comunità di buone pratiche che possa progressivamente estendere agli altri insegnanti le competenze acquisite … Si innescano alcune dinamiche …

4 Le dinamiche innescate I risultati di un modo di lavorare diverso iniziano a palesarsi … Altri docenti chiedono di partecipare. Arriva qualche richiesta anche da altre scuole (I Circolo). Utilizzando i fondi PON viene allestito un laboratorio di scienze, quest’anno in corso di potenziamento con i fondi FESR. Nel febbraio 2011 il CDD approva un corso di formazione dal titolo “Fare Scienza” di 30 ore (ora in fase conclusiva) tenuto da esperti del Centro Pilota al quale partecipano circa 40 insegnanti (50%) di scuola primaria e dell’infanzia del Circolo.

5 Finalmente il laboratorio Partire dalle evidenze e dai dati delle investigazioni scientifiche per costruire insieme le idee della scienza.

6 “ La scatolina dove ci sono più bulloni si abbassa ” “ Ne metto altri nell’altra scatolina per farle uguali ” Momenti della sperimentazione … Utilizzare le idee e le conoscenze già acquisite dagli studenti

7 Un altro giorno si lavora sul concetto di catapulta. I bambini fanno ipotesi sul percorso che potrebbe fare il pezzetto di plastilina e lo disegnano “ Secondo me va in alto e in avanti ” “ Secondo me va solo in alto ” “ Secondo me va dietro ” (allontanandosi dal fulcro) I bimbi fanno ipotesi … I bambini fanno la prova e verificano che la prima ipotesi è quella vera Imparare la scienza non significa soltanto utilizzare o manipolare oggetti, ma anche ragionare, comunicare e scrivere sia per sé che per gli altri Progettare e condurre l’indagine scientifica

8 Si allevano piccoli animali … Una mattina di marzo un gruppo di bambini esplorando liberamente nell’ “angolo della natura” trova una novità … Che cos’è questa gabbia? Cosa c’è dentro? Che cosa sono, piantine? Guarda c’è anche un rametto secco! Osservazione focalizzata

9 I bambini ipotizzano, problematizzano, si confrontano … L’insetto stecco comprendere la domanda o il problema che è al centro del loro lavoro

10 Però è bellino … E’ maschio o femmina? Secondo te quanti anni ha? “ Una buona domanda è il primo passo verso la risposta, è un problema per il quale esiste una soluzione. Un buona domanda … invita ad una nuova sperimentazione”. (Jos Elstgeest, “Primary Science: Taking the Plunge6” ). Ma è una formica gigante? No è un ragno! Vedi le zampe … E’ un grillo, fa paura! Si questo è un insetto, perché ha le zampe! Non mi piacciono gli insetti! Cosa è?

11 Le giuste domande Perché è cosi?

12 Cosa succede al cibo che mangiamo? E dopo mangiato dobbiamo lavarci i denti… Formulare e rivolgere le domande

13 Plesso “Elsa Morante” SCUOLA PRIMARIA – CLASSE V Un seme, una pianta?

14 I cinque sensi I bambini bendati sono invitati a riconoscere alcuni sapori, attivando il senso del gusto.

15 Il vero volano del cambiamento possono essere solo i docenti opportunamente formati ed organizzati in comunità di pratica Per anni ho cercato di forzare l’interesse dei colleghi verso la formazione con risultati deludenti. La partecipazione al Fibonacci ha fatto scattare in loro la giusta molla (Ins. infanzia A. Vitale – F.S. servizi per i docenti). Elemento fondamentale è il dirigente scolastico: è importante che agisca da trainer, che “creda nelle cose che fa”. Per 20 anni ho sempre insegnato italiano: l’approccio metodologico del Fibonacci sperimentato nelle mie classi mi ha permesso di scoprire come le scienze permettano la trasversalità delle attività didattiche, stimolando la curiosità conoscitiva e consentendo di spaziare dall’aula al laboratorio (Ins. primaria E. Ciotola – collaboratrice vicaria). Il volano del cambiamento

16 leadership educativa La leadership educativa del dirigente scolastico Lungo gli anni Novanta si afferma il tema della leadership educativa il cui nodo centrale, secondo K.A. Leithwood, è: Creare un immagine di insegnamento come impresa professionale di natura collaborativa (K. A. Leithwood, The Principal’s Role in Teacher Development, in AA.VV. Changing School Culture Trought Staff Development, a cura di B. Oyce, Alexandria (Virg.) 1990) Dal modello della regola (viene fatto quello che è ricompensato) a quello della motivazione e del coinvolgimento. E’ importante che il DS riesca ad istaurare nella sua scuola un’ “etica dell’impegno” come fondamento dell’ideale professionale mettendo al centro l’essere al servizio dei bisogni culturali, evolutivi e sociali degli studenti come persone. (K. A. Leithwood, Moral Leadership, San Francisco, 1992)

17 Le regole dell’etica dell’impegno (Cesare Scurati) Finalizzazione: suscitare consapevolezza, rafforzare i significati, esprimere chiaramente idee guida e linee culturali Affidamento: distribuzione del potere, riconoscimento delle capacità, delegazione di funzioni Realizzazione: aiutare gli altri a riuscire, sostenere il senso della propria efficacia e del proprio valore Densità: assumersi le responsabilità e favorire l’assunzione delle responsabilità Controllo della qualità: scegliere come indicatori privilegiati le convinzioni, la dedizione, il senso di orgoglio, l’identificazione, la padronanza e la soddisfazione professionali Prudenza: equilibrare la rigorosità sui valori con la flessibilità sul modo di interpretarli nella pratica. SCOPO: Mettere al centro l’essere al servizio dei bisogni culturali, evolutivi e sociali degli studenti come persone. (T. J Sergiovanni, Moral Leadership San Francisco 1992)

18 La “collegialità virtuosa” Ciò che fa di due persone due colleghi è la partecipazione reciproca ad una comunità, la dedizione ad una causa comune, la condivisione di valori professionali e di una eredità professionale comune. T. J Sergiovanni, Moral Leadership, San Francisco 1992 motivare e coinvolgere i docenticomunità di buone pratiche staff della dirigenza La partecipazione al Progetto Fibonacci si è rilevata particolarmente efficace nel motivare e coinvolgere i docenti, nel facilitare la realizzazione di una comunità di buone pratiche, nell’individuare insegnanti successivamente entrate a pieno titolo nello staff della dirigenza, nel veicolare l’idea dell’insegnamento come impresa di natura collaborativa.

19 Progetto Fibonacci e indicazioni nazionali Scuola dell’infanzia esplorare la realtà, imparando a organizzare le proprie esperienze attraverso azioni consapevoli quali il raggruppare, il comparare, il contare, l’ordinare, l’orientarsi e il rappresentare con disegni e con parole. guardare sempre meglio i fatti del mondo, confrontando le proprie idee con le idee proposte dagli adulti e dagli altri bambini. Partendo da situazioni di vita quotidiana, dal gioco, dalle domande e dai problemi che nascono dall’esperienza concreta cominciare a costruire competenze trasversali quali: osservare, manipolare, interpretare i simboli per rappresentare significati; chiedere spiegazioni, riflettere, ipotizzare e discutere soluzioni; progettare e perseguire progetti nel tempo documentandone gli sviluppi La conoscenza del mondo Ordine, misura, spazio, tempo, natura

20 Interazione diretta degli alunni con gli oggetti e le idee coinvolti nell’osservazione e nello studio. Coinvolgimento diretto, individuale e in gruppo. Individuare problemi significativi a partire dal contesto esplorato e prospettarne soluzioni. Riflettere sul percorso compiuto Acquisizione di linguaggi e strumenti appropriati per descrivere, argomentare, organizzare, rendere operanti conoscenze e competenze. Guidare i ragazzi dal pensiero spontaneo fino a forme di conoscenza sempre più coerenti e organizzate, di cui i ragazzi stessi possano verificare concretamente efficacia ed efficienza Progetto Fibonacci e indicazioni nazionali Scuola dell’infanzia

21 Scuola dell’infanzia

22 osservare i fenomeni nel loro verificarsi, sia nell’esperienza quotidiana sia in situazioni controllate di laboratorio (imparare a guardare - imparare a vedere); descrivere e registrare quanto si vede e si fa accadere, dandogli forma attraverso linguaggi appropriati; interpretare fatti e processi attraverso modelli e quadri teorici, anche schematici; fare previsioni riguardo a quanto può (esser fatto) accadere e controllare la loro attendibilità; arricchire e rivedere le interpretazioni in base a nuovi strumenti sperimentali e interpretativi. Progetto Fibonacci e indicazioni nazionali Scuola primaria

23 Padroneggiare alcuni grandi organizzatori concettuali alcuni organizzatori cognitivi di grande impatto concettuale e culturale, quali: energia, informazione, trasduzione e trasformazione, stabilità e instabilità di strutture e processi. Progetto Fibonacci e indicazioni nazionali Scuola primaria

24 Scuola primaria

25 Progetto Fibonacci e indagini internazionali e nazionali IEA TIMSS: IEA TIMSS: rileva gli apprendimenti degli studenti in matematica e in scienze di alunni sia al quarto sia all’ottavo anno di scolarità (quarta classe della primaria e terza classe della secondaria di primo grado) OCSE PISA: OCSE PISA: Misura l’acquisizione da parte di quindicenni scolarizzati di alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società, negli ambiti della lettura, della matematica e delle scienze SNV e PN (Invalsi): secondo, quinto, sesto, ottavo e decimo anno di scolarizzazione: seconda e quinta classe della primaria; prima e terza classe della secondaria di primo grado (scuola media); seconda classe della secondaria di secondo grado (superiori). L SNV e PN (Invalsi): secondo, quinto, sesto, ottavo e decimo anno di scolarizzazione: seconda e quinta classe della primaria; prima e terza classe della secondaria di primo grado (scuola media); seconda classe della secondaria di secondo grado (superiori). La finalità ultima della misurazione degli apprendimenti risiede nel fornire alle singole scuole uno strumento di diagnosi per migliorare il proprio lavoro.

26 IEA TIMSS – Scienze quarta primaria e terza secondaria di primo grado Conoscenza Ricordare/Riconoscere Definire Descrivere illustrare con esempi uso di strumenti e procedure Applicazione confrontare/contrap- porre/classificare, utilizzare modelli mettere in relazione interpretare informazioni trovare soluzioni spiegare Ragionamento analizzare/risolvere problemi, integrare/ sintetizzare ipotizzare/prevedere progettare/ pianificare trarre conclusioni generalizzare valutare giustificare Indagine scientifica, aspetti: formulare domande e ipotesi progettare indagini rappresentare dati analizzare e interpretare dati trarre conclusioni e svolgere spiegazioni l quadro di riferimento TIMSS 2007 per la valutazione in scienze è organizzato in due dimensioni: una dimensione dei contenuti (argomenti da valutare) e una dimensione cognitiva, in cui vengono specificati i processi di pensiero da valutare. Questi ultimi descrivono gli insiemi di comportamenti che ci si aspetta dagli studenti quando affrontano contenuti scientifici.

27 Non si tratta di ‘sommare’ conoscenze e processi di pensiero propri di diverse discipline e di diversi curricoli ma di identificare e descrivere quegli elementi, comuni ai diversi curricoli e alle diverse discipline scientifiche, che effettivamente rendano i giovani capaci di affrontare i problemi legati a una vita quotidiana sempre più dipendente dalla tecnologia e in cui rischi e soluzioni sono sempre più interdipendenti e globalizzati. La 'literacy scientifica’ in Pisa: una considerazione di fondo Siniscalco, 26-10-2010 Sob! Qui non si tratta di sapere… ma di pensare per risolvere un problema! L’insieme delle conoscenze scientifiche di uno studente e l’uso di tali conoscenze per identificare domande scientifiche, per acquisire nuove conoscenze, per spiegare fenomeni scientifici e per trarre conclusioni basate sui fatti riguardo a questioni di carattere scientifico.

28 Favori- scono le Contesto Situazioni di vita che hanno a che fare con la scienza e la tecnologia Competenze  individuare questioni di carattere scientifico  dare ai fenomeni una spiegazione scientifica  usare prove basate su dati scientifici Conoscenze  Conoscenze sul mondo naturale (conoscenza della scienza )  Conoscenze sulla scienza in quanto tale (conoscenza sulla scienza) Atteggiamenti (Risposta alle questioni di carattere scientifico)  interesse  sostegno alla ricerca scientifica  responsabilità Richiede alle persone Sono alla base delle OCSE-PISA: quadro di riferimento per le Scienze (2009) 4 ASPETTI INTERCONNESSI

29 Il metodo investigativo, con la sua forte dimensione sperimentale e la modellizzazione, consente di percepire il modo con cui le scienze conoscono il mondo. Esso può rappresentare l’ossatura forte per un insegnamento scientifico disciplinare efficace… anche ai fini della risoluzione dei quesiti IEA TIMMS e OCSE-PISA e delle prove INVALSI. Ve lo dico io perché i ragazzi incontrano difficoltà … perché non conoscono il linguaggio specifico perché non padroneggiano i concetti scientifici elementari perché hanno difficoltà a passare da una forma di comunicazione scientifica ad un’altra perché hanno paura a mettersi in gioco in contesti nuovi perché non sono abituati ad argomentare quello come Più che quello che sanno, è importante come lo sanno …

30 Il contagio … Perché non provare a investigare su altri organismi viventi? L’esperienza del Fibonacci viene capitalizzata La scuola vince il premio Gold sulle buone pratiche nella scuola italiana

31

32 Cosa sono? Perché sono nere? Sono palline? Cosa c’è dentro ?

33 Perche’ mangiano solo le foglie di gelso? E il frutto non lo mangiano?

34 I nostri bachi continuavano a crescere e si sono adattati bene al boschetto che gli abbiamo preparato, ma una mattina arrivati a scuola …

35 Che meraviglia! Cosa sono? batuffoli di ovatta?

36 Sono nate le farfalle! I bachi si sono trasformati in farfalle! I batuffoli hanno un buco! La farfalla è tutta bianca,un poco bruttina ! Ho capito! Il bruco era bianco e la farfalla è bianca!

37 Quando pensavo al futuro pensavo ad una scuola in cui si potesse apprendere senza annoiarsi e si fosse stimolati a porre problemi e a discuterli, una scuola in cui non si dovessero sentire risposte non sollecitate a domande non poste. K. Popper

38 La Fisica è decisamente troppo difficile per i fisici (D. Hilbert) “ … ma per noi è un gioco bellissimo! ” (Paolo, Luigi, Zaira, Alessio, Rita …. )


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