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Festa Allegria Bere, Mangiare in Compagnia Lavoro A CERRETO D’ESI... Bibliografia e sitografia.

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Presentazione sul tema: "Festa Allegria Bere, Mangiare in Compagnia Lavoro A CERRETO D’ESI... Bibliografia e sitografia."— Transcript della presentazione:

1 Festa Allegria Bere, Mangiare in Compagnia Lavoro A CERRETO D’ESI... Bibliografia e sitografia

2 - Penciarelle - Polenta - Gnocchi col sugo di papera - Trippa - Coniglio in porchetta -Braciolette di castratoBraciolette di castrato -Cotiche con fagioliCotiche con fagioli - Crescia fogliata- Crescia fogliata - SapaSapa - Biscotti di mosto- Biscotti di mosto - CialdeCialde - Biscotti al vino- Biscotti al vino -FrustengaFrustenga - Erbe strascinate

3 PER IL SUGO: 150 g di pancetta magra 50 g di guanciale 1 kg di pomodori pelati e 500 g di passata di pomodori Cipolla bianca o dorata, sedano e carota 3 salsicce 250 g di formaggio pecorino grattugiato COME SI FA IL SUGO: La pancetta e la guanciotta vanno tagliate a dadini e poi messe nella padella con un bel cucchiaio d’olio e con il peperoncino ( piccolo e tagliato a pezzetti ). La pancetta va rosolata a lungo. In un'altra padella invece facciamo rosolare la salsiccia, avendo cura di schiacciarla con una forchetta fino a farla sgretolare completamente. Si prepara un trito fatto di carota,sedano e abbondante cipolla. Quando finalmente la pancetta è ben rosolata aggiungiamo il trito e, solo quando anche la cipolla si presenta “ appassita”, sarà il momento di aggiungere la salsiccia. Mi raccomando! Tutte queste procedure vanno svolte a fuoco allegro! È giunta l ora di mettere il pomodoro … Metteremo i pelati precedentemente passati, poi schiacciati ancora con le mani e, per rendere il sugo più denso aggiungeremo la passata di pomodoro. Aggiungiamo ancora dell’olio e sale, che deve essere grosso, nella quantità che riteniamo più opportuna. (per dieci persone) PER LA PASTA : 1500 g di farina 0 o 00 75 g di lievito di birra PREPARAZIONE : INGREDIENTI :

4 Si mette la farina in un piatto fondo, poi in un piccolo contenitore con dell’acqua tiepida si lascia sciogliere il lievito di birra. E’ giunto il momento di amalgamare farina e acqua tiepida con entrambe le mani, fin tanto che la consistenza della pasta, una volta consumata tutta la farina nel piatto, non rimanga appiccicata sulle dita. E’ a questo punto che non devi aggiungere altra acqua ! Intanto che il sugo bolle e la massa riposa nel piatto, ricoperta da un telo di cotone sono passate circa due ore e mezza: un’ora e mezza ci vuole la lievitazione della pasta e due ore e mezza perché il sugo sia pronto. Fare le penciarelle è un’arte Sulla “spianatora” pulita e asciutta, disporrai un sottile velo di farina, sul quale stenderai due “ciumelle” di massa. Con un piccolo “stenterello”, ne farai un ovale dello spessore di circa mezzo centimetro (anche un po’ di meno). Rispolverai con abbondante farina e piegherai a metà l’ ovale secondo il suo asse maggiore. Con un coltello ben affilato comincerai a farne delle sottili strisce ( potrebbe esserci l’ alternativa di stenderle con la macchinetta, il foro e il numero uno ma è tutta un’ altra cosa …). Attenzione ! Non lesinare con la farina perché altrimenti le penciarelle si appiccicheranno in maniera irreversibile sia sulla “spianatora” che sul coltello. Nell’ acqua bollente e saltata farai cuocere le penciarelle che hai appena preparato. Quando è l’ora di cacciarle? Non appena le penciarelle risalgono verso la superficie dell’acqua, le scolerai e le verserai in un piatto fondo da portata,va benissimo anche se questo è di forma rettangolare,anzi è pure meglio,così potrai distribuire più uniformemente sugo e formaggio. A questo punto puoi servirle nei piatti con il garbo di chi sa di aver compiuto un miracolo e, ne avrai la prova perché in tuoi familiari ti adoreranno per sempre! “ Spianatora”: Tavola di legno di abete dalle dimensioni variabili, che serve per stendere, “spianare”, la pasta. “Stennerello”: Mattarello o matterello è un arnese da cucina costituito da un cilindro di legno di varia lunghezza usato per spianare e assottigliare la pasta in sfoglia. “Ciumelle”:è una quantità di materiale che può essere contenuto dentro le due mani, che poste vicine, non si chiudono completamente COME SI FANNO LE PENCIARELLE VOCABOLARIO

5 3 hg di farina di granturco ; acqua ; sale. Mettere sul gas un caldaio di rame con un litro di abbondante acqua salata. Appena alzato il bollore, prendere con la mano sinistra un pugno di farina di granturco, stacciata e versala a pioggia sull’ acqua mentre si gira con un cucchiaio di legno chiamato “ cazzagnolo “ a mano destra, in senso orario, lentamente, in continuazione in modo che non si formino grumi. Far cuocere per circa un’ora fin quando la polenta non si staccherà dalle pareti del caldaio. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

6 Un kg. di patate ½ kg. di farina di grano Cuocere le patate in acqua bollente Sbucciarle e schiacciarle con il passatutto. Sulla spianatoia, versare la farina a fontana, mettere al centro le patate e impastare bene man mano che prendendo la farina. Deve venire una pasta uniforme che non si attacca alle mani. Fare dei bastoncini grossi un dito e tagliarli ad un centimetro di lunghezza. Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata. Debbono venire a galla quando è il momento giusto. Scolare e condire col sugo e formaggio. SUGO ALLA PAPERA Fare un soffritto con olio, cardo battuto, carota, sedano, cipolla. Unire i pezzi di carne di papera, ossi di maiale, salsicce, un pezzo di magro di maiale. Far rosolare con sale e peperoncino. Successivamente unire la salsa di pomodoro, un pizzico di zucchero, acqua e far bollire finché la carne non è cotta. Poi togliere la carne, sfettucciarla e rimetterla nel sugo per farla amalgamare. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

7 Trippa Cipolla,aglio, carota, maggiorana, alloro Vino Salsa di pomodoro. In una pentola mettere olio, cipolla, aglio e farli rosolare. Aggiungere la trippa già lessata, tagliarla in striscioline e farla insaporire. Unire un bicchiere di vino, carota, maggiorana, alloro e sedano e far evaporare il vino. Per concludere mettere la salsa di pomodoro, acqua e far bollire fino a cottura ultimata. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

8 Prepara su un tagliere il finocchio, la pancetta (ricordati di lasciartene tre fette per dopo),un peperoncino e il fegato del coniglio. Ora trita il tutto con amorevole pazienza. Bene, a questo punto prendi una padella un po’ alta mettici un goccio d’ olio e fai soffriggere nell’ ordine che ti indico i seguenti ingredienti: peperoncino, fegato e pancetta. Quando il tutto ti sembra rosolito, aggiungi il finocchio. Siccome per il finocchio ci vorranno alcuni minuti di cottura puoi mettere un po’ d’ acqua calda per favorirne la lessatura (mezzo bicchiere). Quando il finocchio è cotto metti in un piatto profondo insieme alla carne macinata, le uova, il parmigiano e il pane grattugiato. Sala il tutto a tuo piacimento e mescola gli ingredienti come se dovessi fare un polpettone. Anche il coniglio deve essere insaporito sia all’ interno che all’ esterno. Bene, ora puoi cominciare a riempire il coniglio ponendo gran parte del ripieno al centro, a mo’ di sfilatino, e poi anche dentro le zampe. A questo punto si può procedere alla chiusura in due diversi modi: o cucendo i lembi della carne con ago e filo di cotone, o con l’ aiuto di alcuni stecchini che utilizzerai come se fossero delle spille. Insomma ti dovrai improvvisarti un po’ sarta… Poni il coniglio in una teglia con olio a filo. Versa sul fondo un po’ di vino. Cuoci nel forno già caldo. Gira il coniglio più volte per bagnarlo col proprio sugo e con l’ acqua aromatizzata (per 10 persone) Un coniglio 400g.di carne macinata scelta (200g. di manzo, 200g di maiale) 2 salsicce 100g. di pancetta a fette sottili (grassa o magra come la preferisci) 60g. di finocchio selvatico e pulito (questo ingrediente va cercato in campagna in luoghi umidi) INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

9 Una decina di braciolette di vero castato nostrano Mezzo cucchiaio di lardo battuto 300g. di pomodori maturi, spezzati Cipolla tritata Maggiorana Un bicchiere di vino bianco con un goccio d’aceto e acqua Aglio Sale e pepe Far colare il grasso delle braciolette di castrato sulla graticola. In una padella, fare il soffritto di lardo, cipolla e aglio. Aggiungere il castrato. Spolverare con la maggiorana. Far prendere il colore, cioè accannellare. Versare i pomodori e poi il vino. Cuocere con la padella coperta a fuoco basso. Mangiare subito calde calde. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

10 Fagioli Sedano, carota, cipolla Salsa di pomodoro Olio Sale, peperoncino qb Cotiche Mettere in una pentola olio, sedano, carota e cipolla tritati finemente e farli rosolare. Aggiungere le cotiche tagliate a listelli e farle dorare. Mettere la salsa di pomodoro e far bollire dopo aver aggiunto l ’ acqua. A met à cottura unire i fagioli già lessati in precedenza. Cuocere per circa un ’ ora. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

11 Una manciata ciascuna di queste erbe: cicoria, grugni, ceche, caccialepri, finocchio selvatico ben lavate, lessate e tagliate Due strisce di grasso e magro a pezzi Due spicchi d’aglio Sale INGREDIENTI : PREPARAZIONE : Nel soffritto di grasso e magro versare il lesso di erbe. Servire calde.

12 INGREDIENTI :  Due litri di mosto  1 kg di massa del pane  800 g di zucchero  Mezzo litro di olio di oliva  200 g di lievito di birra  100 g di anice  Farina quanta ne prende  2 rossi d’uovo. Sciogliere la massa col mosto; aggiungere il lievito diluito in acqua tiepida. Unire pian piano tutti gli altri ingredienti. Lasciar lievitare in ambiente caldo fino a quando la pasta non ha raddoppiato il suo volume. L’impasto deve essere molto morbido. Dare la forma di filoncino o di trecce. Allinearli nelle teglie unte di strutto e far lievitare ancora. Con le dita, spalmare il rosso d’uovo sul dorso dei biscotti. Cuocere nel forno a legna. A cottura ultimata debbono avere il caratteristico color bruno dorato. I biscotti di mosto raffermati un paio di giorni e tagliati a fette seccate al forno, si mantengono chiusi in sacchetti di lino. PREPARAZIONE : BISCOTTI a SCUOLA…

13 …mmm… non vedo l’ora di mangiarti!

14 200 gr. di farina 0 1 uovo intero 50 gr. di burro o strutto 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaio di mistrà 1,500 Kg di mele 150 gr. di noci sgusciate 150 gr. di fichi secchi 200 gr. di zucchero 100 gr. di uvetta già ammorbidita in acqua 2 dl di rum 1 dl di mistrà Una spolverata di cannella Buccia grattugiata di mezzo limone e mezza arancia. Sbucciare le mele e farle a fettine, fare a pezzetti non tanto piccoli le noci e i fichi. Mettere in un contenitore tutti gli ingredienti e lasciare riposare per qualche ora. Impastare la pasta, stendere la sfoglia, farcirla al centro con tutti gli ingredienti. Formare un rotolo e chiuderlo bene ai lati. Cuocere in forno a 180° per circa 25 minuti. INGREDIENTI : PREPARAZIONE : RIPIENO :

15 Per preparare i biscotti scaldare il forno a 180° e mettere in ammollo i semini di anice nel vino. Setacciate la farina con sale e lievito; poi aggiungete lo zucchero e disponeteli sulla spianatoia a fontana. Aggiungete l’olio, i semi d’anice e il vino, impastate il tutto fino a rendere il composto omogeneo. Formate delle striscioline lunghe 15-20 cm e formate delle piccole ciambelline, immergetele solo da un lato nello zucchero e posizionatele con il lato zuccherato verso l’alto su una teglia antiaderente. Cuocere per 30 minuti a 180°. (per 40 biscotti) Farina, 500 g Vino bianco, 135 ml Sale,1 pizzico Olio di semi, 125 ml Anice semi, ½ cucchiaio Zucchero, 150 g Lievito, 8 g INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

16 350 g di farina di granoturco ; 1lt di latte; sale ; 8 fichi secchi ; 100 g di uvetta passolina; 10 noci ; 2 bicchieri di sciroppo d’uva (saba); Olio d ‘oliva per ungere la tortiera ; pane grattugiato per spolverizzare la tortiera ; Lavate i fichi e l’ uvetta, metteteli in una terrina e poi copriteli con acqua. Lasciateli all’ ammollo per un’oretta. Sgusciate le noci, scottate i gherigli in acqua bollente, poi pelateli e tritateli. Preparate la polenta, possibilmente in un paiolo di rame non stagnato. Portate ad ebollizione dapprima un litro e mezzo d ‘acqua e il latte con un po’ di sale. Versatevi a pioggia la farina e mescolate in continuazione avendo cura di far girare la spatola di legno o il cannello sempre nello stesso senso. Lasciate cuocere per circa un’ora. A cottura ultimata, rovesciate la polenta in una terrina. Strizzate l’uvetta e i fichi, tagliate questi ultimi a pezzetti e uniteli alla polenta. Aggiungete lo sciroppo d’uva e i gherigli di noce tritati. Mescolate con cura e versate questo composto in una tortiera unta d’ olio e spolverizzate con il pane grattugiato. Irrorate la superficie con un filo d’ olio, coprite la tortiera con un foglio di carta stagnola e infilate la preparazione nel forno già caldo a 180 C, tenendola per una mezz’ oretta. Sformate la frustenga su un piatto di portata e servitela calda, tiepida o anche fredda, come preferite. Tempo occorrente : 2h più il tempo di ammollo per l’uvetta e i fichi secchi. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

17 Farina 300gr Anici 50gr Mistra’ 1 bicchiere di liquore Zucchero 150 gr Acqua q.b. Fare una pappina lenta. Riscaldare dei ferri appositi, quando sono ben caldi versare una cucchiaiata d’impasto e cuocere. PREPARAZIONE : INGREDIENTI :

18 (quasi una marmellata) Tre chili di acini d ’ uva ben lavati Mezzo chilo di miele Schiacciare gli acini in una terrina e versarli in un caldaio di rame insieme ad un po ’ di “ acquamelata ” cioè miele sciolto in acqua e far bollire a fuoco basso finché il mosto non sia diventato denso. Filtrare con un passino e strizzare bene le bucce. Mettere il mosto nel caldaio e unire il miele. Evaporare a fuoco basso. La sapa deve essere ristretta come una marmellata. Calda, travasarla in un vaso di vetro. E’ buonissima sulla crostata. INGREDIENTI : PREPARAZIONE :

19 Il nome Cerreto deriva “cerrus”, cioè cerro, una pianta della famiglia delle querce; ESI dal fiume Esino che lo attraversa. Per quanto riguarda l’origine del Castello, gli storici hanno elaborato diverse teorie:  Fu edificato dal capitano Belisario come difesa militare;  Fu edificato come snodo commerciale tra i territori limitrofi che erano importanti centri e economici. Solo successivamente (1500) si è trasformato in un castello medioevale con un vero e proprio signore;  Fu Fondato nel Medioevo (tra il 568-604)dagli scampati dalla distruzione di Tufico in seguito alle invasioni dei Barbari. Comunque il primo documento certo dell’esistenza del CASTELLO di CERRETO è rappresentato da una pergamena del 1090. POSIZIONE GEOGRAFICA Cerreto D’Esi giace in una valle circondata da verdeggianti colline,dietro di esse ci sono i monti che fanno parte della catena dell’Appennino Centrale. Cerreto D’Esi, si trova a 265.92 metri sul livello del mare, e la distanza da Falconara, città marina è di circa 60 km. Il paese si trova alla destra del fiume ESINO e alla sinistra del fosso RIO BAGNO affluente del fiume Esino. Cerreto D’ Esi può essere raggiunto con l’ autostrada A 14 fino ad Ancona. Da qui si percorre la superstrada SS. 76 per Fabriano.

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22 tradizione legata al vino “Te madidum vinum titubantem crura moventem: Sistet Cerreti tertuis inde lapis”. Così, nel Cinquecento, il poeta Francesco Panfili da San Severino descriveva le lodi del nostro vino, per la sua bontà, da mettere in forse la stabilità di chi lo assaggiava. Già nei registri del catasto del secolo XVI erano note le pratiche agricole degli abitanti di Cerreto. Tali apprezzamenti si trovano in un altro stampato alla fine dello stesso secolo dal medico Andrea Bacci Elpidiani, il quale definisce il vino di Cerreto forte e molto celere. Le fonti storiche confermano una consistenza di vitigni nel nostro territorio. La tradizione legata a questo prodotto è, probabilmente, molto più antica, poiché, da fonti storiche, si evince che Cerreto è stato sempre un paese dedito all’agricoltura e al commercio. Nel 1929 i nostri nonni hanno voluto valorizzare la produzione caratteristica del nostro territorio, ideando la Festa dell’Uva. Molti quindi si sono adoperati per ridare al paese serenità, dopo i passati eventi bellici, dedicando una giornata da trascorrere insieme per dimenticare l’indigenza conseguente alla guerra. Da allora, ogni anno si ripete questa festa tradizionale, che soltanto in occasione dell’ultimo conflitto mondiale ha subito un’interruzione di alcuni anni, anche per l’assenza delle condizioni idonee ad attuarla. Trascorso questo periodo di precarietà, si è costituito un gruppo di persone con lo scopo di riprendere la tradizione, apportando qualche modifica mediante il prolungamento della durata della festa, al fine di renderla più ricca e attuale. Così non più soltanto carri allestiti con grappoli d’uva, personaggi vari e scenografia ad effetto, ma, negli anni ottanta, si è tentato di riprodurre l’ambiente caratteristico dei giorni della festa, come avveniva nel primo ‘900: sono state quindi aperte le cantine, ad opera delle associazioni locali, per assaporare piatti tipici e il vino delle campagne cerretesi. L’attuale e, si spera, le successive generazioni si impegneranno a continuare questa manifestazione, poiché è appunto nella tradizione che le varie attività umane del tempo presente e del futuro affondano le proprie radici. “Te madidum vinum titubantem crura moventem: Sistet Cerreti tertuis inde lapis”. Così, nel Cinquecento, il poeta Francesco Panfili da San Severino descriveva le lodi del nostro vino, per la sua bontà, da mettere in forse la stabilità di chi lo assaggiava. Già nei registri del catasto del secolo XVI erano note le pratiche agricole degli abitanti di Cerreto. Tali apprezzamenti si trovano in un altro stampato alla fine dello stesso secolo dal medico Andrea Bacci Elpidiani, il quale definisce il vino di Cerreto forte e molto celere. Le fonti storiche confermano una consistenza di vitigni nel nostro territorio. La tradizione legata a questo prodotto è, probabilmente, molto più antica, poiché, da fonti storiche, si evince che Cerreto è stato sempre un paese dedito all’agricoltura e al commercio. Nel 1929 i nostri nonni hanno voluto valorizzare la produzione caratteristica del nostro territorio, ideando la Festa dell’Uva. Molti quindi si sono adoperati per ridare al paese serenità, dopo i passati eventi bellici, dedicando una giornata da trascorrere insieme per dimenticare l’indigenza conseguente alla guerra. Da allora, ogni anno si ripete questa festa tradizionale, che soltanto in occasione dell’ultimo conflitto mondiale ha subito un’interruzione di alcuni anni, anche per l’assenza delle condizioni idonee ad attuarla. Trascorso questo periodo di precarietà, si è costituito un gruppo di persone con lo scopo di riprendere la tradizione, apportando qualche modifica mediante il prolungamento della durata della festa, al fine di renderla più ricca e attuale. Così non più soltanto carri allestiti con grappoli d’uva, personaggi vari e scenografia ad effetto, ma, negli anni ottanta, si è tentato di riprodurre l’ambiente caratteristico dei giorni della festa, come avveniva nel primo ‘900: sono state quindi aperte le cantine, ad opera delle associazioni locali, per assaporare piatti tipici e il vino delle campagne cerretesi. L’attuale e, si spera, le successive generazioni si impegneranno a continuare questa manifestazione, poiché è appunto nella tradizione che le varie attività umane del tempo presente e del futuro affondano le proprie radici.

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24 La cantina Bisci è al centro dei vigneti, è stata costruita nell’anno 1980 adattando in parte antichi rustici e in parte realizzando appositi e moderni edifici. Oggi siamo impegnati a ristrutturare e rinnovare la vigna e a migliorare gli strumenti ed i metodi di vinificazione. Nei vigneti abbiamo aumentato la densità di piante per ettaro al fine di abbassare la resa per pianta, e abbiamo realizzato nuovi impianti. In cantina oltre all’acquisto di nuove botti in rovere francese e di nuovi vinificatori in acciaio inox, abbiamo potenziato l’impianto di controllo della temperatura di vinificazione e termocondizionato gli ambienti per l’invecchiamento e l’affinamento dei vini al fine di conservare la migliore qualità. L’eccellenza qualitativa è oggi il nostro obiettivo primario e per raggiungerlo ci siamo affidati anche alla consulenza di enologi e agronomi di chiara fama. la SCUOLA e la VENDEMMIA L’Azienda Agricola Bisci s.s situata tra le province di Macerata e di Ancona, ha una superficie di circa 105 ettari, interamente compresa nel territorio del verdicchio di Matelica d.o.c.. Il vigneto specializzato conta un’estensione di circa 20 ettari, di cui 14 a Verdicchio di Matelica e 6 a Sangiovese e Cabernet. Esso è ubicato in media collina ad altitudine variabile tra i 30 ed i 350 metri sul livello del mare, in lieve declivio e completamente esposto a sud. La coltivazione della vite è legata a principi di alta qualità: terreni con giacitura collinare esposti a mezzogiorno con filari estesi nord sud, racchiusi in una ristretta vallata di terreno molto ricco di oligoelementi. Tale valle, scientificamente classificata come “sinclinale camerte”, è strettamente racchiusa fra la catena appenninica e quella preappenninica caratterizzata dal promontorio del San Vicino.

25 L’acqua fa male, il vino fa cantare Ma chi l’ha detto che del buon vino bisogna bere solo un bicchierino? Pranzo e cena senza strafare non mi posso più ubriacare… Oilì oilà vendemmiate, sotto il cielo di settembre, il buon mosto preparate, per il vino di novembre.

26 Su luglio fa tempesta l’uva non empie cesta A molti abbrevia i giorni la cucina ad altri il troppo amor per la cantina Chi non beve in compagnia o è un ladro o una spia Se Pasqua in acqua si scioglie più grappoli che foglie

27 Chi mangia l’uva il primo dell’anno tocca i soldi tutto l’anno Uva lugliolina non arriva mai in cantina Chi mangia l’uva il primo dell’ anno, tocca i soldi tutto l’anno Per Santa Marinella metti alla botte la cannella Il sole in agosto prepara un buon mosto Se non ardono luglio e agosto nel tino poco mosto Chi vuol nuotar nel mosto zappi la vite in agosto

28 L’UVA E IL VINO Mangia l’uva caro bambino ma dammi retta, non bere il vino! Solo gli adulti ne possono bere e, se han giudizio, solo un bicchiere. Sai?-dice l’uva- Mi calpesta ma gli faccio girar la testa LA VENDEMMIA Pende dai tralci l’ uva matura,: senti per l’aria della pianura uomini e donne lieti a cantare nel vendemmiare? Grappoli d’ oro grappoli neri cadon dai cesti e nei panieri di poi pigiati, messi nel tino danno il buon vino

29 LA VENDEMMIA Pende dai tralci l’uva matura,: senti per l’aria della pianura uomini e donne lieti a cantare nel vendemmiare? Grappoli d’ oro grappoli neri cadon dai cesti e nei panieri di poi pigiati, messi nel tino danno il buon vino. IL GRAPPOLO DORATO Viva il grappolo dorato Dal color del sole biondo Viva l ‘uva di moscato Che dà vita a tutto il mondo Viva il grappol d’uva scura Dolce, turgida e matura Viva il grappol d’uva scura Dolce, turgida e matura Tu del grappolo sei figlio Sei dell ‘uva il dolce umore Vino bianco o pur vermiglio Al tuo grappolo sia onore Tra, la,la,la …….. Che buon vino si farà Tra, la, la, la…….. Che buon vino si farà.

30 Vini bianchi e trasparenti, Gocce d’ambra,gocce d’oro, Vini rossi,effervescenti, Della vite buon tesoro, Vini,vini,vini,vini… Scenderanno dentro i tini… Sesta Sagra! Lieta festa Festa d’uva e di buon vino: E Cerreto si ridesta Sotto un fascino di vino. Su, venite,su,venite, Oggi è festa della vite! Vendemmiate, vendemmiate Sotto il cielo di settembre, Per il vino di novembre; Vendemmiate, oilì, oilà… Mentre il canto al cielo va. Qui si canta in allegrezza, Perché è tutta giovinezza! Ecco l’uva moscatella, Ecco l’uva tutta d’oro La rosata,che è più bella, il verdicchio e il bordò: Tutta grappoli è la vite… Su,venite,su,venite!... RITORNELLO: RIT: RIT: RIT:

31 Neri grappoli maturi son già pronti nei filari, la cantina ognuno curi che è la fonte di denari Non è molto che il buon vino ci fruttava la ricchezza ? Presto fai o contadino??? Per avere l’agiatezza Per aver prodotti fini e salvare il capitale presto fate, cittadini, la cantina sociale. Testo : Dott. Domenico Costantini Musica: Prof. Ambleto Biondi La vite di un antico cerro al maturo cresco balla e rigogliosa di Cerreto sono il vento dei suoi colli son o la sposa Ritornello : Evviva fratelli, evviva la vita, la birra fuggite, bevete il buon vino. Rit.

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33 Bibliografia Realizzato dagli alunni delle classi: III B, IV A, IV B, V A, V B della Scuola Primaria “Tommaso Lippera”, Istituto Comprensivo “Cerreto D’Esi” Istituto Comprensivo “Cerreto D’Esi”Ancona Copertina “Illustrazione di Cerreto D’Esi” Realizzato dall’alunno Caprio Leonardo, classe VB, Scuola Primaria Cerreto D’Esi Copertina “Illustrazione di Cerreto D’Esi” Realizzato dall’alunno Caprio Leonardo, classe VB, Scuola Primaria Cerreto D’Esi Filastrocche, poesie, stornelli, canti popolari, ricette, fornite da: Genitori, nonni, anziani del paese; Genitori, nonni, anziani del paese; “Antologia della cucina popolare”, Comunità Montana Alta Valle dell’Esino; “Antologia della cucina popolare”, Comunità Montana Alta Valle dell’Esino; “Ricette per non dimenticare – Se non c’è nonna chi cucina?-” dal Corso di cucina tradizionale svoltosi a Cerreto D’Esi 2006-2007; “Ricette per non dimenticare – Se non c’è nonna chi cucina?-” dal Corso di cucina tradizionale svoltosi a Cerreto D’Esi 2006-2007; Opuscoli pubblicitari “Festa dell’Uva”; Opuscoli pubblicitari “Festa dell’Uva”; Canto della “Festa dell’Uva”: Testo e musica di Dott. Domenico Costantini, Amleto Biondi. Canto della “Festa dell’Uva”: Testo e musica di Dott. Domenico Costantini, Amleto Biondi. Immagini e foto realizzate dai bambini e scaricate dal web “google immagini” Immagini e foto realizzate dai bambini e scaricate dal web “google immagini”


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