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Finanza aziendale II modulo “La creazione di valore nelle imprese sociali” Dott.ssa Roberta Pace a.a. 2008-2009.

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1 Finanza aziendale II modulo “La creazione di valore nelle imprese sociali” Dott.ssa Roberta Pace a.a. 2008-2009

2 2 Il fenomeno non profit Continua crescita del fenomeno non profit Forte interesse sul piano politico, sociale, finanziario, economico-aziendale Ruolo sociale ed economico in evoluzione Crisi e riforma del welfare state

3 3 Non profit e Stato sociale Assetto dello Stato sociale Sistemi anglosassoniSistemi europei Ruolo marginale ONP Maggiore presenza ONP Crisi Rilancio e sviluppo del non profit

4 4 Non profit e responsabilità sociale «Attitudine dell’impresa a rispondere alle iniziative poste in essere dall’ambiente come conseguenza della sua attività, alla valutazione e compensazione interna dei costi sociali da essa generati ed all’ampliamento dei suoi obiettivi per raggiungere una efficienza non solo economica ma anche sociale, sì da ottenere una piena legittimazione (ed un pieno consenso) al suo operare dai gruppi umani che la compongono e dalla società che la circonda» Il concetto di responsabilità sociale nasce per le imprese for profit Azienda come sistema dinamico (Giannessi) Requisito di socialità (Masini) Progressiva “contaminazione” tra aspetti sociali ed economicità

5 5 Anni ’70: crisi dell’impresa Difficoltà di fronteggiare gli impegni sociali Necessità di trovare un nuovo attore del sistema economico- sociale Non profit Variabile motivazionale Fattore guida delle scelte da attuare Obiettivo da realizzare Parametro di controllo Responsabilità sociale come:

6 6 … ma cos’è il non profit? Problematiche Mancanza di una disciplina giuridica dell’intero fenomeno Diverse posizioni ed interpretazioni Diverse definizioni ed espressioni  Privato sociale  Economia civile  Organizzazioni non lucrative  Enti non commerciali  Terzo settore  Terzo sistema  Volontariato  Organizzazioni non profit

7 7 Alcune classificazioni (1) (P. Capaldo) Aziende autoproduttrici Aziende di erogazione Imprese sociali

8 8 Alcune classificazioni (2) (E. Borgonovi) Distinzione in base a: Motivazione Meccanismo di formazione dei valori

9 9 motivazione profit non profit modalità di formazione dei valori Scambi tipici di mercato  Imprese private  Imprese pubbliche condotte in condizioni di mercato  Imprese cooperative (di produzione-lavoro, di consumo, di solidarietà sociale, agricole) Scambi liberi ma con valori non correlati alla cessione diretta di beni  Enti e istituzioni con fini «sociali e umanitari» di copertura ad attività lucrative o dichiarati per ottenere vantaggi fiscali o di altro genere  Enti ecclesiastici  Enti di beneficenza  Associazioni di volontariato Prelievo giuridicamente coattivo ed economicamente non correlato alle prestazioni  Imprese (pubbliche o provate) assistite con trasferimenti pubblici  Amministrazioni pubbliche

10 10 Alcune classificazioni (3) (A Zangrandi) Distinzione in base a: Soggetto economico Scambio di mercato Imprese pubbliche Enti pubblici Enti privati Imprese non profit

11 11 Alcune classificazioni (4) (Salamon e Anheier) Costituzione formale Natura giuridica privata Autonomia gestionale Volontariato Non distribuzione di utili

12 12 Approfondimenti (1)  La natura giuridica Solo privata … o anche pubblica? Stesse finalità (non lucrative), ma … … le aziende pubbliche sono costituite per un obbligo formale della PA … le aziende pubbliche hanno capacità impositiva

13 13 Approfondimenti (2)  Cosa significa “non profit”? Possibili significati: Mancanza di profitto Mancanza di finalità lucrative Assenza di distribuzione di eventuali utili

14 14 Approfondimenti (3)  Forma giuridica o funzione sociale? È possibile per una società commerciale essere una organizzazione non profit? Esperienza di Cosis  Le cooperative Le finalità mutualistiche sono compatibili con il modo di essere delle ONP?

15 15 La funzione sociale del non profit Evoluzione dei settori di intervento in funzione dell’evoluzione dei bisogni Progressivo ampliamento degli ambiti di operatività Assistenza ad anziani, poveri, bambini Assistenza a tossicodipendenti Sostegno ad immigrati Formazioni, istruzione, ricerca scientifica Tutela ambientale

16 16 La funzione economica del non profit Le ONP operano spesso negli stessi settori economici delle imprese lucrative (es. gestione rifiuti) Impatto occupazionale (a livello internazionale, 1 occupato ogni 4 nuovi posti di lavoro)

17 17 Economicità come obiettivo e come vincolo Tradizionale avversione delle ONP verso i principi economici della gestione Problema culturale Necessità di superare tale limite Importanza ed imprescindibilità di applicare regole economiche alla gestione di una ONP Garanzia di sopravvivenza e sviluppo dell’organizzazione

18 18 Variabili sociali Variabili economiche Sia nelle ONP, sia nelle imprese profit oriented ci deve essere una “contaminazione tra variabili economiche e sociali … … ma quali sono le differenze tra le due tipologie di organizzazione? Natura e obiettivi delle organizzazioni

19 19 Economicità Responsabilità sociale Azienda profitAzienda non profit Obiettivo Vincolo L’applicazione di principi di economicità consente all’organizzazione di mantenere: Autonomia economica Autonomia finanziaria Autonomia gestionale

20 20 L’applicazione di principi economici è possibile in tutte le ONP? Organizzazioni che operano nel rispetto di regole del mercato Organizzazioni che operano al di fuori dei meccanismi di mercato Es. imprese sociali Es. associazioni Più difficile, ma possibile

21 21 Fattori critici di successo 1.Variabili interne 2.Variabili esterne Equilibrio economico-finanziario Gestione dei processi Valori sociali Risorse umane e motivazione Relazioni con gli stakeholder

22 22 L’equilibrio economico In una impresa profit oriented: Ricavi = costi effettivi + oneri figurativi + quota extra profitto Nelle organizzazioni non profit: No ricavi e costi, ma proventi e oneri Distinzione tra imprese sociali e altre ONP Proventi = f(quantità, prezzi di vendita) Equilibrio economico = condizione astratta Proventi  contributi e sovvenzioni

23 23 Oneri figurativi Stipendio direzionale Fitti figurativi Rischio per attività imprenditoriale Quota extra-profitto NO nell’equilibrio economico delle ONP SI, ma come vincolo, non come obiettivo Proventi = oneri effettivi + eventuale quota di avanzo gestionale

24 24 NB Nelle ONP raramente si verifica una condizione di equilibrio economico … … si deve parlare sempre di inefficienza dell’organizzazione? NO Occorre estendere l’analisi a considerazioni sociali È possibile giustificare l’esistenza di ONP che non rispettano l’equazione dell’equilibrio economico, purché producano valore sociale … ma fino ad un certo punto!

25 25 L’equilibrio finanziario (rinvio) Corretta corrispondenza temporale fonti-impieghi Adeguata liquidità Massima redditività Cultura finanziaria Scarsa capacità di programmazione Basso livello di redditività e autofinanziamento Bassa intensità di capitale investito Dipendenza risorse pubbliche Eccessivo indebitamento a breve termine Difficoltà di rapporti con mercati e intermediari Scarsa negoziazione delle quote Condizioni di equilibrio SF Problematiche finanziarie ONP

26 26 La gestione dei processi Efficacia Efficienza Output realizzato / output programmato Input /output realizzato Nelle ONP EfficaciaEfficienza Obiettivi sociali Difficoltà di misurazione Scarsa cultura economica Difficoltà di misurazione

27 27 I valori sociali Qualificano la natura dell’ente Guidano i processi Fonte di vantaggio competitivo Finalità istituzionale Modus operandi

28 28 Risorse umane e motivazione Carattere labour intensive delle ONP Attività istituzionale (servizi alla persona) Struttura organizzativa e governance Presenza di lavoratori retribuiti e volontari Motivazione

29 29 Le relazioni con gli stakeholder Azienda non profit Parti sociali Famiglie degli utenti Volontari e dipendenti Utenti Fornitori Clienti Ambiente Altre aziende non profit Aziende for profit Organizzazioni di tutela utenti Media Aderenti e donatori Amministrazioni pubbliche Finanziatori

30 30 Il principio della democrazia economica Specificamente previsto nelle organizzazioni di volontariato, nelle cooperative sociali e dal decreto sulle Onlus Obiettivo Riprodurre nel sistema economico i principi alla base del funzionamento democratico del Paese Problematiche e limiti: Difficile applicazione pratica Rischio di rallentare i processi decisionali Mancanza di una leadership forte Maggioranze variabili Difficile definizione dei centri di responsabilità

31 31 Il bilancio sociale Strumento nato nelle imprese profit oriented per comunicare il livello di responsabilità sociale Identità e missione dell’organizzazione Mappatura stakeholder Conto economico a valore aggiunto Analisi costi-benefici Indicatori

32 32 Uso interno Uso esterno Governo Gestione Controllo Pianificazione Programmazione Comunicazione Relazioni pubbliche Marketing, promozione, fund raising Concertazione

33 33 La struttura finanziaria delle ONP Le funzioni della gestione finanziaria Criticità della gestione finanziaria delle ONP Le fonti di finanziamento L’attività di fund raising La finanza etica

34 34 Le funzioni della struttura finanziaria La struttura finanziaria è il complesso e coordinato insieme degli impieghi di capitale e delle fonti di finanziamento a disposizione dell’impresa per lo svolgimento della gestione Attività correnti Immobilizzazioni nette Passività correnti Passività consolidate Capitale netto ImpieghiFonti

35 35 Obiettivi Obiettivi: 1.Corretta corrispondenza temporale fonti-impieghi 2.Adeguata liquidità 3.Massima redditività Funzioni Funzioni: Pianificazione e programmazione finanziaria Ricerca e acquisizione delle fonti di finanziamento Gestione dei finanziamenti Selezione degli investimenti Gestione della tesoreria e della liquidità Politica dei dividendi (solo imprese for profit)

36 36 Criticità della gestione finanziaria delle ONP Mancanza di una specifica funzione finanziaria Scarsa pianificazione e programmazione Avversione verso la finanza Scarsa cultura finanziaria … ma non solo … … anche mancanza di risorse e scarsa prevedibilità dei flussi finanziari

37 37 Difficili rapporti con gli intermediari Scarsità di beni immobili da offrire in garanzia Organizzazioni fondate sulla persona piuttosto che sul capitale (alto rischio creditizio) Mancanza di un adeguato sistema informativo e di programmazione Impossibilità ad accedere ad alcuni canali (Borsa), ma … … possibilità per le cooperative sociali di emettere prestiti obbligazionari

38 38 Un approfondimento utile Nelle ONP non c’è distribuzione di utile Mancanza di uno strumento di informazione per il mercato Ulteriore limite nell’approccio ai mercati … … ma è proprio così?

39 39 Non ci sono dividendi, ma … autofinanziamento … c’è autofinanziamento Riduzione del fabbisogno finanziario Riduzione degli oneri finanziari Potenziale crescita dell’organizzazione Maggiore solidità patrimoniale Crescita di lungo periodo Autofinanziamento come strumento di informazione per il mercato

40 40 Eccessiva dipendenza dalle fonti pubbliche Peso eccessivo nella struttura finanziaria Fonti spesso insostituibili Pericolo di dipendenza dall’ente pubblico finanziatore (meno autonomia) Mancanza di “responsabilizzazione” Donazioni di privati Presenza di asimmetrie informative Flussi non prevedibili (quantitativamente e temporalmente)

41 41 Per fronteggiare i limiti connessi alla gestione finanziaria dovrebbe aumentare l’autofinanziamento, ma … Difficoltà nel raggiungere l’equilibrio economico-finanziario Quote di ammortamento ridotte (bassa intensità di capitale investito) Eccessivo ricorso al debito a breve Eccessiva onerosità delle fonti Squilibrio qualitativo Squilibrio temporale

42 42 Le problematiche finanziarie delle ONP sono aumentate negli ultimi anni a causa di: Aumento del numero di organizzazioni del terzo settore Riduzione dei fondi pubblici Basso tasso di sviluppo delle donazioni Costo crescente dei programmi di intervento

43 43 Le fonti di finanziamento Fonti pubbliche Sovvenzioni Contratti di fornitura Finanziamenti agevolati Finanziamenti a fondo perduto Trasferimenti indiretti Le agevolazioni fiscali (d.lgs. 460/97) Fonti private Ricavi di vendita Donazioni e atti di liberalità Debiti Redditi da investimenti Quote sociali Lavoro volontario

44 44 Le fonti pubbliche 1.Sovvenzioni e sussidi Risorse poste a disposizione di enti pubblici in considerazione della capacità dell’organizzazione di realizzare attività con elevato impatto sociale Finanziamenti vincolati o generici Preventiva analisi dell’ente pubblico (requisiti formali e sostanziali) Riduzione dei fondi pubblici  maggiore selettività Esame della sostenibilità sociale ed economico-finanziaria del progetto No restituzione

45 45 2.Contratti con la PA L’onp si sostituisce all’ente pubblico nell’erogazione di determinati beni e servizi Evoluzione rapporti pubblico-terzo settore “Esternalizzazione” di funzioni Rispetto di requisiti formali e sostanziali Procedura di selezione dell’organizzazione 3.Finanziamenti da enti sovranazionali Unione Europea, Banca Mondiale, Unesco, ecc. Sostegno a progetti specifici Rispetto di requisiti formali e sostanziali

46 46 Le fonti private 1.Ricavi di vendita Non presenti in tutte le onp Prezzi e tariffe Mercato (vendita beni e servizi) Attività (produzione di beni e/o servizi) Fondi disponibili Fondi esterni (es. sovvenzioni, donazioni) Autofinanziamento (utili non distribuiti) Entrate da vendita Costi correnti Eventuale avanzo Efficacia Visibilità Bilancio sociale

47 47 Il fund raising Insieme delle procedure poste in essere da una organizzazione per acquisire le risorse finanziarie, ma non solo, di cui necessita per lo svolgimento dell’attività istituzionale RACCOLTA DI RISORSE DI UN’ORGANIZAZZIONE NON PROFIT RACCOLTA FINANZIARIA ADESIONE DI VOLONTARI REPERIMENTO SPAZI E IMMOBILI SVILUPPO DI “VALORI DI RELAZIONE”

48 48 Complesso di attività e competenza (marketing, sociologia, finanza) Analisi dell’onp Studio dell’ambiente  Target potenziali donatori Definizione e comunicazione della causa da sostenere Segmentazione destinatari (criteri: geografici, reddituali, demografici) Progettazione e pianificazione del fund raising Scelta strumenti di comunicazione (radio, televisione, carta stampata, posta tradizionale o elettronica, ecc.) Attuazione dell’attività di fund raising

49 49 Cause related marketing Forma di partnership in cui una impresa lucrativa si impegna a sostenere finanziariamente una onp Rapporto continuativo e non occasionale La onp ha a disposizione risorse in via continuativa L’impresa lucrativa ha un positivo ritorno di immagine Il fruitore dei servizi ha di fronte un’offerta qualificata

50 50 La finanza etica Insieme di strumenti e istituzioni al servizio dell’economia civile, orientati a garantire un appoggio finanziario alle organizzazioni operanti nel terzo settore Distinzione tra finanza etica e finanza eticamente orientata Finanza specialistica e non alternativa Obiettivi Produzione di ricchezza sociale Soddisfazione bisogni collettivi Presupposti Risparmio Controllo e trasparenza Rinuncia alla max economico- finanziaria dell’investimento

51 51 Criteri di selezione: Criteri negativi Criteri positivi Distinzione tra: Intermediari tradizionali Intermediari specializzati (creditizi e finanziari)

52 52 Gli strumenti tradizionali Conti correnti Certificati di deposito Fondi comuni di investimento I risparmiatori si impegnano a rinunciare ad una parte della remunerazione prevista, da destinare a organizzazioni non profit

53 53 Altri strumenti etici Fondi etici Fondi verdi Fondi umanitari Investono in aziende operanti in settori eco-compatibili e sostenibili Investono in aziende impegnate nella tutela dell’ambiente Investono direttamente a favore di iniziative umanitarie N.B. La scelta degli investimenti non è effettuata valutando solo l’aspetto sociale, ma anche quello economico e finanziario

54 54 Intermediari creditizi specializzati (1) Mutue per l’autogestione (Mag) Finanziamento di aziende non profit con progetti ad elevato contenuto sociale Privilegio di iniziative legate allo sviluppo locale Microcredito locale Affidamento sulla base del progetto e non delle garanzie

55 55 Intermediari creditizi specializzati (2) Banca Etica Strumenti di raccolta Certificati di deposito Obbligazioni Conti correnti Bancomat Carte di credito Forme di impiego Organizzazioni private Non profit Forti connotati sociali Rendimento 20-25% inferiore a quello di mercato

56 56 Intermediari finanziari specializzati Compagnia Sviluppo Imprese Sociali (COSIS) Nasce nel 1995 come SpA senza scopo di lucro Merchant bank etica Finanziamenti mediante: partecipazioni al capitale e mutui ipotecari Clienti: cooperative sociali Valori guida delle scelte strategiche Impegno sociale Crescita occupazionale Efficienza ed efficacia Cultura d’impresa

57 57 La creazione di valore nelle imprese sociali 1.Definizione del concetto di “creazione di valore” 2.“Creazione di valore “ per le organizzazioni non profit 3.Definizione del Valore Aggiunto Sociale (VAS) 4.Analisi della dimensione economica del valore 5.Analisi della dimensione sociale del valore 6.Calcolo del VAS

58 58 La creazione di valore Shareholder Value Approach (SVA) Teoria di creazione del valore (TCV) Nasce negli USA Integrazione strategia e finanza Gestione strategica dell’impresa Ruolo centrale dell’azionista Massimizzazione del valore per l’azionista Nasce in Italia Scarsa efficienza dei mercati Impossibilità di applicare lo SVA Concetto di capitale economico Massimizzazione del capitale economico

59 59 La creazione di valore nelle ONP Economicità e responsabilità sociale (obiettivi e vincoli) Caratteri delle ONP (valore segnaletico del reddito, obiettivi, difficoltà di scelta di un tasso di attualizzazione, ecc.) Impossibilità di impiegare metodi di valutazione diretti … … ma soprattutto, necessità di esprimere la dimensione sociale del valore Impossibilità di applicare i concetti validi per le imprese profit oriented

60 60 Le organizzazioni non profit creano valore sociale fruibile per l’intera collettività … … ma non bisogna dimenticare anche la dimensione economica della gestione Necessità di integrare le due dimensioni in un’unica valutazione Spostare la prospettiva di osservazione dall’interno all’esterno dell’organizzazione

61 61 Impresa sociale Valori individuali (solidarietà, altruismo, volontariato) Valori economici Valori sociali Trasformati in

62 62 Valore inteso come benessere collettivo Il benessere non è mai solo economico, ma è un vettore di obiettivi Concetto di economicità super-aziendale Giustificazione dell’esistenza di aziende non profit non autonome sul piano economico e finanziario … … ma …

63 63 … tale concetto di valore e di economicità super- aziendale non può giustificare la presenza di aziende che con la loro attività distruggono valore (economico e sociale) anziché crearne Non è possibile, dunque, utilizzare questa interpretazione per scaricare sulla collettività l’onere derivante dalla sopravvivenza di aziende cronicamente deficitarie

64 64 “Ampiezza” e distribuzione del valore Ricchezza Soggetti percettori del valore Linea di sopravvivenza economica Aziende for profit Aziende non profit Ricchezza Soggetti percettori del valore Linea di sopravvivenza economica

65 65 La diffusione del valore Aziende for profit Aziende non profit Creazione del valore Diffusione del valore Momento successivo ed eventuale Creazione del valore Diffusione del valore C’è coincidenza, almeno nella componente sociale del valore

66 66 La misurazione del valore sociale Valutazione economico-finanziaria Valutazione impatto sociale Modello Valore Aggiunto Sociale NB L’applicazione del modello è limitata alle sole cooperative sociali

67 67 La valutazione economica: il valore aggiunto A)Totale produzione del periodo B) Totale costi-consumi di produzione e di gestione Valore aggiunto della gestione caratteristica (A – B) C) Totale elementi finanziari e straordinari di reddito Valore aggiunto globale lordo (A – B ± C)

68 68 Il valore aggiunto costituisce la ricchezza che l’impresa deve destinare alla remunerazione di tutti gli stakeholder Beneficiari Dipendenti Comunità di riferimento Soci/associati Finanziatori Pubblica Amministrazione Settore non profit Azienda non profit Ricchezza distribuita sotto forma di  Salari e stipendi  Costi per utenti soci e non soci  Salari, stipendi e formazione  Oneri finanziari  Imposte, tasse e concessioni  Contributi associativi  Ammortamenti, accantonamenti e utili

69 69 La valutazione della performance sociale Costruzione di un rating etico da integrare con il valore aggiunto La scelta degli indicatori deve rispettare i principi di: Rappresentatività Reperibilità delle informazioni Adattabilità e confrontabilità Misurabilità

70 70 1.Livello di democraticità della struttura 2.Livello di pari opportunità 3.Ricerca della qualità 4.Livelli di formazione e sicurezza sul lavoro 5.Caratteristiche della compagine sociale 6.Capacità di utilizzo dei fondi pubblici 7.Impatto occupazionale 8.Rapporto con la collettività e il territorio di riferimento

71 71 La costruzione del modello VAS F R = somma rivalutata al tempo t + n dei finanziamenti concessi da Cosis negli anni a tutte le cooperative.  = tasso medio di rendimento dei finanziamenti concessi al campione di cooperative nel periodo temporale che va da t a t + n. VAS = F R *  f R = totalità dei finanziamenti concessi alle cooperative che formano il campione rivalutate al tempo t + n. VAE = somma del valore aggiunto economico-sociale (vae) realizzato dalle cooperative del campione.

72 72 vae = VAGR * MP VAGR = valore aggiunto globale di riferimento MP = Moltiplicatore di Performance R = rapporto tra l’ammontare del finanziamento erogato alla cooperativa k ed il suo attivo patrimoniale 0 ≤ MP ≤1


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